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San Giuseppe te l’uggia ‘nsettu

Uggiano e Casamassella. Secondo la tradizione, chi riceve la puccia ringrazia con la frase “San Giuseppe te ne renda grazie”..

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La tradizionale festa che coincide con l’equinozio di primavera e gli antichi riti di purificazione agraria che salutavano 1’inverno che finiva.


Nel periodo che precede la festa. le devote preparano la Massa. Una pasta ricavata da una sfoglia di farina di grano duro. Tagliala a striscioline lunghe e strette e poi mescolata a ceci e cavoli. condita con olio di oliva sfumato con cipollotto fresco o spunzale, aromatizzata con pepe e cannella cd infine completata dall’aggiunta di tagliolini fritti. I devoti la preparano pregando e una volta pronta la distribuiscono a tutti i vicini e parenti o chi si trova nelle vicinanze.


La Tavola viene allestita per dimostrare l’amore e la fede per San Giuseppe, chiedere l ‘intercessione per la salute dei propri familiari o riappacificare le famiglie che in quel momento non sono in pace. In questo ultimo caso il devoto (o la devota) attende la festa di San Giuseppe per chiedere al parente o all’amico la partecipazione e fare da “Santu ” e, poiché un diniego sarebbe considerato un’offesa al Santo, l’invito viene sempre accolto come segno di  pace.


Inoltre, ancora oggi e spesso, si chiede di fare da Santu a persone meno abbienti rispettando così quel senso di carità che è intrinseco a questo importante rito. Deciso il numero dei Santi che parteciperanno al banchetto si procede all’allestimento della Tavola.


In una stanza, in genere la più grande, viene allestito un altare ricoperto di lini ricamati su cui domina la figura o la statua del Santo circondata da fiori e lumi accesi. Tutto intorno vengono posizionati i piatti tradizionali  per un numero di commensali che può variare da 3 a 13, comunque sempre dispari. Secondo la tradizione i commensali rappresentano la Sacra Famiglia (San Giuseppe, la Madonna e Gesù Bambino) e i vari Santi: Anna, Gioacchino, Elisabetta. ecc.


Sabato 18 marzo, dopo la benedizione del parroco (dalle 19), le Tavole vengono aperta ai fedeli in visita che, dopo aver pregato, ricevono in dono i porciddhruzzi, i pampasciuni e le pucce.


Le Tavole possono essere visitate anche il giorno dopo fino a mezzogiorno. Dopo tale ora, infatti,  i commensali (santi) cominceranno il rito della consumazione che rappresenta il “convito eterno” del cielo al quale si spera che un giorno tutti vi parteciperanno. Una volta disposti intorno alla tavola imbandita, viene recitato il rosario.

San Giuseppe siede a capotavola in un posto contrassegnato da un bastone, ornato da un mazzolino di fiori freschi (di solito fresie o gigli) e legato da un nastro azzurro: scandisce i tempi di inizio e fine del pranzo, battendo un colpo di bastone sul pavimento e l’alternarsi delle varie pietanze e preghiere con un colpo di forchetta sul piatto. I cibi sono tradizionalmente poveri: pasta con il miele e mollica di pane, pesce fritto e arrosto, vermicelli con ceci, stoccafisso in umido, rape bollite, ecc.


L’elemento principale della tavola è il pane. Oltre alle pucce, il pane a forma di ciambella da tre/cinque chili l’uno (tanti quanti il numero dei santi) con al centro un’arancia e un finocchio e un simbolo sopra indicante il Santo a cui deve essere consegnato: una verga fiorita per San Giuseppe, un bastone per tutti i santi maschi, un rosario per le sante, una corona per la Madonna, tre Pagnonine (simbolo del mondo e della divina Trinità) per Gesù Bambino. Numerosi sono i significati che vengono rappresentati con gli alimenti e i colori: il bianco e giallo della pasta con i ceci rappresentano il narciso, fiore tipico della primavera; il cavolfiore ricorda la verga fiorita di San Giuseppe; il pesce fritto rappresenta  il Cristo stesso. le cartellate fritte le fasce di Gesù Bambino, i pampasciuni il passaggio dall’inverno alla primavera.


Secondo la tradizione, chi riceve la puccia ringrazia con la frase: “San Giuseppe te l’uggia ‘nsettu” (San Giuseppe te ne renda grazie).


La Pro Loco di Uggiano e Casamassella, da tanti anni impegnata nella salvaguardia e nella valorizzazione di questa antica tradizione locale, promuove l’evento cercando di mantenerne intatte le caratteristiche e le peculiarità senza scadere in una festa-spettacolo che mal si coniugherebbe al periodo quaresimale. In occasione


 


 


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Da Chicago a Leuca a suon di Jazz

Un fuoriclasse chiuderà la rassegna internazionale I concerti del Faro, promossa da Lampus di Paolo Insalata: il batterista americano Paul Wertico sarà ospite d’onore del Riccardo Arrighini Trio

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Unica tappa in Salento per un appuntamento di Alta Musica con un progetto nuovo, raffinato ed elegante proposto dall’associazione culturale Lampus di Paolo Insalata, per la presentazione di 1989, l’album di composizioni originali firmate da Riccardo Arrighini, pianista e compositore tra i  più talentuosi nel panorama jazzistico italiano.

Sabato 7 settembre, alle 21, ai piedi del faro di Leuca e al chiarore dell’ultima luna piena dell’estate 2025, Arrighini salirà sul palco con Gianmarco Scaglia al contrabbasso e Paul Wertico: una vera leggenda vivente, definito il poeta della batteria, vincitore di ben 7 Grammy Awards conquistati al fianco di Pat Metheny durante il loro ventennio di collaborazione.

Noto per le sue riletture jazz di Puccini, Morricone e Petrucciani, Arrighini, con questo album sublimato dal suono ritmico di Wertico, propone un album che racconta la nascita del suo universo musicale.

Un concerto-evento potente, lirico e vibrante che saprà unire sensibilità melodica, energia jazz e talento internazionale sotto un cielo infinito.

Con questo appuntamento Lampus chiude la Rassegna Internazionale I Concerti del Faro – Note di luna piena dopo i due entusiasmanti sold out ottenuti dai concerti di luglio e agosto.

Informazioni e biglietteria online: www.oooh.events; whatsapp 347 5169946

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Specchia: la Madonna del Passo restaurata

Presentazione del restauro dell’antichissima icona un manufatto di grande valore storico e devozionale

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Questa sera, al termine della Santa Messa della Novena, presso la cripta della Madonna del Passo, nello spazio esterno adiacente, si svolgerà la presentazione della piccola antichissima tavola, raffigurante la Madonna del Passo, un manufatto di grande valore storico e devozionale.

All’incontro pubblico, previsto per le ore 20, interverranno: don Antonio Riva, parroco di Specchia, che ha ritrovato l’antica tavola, insieme a don Antonio Trande, all’interno della sacrestia della Chiesa Madre; il prof. Giovanni Perdicchia, studioso di storia locale, autore di diverse ricerche che hanno riscritto la storia e l’importante ruolo sul territorio di Specchia; Stefano Tanisi, storico dell’arte, profondo conoscitore della evoluzione della pittura e dei suoi autori nel Salento, nonché membro della Commissione Arte Sacra della Curia di Ugento – Santa Maria di Leuca; la restauratrice Alessandra Muci, con una video presentazione, illustrerà il restauro della piccola tavola.

La preziosa opera rappresenta la più antica immagine conosciuta della Madonna del Passo: di dimensioni contenute (25 x 20 cm), raffigura una Madonna con Bambino benedicente, che secondo l’iconografia bizantina dell’Odigitria, ha come significato “colei che indica la Via” (oof. Giovanni Perdicchia).

Secondo le ricostruzioni storiche, la tavola era originariamente collocata al centro della nicchia ovale dell’altare maggiore della cripta della Madonna del Passo, realizzata in pietra leccese nel tardo Cinquecento.

Nel corso dell’Ottocento, a seguito di interventi di ristrutturazione e decorazione, tra cui il rifacimento neoclassico del prospetto e la realizzazione delle scene del Calvario ad opera del pittore Giuseppe Buttazzo (1821-1890), l’icona fu rimossa e sostituita da un nuovo dipinto su tela, oggi purtroppo trafugato, che riprendeva la composizione originaria, ma con uno stile più aggiornato.

Dopo la rimozione, l’antica immagine lignea fu utilizzata durante le processioni dell’8 settembre, solenne festività della Madonna del Passo, e successivamente come immagine per la raccolta delle offerte, prima di essere accantonata per lungo tempo.

Come scrive Restauro in Opera Rio in un post su Facebook, «Si è trattato di un restauro tanto appassionante quanto impegnativo, che ha richiesto nelle fasi iniziali una serie di indagini diagnostiche, per inquadrare una situazione conservativa pessima, aggravata da pesanti rifacimenti, inoltre è stata effettuata anche l’analisi per la datazione al Carbonio 14, realizzata dal CEDAD di Brindisi, che ha confermato le intuizioni degli storici. Con il restauro si è potuto stabilire che il piccolo dipinto, ha una storia che segue le vicende ed i cambiamenti avvenuti nei secoli nella cripta, che ha origini bizantine. Ogni operazione effettuata sul dipinto è stata studiata per il caso specifico, questo è caratterizzato da una pellicola originale sottile e compromessa dai rifacimenti e dal lungo periodo di abbandono in un ambiente umido e polveroso. Tutte le soluzioni adottate nel restauro hanno mirato a mantenere quanto più possibile inalterato il delicato equilibrio dell’opera».

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Meteo Settembre, sarà caldo e con caratteristiche estive

Chi sceglierà di trascorrere le vacanze a settembre potrà contare su condizioni favorevoli soprattutto nelle regioni centrali e meridionali…

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Al Sud, incluse Sicilia e Sardegna, la situazione appare ancora più chiara: tutti i modelli, insieme alle previsioni dell’Aeronautica Militare, tracciano un settembre caldo con caratteristiche pienamente estive.

La vicinanza geografica con il Nord Africa fa sì che queste aree vengano raggiunte con maggiore intensità dalle ondate di aria calda africana, le stesse che dominano le estati italiane di oggi.

Diversa sarebbe stata la situazione con l’anticiclone delle Azzorre, capace di portare correnti più fresche di origine oceanica e frequenti temporali.

Proprio questo tipo di dinamica si intravede solo parzialmente in questi giorni al Nord Italia, mentre altrove l’influenza oceanica è destinata a durare pochissimo.

Chi sceglierà di trascorrere le vacanze a settembre potrà contare su condizioni favorevoli soprattutto nelle regioni centrali e meridionali.

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