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Attualità

Bonus edilizi: attenzione alla Soa

Obbligo dal 2023, anche per lavori del 2022. Migliaia di aziende pugliesi fuorigioco: sono appena il 10 per cento le imprese in possesso della qualificazione. Rischio anno nero per l’edilizia: i lavori di riqualificazione energetica degli immobili da tempo stretti in un “collo di bottiglia”. Il data analyst salentino Davide Stasi: «L’attestazione non è una certificazione di qualità. Se mancano i requisiti, non è possibile conseguirla e a pagarne le conseguenze saranno le famiglie che dovranno restituire l’importo dei bonus fiscali»

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Sarà un anno nero per l’edilizia.


I lavori di riqualificazione energetica degli immobili sono ormai da tempo stretti in un «collo di bottiglia».


quanto emerge da uno studio condotto dal data analyst Davide Stasi: «Non bastassero le procedure lunghe e farraginose tra autorizzazioni e varianti le asseverazioni sul rispetto dei requisiti tecnici, nonché quelle di congruità sulla spesa sostenuta per arrivare poi al visto di conformità necessario ai fini della cessione del credito o dello sconto in fattura. Oltre alla crescente difficoltà di trovare aziende edili disposte ad accollarsi il costo dei lavori, ora già molte ditte non potranno nemmeno più effettuarli. È stata introdotta, infatti, un’ulteriore stretta: l’attestazione Soa, già obbligatoria per gli appalti pubblici di importo superiore ai 150mila euro, è necessaria anche per i lavori privati per poter fruire dei bonus se di importo superiore ai 516mila euro».


La novità, in vigore dal primo gennaio di quest’anno, si pone l’obiettivo di aumentare il livello di qualificazione delle imprese che effettuano i lavori incentivati, considerato l’ingente ammontare delle risorse pubbliche investite dallo Stato.


Lo strumento scelto per portare avanti la selezione fra le imprese è l’attestato rilasciato da una Soa (acronimo di «Cocietà Organismo di Attestazione») che è un soggetto privato ma vigilato dall’Anac (acronimo di «Autorità Nazionale Anticorruzione»). Ne erano in possesso soltanto le aziende impegnate in opere pubbliche di importo superiore ai 150mila euro.


In Puglia, si contano ben 46.111 imprese nei registri delle camere di commercio, di cui 17.474 hanno sede legale nelle province di Bari e Barletta-Andria-Trani; 4.994 in quella di Brindisi; 7.334 in quella di Foggia; 10.704 in quella di Lecce e 5.605 in quella di Taranto.


Dall’analisi delle attestazioni presenti nel portale gestito dall’Anac, risultano circa 5mila aziende in possesso dell’attestazione, ma tra queste figurano anche quelle che non hanno più rinnovato il documento che ha una validità quinquennale oppure quelle che sono ormai in liquidazione.


Davide Stasi

«Per il rilascio della qualificazione Soa», spiega Davide Stasi, «viene dapprima verificata una lunga serie di requisiti, come, ad esempio, la regolarità contributiva previdenziale, oltre al rispetto delle norme in materia di prevenzione delle infiltrazioni mafiose e interdittiva antimafia. Ma si eseguono anche verifiche sulla capacità economica, misurando i lavori effettuati in passato, le attrezzature, il personale dipendente e non solo. Tagliando corto, è sostanzialmente impossibile che un’impresa appena costituita o improvvisata possa ottenere una qualificazione Soa».


Va detto che in base all’articolo 10-bis del decreto-legge 21/2022 «le imprese, ai fini del riconoscimento degli incentivi fiscali  devono possedere la qualificazione Soa oppure dimostrare l’avvenuta sottoscrizione di un contratto con una società organismo di attestazione finalizzato al rilascio della relativa attestazione nel periodo che va dal primo gennaio fino al 30 giugno prossimo (comma 1, articolo 10-bis) mentre dal primo luglio dovranno essere in possesso dell’attestazione (comma 2, articolo 10-bis). Più semplicemente, il semestre in corso è considerato come periodo transitorio durante il quale le imprese esecutrici devono, al momento dell’affidamento dei lavori, dimostrarne il possesso o la stipula di un contratto con una Soa. Ma l’avvio della procedura per ottenere l’attestazione non garantisce l’esito finale. Anzi, è tutt’altro che scontato. Così, le imprese che adesso stanno rispettando il nuovo adempimento semplicemente avendo avviato l’iter per qualificarsi, a luglio, quando sarà obbligatoria la Soa vera e propria, potrebbero finire in fuorigioco».


«L’attestazione», fa notare il data analyst salentino, «non è una certificazione di qualità o di sicurezza che, di solito, prevede un percorso alla fine del quale è comunque possibile certificarsi. Per la Soa, invece, se mancano i requisiti, non è possibile conseguire l’attestazione. Senza requisiti e attestazione, il rischio è che a pagarne le conseguenze siano i committenti, che perderebbero le detrazioni. L’unica difesa può essere quella di fare delle verifiche già adesso: assieme al contratto che avvia la procedura per il rilascio della Soa, bisognerà controllare che l’impresa abbia un curriculum compatibile con l’attestazione. Sono salvi solo i contratti relativi a interventi avviati e in corso di esecuzione al 21 maggio 2022 e i contratti i cui lavori non erano avviati al 21 maggio, ma la cui sottoscrizione risulti essere stata effettuata prima di quella data».


PREZZI E APPALTI PUBBLICI


L’inflazione e la guerra in Ucraina con le relative tensioni internazionali hanno reso insostenibile l’aumento dei prezzi delle materie prime. Senza un concreto e urgente intervento normativo per la revisione dei prezzi negli appalti così da far fronte agli esorbitanti incrementi (una sorta di compensazione) accadrà che alle gare pubbliche non parteciperà più nessuno oppure solo chi poi chiederà varianti con aumento dei prezzi. L’obiettivo deve essere quello di stabilire meccanismi che consentano di riguadagnare un equilibrio contrattuale, tenendo conto dei costi reali. Sarebbe meglio stabilire dei meccanismi trasparenti e sicuri di indicizzazione, così da favorire un’autentica libera concorrenza e apertura al mercato plurale. Va ribadito che la trasparenza non rallenta gli appalti, ma schiva aree grigie di opacità che penalizzano le imprese sane e riducono la concorrenza. Ma come primo effetto del decreto “Semplificazione” si continua a registrare un aumento di affidamenti diretti, senza la pubblicazione del bando, a scapito delle procedure aperte e di quelle negoziate.


 


Attualità

Non abbattete quella scuola, fermate questa scellerata operazione!

L’abbattimento della scuola, contro cui tanto ci siamo spesi in questi anni, e che forse in troppi hanno creduto non si sarebbe realmente concretizzato, è ormai alle porte….

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Prossimo abbattimento della scuola media a Nardò: nuova diffida del Comitato Giù le ruspe dalla scuola
 
Con un comunicato “il comitato Giù le ruspe dalla scuola“, di Nardò, torna a far sentire la sua voce.
E precisa nella nota: “Nei giorni scorsi è stata resa nota una circolare che predispone lo spostamento delle classi dalla scuola dal plesso di via XX settembre al nuovo istituto scolastico in piazza G. Pastore.
La decisione di demolire la scuola che serve tutta la parte nord della città è illogica e antidemocratica, ed è stata adottata dall’amministrazione Mellone facendo cadere nel vuoto richieste di incontri, appelli, interrogazioni parlamentari, e ignorando totalmente la volontà espressa da migliaia di cittadini che hanno firmato la nostra petizione. Continuiamo a far presente che la demolizione è un’operazione insensata, che creerà enormi disagi alle famiglie e all’intera città. Non solo. La nuova scuola presenta già numerose criticità”.
E continua la filippica: “In ultimo, ma non meno importante, vi è la questione degli alberi. La loro presenza non viene nemmeno menzionata nel progetto. Che fine faranno?
53 splendidi cipressi, 53 alberi del valore ecologico di oltre 1 milione di euro, secondo la stima dell’agronomo Bruno Vaglio. Tanto valgono gli alberi che fanno da cornice alla scuola media di via XX settembre, e da polmone verde per un’area ad alta intensità di traffico.
Quei 53 cipressi catturano ogni anno 636 kg di CO2 e donano alla città 424 kg di ossigeno. Ciascuno di essi ha un valore ecologico di circa 19 mila euro.
Questi alberi sono preziosi, pluridecennali, sani. Hanno un’elevata funzione climatico-ambientale come biofiltro”.
Come comitato”, completano nel comunicato, “abbiamo preparato una nuova diffida. Ci rivolgiamo a tutte le istituzioni che possono fare qualcosa: fermate questa operazione scellerata!
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Attualità

Centrosinistra tricasino spaccato: la posizione di “Tricase, che fare?”

La presidente Sonia Sabato: “Avevamo fermamente ribadito la necessità delle primarie. Avevamo chiesto più ampia e democratica partecipazione”

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Era primavera, lo scorso mese di aprile, quando il centrosinistra di Tricase si annunciava definitivamente riunito con queste parole: “Insieme per un percorso collettivo. Pronti a raccogliere la sfida del futuro”.

Firmatari di questo patto d’unità erano il PD cittadino, Cantiere Civico, Alleanza Verdi-Sinistra Tricase e Tricase, che fare?.

Otto mesi dopo, il fronte non è più lo stesso. Manca all’appello “Tricase, che fare?”, gruppo politico presieduto da Sonia Sabato e rappresentato in consiglio comunale da Giovanni Carità, Armando Ciardo ed Antonio Luigi Baglivo.

Proprio queste quattro firme oggi diffondono un comunicato per chiarire la loro posizione all’interno del valzer di centrosinistra. Lo fanno nel weekend caldo del PD che, dopo l’annuncio da parte del circolo cittadino della candidatura di Vincenzo Chiuri a sindaco per le prossime amministrative, ha registrato le dimissioni dal partito del consigliere comunale Minonne e le critiche dapprima del consigliere regionale Stefano Minerva (cui poi lo stesso Partito Democratico ha risposto) e poi di un altro potenziale candidato: Andrea Morciano.

Ecco quindi la nota a firma della presidente Sonia Sabato. Un intervento col quale “Tricase, che fare?” prende la parola proprio per far chiarezza su questo percorso di riunificazione del centrosinstra tricasino azzoppato, ed oggi finito sotto i riflettori.

La nota

Sollecitati ad intervenire sulle ultime vicende politiche che interessano la nostra città, crediamo necessario solo chiarire che per il nostro modo di intendere e praticare la politica, non riteniamo opportuno e, soprattutto, corretto entrare nel merito delle personali e libere scelte di alcune componenti del centrosinistra cittadino. Chi ha deciso di percorrere una strada lo ha fatto liberamente, come altrettanto liberamente noi abbiamo scelto di non condividerla. 

La nostra storia è sotto gli occhi di tutti, eletti per stare all’opposizione lì siamo rimasti, con coerenza e trasparenza, da sempre distanti da vincoli clientelari, ingerenze esterne e trasformismi vari.

Che sarebbe stato necessario passare dallo strumento delle primarie è stato dal nostro gruppo fermamente e costantemente ribadito. Come da sempre abbiamo chiesto di lavorare ad una più ampia e democratica partecipazione. 

Ci fa piacere, ma allo stesso tempo ci rattrista, apprendere dalla stampa che anche altri, solo oggi, siano del nostro stesso parere. Preso atto di questo, ribadiamo per la premessa fatta, che noi mai entreremo nelle vicende interne di altri partiti o rappresentanze. Chi compie una scelta è libero di farla e di portarla avanti in piena coscienza, ma anche nella piena assunzione di responsabilità.

Auspichiamo, per quello che può servire, che nell’agire di tutte le parti politiche ci sia sempre l’obbiettivo finale di un impegno sano, lungimirante e coraggioso per il futuro della nostra città e del nostro territorio.

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Attualità

Elezioni a Tricase, Andrea Morciano: “Perché non fare le Primarie”?

“Noi abbiamo sempre sostenuto di poter partecipare senza remore alle primarie aperte, e ancora oggi siamo disponibili a farlo”

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Continua il dibattito (ottimismo) intorno alla candidatura del centro sinistra o parte di esso.

Così, dopo l’ufficialità da parte del circolo cittadino del Partito Democratico, sinistra italiana e Cantiere civico della candidatura di Vincenzo Chiuri vengono fuori tutti i contrasti interni e i diversi malumori evidentemente covati e mai risolti.

Sulla vicenda ora interviene anche colui che da tempo era indicato come candidato “in pectore“: Andrea Morciano.

Di seguito il suo intervento sull’intera.

“Leggere un comunicato attraverso il quale una parte della coalizione di centrosinistra di Tricase – orfana, ad oggi, del sostegno dell’Associazione Tricase, che fare? (che conta il Gruppo consiliare più numeroso in Consiglio comunale con Giovanni Carità, Antonio Baglivo e Armando Ciardo, NdR) – ufficializza la candidatura a sindaco del dott. Vincenzo Chiuri, vantando un percorso partecipato di confronto e di valutazione di un progetto politico condiviso, lascia estremamente titubanti, non di certo per valutazioni legate alla figura del candidato, ma per le modalità con cui è stata effettuata e comunicata la scelta.

Sostenere che ci siano stati tavoli di confronto tra tutte le forze e associazioni di centrosinistra non corrisponde al vero, dal momento che numerosi cittadini appartenenti alle stesse aree politiche non sono stati mai invitati al dibattito sulla valutazione di un ipotetico candidato sindaco né tantomeno sono stati coinvolti in questioni più ampie su programmi elettorali e nuovi visioni sul futuro della città.

E questo posso sostenerlo a ragion veduta dal momento che, avendo negli scorsi mesi dichiarato in maniera trasparente la mia disponibilità a guidare un progetto politico alternativo all’amministrazione uscente, gli amici e i concittadini che si stanno impegnando insieme a me nella costruzione dal basso di un nuovo progetto politico, si muovono esattamente nella stessa zona politica rivendicata dalle forze sostenitrici del dott. Chiuri, essendo alcuni tesserati PD, altri provenienti dalle associazioni di centrosinistra tra cui lo stesso Cantiere Civico.

È evidente che il comunicato escluda a priori il loro parere visto che la proposta, oltre che giungere dai pochi rappresentanti delle parti, non è stata nemmeno condivisa.

A sostegno di ciò anche il comunicato del consigliere in quota PD Francesco Minonne.

È evidente che il Centro Sinistra unito di cui si parla è, oggi, pura utopia.

Sono state effettuate scelte azzardate, partite da prese di posizione personali in direzione contraria più che verso un obiettivo di bene comune, e questo potrebbe portare ad ulteriori frammentazioni, rovinando ancor di più la situazione già abbondantemente minata del nostro paese.

Non sarebbe allora stato meglio giungere ad una selezione del candidato usando uno strumento più democratico come le primarie, mettendo davvero in gioco tutte le forze afferenti all’area politica in questione?

Noi abbiamo sempre sostenuto di poter partecipare senza remore alle primarie aperte, e ancora oggi siamo disponibili a farlo.

A nome del folto gruppo di concittadini con cui stiamo condividendo da tempo una forte volontà di lavorare per un concreto cambiamento ribadisco che la Città di Tricase merita un vero percorso partecipato ed allargato ad un sempre maggiore numero di interlocutori, liberi nelle scelte e inclini al confronto, avendo come obiettivo comune un’idea di una Tricase rinnovata e non di una semplicistica costruzione tenuta in piedi dalla volontà di pochi e travestita da una finta aura di democrazia.

Rimbocchiamoci le maniche e raccogliamo le idee, a breve le comunicazioni sui prossimi incontri a cui chiederemo massima partecipazione”.

Andrea Morciano

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