Attualità
Cattedrali, opere di Gino De Rinaldis
La mostra, una selezione di una quarantina di opere, è curata da Massimo Guastella al Castello Aragonese di Otranto, visitabile da sabato 22 marzo
Il Castello Aragonese di Otranto ospiterà la mostra Cattedrali di Gino De Rinaldis, curata da Massimo Guastalla.
L’allestimento, che comprende un’accurata selezione di una quarantina di opere, sarà visitabile fino a tutto il mese di aprile, a seguito dell’inaugurazione prevista per sabato 22 marzo alle 17,30.
Fonte di prima ispirazione per l’artista è la Cattedrale di Otranto, da dove è partito tutto.
La scorsa estate la mostra è stata esposta alla Off Gallery del MUST, Museo Storico della Città di Lecce.
Le Cattedrali sono identificabili attraverso le forme costituite dai fili verticali svettanti verso il cielo nella ricerca di avvicinarsi al Divino.
Altre forme sono riconducibili a particolari architettonici delle stesse, come le aperture verticali quali le finestre a bifora o trifora, o anche ai rosoni, ossia le finestre circolari poste solitamente nella facciata principale delle chiese.
A colpire l’attenzione è la tecnica di realizzazione: il colore appare materico, privo di lucentezza, quasi secco e la trama della tela è sapientemente privata di alcune porzioni dei fili posti in orizzontale, che danno forma e forza all’immagine caratterizzata solo da quelli posti in verticale e dal contrasto ottenuto dalla sistemazione di un tessuto nero dietro la tela.
Gino De Rinaldis è nato a Lecce nel 1954 dove attualmente vive e lavora.
Parallelamente alla professione di medico, sua prima attività, coltiva da oltre quarant’anni la propria indole artistica in modo autodidatta.
La prima produzione segue, seppur per un tempo limitato, la via tradizionale della figurazione.
“Dipingo sul retro, con un lavoro che richiede molta energia”, dice Gino De Rinaldis. “Il ritmo della pennellata dipende molto dal mio stato d’animo, dal livello di concentrazione, che deve essere molto intenso. Devo essere rapidissimo. Non dipingo mai sul fronte della tela, sempre da dietro”.
Gli anni Ottanta sono scanditi da sperimentazioni atte a ricercare un linguaggio tanto originale quanto autentico, dalle “essudazioni”, opere generate dall’interazione dello stesso artista con il colore e il supporto ora di carta ora di tela, e sino alle “carte fossili” degli anni Novanta.
Gino De Rinaldis conduce una doppia carriera e, come ricorda Massimo Guastella nel suo contributo critico, “sin dagli inizi espone gli esiti delle sue indagini estetiche alla Galleria Osanna prima e al Telamone poi, gli accreditati spazi salentini diretti da Riccardo Leuzzi”.
Agli inizi del Nuovo Millennio fa proprio il procedimento essudativo, che assume valore semantico, e approda alle “sfilature”.
Con minuzia quasi chirurgica, che rende evidente ai più la sua propensione alla continua ricerca, detesse il supporto, perdendo così la consistenza originaria della tela.
Ottiene lavori che risentono dell’ormai storicizzato legame arti e medicina, opere “che non somigliano ad altre ricerche coeve, come sovente accade ai neofiti”.
Inedito è il trattamento che De Rinaldis riserva al colore, raccontato nel volume Cattedrali edito da Mario Congedo di Galatina.
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Attualità
Scuola Smart al Comprensivo “Pascoli” di Tricase: “Più dinamici e inclusivi”
Grazie ad una donazione dalla Fondazione Pietro De Francesco, l’Istituto Comprensivo Pascoli di Tricase ha allestito un innovativo ambiente collaborativo plurifunzionale.
Attualità
Dal Salento spicca il volo “Il sogno di Flip”
Un albo illustrato per parlare ai bambini di inclusività e fiducia in sé, toccando il tema del bullismo
“Il sogno di Flip” è l’albo illustrato, con testi e disegni di Alessia Urso, illustratrice e grafica di Marittima, pubblicato da Curcio Editore.
Ambientata al Polo Nord, la storia racconta di Flip, un piccolo elfo con una disabilità che sogna di lavorare nella fabbrica di Babbo Natale.
Dopo un episodio di bullismo, grazie alla creatività e all’incontro con un’amica speciale, Flip trova la forza di non arrendersi e costruisce un braccio artificiale che diventa simbolo di riscatto e fiducia in sé. Un racconto dolce e luminoso che parla ai bambini di coraggio, amicizia e inclusione. Disponibile su Amazon
Attualità
Presentato il calendario della Polizia locale contro la violenza di genere
Ogni mese, attraverso gli scatti di Giacomo Fracella, racconta un valore, un gesto, un simbolo di rispetto e di tutela…
Lo speciale calendario della Polizia Locale di Nardò per il 2026 è dedicato al tema del contrasto alla violenza di genere.
Ogni mese, attraverso gli scatti di Giacomo Fracella, racconta un valore, un gesto, un simbolo di rispetto e di tutela. Ci sono, tra le altre cose, un paio di scarpette rosse sul suolo di piazza Salandra, una foto di gruppo delle agenti del Comando di via Crispi, la panchina rossa.
Dietro queste immagini c’è il lavoro quotidiano della Polizia Locale, che con dedizione e sensibilità opera per garantire sicurezza e dignità ai cittadini e ovviamente anche a tutte le donne.
Questa mattina il comandante Cosimo Tarantino ha presentato il calendario nella sede di via Crispi, consegnando una copia al consigliere delegato alla Polizia Locale Gabriele Mangione e all’assessora con delega alle Pari Opportunità Sara D’Ostuni. Presenti anche la consigliera Daniela Bove e la vice comandante Simona Bonsegna.
“Questo calendario – ha detto il comandante Cosimo Tarantino – è un messaggio di coraggio e speranza. Pensiamo che ognuno di noi debba fare la propria parte nel contrasto alla violenza di genere, la Polizia Locale ha ritenuto quest’anno di utilizzare il calendario come importante veicolo divulgativo per sensibilizzare tutti. È importante non abbassare mai la guardia”.
“Questo è un tema che interessa singoli, famiglie e istituzioni – ha aggiunto il consigliere delegato alla Polizia Locale Gabriele Mangione – e ognuno deve affrontarlo nei limiti del proprio ruolo e delle proprie possibilità. Questo calendario è uno strumento istituzionale, ma stavolta anche un segno tangibile di vicinanza nei confronti dei cittadini e di tutte le donne”.
“Ringrazio il Corpo di Polizia Locale – ha detto ancora l’assessora alle Pari Opportunità Sara D’Ostuni – per questa iniziativa di estrema sensibilità e responsabilità. Avere a casa questo calendario ci ricorda ogni giorno che il contrasto alla violenza di genere non può e non deve essere una battaglia episodica, ma costante e generalizzata”.
Dalla prima edizione del calendario della Polizia Locale di Nardò sono passati ormai 24 anni, dedicata all’epoca alla sicurezza stradale e arricchita dai disegni sul tema degli studenti delle scuole primarie. Questa edizione, invece, arriva nell’anno (il 2026) che celebra i 160 anni della Polizia Locale italiana.
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