Tricase
Tricase: botte da orbi a Palazzo Gallone
Dopo il rimpasto in giunta. L’ex vice sindaco Antonella Piccinni: «Un uomo solo al comando». L’ex assessore Mario Turco: «Chiuri inadeguato. Si torni subito alle urne!»
Il sindaco Carlo Chiuri ha revocato le cariche di Antonella Piccinni e Mario Ippazio Turco.
Con decreti nr. 26 e 27, datati 21 giugno 2019, il primo cittadino quindi ha scaricato rispettivamente il vicesindaco, con delega anche a igiene ambientale, verde pubblico, servizi cimiteriali, patrimonio e manutenzione, attività produttive, politiche finanziarie, e l’assessore con delega a politiche del lavoro, valorizzazione e salvaguardia dell’ambiente, traffico e mobilità, organizzazione e personale, Polizia locale.
Il primo cittadino inoltre ha revocato le deleghe agli altri due assessori Lino Peluso (sport, cultura, turismo, politiche giovanili, associazionismo, trasparenza) e Sonia Sabato (politiche sociali, lavori pubblici, pari opportunità) che restano (per ora) in carica ma… senza un incarico!
Sulle lettere di dimissioni si legge per quanto riguarda la vice Piccinni di fiducia venuta meno «a causa di differenze di vedute sul metodo di conduzione dell’attività amministrativa».
Per l’assessore Turco si parla di «rapporto di fiducia venuto irrimediabilmente a mancare a causa di profonde differenze in merito agli obiettivi politico programmatici da realizzare nell’ambito del programma di mandato, nonché sul metodo di conduzione dell’attività amministrativa».
E i diretti interessati come l’hanno presa? Entrambi hanno affidato le loro riflessioni ad una nota scritta.
Antonella Piccinni: «Ha preso in giro tutti!»
«Differenze di vedute sul metodo di lavoro», tuona Antonella Piccinni, «ma possiamo chiedere al nostro sindaco quando mai c’è stato un confronto, un dialogo, un rapportarsi gli uni con l’altro? Ed è stato proprio questo il malcontento che sempre respiravamo sia in Giunta che in maggioranza. Ogni istante, quei pochi di compresenza in Comune…era uno sfuggire ad un confronto . Abbiamo chiesto e mai ottenuto prima il rispetto per il rapporto umano e poi di conseguenza il resto».
«Abbiamo superato, io ed altri, momenti difficili quando in tanti ci riferivano come il Sindaco ci apostrofasse in più occasioni», ricorda la ormai ex vice sindaco, «ma abbiamo superato tutto, per responsabilità verso il compito che ci era stato affidato dai cittadini. Le modalità in cui ci ha liquidato sono state sconcertanti, ma perfettamente in linea con il comportamento precedente», rincara la dose, «Ha lasciato tutti senza parole. L’arrivo di una telefonata alle 10,08 con questo esordio : “Antonella è arrivato il momento….” Il momento di cosa?».
Per la Piccinni, «una persona corretta avrebbe dovuto prima parlarne con me riservatamente e poi rendere pubblica la decisione, che avremmo anche potuto prendere insieme perché noi siamo persone non oggetti! Ma questo sarebbe potuto accadere in un clima di serena collaborazione e fattiva programmazione, non a Tricase, non evidentemente in un ambiente, e non me ne vogliano i miei ex colleghi ma abbiano il coraggio di uscire allo scoperto, in cui l’uomo solo al comando sentenzia, quando ne ha voglia, dice quotidianamente che è pronto ad andare a casa tanto non gliene frega niente, manda gli assessori a rappresentarlo ovunque, soprattutto la sottoscritta perché lui “doveva scappare per sopraggiunti impegni”».
«Forse mi devo ritenere fortunata», aggiunge ironica, «e sorrido nel dire questo perché a me è arrivata la telefonata, all’assessore Turco neanche quella!».
Poi torna a parlare del sindaco: «Forse sperava in qualche mio “no” per potermi mandare a casa prima. Sulle motivazioni è stato molto vago, sono un copia e incolla preso da internet di “licenziamenti assessorili standard”… Sono delusa perché ha preso in giro tutti!», rimurgina, « Si parlava di rimpasto, ma di tutta la giunta o addirittura, quelle poche volte che dichiarava a noi i suoi intendimenti, diceva che se fosse arrivato quel quel giorno sarebbe andato via anche lui insieme a tutti noi! Anche qui un’altra presa per i fondelli: la sospensione delle deleghe agli altri due assessori…».
E il futuro? «A differenza sua, continuerò, per quanto sarà nelle mie possibilità, a ricambiare quanti hanno sempre creduto in me, nelle mie buone intenzioni e, come mi è stato scritto e detto da tanti amici in questi giorni, ad utilizzare quel garbo, quella correttezza e gentilezza nei rapporti umani che hanno sempre fatto parte della mia educazione, e che ho provato, evidentemente invano, a trasferire nei modi e nelle maniere del nostro Sindaco. Se ci fossi riuscita, almeno nella forma se non nella sostanza avremmo tutti ottenuto un pur misero risultato».
In chiusura la stoccata finale: «Il “chiurassico” dilemma che rimarrà ai posteri è se la sfiducia è stata firmata prima, durante o dopo, la processione di San Luigi nel rione di mia appartenenza, a cui la sottoscritta, l’assessore Turco e il nostro sindaco abbiamo, in piena comunione d’intenti, tutti partecipato…».
Mario Turco: «Gesto codardo, è un arrogante!»
Ancor più dura la nota dell’esautorato assessore Mario Turco: «Inusuale, senza alcuna precedente discussione e preavviso da parte del sindaco, mi è pervenuto il decreto sindacale di revoca della carica di assessore comunale. Tale gesto codardo («è il termine più nobile che mi viene in mente») me l’aspettavo sin dal decreto di nomina considerati i rapporti non certo idilliaci sin dalla costituzione della compagine che ha sostenuto la sua candidatura a sindaco nel 2017. Lo stesso accolse con un “bene” la indicazione del mio nominativo per la carica di assessore comunale da parte del gruppo facente riferimento alla lista civica “Tricase punto e a Capo”, probabilmente per tenermi meglio sotto scacco. In campagna elettorale ha cercato di osteggiare persino la mia elezione a consigliere comunale che nonostante tutto avvenne. Io cosciente di tale rapporto e soprattutto del suo carattere («arrogante, dittatoriale, poco o per nulla propenso al dialogo e alla discussione collegiale»), non ero propenso a rinunciare alla carica elettiva di consigliere comunale per quella di assessore. Lo feci spinto anche dal primo dei non eletti, Giuseppe Peluso, il quale intendeva vivere questa esperienza amministrativa».
Mario Turco pensa che Chiuri non sia adatto al ruolo che ricopre: «Ritengo che il provvedimento di revoca sia scaturito anche dalla sua incapacità e inadeguatezza a ricoprire la carica di sindaco.
Mi risulta che tale iniziativa sia scaturita dopo una serie prolungata di critiche, giustificate, provenienti dalla maggior parte dei consiglieri di maggioranza sul metodo e contenuti. invece che addossarsi le colpe ha scaricato vigliaccamente le responsabilità sugli assessori. Forse sarebbe stato meglio che abbandonasse lui la carica di sindaco che indegnamente ricopre».
L’x assessore punge: «Sin da subito mi è sembrata un’amministrazione in continuità col passato più recente, che doveva salvaguardare posizioni che ci si era invece proposto di cambiare».
Ed ancora sul primo cittadino: «Avrebbe asserito che tali revoche decretate e da decretare, sarebbero state condivise dai consiglieri di maggioranza. La maggior parte di questi con i quali ho avuto un informale confronto ha invece condannato tale azione».
Poi ricostruisce come «la goccia che lo avrebbe portato a revocarmi l’incarico di assessore, sarebbe stata una mia lettera del 14 giugno scorso indirizzata a giunta e segretario comunale in merito alla mancata adozione di una delibera di giunta per ricorrere in appello ad una sentenza del Giudice di Pace riguardo sanzioni per violazioni al Codice della Strada emesse dal Corpo di Polizia Locale. Appello ritenuto opportuno dal Comandante di Polizia Locale anche per non incorrere nel danno erariale.
Le revoche», sentenzia Turco, «sono solo un pretesto per coprire la sua inadeguatezza. Per il bene del paese e affinché i tanti giovani consiglieri comunali non perdano credibilità e fiducia da parte della gente», conclude con un affondo, «ritengo sia opportuno un repentino ritorno alle urne».
Giuseppe Cerfeda
Attualità
Centrosinistra tricasino spaccato: la posizione di “Tricase, che fare?”
La presidente Sonia Sabato: “Avevamo fermamente ribadito la necessità delle primarie. Avevamo chiesto più ampia e democratica partecipazione”
Era primavera, lo scorso mese di aprile, quando il centrosinistra di Tricase si annunciava definitivamente riunito con queste parole: “Insieme per un percorso collettivo. Pronti a raccogliere la sfida del futuro”.
Firmatari di questo patto d’unità erano il PD cittadino, Cantiere Civico, Alleanza Verdi-Sinistra Tricase e Tricase, che fare?.
Otto mesi dopo, il fronte non è più lo stesso. Manca all’appello “Tricase, che fare?”, gruppo politico presieduto da Sonia Sabato e rappresentato in consiglio comunale da Giovanni Carità, Armando Ciardo ed Antonio Luigi Baglivo.
Proprio queste quattro firme oggi diffondono un comunicato per chiarire la loro posizione all’interno del valzer di centrosinistra. Lo fanno nel weekend caldo del PD che, dopo l’annuncio da parte del circolo cittadino della candidatura di Vincenzo Chiuri a sindaco per le prossime amministrative, ha registrato le dimissioni dal partito del consigliere comunale Minonne e le critiche dapprima del consigliere regionale Stefano Minerva (cui poi lo stesso Partito Democratico ha risposto) e poi di un altro potenziale candidato: Andrea Morciano.
Ecco quindi la nota a firma della presidente Sonia Sabato. Un intervento col quale “Tricase, che fare?” prende la parola proprio per far chiarezza su questo percorso di riunificazione del centrosinstra tricasino azzoppato, ed oggi finito sotto i riflettori.
La nota
Sollecitati ad intervenire sulle ultime vicende politiche che interessano la nostra città, crediamo necessario solo chiarire che per il nostro modo di intendere e praticare la politica, non riteniamo opportuno e, soprattutto, corretto entrare nel merito delle personali e libere scelte di alcune componenti del centrosinistra cittadino. Chi ha deciso di percorrere una strada lo ha fatto liberamente, come altrettanto liberamente noi abbiamo scelto di non condividerla.
La nostra storia è sotto gli occhi di tutti, eletti per stare all’opposizione lì siamo rimasti, con coerenza e trasparenza, da sempre distanti da vincoli clientelari, ingerenze esterne e trasformismi vari.
Che sarebbe stato necessario passare dallo strumento delle primarie è stato dal nostro gruppo fermamente e costantemente ribadito. Come da sempre abbiamo chiesto di lavorare ad una più ampia e democratica partecipazione.
Ci fa piacere, ma allo stesso tempo ci rattrista, apprendere dalla stampa che anche altri, solo oggi, siano del nostro stesso parere. Preso atto di questo, ribadiamo per la premessa fatta, che noi mai entreremo nelle vicende interne di altri partiti o rappresentanze. Chi compie una scelta è libero di farla e di portarla avanti in piena coscienza, ma anche nella piena assunzione di responsabilità.
Auspichiamo, per quello che può servire, che nell’agire di tutte le parti politiche ci sia sempre l’obbiettivo finale di un impegno sano, lungimirante e coraggioso per il futuro della nostra città e del nostro territorio.
Attualità
Elezioni a Tricase, Andrea Morciano: “Perché non fare le Primarie”?
“Noi abbiamo sempre sostenuto di poter partecipare senza remore alle primarie aperte, e ancora oggi siamo disponibili a farlo”
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Continua il dibattito (ottimismo) intorno alla candidatura del centro sinistra o parte di esso.
Così, dopo l’ufficialità da parte del circolo cittadino del Partito Democratico, sinistra italiana e Cantiere civico della candidatura di Vincenzo Chiuri vengono fuori tutti i contrasti interni e i diversi malumori evidentemente covati e mai risolti.
Sulla vicenda ora interviene anche colui che da tempo era indicato come candidato “in pectore“: Andrea Morciano.
Di seguito il suo intervento sull’intera.
“Leggere un comunicato attraverso il quale una parte della coalizione di centrosinistra di Tricase – orfana, ad oggi, del sostegno dell’Associazione Tricase, che fare? (che conta il Gruppo consiliare più numeroso in Consiglio comunale con Giovanni Carità, Antonio Baglivo e Armando Ciardo, NdR) – ufficializza la candidatura a sindaco del dott. Vincenzo Chiuri, vantando un percorso partecipato di confronto e di valutazione di un progetto politico condiviso, lascia estremamente titubanti, non di certo per valutazioni legate alla figura del candidato, ma per le modalità con cui è stata effettuata e comunicata la scelta.
Sostenere che ci siano stati tavoli di confronto tra tutte le forze e associazioni di centrosinistra non corrisponde al vero, dal momento che numerosi cittadini appartenenti alle stesse aree politiche non sono stati mai invitati al dibattito sulla valutazione di un ipotetico candidato sindaco né tantomeno sono stati coinvolti in questioni più ampie su programmi elettorali e nuovi visioni sul futuro della città.
E questo posso sostenerlo a ragion veduta dal momento che, avendo negli scorsi mesi dichiarato in maniera trasparente la mia disponibilità a guidare un progetto politico alternativo all’amministrazione uscente, gli amici e i concittadini che si stanno impegnando insieme a me nella costruzione dal basso di un nuovo progetto politico, si muovono esattamente nella stessa zona politica rivendicata dalle forze sostenitrici del dott. Chiuri, essendo alcuni tesserati PD, altri provenienti dalle associazioni di centrosinistra tra cui lo stesso Cantiere Civico.
È evidente che il comunicato escluda a priori il loro parere visto che la proposta, oltre che giungere dai pochi rappresentanti delle parti, non è stata nemmeno condivisa.
A sostegno di ciò anche il comunicato del consigliere in quota PD Francesco Minonne.
È evidente che il Centro Sinistra unito di cui si parla è, oggi, pura utopia.
Sono state effettuate scelte azzardate, partite da prese di posizione personali in direzione contraria più che verso un obiettivo di bene comune, e questo potrebbe portare ad ulteriori frammentazioni, rovinando ancor di più la situazione già abbondantemente minata del nostro paese.
Non sarebbe allora stato meglio giungere ad una selezione del candidato usando uno strumento più democratico come le primarie, mettendo davvero in gioco tutte le forze afferenti all’area politica in questione?
Noi abbiamo sempre sostenuto di poter partecipare senza remore alle primarie aperte, e ancora oggi siamo disponibili a farlo.
A nome del folto gruppo di concittadini con cui stiamo condividendo da tempo una forte volontà di lavorare per un concreto cambiamento ribadisco che la Città di Tricase merita un vero percorso partecipato ed allargato ad un sempre maggiore numero di interlocutori, liberi nelle scelte e inclini al confronto, avendo come obiettivo comune un’idea di una Tricase rinnovata e non di una semplicistica costruzione tenuta in piedi dalla volontà di pochi e travestita da una finta aura di democrazia.
Rimbocchiamoci le maniche e raccogliamo le idee, a breve le comunicazioni sui prossimi incontri a cui chiederemo massima partecipazione”.
Andrea Morciano
Attualità
Elezioni a Tricase, il PD insiste: “Strada tracciata”
I Dem tricasini: “In completa autonomia e condivisione è stato elaborato il documento contenente le caratteristiche del candidato sindaco, e senza che vi fosse necessità di ricorrere alla convocazione di tavoli provinciali”
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Difficile districarsi tra correnti interne, ingerenze “esterne“ e polemiche al contorno.
Fatto sta che arriva la nuova presa di posizione da parte del Circolo cittadino del Partito democratico. E questo avviene dopo l’annuncio del candidato sindaco Vincenzo Chiuri e le conseguenti dimissioni dal PD del consigliere comunale Francesco Minonne e la “bacchettata” ai dem tricasini da parte dell’ex presidente della provincia e ora consigliere regionale del PD Stefano Minerva.
“Prendiamo atto delle due note inviate alla stampa, a distanza di poche ore l’una dall’altra, da parte del consigliere comunale Francesco Minonne e da parte del consigliere regionale Stefano Minerva”, la premessa dal Circolo cittadino dei Democratici, “Desta molto stupore la nota di Minonne, il quale, sin dalla passata primavera, in diverse circostanze, aveva già avuto modo di chiarire la propria posizione a tutti gli iscritti del partito, dichiarando una certa vicinanza ad un probabile candidato, verso il quale lo lega un forte legame di amicizia, autoescludendosi da qualsiasi percorso politico intrapreso da parte del PD cittadino unitamente alle altre componenti tricasine del centro sinistra.
Pertanto, riteniamo del tutto incomprensibile e strumentale aver presentato una nota stampa, immediatamente dopo la pubblicazione del nostro comunicato. Il consigliere” prosegue la nota, “sottolinea una mancata condivisione, dal momento che la sua posizione era ormai nota a tutti gli iscritti del partito e “praticata” alla luce del sole.
Per questa nuova esperienza politica, non ci resta che augurare al Consigliere Minonne di trovare il tempo, che finora non ha avuto e che ha penalizzato il partito in seno all’assise consiliare, per espletare al meglio le funzioni”.
Poi i Dem passano alla nota del consigliere Minerva: “Ribadiamo quanto già detto nel comunicato stampa: da due anni a questa parte abbiamo portato avanti un processo di confronto approfondito, che ha permesso di giungere ad una sintesi ampia e credibile – prima nel Partito Democratico e poi con gli alleati di Coalizione – attorno a un progetto politico condiviso con lealtà e senso di responsabilità, non solo in grado di superare le divisioni del passato, ma anche di offrire una visione chiara ed unitaria per il futuro della nostra Città”.
@Se il consigliere Minerva avesse letto la nota stampa nella sua interezza” aggiungono, “non gli sarebbe sfuggito l’appello alla coesione e all’unità del centrosinistra tricasino, lontano dalle frammentazioni e personalismi del passato e, soprattutto, tenendo a bada le incursioni di chi, come già accaduto, vuol “dirigere” la comunità democratica di un paese che non gli appartiene”.
“Apprezziamo il suo invito a tenere sempre aperta la porta del campo progressista”, si legge ancora, “ma riteniamo riduttivo il richiamo a documenti di coalizione dello scorso aprile, perché a distanza di sei mesi, la vita politica di Tricase è naturalmente proseguita in completa autonomia, come in completa autonomia e condivisione è stato elaborato il documento contenente le caratteristiche del candidato sindaco, e senza che vi fosse necessità di ricorrere alla convocazione di tavoli provinciali”.
“A Tricase c’è un partito vivo, partecipato e coeso”, insistono dal circolo tricasino, “così come viva e partecipata è la coalizione che si è formata e che continua a riscontrare l’adesione di persone, movimenti e associazioni interessate al progetto. La strada è tracciata, e di questo ne siamo davvero orgogliosi”, concludono i Dem tricasini, “vi aspettiamo giovedì 11 dicembre alle ore 19, presso le Scuderie di Palazzo Gallone”.
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