Connect with us

Andrano

“Papà, quant’è brutto il circo con gli animali!”

Percorso di informazione e sensibilizzazione con gli alunni dell’Istituto Comprensivo di Diso (con sedi ad Andrano, Castro e Marittima). Quell’incredibile compleanno col coccodrillo…

Pubblicato

il

Nonostante il Rapporto Eurispes 2015 rilevi che il 68,3% degli italiani sia contrario, in Italia non esistono restrizioni quantitative o di specie all’uso di animali nei circhi, i quali possono contare anche su finanziamenti pubblici milionari erogati ogni anno direttamente a specifiche strutture circensi dal Ministero dei Beni Culturali, Spettacolo e  Turismo. Non esiste neanche un Registro Nazionale pubblico che evidenzi quanti animali sono detenuti nei circhi, in quali circhi e quanti circhi siano registrati sul territorio nazionale.


disegnoRimane un mistero anche quale sia il tasso di riproduzione degli animali nei circhi italiani. Secondo alcune stime di associazioni di settore oggi ci sarebbero circa 2mila animali detenuti in poco più di 100 circhi ed un numero elevatissimo di essi sarebbero di specie in via di estinzione come elefanti, tigri e leoni, ippopotami, rinoceronti, ecc.


Quello che è certo, e che proprio agli animalisti non va giù, è che i circhi viaggino continuamente in Italia e all’estero, trasportando per migliaia di chilometri animali in gabbie e camion e forzandoli ad esibirsi e fare spettacoli per sopravvivere in condizioni che non hanno nulla in comune con le loro esigenze etologiche. Nonostante siano passati 45 anni e il modo in cui la società si rapporta agli animali sia radicalmente cambiato, oggi la Legge di riferimento sui circhi è sempre quella del 1968: “Disposizioni sui circhi equestri e sullo spettacolo viaggiante”.


Il fatto che gli animali, spesso appartenenti a specie esotiche ed in via di estinzione, vengano costretti, in modo anacronistico e primitivo, a fare spettacoli per un pubblico pagante e a vivere in condizioni contrarie alla loro natura, non è finora stato considerato come ragione sufficiente a modernizzare la legge. Gli animalisti ormai da tempo chiedono l’abolizione del finanziamento pubblico ai circhi con animali, la proibizione dell’uso degli animali nei circhi e la riconversione del settore Circhi ad altre attività senza animali.


Disegno2Abbiamo un sogno: vorremmo che i bambini capissero che ci si può divertire senza dover necessariamente causare sofferenza ad un altro essere vivente e che poi lo spiegassero ai loro genitori”.


Con queste motivazioni gli attivisti dell’Associazione “Noi come loro” di Tricase,  hanno approntato un percorso di informazione e sensibilizzazione, avviato presso l’Istituto Comprensivo di Diso (con sedi ad Andrano, Castro e Marittima), a cura dell’insegnante Dora Rizzo. La dirigente scolastica Maria Maggio, che ama porre molta attenzione all’educazione dei sentimenti, ha accolto con grande favore il progetto, finalizzato ad una formazione etica e civile, utile anche come prevenzione del bullismo.


Le finalità del percorso sono: sviluppare l’empatia e la capacità di immedesimarsi negli altri; educare al rispetto di tutti gli esseri viventi al di là della specie alla quale appartengono; educare a diventare cittadini adulti responsabili nei confronti degli animali per prevenire il fenomeno del randagismo, dell’abbandono e del maltrattamento degli animali.


Tale progetto ha visto grande interesse e partecipazione da parte dei bambini che hanno subito acquisito le nuove conoscenze.

Di recente, poi, un altro episodio ha letteralmente fatto infuriare i membri dell’Associazione “Noi come loro” e tutti coloro che abbiano una minimo di sensibilità animalista: “Presso la ludoteca di un centro del Capo di Leuca”, raccontano, “è stato festeggiato il compleanno di un bambino di prima elementare; tutto ok, non fosse per la favolosa idea dei genitori del festeggiato di organizzare uno spettacolo con la partecipazione straordinaria di un… coccodrillo! Sì, un coccodrillo vero, in compagnia di due serpenti…”.


SlideDa quanto ci è stato riferito”, continuano gli animalisti, “provenivano da un circo che in questi giorni porta in giro per i nostri paesi il suo cosiddetto “spettacolo” con gli animali”.


Non crediamo che occorra essere attivisti animalisti per capire che in tutto ciò ci sia qualcosa che non va…  Davvero”, si chiedono da “Noi come loro”, “è questo il messaggio che vogliono far giungere ai loro figli quei genitori?”.


Tutto è lecito?”, proseguono, “anche portare via un animale dal suo habitat, segregarlo, privarlo della sua natura, usarlo come un pagliaccio per farci divertire? Verrebbe da chiedere a quelle persone che ci hanno riferito la vicenda facendoci vedere le foto, ma che si sono ben guardate dal denunciare l’accaduto alle autorità, o di mettere noi nelle condizioni di farlo, garantendo loro l’anonimato, se sono davvero convinte che riempirsi la bocca di belle parole, senza poi cercare di agire per cambiare le cose, basti per andare a letto tranquille la sera e meritare il sonno dei giusti”.


quadernoQuanto è avvenuto ha rafforzato ancora di più le convinzioni degli attivisti della bontà del loro progetto nelle scuole: “Non pretendiamo di ergerci a giudici o giustizieri, ma alla luce di quanto accaduto, e visti i numerosi maltrattamenti che continuano a perpetrarsi quotidianamente, riteniamo che, oggi più che mai, sia necessaria un’incisiva azione educativa di questo tipo che coinvolga tutti gli alunni di scuola primaria e secondaria del territorio”.


Il progetto ha coinvolto tutti gli alunni della scuola primaria  dell’Istituto Comprensivo che hanno partecipato con vivo interesse alle attività, dimostrando una spiccata sensibilità nei confronti di tutti gli esseri viventi che non hanno possibilità di far valere, da soli,  i propri diritti.


Andrano

Lupo ucciso a Castiglione, cacciatore a processo

LNDC Animal Protection annuncia che si costituirà parte civile. La presidente dell’associazione: «Faremo tutto ciò che è in nostro potere perché questa persona abbia una pena congrua al reato commesso. Ci stiamo battendo, anche in sede Europea con un ricorso tuttora pendente, perché sia annullato il declassamento per insussistenza di dati scientifici».

Pubblicato

il

📍 Segui il GalloLive News su WhatsApp 👉 clicca qui

Un lupo ucciso a colpi di fucile da caccia nelle campagne di Castiglione d’Otranto, c’è il rinvio a giudizio di un 67nne di Nociglia, che quindi sarà processato.

All’uomo, difeso dall’avv. Amilcare Tana, si contestano i reati di “uccisione di animali” e “abbattimento di specie protette”.

Il tutto per avere «con crudeltà e senza necessità, cagionato la morte di un esemplare di lupo, specie particolarmente protetta, contro il quale esplodeva un colpo con un fucile da caccia in località Castiglione di Andrano», si legge nel decreto di citazione a giudizio.

Si sono costituite come parte offesa diverse associazioni a tutela degli animali, aderenti al “Coordinamento a tutela del lupo e della fauna nel Salento”, difese dall’avvocato Anna Grazia Maraschio.

LA CRONACA

I fatti risalgono al 7 ottobre 2024 quando, nelle campagne di Castiglione d’Otranto, un uomo in abbigliamento mimetico e fucile da caccia sparò un esemplare di lupo, lasciandolo agonizzante per terra.

La scena fu notata da un automobilista che guidava in una stradina adiacente, che fotografò la scena e pubblicò le immagini sui social.

Da lì partirono le indagini dei Carabinieri Forestali di Tricase che, in presenza del testimone, si recarono sul posto.

Il corpo dell’animale fu trafugato ma sul terreno erano ancora presenti tracce di pelo e sangue, che furono prelevate dal personale tecnico del progetto Hic Sunt Lupi e in seguito analizzate dal corpo dei Carabinieri Forestali, analisi che confermarono come il materiale organico fosse riconducibile a un esemplare di lupo.

In poco tempo l’autore del gesto fu identificato e sottoposto a indagine.

Quindi il recente rinvio a giudizio.

L’uccisione di un lupo, infatti, è reato, punibile con una reclusione da 4 mesi a 2 anni.

LNDC ANIMAL PROTECTION PARTE CIVILE

LNDC Animal Protection annuncia che si costituirà parte civile nel processo a carico dell’autore della brutale uccisione di un lupo a Castiglione Andrano, in provincia di Lecce, all’inizio di ottobre scorso e per la quale aveva già sporto denuncia contro ignoti appena appreso il fatto.

L’uomo, un cacciatore, è stato incastrato grazie a un automobilista che passando in quella zona aveva notato l’animale a terra, pubblicando poi in rete la foto della scena: da qui erano successivamente partite le indagini dei Carabinieri forestali di Tricase. Nonostante il corpo fosse stato rimosso dal cacciatore, sono state sufficienti le tracce di pelo e sangue rimaste sul terreno per capire che si trattava di un lupo e, con l’avanzamento delle ricerche, è stato possibile poco dopo risalire anche all’autore del gesto, ora sottoposto a indagine e rinviato a giudizio.

«Un gesto di crudeltà gratuita e intollerabile per il quale speriamo ci possa essere una condanna esemplare», ha affermato Piera Rosati, presidente di LNDC Animal Protection, «la violenza contro gli animali è un sintomo di una società che ha perso il rispetto per l’altro, che sia animale o umano. Faremo tutto ciò che è in nostro potere perché questa persona abbia una pena congrua ai reati commessi. Ci stiamo battendo, anche in sede Europea con un ricorso tuttora pendente davanti al Tribunale dell’Unione Europea e già pubblicato nella gazzetta Ufficiale, perché sia annullato il declassamento del lupo per insussistenza di dati scientifici».

LNDC Animal Protection, infatti, si batte da numerosi anni e in diverse sedi in difesa del lupo, sostenendo con fermezza come le scelte politiche debbano essere basate su dati scientifici e non sugli interessi economici a breve termine di alcuni settori, che rappresentano una minoranza della cittadinanza. L’associazione ha sottolineato più volte come le misure di protezione verso i lupi dovrebbero essere potenziate e non ridotte come invece accade, facendo pressione perché si attuino politiche di gestione che bilancino le esigenze degli agricoltori con la necessità di preservare la fauna selvatica.

 

Continua a Leggere

Andrano

Olè, mobilità sostenibile sulle vie del Parco

Parco Naturale Regionale Costa Otranto-Leuca e Bosco di Tricase, laboratorio ad Andrano il 7 novembre. Tre le direttrici: tre direttrici ciclopedonabilità del tratto litorale adiacente alla litoranea; intermodalità su gomma e su ferro tra le stazioni FSE Maglie – Gagliano del Capo e le marine; accesso alla costa e fruizione delle marine, delle aree sosta stagionali e reversibili e il settore delle attività turistico-ricreative

Pubblicato

il

Pianificare una mobilità lenta e sostenibile lungo il tratto di costa da Otranto a Leuca, per ridefinire insieme alla comunità una nuova idea di fruizione dell’area.

Con questo obiettivo nasce il progetto “Olè”, promosso dalla Provincia di Lecce, con il supporto tecnico di Città Fertile, finanziato dalla Regione Puglia, presentato oggi a Palazzo Adorno a Lecce.

Per illustrare tutti i dettagli e le opportunità di “Olè”, sono intervenuti il consigliere provinciale Ippazio Morciano, il dirigente responsabile Roberto Serra e, per Città FertileRino Carluccio.

L’obiettivo è quello di costituire un laboratorio partecipato per la fruizione sostenibile della Costa Otranto-Leuca, che possa operare come strumento di governance locale, cabina di regia e incubatore di progettualità condivise.

Il Laboratorio avrà un ruolo centrale per l’attuazione della pianificazione, la promozione e il dialogo tra comunità e istituzioni.

Il progetto, prendendo come riferimento la pianificazione in materia paesaggistica e della mobilità a livello regionale, provinciale e del Parco Naturale Regionale Costa Otranto – S. Maria di Leuca e Bosco di Tricase, vuole promuovere la rigenerazione dell’attuale sistema della mobilità del tratto costiero e retro-costiero all’interno di un’area che si caratterizza per le sue peculiarità identitarie, paesaggistiche, ambientali e culturali.

Olè” è un progetto Integrato di Paesaggio, finanziato dalla Regione Puglia, Sezione Tutela e Valorizzazione del Paesaggio, nell’ambito del “Sostegno ai Comuni finalizzato all’implementazione degli strumenti di governance per l’esercizio delle funzioni di tutela e valorizzazione del paesaggio e per l’attuazione della pianificazione paesaggistica a scala locale”.

Il percorso progettuale prevede la realizzazione di un laboratorio di co-progettazione “Scenario Workshop la costa sostenibile” ispirato al metodo EASW (European Awareness Scenario Workshop), che si svolgerà ad Andrano il 7 novembre, presso il Castello Spinola-Caracciolo, sede del Parco Naturale Regionale Costa Otranto-Leuca e Bosco di Tricase.

La fase realizzativa sarà suddivisa in diversi step per conoscere le azioni in corso e quelle pianificate.

Ad un periodo di osservazione partecipata e al coinvolgimento degli stakeholders, seguirà la redazione del “Manifesto della transizione ecologica Olè”, per orientare le linee programmatiche provinciali e il sistema di governance.

Successivamente, verrà incoraggiata l’istituzione di tre forum e la definizione di progetti pilota su proposta dei partecipanti.

Il sistema della mobilità verrà analizzato e suddiviso secondo tre direttrici in linea con i rispettivi forum tematici: la mobilità attiva partendo dalla ciclopedonabilità del tratto litorale adiacente alla litoranea, considerata come “Strada Parco”; l’intermodalità su gomma e su ferro tra le stazioni FSE Maglie – Gagliano del Capo e le marinel’accesso alla costa e la relativa fruizione delle marine, delle aree sosta stagionali e reversibili e il settore delle attività turistico-ricreative che vengono svolte a mare.

L’integrazione tra le criticità e le potenzialità emerse dai tre forum consentiranno di costruire, assieme alla comunità, la visione futura del territorio e la governance condivisa.

📍 Segui il GalloLive News su WhatsApp 👉 clicca qui

 

Continua a Leggere

Andrano

Tartaruga liberata da rete fantasma

Associazione “A Mare”, straordinario salvataggio a Marina di Andrano: la grande Caretta Caretta visibilmente provata ma in buone condizioni, ha potuto riprendere a nuotare libera

Pubblicato

il

Un commovente intervento di salvataggio ha avuto luogo oggi pomeriggio lungo la costa di Marina di Andrano, dove una tartaruga marina Caretta Caretta di grandi dimensioni è stata ritrovata in difficoltà, intrappolata in una rete fantasma.

A intervenire prontamente sono stati i rappresentanti dell’associazione A Mare, realtà da sempre impegnata nella protezione dell’ambiente marino.

A guidare l’operazione tre volontari esperti: Dario Urso, Antonio Pellegrino e Danilo Minonne, che con grande abilità e delicatezza sono riusciti a liberare l’animale dalla rete e a restituirlo al mare in tutta sicurezza.

La tartaruga, visibilmente provata ma in buone condizioni, ha ripreso a nuotare libera.

Questi salvataggi sono la dimostrazione concreta di quanto sia urgente proteggere il nostro mare e le creature che lo abitano“, ha commentato uno dei volontari.

Le reti fantasma, abbandonate o perse in mare, continuano a rappresentare una delle più gravi minacce per la fauna marina, causando ogni anno la morte di migliaia di animali.

L’associazione A Mare lancia ancora una volta un appello alla cittadinanza: occhi aperti in mare e segnalazioni tempestive possono fare la differenza.

La salvaguardia dell’ecosistema marino è una responsabilità collettiva.

Continua a Leggere
Pubblicità
Pubblicità

Più Letti