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Attualità

Cinque Vele per Nardò, Otranto, Melendugno e Gallipoli

Sono queste le località presenti tra le 30 ((20 di mare e 10 di laghi) premiate da Legambiente per aver deciso di puntare su sostenibilità ambientale, turismo dolce, valorizzazione del territorio e tutela della biodiversità. Le reazioni da Nardò e Otranto

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Guida “Il mare più bello 2025” di Legambiente e Touring Club Italiano, presentata oggi a Roma durante la seconda edizione del Forum Blue Economy.


A brillare quest’anno sono trenta località (venti marine e dieci lacustri) premiate con le “5 Vele”, simbolo di eccellenza per sostenibilità ambientale, turismo dolce, valorizzazione del territorio e tutela della biodiversità.


Al vertice della classifica 2025 troviamo Domus de Maria, in Sardegna (Su), con il litorale di Chia e la neonata area marina protetta di Capo Spartivento.


Il comune è tra le new entry nella rete dei Comuni che hanno sottoscritto il protocollo d’intesa promosso da Legambiente nell’ambito del progetto europeo Life Turtlenest.


Secondo posto per la cilentana Pollica (Sa), seguita in ordine di classifica da Nardò (terza!), tra le new entry di Comuni amici delle tartarughe. Chiude la top ten nazionale Otranto.


Le marine di Melendugno al 15° posto, Gallipoli 19esima.


LA SETTIMA VOLTA CONSECUTIVA DI NARDÒ


Per il settimo anno consecutivo, Nardò e la sua costa potranno fregiarsi dell’ambito riconoscimento ambitissimo, assegnato quest’anno da Legambiente e Touring Club Italiano a 30 località balneari (20 di mare e 10 di laghi) che hanno deciso di puntare su sostenibilità ambientale, turismo dolce, valorizzazione del territorio e tutela della biodiversità, “asset” strategici che trainano la cosiddetta Blue Economy e quindi la crescita economica, il miglioramento della qualità della vita e la tutela e conservazione dell’ecosistema (la “blue economy” rappresenta il 10,2% del Pil italiano, conta un giro d’affari di 47 miliardi di euro all’anno e offre occupazione a 1 milione di persone).


«𝘚𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘯𝘦𝘭𝘭’𝘦𝘭𝘦𝘯𝘤𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 20 𝘭𝘰𝘤𝘢𝘭𝘪𝘵𝘢̀ 𝘪𝘵𝘢𝘭𝘪𝘢𝘯𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘧𝘳𝘦𝘨𝘪𝘢𝘳𝘴𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘊𝘪𝘯𝘲𝘶𝘦 𝘝𝘦𝘭𝘦», dice l’assessora all’Ambiente Giulia Puglia, «𝘨𝘳𝘢𝘻𝘪𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘣𝘦𝘭𝘭𝘦𝘻𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘮𝘢𝘳𝘦 𝘴𝘵𝘳𝘦𝘱𝘪𝘵𝘰𝘴𝘰 𝘦 𝘢𝘭𝘭’𝘪𝘮𝘱𝘦𝘨𝘯𝘰 𝘤𝘰𝘳𝘢𝘭𝘦 𝘦 𝘲𝘶𝘰𝘵𝘪𝘥𝘪𝘢𝘯𝘰 𝘴𝘶 𝘴𝘰𝘴𝘵𝘦𝘯𝘪𝘣𝘪𝘭𝘪𝘵𝘢̀ 𝘦 𝘣𝘪𝘰𝘥𝘪𝘷𝘦𝘳𝘴𝘪𝘵𝘢̀. 𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘯𝘰𝘯 𝘦̀ 𝘶𝘯 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘯𝘰𝘴𝘤𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘧𝘪𝘯𝘦 𝘢 𝘴𝘦́ 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘰, 𝘮𝘢 𝘦̀ 𝘪𝘭 𝘱𝘳𝘦𝘮𝘪𝘰 𝘢 𝘶𝘯𝘰 𝘴𝘧𝘰𝘳𝘻𝘰 𝘤𝘰𝘭𝘭𝘦𝘵𝘵𝘪𝘷𝘰 𝘷𝘦𝘳𝘴𝘰 𝘭’𝘦𝘤𝘤𝘦𝘭𝘭𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘪𝘵𝘢̀ 𝘥𝘦𝘭 𝘮𝘢𝘳𝘦 𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘰𝘴𝘱𝘪𝘵𝘢𝘭𝘪𝘵𝘢̀. 𝘐𝘯 𝘶𝘯 𝘮𝘰𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘤𝘰 𝘪𝘯 𝘤𝘶𝘪 𝘴𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘮𝘪𝘯𝘢𝘤𝘤𝘪𝘢𝘵𝘪 𝘥𝘢𝘭𝘭’𝘢𝘶𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘦𝘳𝘢𝘵𝘶𝘳𝘦, 𝘥𝘢𝘪 𝘳𝘪𝘴𝘤𝘩𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘢 𝘣𝘪𝘰𝘥𝘪𝘷𝘦𝘳𝘴𝘪𝘵𝘢̀, 𝘥𝘢𝘭𝘭’𝘪𝘯𝘲𝘶𝘪𝘯𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘦 𝘥𝘢 𝘵𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘴𝘦, 𝘦̀ 𝘪𝘮𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘵𝘦𝘯𝘦𝘳𝘦 𝘮𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘵𝘪 𝘨𝘭𝘪 𝘴𝘵𝘢𝘯𝘥𝘢𝘳𝘥 𝘥𝘪 𝘵𝘶𝘵𝘦𝘭𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘰 𝘵𝘦𝘳𝘳𝘪𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰. 𝘌 𝘯𝘰𝘪 𝘢𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘴𝘤𝘦𝘭𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘧𝘢𝘳𝘭𝘰, 𝘤𝘰𝘪𝘯𝘷𝘰𝘭𝘨𝘦𝘯𝘥𝘰 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘪𝘯 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘮𝘪𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘣𝘦𝘭𝘭𝘪𝘴𝘴𝘪𝘮𝘢 𝘱𝘦𝘳 𝘯𝘰𝘪 𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘪𝘭 𝘮𝘦𝘳𝘢𝘷𝘪𝘨𝘭𝘪𝘰𝘴𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘪 𝘰𝘴𝘱𝘪𝘵𝘢».

«𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰», aggiunge l’assessore al Turismo Giuseppe Alemanno, «𝘦̀ 𝘭’𝘦𝘯𝘯𝘦𝘴𝘪𝘮𝘰 𝘱𝘳𝘦𝘮𝘪𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘤𝘩𝘪, 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘯𝘰𝘪, 𝘩𝘢 𝘴𝘤𝘦𝘭𝘵𝘰 𝘶𝘯 𝘵𝘶𝘳𝘪𝘴𝘮𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘢𝘱𝘦𝘷𝘰𝘭𝘦, 𝘤𝘩𝘦 𝘮𝘦𝘵𝘵𝘦 𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘰𝘮𝘰𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘵𝘦𝘳𝘳𝘪𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰 𝘦𝘴𝘢𝘵𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘴𝘶𝘭𝘭𝘰 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘭𝘪𝘷𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘪𝘮𝘱𝘦𝘨𝘯𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘢 𝘴𝘰𝘴𝘵𝘦𝘯𝘪𝘣𝘪𝘭𝘪𝘵𝘢̀ 𝘦 𝘭𝘢 𝘥𝘪𝘧𝘦𝘴𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘢𝘮𝘣𝘪𝘦𝘯𝘵𝘦. 𝘋𝘦𝘭 𝘳𝘦𝘴𝘵𝘰, 𝘯𝘰𝘯 𝘦𝘴𝘪𝘴𝘵𝘦 𝘴𝘷𝘪𝘭𝘶𝘱𝘱𝘰 𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘱𝘳𝘰𝘵𝘦𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘦 𝘥𝘪𝘧𝘦𝘴𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘴𝘵𝘰. 𝘓’𝘦𝘴𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘉𝘭𝘶𝘦 𝘌𝘤𝘰𝘯𝘰𝘮𝘺, 𝘶𝘯 𝘱𝘦𝘻𝘻𝘰 𝘧𝘰𝘯𝘥𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘦𝘤𝘰𝘯𝘰𝘮𝘪𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘗𝘢𝘦𝘴𝘦 𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘤𝘰𝘮𝘶𝘯𝘪𝘵𝘢̀ 𝘭𝘰𝘤𝘢𝘭𝘪 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘭𝘢 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘢, 𝘦̀ 𝘱𝘳𝘰𝘱𝘳𝘪𝘰 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘦 𝘴𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘧𝘪𝘦𝘳𝘪 𝘥𝘪 𝘢𝘷𝘦𝘳 𝘧𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘴𝘤𝘦𝘭𝘵𝘦 𝘴𝘵𝘳𝘢𝘵𝘦𝘨𝘪𝘤𝘩𝘦 𝘪𝘯 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘥𝘪𝘳𝘦𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘦 𝘥𝘪 𝘢𝘷𝘦𝘳 𝘪𝘯𝘯𝘦𝘴𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘶𝘯 𝘤𝘢𝘮𝘣𝘪𝘰 𝘤𝘶𝘭𝘵𝘶𝘳𝘢𝘭𝘦 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘶𝘯𝘪𝘵𝘢̀ 𝘯𝘦𝘳𝘦𝘵𝘪𝘯𝘢».


«𝘔𝘢𝘳𝘦 𝘦 𝘱𝘢𝘦𝘴𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰, 𝘧𝘳𝘶𝘪𝘵𝘪 𝘪𝘯 𝘮𝘰𝘥𝘰 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘰𝘴𝘰 𝘦 𝘴𝘰𝘴𝘵𝘦𝘯𝘪𝘣𝘪𝘭𝘦»,  chiude l’assessore ai Parchi e alle Aree protette Andrea Giuranna, «𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘦̀ 𝘭𝘢 𝘤𝘩𝘪𝘢𝘷𝘦 𝘥𝘪 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘯𝘰𝘴𝘤𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘭𝘦 𝘊𝘪𝘯𝘲𝘶𝘦 𝘝𝘦𝘭𝘦, 𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘦𝘯𝘵𝘰𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘴𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘧𝘪𝘦𝘳𝘦𝘻𝘻𝘢 𝘯𝘦𝘭 𝘤𝘪𝘳𝘤𝘰𝘭𝘰 𝘳𝘪𝘴𝘵𝘳𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘣𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘭𝘰𝘤𝘢𝘭𝘪𝘵𝘢̀ 𝘵𝘶𝘳𝘪𝘴𝘵𝘪𝘤𝘩𝘦 𝘣𝘢𝘭𝘯𝘦𝘢𝘳𝘪 𝘪𝘵𝘢𝘭𝘪𝘢𝘯𝘦. 𝘜𝘯𝘢 𝘧𝘳𝘶𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘭𝘭𝘪𝘨𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘥𝘦𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘴𝘵𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘦̀ 𝘭𝘢 𝘧𝘰𝘳𝘮𝘶𝘭𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘱𝘱𝘭𝘪𝘤𝘩𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘥𝘢 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘰 𝘢𝘭 𝘱𝘢𝘳𝘤𝘰 𝘥𝘪 𝘗𝘰𝘳𝘵𝘰 𝘚𝘦𝘭𝘷𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰, 𝘤𝘩𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵’𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘢𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰 “𝘴𝘤𝘩𝘪𝘦𝘳𝘢𝘵𝘰” 𝘪𝘯 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢 𝘭𝘪𝘯𝘦𝘢 𝘯𝘦𝘭𝘭’𝘰𝘱𝘦𝘳𝘢 𝘥𝘪 𝘵𝘶𝘵𝘦𝘭𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘵𝘢𝘳𝘵𝘢𝘳𝘶𝘨𝘩𝘦. 𝘜𝘯’𝘢𝘭𝘵𝘳𝘢 𝘱𝘪𝘤𝘤𝘰𝘭𝘢 𝘦 𝘪𝘮𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘵𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘮𝘰𝘴𝘢𝘪𝘤𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘥𝘪𝘧𝘦𝘴𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘵𝘦𝘳𝘳𝘪𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰 𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘳𝘪𝘤𝘤𝘩𝘦𝘻𝘻𝘢”.


CINQUE VELE DI NUOVO A OTRANTO


«Nella mattinata di oggi Otranto è tornata ad avere il prestigioso riconoscimento delle Cinque Vele della Guida Blu di Touring Club e Legambiente».


Esprime massima soddisfazione il sindaco Francesco Bruni, il quale evidenzia «l’importanza di questa classifica, che costituisce un premio per un percorso lungo di tutela del territorio in cui si sono cimentati i cittadini e le diverse amministrazioni comunali. A differenza di altre classifiche (che magari danno indistintamente riconoscimenti a ben 246 spiagge in Italia), le Cinque Vele vengono riconosciute solo a venti località italiane che hanno saputo difendere il proprio ambiente, valorizzare e far fruire il proprio territorio e il proprio mare, senza snaturarne i contenuti più autentici».


«Il ritorno in questo gotha delle località con i migliori valori turistici e ambientali è il traguardo più bello per la nostra amministrazione», aggiunge il primo cittadino di Otranto che annuncia, «nei prossimi mesi rafforzeremo il nostro impegno per continuare a rimanere in questo club esclusivo, a cominciare dalla valorizzazione di nuovi percorsi cicloturistici e dal completamento del procedimento amministrativo per l’istituzione dell’area marina protetta».


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Andrano

Tartaruga liberata da rete fantasma

Associazione “A Mare”, straordinario salvataggio a Marina di Andrano: la grande Caretta Caretta visibilmente provata ma in buone condizioni, ha potuto riprendere a nuotare libera

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Un commovente intervento di salvataggio ha avuto luogo oggi pomeriggio lungo la costa di Marina di Andrano, dove una tartaruga marina Caretta Caretta di grandi dimensioni è stata ritrovata in difficoltà, intrappolata in una rete fantasma.

A intervenire prontamente sono stati i rappresentanti dell’associazione A Mare, realtà da sempre impegnata nella protezione dell’ambiente marino.

A guidare l’operazione tre volontari esperti: Dario Urso, Antonio Pellegrino e Danilo Minonne, che con grande abilità e delicatezza sono riusciti a liberare l’animale dalla rete e a restituirlo al mare in tutta sicurezza.

La tartaruga, visibilmente provata ma in buone condizioni, ha ripreso a nuotare libera.

Questi salvataggi sono la dimostrazione concreta di quanto sia urgente proteggere il nostro mare e le creature che lo abitano“, ha commentato uno dei volontari.

Le reti fantasma, abbandonate o perse in mare, continuano a rappresentare una delle più gravi minacce per la fauna marina, causando ogni anno la morte di migliaia di animali.

L’associazione A Mare lancia ancora una volta un appello alla cittadinanza: occhi aperti in mare e segnalazioni tempestive possono fare la differenza.

La salvaguardia dell’ecosistema marino è una responsabilità collettiva.

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Attualità

Olio lampante nelle mense scolastiche: a Taurisano la rabbia fa 90

Quasi cento famiglie si riuniscono in una class action per chiedere al Comune di recedere dal contratto con “La Fenice”, finita sotto inchiesta. Mentre un’assessora non è d’accordo con la decisione della maggioranza, il sindaco spiega: “Prendiamo decisioni oculate: e se la ditta fosse innocente?”

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di Lorenzo Zito

L’inchiesta che ha travolto la società La Fenice, con sede a Galatone, continua a scuotere il Salento. L’azienda gestisce da anni 25 centri di cottura su cui si struttura il servizio mensa per bambini e anziani in 38 Comuni, ma da mesi è al centro di un’indagine della Procura di Lecce che ipotizza una frode alimentare di vaste proporzioni: nei piatti sarebbero finiti migliaia di litri di olio non extravergine, in alcuni casi addirittura olio lampante, non idoneo al consumo umano. Un prodotto fornito da un’azienda calabrese, anch’essa finita nel mirino degli inquirenti.

Le accuse mosse dalla Guardia di Finanza e dall’Ispettorato centrale per la repressione delle frodi sono pesanti: frode nelle pubbliche forniture, vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine, violazioni delle denominazioni protette. Già nel luglio scorso erano stati sequestrati oltre 6mila litri di olio adulterato, mentre le indagini hanno stimato in almeno 38 tonnellate la quantità di prodotto non conforme utilizzata tra il 2023 e il 2024.

Le grandi domande che aleggiano attorno al caso sono principalemente due. La ditta La Fenice sapeva di utilizzare olio non conforme? Ed al netto di questo, oggi, i Comuni che con questa azienda hanno in essere un contratto d’appalto, come si devono comportare? Le risposte potrebbero sembrare scontate, ma non lo sono. La riprova è nelle scelte divergenti delle amministrazioni travolte dalla questione.

CHI HA DETTO ‘STOP’

Alla luce dello scandalo, sono diversi i Comuni che hanno deciso di tagliare i rapporti con La Fenice. Tra questi figurano Racale, Casarano, Castrignano del Capo e Presicce-Acquarica. La linea seguita da queste amministrazioni è netta: la perdita di fiducia verso la ditta è tale da non consentire una prosecuzione, indipendentemente dall’esito finale del procedimento penale. In altri casi invece, laddove la scadenza naturale dell’incarico era prossima, si è deciso di non agire, lasciando che fosse il tempo a fare il suo corso.

Una posizione che va nella direzione opposta è quella di chi ha scelto la prudenza giuridica. Ed è qui che entra in gioco il caso più controverso: Taurisano.

AUMENTATE LE ISCRIZIONI A MENSA”

A Taurisano la vicenda ha assunto toni particolarmente accesi. Il Comune ha infatti deciso di non recedere dal contratto con La Fenice, scatenando le proteste di decine di famiglie e la nascita di una class action che oggi conta circa 90 adesioni.

Nonostante questo fronte comune, il sindaco Luigi Guidano non ha cambiato idea. Lo abbiamo allora interpellato per approfondire le ragioni della scelta: “La decisione del Comune è dettata da un duplice compito: da un lato tutelare la salute dei cittadini, dall’altro salvaguardare gli interessi della città”, ha spiegato. “Per il primo aspetto abbiamo approvato all’unanimità in Consiglio un nuovo regolamento comunale che ci consente maggiori possibilità di controllo e di sollecito agli organi competenti, come NAS e ASL. Per il secondo aspetto, invece, non abbiamo receduto dal contratto perché questa procedura esporrebbe il Comune a rischi notevoli.”

Il riferimento è alla possibilità che un’eventuale rescissione comporti l’interdizione della ditta dalle gare pubbliche. “Esiste un sistema giudiziario che stabilirà se quanto sospettato è effettivamente accaduto. Noi non possiamo sostituirci alla legge, che presume l’innocenza fino a prova contraria. Se a fine procedimento la società dovesse risultare innocente, si rivarrebbe automaticamente sul Comune. Chi pagherebbe a quel punto i danni?

Il sindaco riconosce la delicatezza della questione:“Senz’altro non è una decisione semplice. Allo stesso tempo, però, devo dire che quest’anno gli iscritti al servizio mensa sono più dell’anno scorso. Motivo per cui forse la scelta dell’amministrazione non è così azzardata.”

L’ASSESSORA CONTROCORRENTE

Durante l’ultimo consiglio comunale, però, non tutto è filato liscio. L’assessora Valeria Carolì, delegata tra le altre cose ad asili nido ed edilizia scolastica, pur appartenendo alla maggioranza, ha scelto di non allinearsi del tutto alla linea del sindaco. Mentre il primo cittadino, seduto alle sue spalle, le ricordava che il suo intervento esulava dall’ordine del giorno, tra gli applausi scroscianti di quanti erano accorsi a seguire di persona il consiglio comunale, ha affermato:“Ben venga il regolamento, ma potrebbe non bastare. Se è vero quanto emerso dalle ultime indagini, la ditta La Fenice sapeva. Questo rappresenterebbe un grave inadempimento, sufficiente ad una risoluzione contrattuale ai sensi della legge”.

Un gesto percepito da molti cittadini come un atto di coscienza e di onestà, che ha messo in evidenza come il dibattito non divida soltanto le famiglie e l’amministrazione, ma anche la stessa maggioranza.

Il sindaco tuttavia, interpellato sulla divergenza, ha minimizzato: “L’assessora ha esposto liberamente il suo punto di vista, come è giusto che sia, anche se non era quello l’oggetto del dibattimento. Non c’è nessuna frattura all’interno della maggioranza.”

GLI ULTIMI SVILUPPI

Le ultime rivelazioni cui fa riferimento l’assessora aggravano il quadro. Da quanto emerso, già nel 2019 un’analisi chimica segnalava come l’olio fornito non rispettasse i requisiti dell’extravergine. Nonostante ciò, la ditta avrebbe continuato a impiegarlo nei pasti destinati a bambini e anziani.

Dagli atti emergerebbe inoltre il ruolo di un dipendente di La Fenice, stretto collaboratore del legale rappresentante, già gravato da precedenti per frode nelle pubbliche forniture. Sarebbe stato lui a gestire i rapporti con il fornitore calabrese, ricevendo in cambio regalie alimentari — salumi, formaggi, vino — a testimonianza di un legame consolidato e di una consapevolezza interna alla ditta. Questi elementi spostano l’asse della responsabilità: non solo i fornitori calabresi, dunque, ma anche chi in La Fenice avrebbe dovuto vigilare sulla qualità dei prodotti distribuiti.

Mentre le indagini proseguono, le famiglie sono preoccupate e cresce la tensione. Attraverso gli avvocati Luca Puce e Davide Micaletto, hanno annunciato nuove iniziative. La richiesta è chiara: rescindere il contratto. Nelle parole di alcuni genitori, che preferiscono restare anonimi, tutta la preoccupazione:“Non c’è più fiducia nella ditta. L’unica forma di garanzia è la rescissione. Il regolamento non è sufficiente. Gli ultimi sviluppi emersi, il sapere che sapevano, ci ha ulteriormente sconcertato”.

In queste ore, le famiglie sarebbero pronte a reiterare ufficialmente la richiesta al Comune e a rendere pubblica una nuova comunicazione nei prossimi giorni.

UNA PARTITA ANCORA APERTA

La vicenda delle mense non si chiude qui e tra divergenze, nuovi regolamenti (in più Comuni) ed indagini in corso, la partita è tutt’altro che conclusa. Tra diritto alla salute, presunzione di innocenza, conti pubblici da salvaguardare e fiducia ormai compromessa, il caso continua a rimanere un banco di prova delicato per l’intero territorio salentino.

L’esame delle responsabilità, a prescindere dall’esito giudiziario, fa scattare un campanello d’allarme. Possono trascorrere così tanti anni prima che le autorità approfondiscano a dovere cosa c’è dietro a dozzine di bandi pubblici vinti (su tutto il territorio provinciale e nello stesso settore) dallo stesso interlocutore?

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Attualità

Lettera senza…risposta: la “questione tempo pieno” a Racale

Niente sezione a 40 ore a Racale ed 8 bambini vanno ad Alliste. Le mamme non le mandano a dire: “La scuola non è solo abbecedario”. Ma la dirigente fa scena muta

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di Lorenzo Zito

Quest’anno otto bambini di Racale hanno iniziato la prima elementare fuori dal loro paese, ad Alliste. Una scelta non programmata, né desiderata dalle famiglie, ma resa necessaria dall’impossibilità di attivare una sezione a tempo pieno nella scuola primaria di via Mazzini.

Le mamme coinvolte hanno affidato il loro sfogo a una lettera indirizzata alla dirigente scolastica. Un testo appassionato, denso di delusione e di richiami al senso di comunità: «I nostri bambini, figli di Racale, frequenteranno la prima elementare ad Alliste, in una scuola dove ci hanno accolto felici e non ci hanno trattato come un problema da risolvere».

Il racconto parte da gennaio, quando le famiglie avevano regolarmente iscritto i figli al tempo pieno. Nessuna comunicazione ufficiale è arrivata fino a fine giugno, quando — “da voci di corridoio” — si è diffusa la notizia che la classe non sarebbe partita e che i bambini erano stati spostati d’ufficio sul tempo normale. «Pensavamo di poter trovare una soluzione condivisa — scrivono — ma ci è stato detto che non c’erano possibilità e che l’unica strada era coinvolgere la politica».

Dopo un incontro con la dirigente e successivi contatti con l’Ufficio scolastico provinciale e il sindaco, la situazione non si è sbloccata. In una frase riportata dalle famiglie, rimasta particolarmente impressa, si legge: «Il nostro incontro si è concluso con lei che, inopportunamente, ci ha detto che in fondo lei non piangeva se otto bambini andavano via dalla sua scuola». Da quel momento è maturata la decisione di rivolgersi al comprensivo di Alliste, dove — raccontano — «ci hanno spalancato le porte, accogliendo i nostri bambini con entusiasmo».

Nei giorni seguenti è arrivata una nuova proposta da Racale: il tempo pieno sul plesso di via Siena. Ma ormai il dado era tratto. «Ci eravamo già sentiti accolti ad Alliste e sicuri di poter affidare loro i nostri bambini», scrivono le mamme. Una decisione che, spiegano, non è stata presa a cuor leggero: «La scuola non è solo abbecedario e operazioni matematiche: la scuola è sogno ed esempio».

IL SINDACO: «NON È GIUSTO»

Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Racale, Antonio Salsetti, che rivendica l’impegno dell’amministrazione sul fronte scolastico e annuncia l’apertura di un confronto pubblico.

«In questi anni di impegno civile e istituzionale molto è stato fatto, sicuramente molto altro si potrà fare. Ma una cosa posso dirla senza timore di smentita: abbiamo investito sulla scuola da subito e continueremo a farlo», ha dichiarato.

Il primo cittadino, appreso del caso, ha convocato «un tavolo di comunità per analizzare e capire le ragioni di una serie di criticità che hanno portato alla lettera da parte di alcune mamme di Racale. I bambini sono il nostro futuro, la nostra priorità. Non è giusto che vadano via».

SCENA MUTA

Abbiamo contattato la dirigente scolastica del Comprensivo “Angelo Vassallo” di Racale, Stefania Manzo, per potervi illustrare con chiarezza e completezza quanto accaduto. Per indagare appieno le ragioni che hanno portato a questa situazione. Per offrire (a lei) l’opportunità di far sentire la propria versione dei fatti, anche in risposta ad una lettera (densa di comprensibile livore) che non le manda a dire. Ma non abbiamo trovato terreno fertile. La dirigente ha preferito non entrare nel merito: non ha colto il nostro invito. “Chiarirò nelle sedi opportune. E se lo riterrò, interverrò quando sarà il caso“, ha affermato, certamente con le sue ragioni. La risposta, a scanso di equivoci, non la deve a noi, ma ai veri protagonisti di questa vicenda. Quegli otto bambini, quei “figli di Racale” che, da oggi, sono un po’ anche figli di Alliste. Chissà loro, tra qualche anno, come racconteranno al mondo questa vicenda.

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