Attualità
Imprese indebitate per oltre un miliardo di euro
«L’eccessivo ricorso ai prestiti bancari accresce l’indebitamento». Davide Stasi dell’osservatorio economico Aforisma traccia, dati alla mano, in esclusiva per “il Gallo”, tutti i possibili scenari
«L’eccessivo ricorso ai prestiti bancari accresce l’indebitamento delle imprese salentine».
È quanto rileva Davide Stasi, responsabile dell’Osservatorio economico Aforisma, che traccia, in esclusiva per il Gallo, i possibili scenari, dati e numeri alla mano.
La preoccupazione è che l’elevato indebitamento possa rappresentare, in prospettiva, un elemento di fragilità per la ripresa economica.
Qual è la situazione ad oggi?
«I provvedimenti, adottati dal Governo, miravano ad anestetizzare gli effetti della pandemia sul tessuto economico, attraverso, ad esempio, la concessione di finanziamenti. Ma ci potrebbero anche essere dei riflessi negativi».
A cosa si riferisce?
«Per limitare le conseguenze della pandemia sulle attività produttive, il Governo ha varato, a partire da marzo scorso, un vasto programma di iniziative a sostegno della liquidità e del credito alle imprese. Le misure sono state introdotte con il decreto-legge 18/2020 (“decreto Cura Italia”), il decreto-legge 23/2020 (“decreto Liquidità”) e il decreto-legge 34/2020 (“decreto Rilancio”)».
Quanto è stato erogato?
«Dal 19 marzo 2020 ad oggi, l’ammontare dei prestiti concessi attraverso il Fondo di garanzia ammonta a oltre un miliardo di euro nella sola provincia di Lecce. Per la precisione, si tratta di un miliardo 197 milioni 732mila euro a favore di 22.945 imprese. L’importo medio è di 52.156 euro. A livello nazionale, le imprese beneficiarie sono già 1.713.700, per un totale di 138 miliardi 131 milioni 728mila euro di prestiti con garanzia pubblica (l’importo medio 80.604 euro). Riguardo alle moratorie (art. 56 del “Cura Italia”) sono pervenute 250.327 domande per la garanzia su finanziamenti per un valore di 5 miliardi 288 milioni 323mila euro».
Dopo anni di stretta creditizia, è dunque cambiato l’atteggiamento di prudenza delle banche?

Davide Stasi
«Sì, perché tali misure di finanziamento non richiedono la valutazione del merito di credito dei beneficiari da parte del Fondo. Il nostro sistema economico, pur non avendo recuperato i livelli precedenti alla crisi finanziaria, negli scorsi anni, si era rafforzato, anche a seguito di un forte processo di selezione operato dalla fase recessiva in poi. Tra le imprese rimaste sul mercato, è progressivamente aumentata la redditività, la liquidità e la patrimonializzazione. Contemporaneamente era calato l’indebitamento e si registrava una ricomposizione delle passività, a favore della componente a media e a lunga scadenza. Era diminuita la percentuale di aziende finanziariamente vulnerabili. I provvedimenti di lockdown, però, hanno accresciuto la sete di liquidità delle imprese. Le aziende maggiormente penalizzate dalle limitazioni imposte dal Governo non sono a rischio di illiquidità ma vedono ridursi il flusso di cassa, detto anche cash flow, una delle grandezze finanziarie più importanti per l’impresa, al punto tale da condizionarne il successo o il fallimento».
Di cosa si tratta?
«Il cash flow, da non confondere con l’utile dell’esercizio, è per farla breve, l’ammontare delle risorse finanziarie nette prodotte dall’impresa in un anno, come differenza tra tutte le entrate e tutte le uscite generate. Mentre invece l’utile dell’esercizio è la differenza tra i ricavi e i costi sostenuti nell’anno, a prescindere dall’effettivo incasso dei ricavi per le fatture emesse e dall’effettivo pagamento dei costi per le fatture ricevute. In un mondo economico ideale in cui non vi siano dilazioni negli incassi dai clienti e dilazioni nei pagamenti ai fornitori, vi sarebbe perfetta o quasi coincidenza tra l’utile dell’esercizio e quanti soldi sono rimasti alla fine dell’anno. Purtroppo, poichè non ci troviamo in un mondo economico ideale, ci sono le dilazioni che si concedono ai propri clienti per saldare le fatture relative ai ricavi e i fornitori concedono, a loro volta, dilazioni nei pagamenti per le fatture dei costi, rendendo più complesso il calcolo del cash flow».
Attualità
Non abbattete quella scuola, fermate questa scellerata operazione!
L’abbattimento della scuola, contro cui tanto ci siamo spesi in questi anni, e che forse in troppi hanno creduto non si sarebbe realmente concretizzato, è ormai alle porte….
Attualità
Centrosinistra tricasino spaccato: la posizione di “Tricase, che fare?”
La presidente Sonia Sabato: “Avevamo fermamente ribadito la necessità delle primarie. Avevamo chiesto più ampia e democratica partecipazione”
Era primavera, lo scorso mese di aprile, quando il centrosinistra di Tricase si annunciava definitivamente riunito con queste parole: “Insieme per un percorso collettivo. Pronti a raccogliere la sfida del futuro”.
Firmatari di questo patto d’unità erano il PD cittadino, Cantiere Civico, Alleanza Verdi-Sinistra Tricase e Tricase, che fare?.
Otto mesi dopo, il fronte non è più lo stesso. Manca all’appello “Tricase, che fare?”, gruppo politico presieduto da Sonia Sabato e rappresentato in consiglio comunale da Giovanni Carità, Armando Ciardo ed Antonio Luigi Baglivo.
Proprio queste quattro firme oggi diffondono un comunicato per chiarire la loro posizione all’interno del valzer di centrosinistra. Lo fanno nel weekend caldo del PD che, dopo l’annuncio da parte del circolo cittadino della candidatura di Vincenzo Chiuri a sindaco per le prossime amministrative, ha registrato le dimissioni dal partito del consigliere comunale Minonne e le critiche dapprima del consigliere regionale Stefano Minerva (cui poi lo stesso Partito Democratico ha risposto) e poi di un altro potenziale candidato: Andrea Morciano.
Ecco quindi la nota a firma della presidente Sonia Sabato. Un intervento col quale “Tricase, che fare?” prende la parola proprio per far chiarezza su questo percorso di riunificazione del centrosinstra tricasino azzoppato, ed oggi finito sotto i riflettori.
La nota
Sollecitati ad intervenire sulle ultime vicende politiche che interessano la nostra città, crediamo necessario solo chiarire che per il nostro modo di intendere e praticare la politica, non riteniamo opportuno e, soprattutto, corretto entrare nel merito delle personali e libere scelte di alcune componenti del centrosinistra cittadino. Chi ha deciso di percorrere una strada lo ha fatto liberamente, come altrettanto liberamente noi abbiamo scelto di non condividerla.
La nostra storia è sotto gli occhi di tutti, eletti per stare all’opposizione lì siamo rimasti, con coerenza e trasparenza, da sempre distanti da vincoli clientelari, ingerenze esterne e trasformismi vari.
Che sarebbe stato necessario passare dallo strumento delle primarie è stato dal nostro gruppo fermamente e costantemente ribadito. Come da sempre abbiamo chiesto di lavorare ad una più ampia e democratica partecipazione.
Ci fa piacere, ma allo stesso tempo ci rattrista, apprendere dalla stampa che anche altri, solo oggi, siano del nostro stesso parere. Preso atto di questo, ribadiamo per la premessa fatta, che noi mai entreremo nelle vicende interne di altri partiti o rappresentanze. Chi compie una scelta è libero di farla e di portarla avanti in piena coscienza, ma anche nella piena assunzione di responsabilità.
Auspichiamo, per quello che può servire, che nell’agire di tutte le parti politiche ci sia sempre l’obbiettivo finale di un impegno sano, lungimirante e coraggioso per il futuro della nostra città e del nostro territorio.
Attualità
Elezioni a Tricase, Andrea Morciano: “Perché non fare le Primarie”?
“Noi abbiamo sempre sostenuto di poter partecipare senza remore alle primarie aperte, e ancora oggi siamo disponibili a farlo”
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Continua il dibattito (ottimismo) intorno alla candidatura del centro sinistra o parte di esso.
Così, dopo l’ufficialità da parte del circolo cittadino del Partito Democratico, sinistra italiana e Cantiere civico della candidatura di Vincenzo Chiuri vengono fuori tutti i contrasti interni e i diversi malumori evidentemente covati e mai risolti.
Sulla vicenda ora interviene anche colui che da tempo era indicato come candidato “in pectore“: Andrea Morciano.
Di seguito il suo intervento sull’intera.
“Leggere un comunicato attraverso il quale una parte della coalizione di centrosinistra di Tricase – orfana, ad oggi, del sostegno dell’Associazione Tricase, che fare? (che conta il Gruppo consiliare più numeroso in Consiglio comunale con Giovanni Carità, Antonio Baglivo e Armando Ciardo, NdR) – ufficializza la candidatura a sindaco del dott. Vincenzo Chiuri, vantando un percorso partecipato di confronto e di valutazione di un progetto politico condiviso, lascia estremamente titubanti, non di certo per valutazioni legate alla figura del candidato, ma per le modalità con cui è stata effettuata e comunicata la scelta.
Sostenere che ci siano stati tavoli di confronto tra tutte le forze e associazioni di centrosinistra non corrisponde al vero, dal momento che numerosi cittadini appartenenti alle stesse aree politiche non sono stati mai invitati al dibattito sulla valutazione di un ipotetico candidato sindaco né tantomeno sono stati coinvolti in questioni più ampie su programmi elettorali e nuovi visioni sul futuro della città.
E questo posso sostenerlo a ragion veduta dal momento che, avendo negli scorsi mesi dichiarato in maniera trasparente la mia disponibilità a guidare un progetto politico alternativo all’amministrazione uscente, gli amici e i concittadini che si stanno impegnando insieme a me nella costruzione dal basso di un nuovo progetto politico, si muovono esattamente nella stessa zona politica rivendicata dalle forze sostenitrici del dott. Chiuri, essendo alcuni tesserati PD, altri provenienti dalle associazioni di centrosinistra tra cui lo stesso Cantiere Civico.
È evidente che il comunicato escluda a priori il loro parere visto che la proposta, oltre che giungere dai pochi rappresentanti delle parti, non è stata nemmeno condivisa.
A sostegno di ciò anche il comunicato del consigliere in quota PD Francesco Minonne.
È evidente che il Centro Sinistra unito di cui si parla è, oggi, pura utopia.
Sono state effettuate scelte azzardate, partite da prese di posizione personali in direzione contraria più che verso un obiettivo di bene comune, e questo potrebbe portare ad ulteriori frammentazioni, rovinando ancor di più la situazione già abbondantemente minata del nostro paese.
Non sarebbe allora stato meglio giungere ad una selezione del candidato usando uno strumento più democratico come le primarie, mettendo davvero in gioco tutte le forze afferenti all’area politica in questione?
Noi abbiamo sempre sostenuto di poter partecipare senza remore alle primarie aperte, e ancora oggi siamo disponibili a farlo.
A nome del folto gruppo di concittadini con cui stiamo condividendo da tempo una forte volontà di lavorare per un concreto cambiamento ribadisco che la Città di Tricase merita un vero percorso partecipato ed allargato ad un sempre maggiore numero di interlocutori, liberi nelle scelte e inclini al confronto, avendo come obiettivo comune un’idea di una Tricase rinnovata e non di una semplicistica costruzione tenuta in piedi dalla volontà di pochi e travestita da una finta aura di democrazia.
Rimbocchiamoci le maniche e raccogliamo le idee, a breve le comunicazioni sui prossimi incontri a cui chiederemo massima partecipazione”.
Andrea Morciano
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