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Appuntamento in Giardino a Melpignano

Un viaggio tra marmellate, storie botaniche, mura antiche, segni incisi e laboratori teatrali. Domani (18,30) visita giardino e degustazione marmellate; domenica (9,30) visita del palazzo Marchesale e della cella carceraria; alle 20, Laboratorio Teatrale

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Il profumo delle zagare, il fascino senza tempo del giardino di un palazzo nobiliare e il gusto sorprendente delle marmellate.


Appuntamento da non perdere a Melpignano sabato 7 e domenica 8 giugno, in occasione dell’iniziativa “Appuntamento in giardino promossa da APGI – Associazione Parchi e Giardini d’Italia con l’obiettivo di invitare i visitatori a scoprire la ricchezza artistica, botanica e paesaggistica dei più bei giardini italiani. Un racconto che miscela storia e sapori autentici, socialità e artigianalità, letteralmente “spalmato” nelle due giornate.


Un viaggio che inizierà domani alle 18,30 con la visita guidata da Paola Russo nel giardino all’italiana del palazzo Marchesale, un luogo ricco di fascino che, racchiuso da un pergolato di centosessanta colonne, custodisce antiche varietà di alberi da frutto come il pero di San Giovanni, nespoli, noci e un profumatissimo roseto.


I colori vivi, i profumi forti e i giochi di luce rimandano a racconti di lontani pomeriggi e mondi aristocratici scomparsi all’ombra delle facciate di merletto in pietra leccese del Palazzo.


Sarà anche l’occasione per parlare degli agrumi, che sono i veri protagonisti di questo viaggio sensoriale, da cui grazie alla sindaca Valentina Avantaggiato è stata realizzata una linea diMarmellate dal Giardino del Palazzo Marchesale di Melpignano”.


«Sono nate dall’idea di valorizzare i frutti del Palazzo, affinché possano essere occasione di conoscenza del giardino storico per i concittadini e i viaggiatori che arrivano a Melpignano», spiega la sindaca, «così dopo averne distribuita una parte alle scuole del paese, si è pensato di coniugare le ricchezze del Giardino con un progetto sociale che dà al carcere una funzione riabilitante e raccontare così il Palazzo Marchesale attraverso il suo gusto, anche perché i frutti sono assolutamente naturali, senza trattamenti  e quindi un’eccellenza».


Le marmellate in due varietà, una di limoni e una di arance e pompelmi, saranno degustate dopo la visita guidata, abbinate a croccanti friselline di grano, oltre a due dolci speciali e acqua aromatizzata al limone. Biologiche al 100% e caratterizzate da una fragranza inconfondibile, queste marmellate sono state prodotte nel Laboratorio nato nel 2019 all’interno dell’ex carcere minorile di Lecce, in accordo con il Ministero della Giustizia, dalla volontà di Davide De Matteis del 300mila di Lecce, nell’ambito di una proposta di cooperazione per il reinserimento lavorativo dei detenuti della Casa Circondariale di Borgo San Nicola, vicini al termine della pena. Grazie a un iter di formazione di pasticceria e di cucina tenuto dallo chef Marco Silvestro i detenuti possono, una volta fuori, collocarsi nel mondo del lavoro per riprendere con dignità un normale percorso di vita.


Il laboratorio è anche uno spazio dove si creano nuove ricette, così per l’occasione sono nati due dolci squisiti: la Torta del Marchese, un frangipane con marmellata di limoni del Palazzo e Dolce Melpignano, una torta al cacao e vino primitivo con marmellata di arance e pompelmi all’interno, con tanto di QR code per scaricare le ricette e provare a farli a casa.


Domenica 8 giugno ci sarà un doppio appuntamento: alle 9,30 si andrà alla scoperta delle stanze del Palazzo, che con i suoi ambienti racconta la storia del territorio affrescata o incisa su pietra, donando un intimo sguardo sulla società aristocratica del tempo.


Tra gli ambienti più suggestivi sicuramente c’è la cella carceraria che con le sue pareti interamente istoriate, è il muto racconto di tante storie di rassegnazione, di speranza e devozione.


Ogni segno, ogni graffio racconta del pensiero e della mano che lo ha tracciato, restituendone l’umanità nell’affresco della grande storia.


Alle 20 si potrà assistere al finale del Laboratorio TeatraleIl Tempo dei miei Sogni, IV edizione diretta dal maestro Fabio Zullino: sette bambini dai 6 agli 8 anni si esibiranno in un viaggio fatto di quadri comici, assurdi, surreali ispirati dalle barzellette e dalle freddure, rielaborati dalla loro florida immaginazione.


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Storie e imprese di chi ha deciso di tornare: a Tricase “Essere Puglia”

Alle ore 19:30 presso la Biblioteca Comunale “Codacci-Pisanelli” di Tricase la presentazione del libro di Nico Catalano

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Questa sera a Tricase la presentazione del libro 𝑬𝒔𝒔𝒆𝒓𝒆 𝑷𝒖𝒈𝒍𝒊𝒂 – Storie e imprese di chi ha deciso di tornare.
Alle ore 19:30 presso la Biblioteca Comunale “Codacci-Pisanelli” di Tricase

𝐿𝑎 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑎 𝑡𝑒𝑟𝑟𝑎 𝑛𝑜𝑛 𝑒̀ 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑖𝑙 𝑙𝑢𝑜𝑔𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑖 ℎ𝑎 𝑣𝑖𝑠𝑡𝑖 𝑛𝑎𝑠𝑐𝑒𝑟𝑒: 𝑒̀ 𝑟𝑎𝑑𝑖𝑐𝑒, 𝑐𝑢𝑟𝑎, 𝑓𝑜𝑟𝑧𝑎 𝑟𝑖𝑔𝑒𝑛𝑒𝑟𝑎𝑛𝑡𝑒.

𝐼𝑛 𝑢𝑛 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒 𝑣𝑒𝑙𝑜𝑐𝑒 𝑒 𝑠𝑝𝑎𝑙𝑎𝑛𝑐𝑎 𝑜𝑟𝑖𝑧𝑧𝑜𝑛𝑡𝑖 𝑠𝑐𝑜𝑛𝑓𝑖𝑛𝑎𝑡𝑖, 𝑠𝑐𝑒𝑔𝑙𝑖𝑒𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑡𝑜𝑟𝑛𝑎𝑟𝑒 𝑎 𝑐𝑎𝑠𝑎 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑛𝑡𝑎 𝑢𝑛 𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑎𝑚𝑜𝑟𝑒 𝑒 𝑑𝑖 𝑐𝑜𝑟𝑎𝑔𝑔𝑖𝑜.

È questo il cuore di “Essere Puglia”, il nuovo libro di 𝐍𝐢𝐜𝐨 𝐂𝐚𝐭𝐚𝐥𝐚𝐧𝐨, che raccoglie storie e imprese di chi ha deciso di ritrovare nella propria terra il motore delle sfide più autentiche.

All’incontro dialogheranno con l’autore 𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐜𝐚 𝐋𝐨𝐧𝐠𝐨 (vicesindaca della Città di Tricase) e 𝐑𝐨𝐛𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐌𝐨𝐥𝐞𝐧𝐭𝐢𝐧𝐨 (Pari APS).

I saluti istituzionali saranno affidati al Sindaco 𝐀𝐧𝐭𝐨𝐧𝐢𝐨 𝐃𝐞 𝐃𝐨𝐧𝐧𝐨.

L’evento è promosso da Pari APS e Comune di Tricase, nell’ambito della rassegna 𝑨𝒍𝒕𝒓𝒊𝒕𝒖𝒅𝒊𝒏𝒊 e degli appuntamenti di 𝑻𝒓𝒊𝒄𝒂𝒔𝒆 𝑬𝒎𝒐𝒛𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒂 𝑳𝒆𝒗𝒂𝒏𝒕𝒆.

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Quando la Madonna, stanca di vedersi abbandonata e sola, ruppe il lucchetto della porta

Per la giornata della festa, domenica 21 settembre, sante messe al Santuario ogni ora dalle 6 alle 10; in Chiesa Madre la messa solenne alle 11…

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MADONNA DI LUCUGNANO: TRA STORIA E LEGGENDA
La devozione alla Madonna Addolorata a Lucugnano è legata a un’antica cappella e a un miracolo avvenuto l’11 agosto 1788.
La leggenda racconta che, intorno al 1760, i fedeli di Lucugnano decisero di erigere una cappella dedicata all’Addolorata, che sarebbe poi stata inaugurata nel 1764.
L’11 agosto 1788, però, la statua della Madonna Addolorata, stanca della chiusura e della mancanza di devozione, avrebbe distrutto i lucchetti della sua edicola per ricongiungersi con i fedeli.
Tale evento prodigioso portò alla riapertura della Cappella, avvenuta con Decreto del Re di Napoli nel dicembre dello stesso anno.
Ogni anno, così, in settembre, si tengono festeggiamenti religiosi e civili, tra cui il settenario, messe, processioni, e l’ormai tradizionale Serata dell’Allegria che si celebra il venerdì prima della festa.IL PROGRAMMA

Le celebrazioni religiose, iniziate con il Settenario presso il Santuario, proseguiranno alla vigilia della festa, sabato 20 settembre, dalle 18, con il Santo Rosario e la santa messa.

Alle 19 è in programma la solenne processione per le vie del paese, con fuochi d’artificio presso il Calvario, l’Ave Maria cantata da una nota soprano in piazza Comi e panegirico a lode della B. V. Addolorata.
Per la giornata della festa, domenica 21 settembre, sante messe al Santuario ogni ora dalle 6 alle 10; in Chiesa Madre la messa solenne alle 11 (orario di arrivo della Vergine al Santuario nei pressi della Chiesa Madre, con il corteo dei fedeli accompagnarti dalla Marcia Trionfale dell’Aida) e alle 17,30.
Per tutta la giornata si esibirà il Concerto Bandistico Città di Taviano.
Per le vie del paese, intanto, si diffonderà un’epidemia di felicità e buona musica con la Disturband.
Alle ore 21,30, dedicato ai tanti inesauribili fan dei Pooh, il concerto dei Palasport, official tribute band, che racconterà 50 di storia della musica attraverso le più belle canzoni del gruppo nato nella seconda metà degli anni Sessanta.
Le celebrazioni avranno il loro epilogo la domenica dopo, il 28 settembre con l’Ottava della Festa.
Alle ore 19, dalla Chiesa Madre partirà una processione al Calvario per la santa messa,; seguiranno i fuochi pirotecnici della Ditta Napoletana.
La statua della Vergine verrà infine riaccompagnata al suo Santuario in attesa delle celebrazioni del prossimo anno.
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Gallipoli, 20 giorni con Babele

Fino all’11 ottobre, Festival Multidisciplinare d’Emergenza, organizzato da ZeroMeccanico Teatro

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Un melting pot di linguaggi artistici e di condivisione. Un cartellone che intreccia teatro, performance, incontri e azioni urbane con artisti e compagnie tra le più significative della scena contemporanea italiana.

Questo è Babele – Festival Multidisciplinare d’Emergenza, organizzato a Gallipoli dal 19 settembre all’11 ottobre da ZeroMeccanico Teatro, direzione artistica di Ottavia Perrone e Francesco Cortese, giunto quest’anno alla quinta edizione. Il Festival è patrocinato dal Comune di Gallipoli.

Il tema dell’edizione 2025 è “abitare la catastrofe”: non una resa ma un attraversamento, una scelta politica e poetica di stare dentro le fratture del nostro tempo per trasformarle in visioni condivise. Un invito a sostare nel disordine del presente, trasformando le fratture in possibilità.

Sette appuntamenti, sette momenti di condivisione.

Il sipario su Babele si alza venerdì 19 settembre, appuntamento in Piazza Tellini alle 18. 30, con Incontri, spettacolo interattivo di Stalker Teatro di Torino.

Un “gioco” basato sulla relazione profonda tra le persone e ispirato alla eterna saggezza dell’Antico Testamento.

Una fucina di idee che si incontrano per creare immagini meravigliose e fantasmagoriche partendo da oggetti semplici.

Partecipazione gratuita.

Domenica 21 settembre, Babele Festival si sposta al Raffo Parco Gondar, sipario ore 20.30.

In scena Atto di Dolore di e con Riccardo Lanzarone. Una produzione Solares Fondazione delle Arti e Teatro delle Briciole di Parma.

Leonardo Vitale nasce in una famiglia affiliata a cosa nostra, lo zio paterno Giovanbattista detto “Titta” è alla guida della cosca mafiosa di Baida dove Leonardo si forma come uomo di mafia trovandosi anche costretto a uccidere. Il 29 marzo 1973 dovrebbe essere una data storica per l’Italia, ma in realtà nessuno la ricorda, pochi ne hanno parlato, tranne Giovanni Falcone 20 anni dopo. Quel giorno Vitale si presenta alla questura di Palermo e dichiara di attraversareuna crisi religiosa e che intende cominciare una nuova vita; si autoaccusa di due omicidi, di un tentato omicidio, estorsione e altri reati minori, e fa i nomi di Salvatore Riina, Giuseppe Calò, Vito Ciancimino ed altri mafiosi, collegandoli a precise circostanze-

Rivela per primo l’esistenza di una “Commissione”, descrivendo anche il rito di iniziazione di Cosa Nostra e l’organizzazione di una famiglia mafiosa.

Ingresso 8 euro intero – 5 euro ridotto. Biglietteria online su oooh.events

Di seguito gli altri appuntamenti di Babele – Festival Multidisciplinare d’Emergenza

27 settembre, ore 20.30 – Raffo Parco Gondar
Apocalisse Apocrifa di e con Giuseppe Semeraro e Valerio Daniele (Principio Attivo Teatro)
28 settembre, ore 11.00 – Parco di Via Pirandello
Futuro Anteriore – letture e visioni nella città a cura di ZeroMeccanico Teatro
28 settembre, ore 18.30 – Luogo di partenza comunicato ai partecipanti Passeggiate Catastrofichea cura di ZeroMeccanico Teatro e La Scatola di Latta – partecipazione gratuita su prenotazione
3 ottobre, ore 20.30 – Raffo Parco Gondar
Calcinculo – Babilonia Teatri (Verona)
11 ottobre, ore 20.30 – Secret Show
Mondo SorcioZeroMeccanico Teatro

Info e prenotazioni spettacoli: 3483819266 – 3400801820 zeromeccanicoteatro@gmail.com

Biglietteria online su oooh.events, botteghino aperto un’ora prima di ogni spettacolo

«Non intendiamo la catastrofe come evento spettacolare o come immaginario post-apocalittico distante da noi – le parole di Ottavia Perrone e Francesco Cortese – ma come condizione quotidiana. La precarietà sociale, ambientale, politica e culturale che ognuno di noi vive nel proprio tempo e nel proprio corpo. Abitare la catastrofe significa riconoscere le crepe del reale e farne materia artistica.

Questo lavoro è per noi prima di tutto un atto politico, il teatro come luogo in cui interrogare il presente, nel quale la scena non si limita a rappresentare ma diventa gesto critico, scomodo, necessario.

Babele Festival è un dispositivo di prossimità. Uno spazio in cui la fragilità diventa forza collettiva, in cui il teatro non consola ma apre crepe”

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