Attualità
Il sindaco ai tempi del coronavirus: una vita da mediano
Guido Castelli, presidente presidente dell’Ifel-Fondazione Anci elogia il ruolo dei sindaci: “Non più attaccanti, non più protagonisti della prima linea, ma efficaci cucitori delle retrolinee, gestori del centrocampo e delle sue infinite necessità di soluzioni di gioco”
In trince ai tempio del coronavirus, Quando si scatenano le calamità naturali abbiamo visto sempre giganteggiare, suo malgrado, la figura del sindaco delle città coinvolte.
Il covid 19 è iuna calamità naturale al pari di terremoti, alluvioni, frane.
Ne parla in maniera approfondita Guido Castelli, presidente dell’Ifel-Fondazione Anci (L’Istituto per la Finanza e l’Economia Locale è una Fondazione istituita nel 2006 dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) in un intervento sull’ Huffingtonpost: “Dove il territorio è ferito, e con esso le comunità che lo abitano, là c’è sempre stato un Sindaco che ha saputo mettersi a capo della cittadinanza per guidare i soccorsi, per razionalizzare gli interventi, per esprimere le necessità più urgenti. L’emergenza di Covid 19 é diversa”, aggiunge Castelli, “e ha cambiato il paradigma della reazione alle calamità che eravamo abituati a combattere. Si tratta di una calamità pestilenziale. Non si scarica a terra ma aggredisce per via aerea. Questo aspetto non è secondario; esiste una classificazione anche nelle catastrofi che si riflette nel tipo di reazione da allestire e sul soggetto istituzionale chiamato a organizzarla. Il Coronavirus”, approfondisce, “rappresenta una minaccia che viene dall’esterno, si propaga per via aerea e non conosce confini. In quanto tale impegna direttamente lo Stato e richiede strategie di contenimento di rango nazionale”.
“Le comunità locali”, specifica ancora il presidente dell’Ifel-Fondazione Anci, “sono destinatarie passive delle misure di contenimento decise a livello centrale e sono invitate a comportamenti quasi innaturali: tenere le distanze quando c’è una difficoltà sembra un atteggiamento irrazionale nella logica della Civitas comunale. Invece oggi è doveroso. La salvezza è nell’isolamento. Restare a casa e diradare le relazioni significa in realtà rispettare il prossimo”
E in questa mutazione dei ruoli anche ai sindaci è toccata una flessibilità inattesa.
Secondo Castelli “sono diventati i mediani di una squadra di calcio; non più attaccanti, non più protagonisti della prima linea, ma efficaci cucitori delle retrolinee, gestori del centrocampo e delle sue infinite necessità di soluzioni di gioco. A costo dello sfinimento: chi ha visto le lacrime di Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci, davanti ai negozi chiusi della sua città, può avere intuito il profondo e diverso coinvolgimento che oggi tocca i primi cittadini”.
Mantenendo sempre il parallelo col calcio, dunque, non numeri 10 da foto in prima pagina ma indispensabili mediani senza il cui sacrificio mai e mai poi mai si vincerebbero le partite.
I sindaci in questi giorni convulsi sono le “cinghie di trasmissione tra lo Stato centrale cui compete la decisione sulle modalità di vita da adottare e il territorio che deve applicarle; diventano traduttori e interpreti di norme non sempre scritte chiaramente, nella fretta e nella novità che impone qualche improvvisazione. In assenza di decisioni drastiche e che portino al limite dello Stato d’assedio con i controlli affidati solo alle forze dell’ordine, ai Sindaci spetta contrastare le fake news e offrire indicazioni amministrative coerenti.
Castelli poi racconta: “Non è sempre facile. In questi giorni alla Fondazione Ifel si sono rivolti molti amministratori locali, chiamati a derimere dubbi e incertezze di cittadini, commercianti, lavoratori pubblici e privati.
I possibili esempi delle contraddizioni e delle perplessità amministrative che si sono addensate sull’applicazione concreta delle prescrizioni dettate dal Governo sono infiniti. I negozi di parrucchiere da uomo e da donna come possono assicurare la distanza di un metro tra cliente ed esercente? Quindi devono chiudere? Oppure è il caso dei mercati rionali, o comunque di quelli che insistono su aree pubbliche: aperti nei giorni feriali e chiusi al sabato e alla domenica. Certo, ma nei giorni feriali, quelli in cui è possibile l’apertura, come si può garantire la distanza di un metro tra cliente e cliente, tra cliente e commerciante, sul suolo pubblico, dove non vige un divieto praticabile, se non imposto dalle forze dell’ordine? Dovrebbero essere inviati agenti della polizia municipale a vigilare le distanze e quindi ad assicurare la rarefazione delle presenze sul suolo pubblico davanti ai banchi e alle bancarelle?”.
E ancora: “Ci sono stati gestori di pub (vietati dalle ultime disposizioni del Dpcm) che hanno anche la licenza del bar. Tecnicamente sono codici Ateco diversi, ma cumulabili. Chi ha un bar che è anche pub, che cosa deve fare? Gli stessi dubbi riguardano le pizzerie al taglio, i kebab, le tigellerie: non sono compresi nel divieto di apertura imposto dopo le 18, quindi possono tenere aperto? E chi consegna pizze o cibo a domicilio, può continuare a farlo? E l’asporto è consentito? Si può continuare: I parchi pubblici si devono tenere chiusi? E dove ci siano aree per il passeggio dei cani, che cosa fare?”.
In ogni situazione ai sindaci è toccato in queste ore di dare interpretazioni, di diventare una sorta di adattatore elettrico, di trasformatore, di giunto elastico finale sull’ultimo miglio delle decisioni dello Stato centrale: “Presidio essenziale delle città e delle comunità, anche se in questa occasione nella seconda linea, il Sindaco è chiamato ad agire nell’ombra delle incertezze di norme spesso non imposte, ma solo suggerite. Consigliate. Le stesse incertezze i sindaci devono poi trasferirle sulla vita della propria amministrazione. Si possono convocare riunioni di Consiglio? Le commissioni edilizie possono essere chiamate a procedere ai loro lavori, a volte urgenti per i paesi amministrati?”.
Il presidente dell’Ifel-Fondazione Anci lascia spazio alla polemica solo quando riferisce che “forse se, prima di emanare i divieti e le prescrizioni, lo Stato avesse raccolto dati e opinioni dai Comuni ci saremmo risparmiati queste fatiche estenuanti. Certo è che, in prima linea nelle trincee delle calamità terrestri o idrauliche, o nelle retrovie del centrocampo di fronte alla novità agghiacciante dell’emergenza aerea di origine virale, ai Sindaci tocca sempre un ruolo decisivo, essenziale, di servizio per la propria comunità”.
“Passata la tempesta, quando si tratterà di rigenerare il tessuto di una Nazione duramente indebolita dal virus”, conclude Guido Castelli, “ricordiamoci che l’Italia, senza comuni in buona salute, non potrà mai funzionare bene”.
Attualità
Casarano, l’Associazione Placemaking boccia i lavori in centro
Placemaking una preparazione professionale ce l’ha e, in maniera documentata, interviene nel dibattito di questi lavori (che, ricordiamolo, sono finanziati con fondi PNRR per circa 3,5 milioni di Euro).
di Antonio Memmi
Quando iniziarono lavori di Piazza San Domenico e giardini William Ingrosso a Casarano, il mondo era diverso: Trump non era stato ancora rieletto, non era ancora cominciato il conflitto israelo-palestinese e chat GBT era riservata a pochi eletti.
Si sa: i lavori pubblici non finiscono, entrano nella leggenda.
In un modo o nell’altro però, fra imprecazioni dei cittadini ed esercizi commerciali chiusi (anche) per l’impossibilità di raggiungerli, pare che almeno i primi abbiano trovato una conclusione. Tutti quindi contenti? Assolutamente NO!
I commenti sui social si rincorrono fra coloro che ne parlano male (tanti) e coloro che vedono qualcosa di positivo (pochi) ma, come sempre accade sui social, la maggior parte dei commentatori non ha alcuna preparazione tecnico artistica per parlare ed il tutto rimane confinato nel gradimentopersonale.
L’Associazione Placemaking invece una preparazione professionale ce l’ha e, in maniera documentata, interviene nel dibattito di questi lavori (che, ricordiamolo, sono finanziati con fondi PNRR per circa 3,5 milioni di Euro).
Nel documento, firmato dalla presidente arch. Loredana Manco, l’Associazione solleva una critica tecnica e civica, non politica, al metodo progettuale adottato e agli esiti degliinterventi.
Il nodo centrale è l’assenza di una reale coprogettazione con i cittadini: le piazze, secondo l’associazione, non sono semplici superfici da pavimentare, ma luoghi sociali, storici e simbolici che richiedono ascolto e partecipazione autentica.
Viene ricordato come le normative nazionali ed europee, comprese quelle legate al PNRR, promuovano processi partecipativi strutturati e trasparenti, non consultazioni di facciata ed evidenzia inoltre che i fondi PNRR non sono “regali”, ma debito pubblico che graverà sulle future generazioni, rendendo ancora più necessaria una visione strategica di lungo periodo.
Secondo Placemaking Casarano, i due interventi si sono invece limitati a una riqualificazione estetica, senza creare nuove funzioni, opportunità sociali o sviluppo economico, e particolarmente critiche sono le valutazioni su Piazza Umberto I, dove la fontana viene definita un elemento puramente scenografico, e su Piazza San Domenico, giudicata invece priva di una logica urbana, mancando allineamenti, assi civici e gerarchie spaziali.
Un altro punto centrale è poi l’assenza quasi totale di verde, ritenuto un grave errore in termini di sostenibilità climatica e qualità dello spazio pubblico così come viene criticata anche la demolizione del bar storico, sostituito poi da un edificio anonimo, considerato uno strappo all’identità del luogo.
L’Associazione infine contesta le modifiche alla viabilità e la discrepanza tra il progetto realizzato e quello presentato, sottolineando come la piazza rischi di perdere il suo significato simbolico; il tutto porta quindi verso una conclusione che è una bocciatura netta: le critiche, aggiunge, non sono un attacco politico, ma un atto di cittadinanza attiva.
E così, dopo anni in cui si attende l’inaugurazione più come una liberazione, si comprende come non sempre ciò che dura a lungo lascia il segno… qualche volta lascia solo domande.
Attualità
I carabinieri portano la magia del Natale in reparto
L’iniziativa ha coinvolto in particolare i piccoli pazienti dei reparti di Oncologia, Chirurgia, Reumatologia, Immunologia e Pediatria Generale…
Un gesto che scalda i cuori in pieno periodo natalizio: i Carabinieri di Lecce hanno portato la magia delle feste nel Reparto di Pediatria dell’Ospedale “Vito Fazzi”, donando giocattoli e materiale didattico ai bambini ricoverati.
L’iniziativa ha coinvolto in particolare i piccoli pazienti dei reparti di Oncologia, Chirurgia, Reumatologia, Immunologia e Pediatria Generale, dove opera con dedizione Suor Alessandra Notaro.
Grazie alla preziosa collaborazione della dott.ssa Roberta Tornese e della direzione sanitaria, l’evento è stato accolto con grande entusiasmo da grandi e piccini.
Presenti i responsabili dei reparti – tra cui la dott.ssa Assunta Tornesello, la dott.ssa Lucia Russo e la dott.ssa Adele Civino, oltre ad una folta rappresentanza di operatori sanitari.
I militari, in veste di Babbo Natale, hanno testimoniato l’attenzione costante dell’Arma verso i più piccoli, augurando a ciascun bambino di vincere la propria battaglia contro la malattia. Questo impegno va oltre le attività istituzionali di tutela e sicurezza, rafforzando il legame con il territorio attraverso gesti di prossimità verso le fasce più fragili.
Dal Comando dei Carabinieri si sottolinea come la sinergia tra Arma e personale sanitario trasformi l’ospedale in un luogo di speranza e solidarietà autentica, dimostrando il valore della vicinanza umana nelle azioni quotidiane.
Aradeo
Serie di misure della Polizia: tra fogli di via, truffa nei confronti di anziani e rissa
Sono state allertate le forze di Polizia e sul posto sono arrivati gli agenti del Commissariato di Galatina e i Carabinieri di Aradeo che hanno riscontrato evidenti segni della colluttazione, mentre il ferito veniva trasportato d’urgenza presso il pronto soccorso…
Le attività di controllo del territorio della Polizia di Stato nella trascorsa settimana hanno dato luogo all’emissione di diverse misure di prevenzione
I report dei controlli dell’ultima settimana della Polizia vedono l’emissione di diverse misure di prevenzione tra le quali: due ammonimenti del Questore, uno nei confronti di un 38enne e l’altro di un 34enne, entrambi per atti persecutori nei confronti delle rispettive ex-compagne;
Tre fogli di via obbligatori: uno per truffa aggravata e continuata in concorso in danno di anziani nei confronti di un 42 enne di Napoli che vieta di fare ritorno nel comune di Aradeo per tre anni;
un altro di 3 anni nei confronti di un 44enne originario di Napoli per truffa aggravata in concorso che fingendosi un appartenente all’Arma dei Carabinieri, tentava insieme a un complice, una truffa in danno di anziani a Cursi;
il terzo foglio di via vieta l’ingresso ad Uggiano la Chiesa per due anni ad un 23enne di Scorrano che, alla guida di un’auto sprovvisto di patente, non si fermava all’alt dei Carabinieri innescando una fuga che creava pericolo tra gli abitanti del predetto paese.
Due Daspo: uno di tre anni nei confronti di un 47enne di Bagnolo del Salento e uno di due anni per un 17enne di Carovigno (Br) a seguito dei fatti occorsi durante l’incontro di calcio “Polis Bagnolo Vs Città di Carovigno” il 16 novembre u.s. disputatosi presso lo stadio comunale di Otranto, dove alcuni tifosi delle opposte tifoserie hanno dato luogo ad un pericoloso lancio di oggetti in cui una bottiglia in vetro si è infranta in direzione delle forze dell’ordine.
Inoltre è stato notificata un Dacur per i fatti occorsi in un bar di Aradeo il 15 novembre u.s. quando nel locale si è verificata una violenta rissa tra alcuni avventori, scaturita da futili motivi riconducibili all’abuso di sostanze alcoliche.
Durante l’alterco, uno dei soggetti coinvolti ha estratto un coltello colpendo al fianco sinistro un altro avventore, provocando una ferita con abbondante perdita di sangue.
Sono state allertate le forze di Polizia e sul posto sono arrivati gli agenti del Commissariato di Galatina e i Carabinieri di Aradeo che hanno riscontrato evidenti segni della colluttazione, mentre il ferito veniva trasportato d’urgenza presso il pronto soccorso.
Tutti i soggetti coinvolti risultano gravati da precedenti di polizia, incluso l’autore dell’accoltellamento, un 49enne del posto, deferito in stato di libertà per lesioni personali e porto illegale d’arma.
L’episodio, avvenuto in orario preserale in un locale aperto al pubblico, ha generato particolare allarme sociale, determinando una concreta minaccia all’ordine e alla sicurezza pubblica, per tali motivi l’autore dell’aggressione è stato colpito dalla misura di prevenzione del Dacur, che vieta al responsabile la frequentazione dell’esercizio commerciale teatro dei fatti, nonché di altri bar e locali pubblici situati nel centro abitato di Aradeo.
La Divisione Anticrimine della Questura di Lecce ha avviato una specifica istruttoria finalizzata all’adozione di ulteriori misure di prevenzione nei confronti di altri soggetti coinvolti nella rissa.
Parallelamente, la Squadra Amministrativa della Questura ha avviato il procedimento per la sospensione, per dieci giorni, della licenza a carico del titolare del locale.
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