Attualità
La scuola elementare: la struttura portante del nostro sistema educativo
Gli insegnanti devono operare come trasmettitori e stimolatori di conoscenze ed altresì come educatori, formatori di caratteri responsabili ed equilibrati
A cura di Hervè Cavallera
Se l’importanza della scuola dell’infanzia (già scuola materna) è indiscutibile, resta però il fatto che essa non è una scuola dell’obbligo, quindi, da un punto di vista storico, la struttura portante del sistema educativo in Italia è stata (ed è) la scuola elementare, oggi chiamata scuola primaria.
In realtà, la vecchia denominazione ne fornisce meglio il senso.
NELLA STORIA
Non è qui possibile poter riassumere in poche righe un percorso storico assai complesso in cui da più parti, almeno dal XVIII secolo, si è sostenuta l’esigenza di una scuola di Stato e per tutti.
Di fatto la scuola elementare come scuola dell’obbligo nasce con la Legge Casati del 13 novembre 1859, n. 3725 del Regno di Sardegna, estesa, con l’unificazione della Penisola, a tutta l’Italia (Regio decreto 28 novembre 1861, n. 34). In essa si impartivano gli elementi del sapere, individuati sostanzialmente nel leggere, scrivere, far di conto; vi era poi, di là dalle varie discipline, l’insegnamento religioso secondo la dottrina cattolica, insegnamento verificato dal parroco. Aspetti indubbiamente positivi della Legge erano la gratuità e la obbligatorietà della scuola.
I maggiori limiti erano: la durata
(due gradi biennali, di cui veramente obbligatorio il primo) e l’affidamento delle scuole ai Comuni, i quali non sempre garantivano l’obbligo della frequenza o addirittura la presenza della scuola. Gli insegnanti erano formati presso le scuole normali. Con la Legge Coppino del 1877 scomparve tra gli insegnamenti quello della religione e il secondo grado divenne triennale.
Una completa riforma delle elementari fu realizzata dal 1923 dal ministro Giovanni Gentile. Innanzitutto vi fu l’innalzamento dell’obbligo scolastico sino al quattordicesimo anno di età. La scuola elementare, quinquennale distinta in due gradi (triennale il primo, biennale il secondo) era avocata allo Stato. Veniva reintrodotto l’insegnamento della religione cattolica con l’intento di formare il carattere morale del bambino.
Nel primo grado, ampio spazio era concesso, di là dall’apprendimento della lettura e della scrittura, al canto, al disegno e ai giochi ginnici. Erano stabiliti un esame intermedio e quello finale di Stato.
Era inoltre valorizzata la figura dell’insegnante attraverso la nascita dell’Istituto magistrale, con annesso un giardino d’infanzia o una casa dei bambini.
L’impostazione gentiliana della scuola ha subìto, a partire degli anni ’70 del secolo scorso, una serie di modifiche strutturali oltre che di contenuti. Se ne ricordano alcune: la nascita nel 1971 del tempo pieno; con la legge n. 148 del 5 giugno 1990 si passa dall’insegnante unico al gruppo docenti, quindi il modulo didattico.
Si afferma intanto l’autonomia scolastica (DPR 275/99).
Nel 2003, con la riforma Moratti, il nome della scuola diventa scuola primaria. Inoltre i Programmi ministeriali sono sostituti dalle Indicazioni nazionali che indicano i principali obiettivi educativi da raggiungere, rispettando la singola autonomia di ogni scuola e dei conseguenti Piani dell’Offerta Formativa. In altri termini, si è passati da una scuola centralizzata ad una scuola dell’autonomia con tutto questo che essa significa, in quanto ciò comporta che ogni istituto scolastico deve continuamente mettersi in gioco, rispondendo sia alle esigenze dei tempi sia alla completa formazione dell’alunno.
Sempre per quanto riguarda la primaria, le Indicazioni nazionali del 2012 precisano che occorre sviluppare l’apprendimento e le identità degli alunni, acquisendo le conoscenze e le abilità fondamentali per sviluppare le competenze culturali di base; occorre rimuovere ogni ostacolo alla frequenza e valorizzare il talento e le inclinazioni di ogni allievo.
Accanto alla tradizionale alfabetizzazione culturale, bisogna allargare la conoscenza alle altre culture e ai nuovi media, sviluppando le dimensioni cognitive, emotive, affettive, sociali, corporee, etiche e religiose.
OGGI
Le indicazioni nazionali del 2018 accentuano il ruolo dell’educazione alla cittadinanza e alla sostenibilità, ricordando che l’educazione linguistica è fondamentale per la comunicazione e per la conoscenza e insistendo sugli ambiti della storia e della geografia, sul pensiero matematico, su quello computazionale e così via.
Emerge insomma il concetto di scuola-centro di promozione culturale, che intende confrontarsi e interagire con le diverse facce di una realtà fluida, pur fissando quelle conoscenze e quelle competenze che sono ritenute indispensabili. È chiaro che tale impostazione generale accentua la necessità della interazione tra gli insegnanti.
Occorre che essi, come i colleghi della secondaria, siano ben attenti alla realtà del tempo, selezionando e incamerando, per così dire, ciò che appare positivo. Si tratta di un compito non semplice anche perché deve tener presente l’età degli allievi, i quali devono acquisire in primo luogo gli elementi base del sapere.
La difficoltà del presente, rispetto alla scuola di quarant’anni fa, scaturisce dallo sviluppo tecnologico che incide sulle varie modalità di conoscenza e dalla globalizzazione.
A prescindere dalla necessità – imprescindibile – di imparare a leggere, scrivere e far di conto, per usare l’antica terminologia, non si può ignorare che il bambino ha a che fare, direttamente o indirettamente, con nuove tecnologie e al tempo stesso inizia confrontarsi con “culture” diverse da quelle della propria famiglia.
In altri termini, si sente la presenza di un mondo degli adulti molto variegato e non sempre di buon esempio.
Di qui l’ulteriore necessità di infondere delle sicurezze etiche e culturali, che non escludano il confronto, ma che garantiscano l’identità.
Tra i sei e i dieci anni di vita si va infatti saldando una identità psicologica che è determinante per il futuro dell’individuo, come è altresì il momento delle prime amicizie, del vero processo di socializzazione.
Sotto tale profilo, gli insegnanti, che al presente devono aver conseguito la laurea magistrale in Scienze della formazione primaria, devono operare, come del resto dovrebbe essere proprio del loro ruolo, sia come trasmettitori e stimolatori di conoscenze, ma altresì come educatori, ossia come formatori di caratteri responsabili ed equilibrati.
Per tale aspetto, l’istituzione dell’autonomia avvia ogni singola scuola ad una molteplicità di strategie didattiche ed educative nella aspirazione ad una formazione adeguata.
Attualità
“Maratona della Salute”, protagonisti i medici con 50 anni di laurea
La cerimonia in programma domani, 15 dicembre, alle 20.30, al Teatro Apollo di Lecce…
Gli eventi 2025 legati alla “Maratona della Salute” giungono al culmine con la cerimonia in programma domani, 15 dicembre, alle 20.30, al Teatro Apollo di Lecce, che vedrà protagonisti i medici che hanno raggiunto i 50 anni dalla laurea, i nuovi iscritti all’Ordine, le scuole e le istituzioni che hanno condiviso un percorso di sensibilizzazione collettiva sui temi della prevenzione, della salute e dei corretti stili di vita.
L’iniziativa è promossa dall’Ordine dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Lecce, che attraverso la “Maratona della Salute” ha costruito una rete territoriale capace di coinvolgere enti, università, istituzioni sanitarie, associazioni di volontariato e realtà culturali. Tra i partner del progetto figurano UniSalento, Asl Lecce, OPI Lecce, Comune e Provincia di Lecce, Accademia di Belle Arti di Lecce, Croce Rossa Italiana – Comitato di Lecce, Cittadinanzattiva Gallipoli e Casarano.
Nel corso della serata saranno premiati i licei Banzi e Palmieri di Lecce, che hanno realizzato video dedicati agli eventi e ai messaggi della Maratona della Salute, contribuendo a diffondere tra i giovani la cultura della prevenzione. Un riconoscimento speciale sarà inoltre conferito all’Unione Sportiva Lecce per la sensibilità dimostrata nell’aderire alla campagna dell’Ordine contro la violenza nei confronti dei medici e degli operatori sanitari.
La cerimonia sarà arricchita da momenti di spettacolo con Andrea Baccassino, I Cantori di Ippocrate e il Jab Quartet, e sarà condotta dalla giornalista Daniela Panzera.
«Questo appuntamento – dichiara il presidente dell’Ordine dei Medici di Lecce, Antonio Giovanni De Maria – rappresenta un momento di grande valore simbolico e umano. Celebriamo i colleghi che hanno dedicato una vita intera alla professione medica, accogliamo i giovani che oggi scelgono di intraprendere questo percorso e ribadiamo il ruolo sociale del medico come presidio di fiducia e prossimità. La “Maratona della Salute”, che si concluderà a ottobre 2026 ha dimostrato che la tutela della salute deve diventare un obiettivo condiviso, costruito insieme alle istituzioni, al mondo della scuola, dello sport e del volontariato».
Il presidente conclude: «In un momento storico complesso, in cui i medici sono sempre più esposti a tensioni e aggressioni, riaffermiamo il valore della relazione medico-paziente e del rispetto reciproco come fondamento del sistema sanitario. La risposta del territorio ci incoraggia a proseguire su questa strada, investendo nella prevenzione, nella cultura della salute e nella partecipazione attiva dei cittadini».
La cerimonia conclusiva della “Maratona della Salute” vuole essere anche un momento di restituzione alla comunità di quanto realizzato nel corso dei mesi, attraverso incontri pubblici, attività divulgative, iniziative sportive e culturali. Un percorso che ha rafforzato il dialogo tra professionisti sanitari e cittadini, promuovendo consapevolezza, responsabilità e partecipazione, con l’obiettivo di rendere la prevenzione un valore quotidiano e condiviso.
L’evento al Teatro Apollo intende così celebrare non solo l’eccellenza professionale, ma anche il senso di comunità e la collaborazione tra istituzioni, scuola e società civile, elementi indispensabili per una sanità più vicina alle persone e attenta ai bisogni emergenti del territorio salentino. Oggi e domani. Sempre.
Attualità
Luca Abete: “Il figlio di Capitan Findus è a Tricase Porto”
Pubblicato da Luca Abete (inviato di Striscia la notizia) sui suoi canali social, fa il giro del web un video che giunge da Tricase Porto.
Un uomo, dalla banchina, pesca un pesce con un’asta fiocinata. Il gesto è sorprendente, le immagini scatenano subito i commenti che si dividono tra stupore e critiche.
Il video
Attualità
Donate letto e pittura che umanizza al Vito Fazzi
“Dicembre è quel periodo dell’anno che si riveste di luci, profumi e colori che parlano di vita, amore e famiglia, è la ricerca di un alloggio che possa accogliere e proteggere, un racconto che parla di una nascita e quindi della vita” – sono queste le parole con cui don Gianni Mattia…”
Donato un letto da parto e l’umanizzazione pittorica di tre sale parto all’U.O. di Ostetricia e Ginecologia del Vito Fazzi. Un investimento concreto per il benessere delle mamme.
Sono stati presentati e donati un letto da parto e l’umanizzazione pittorica di tre sale parto ispirate ai fiori narciso, viola e peonia per l’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia del presidio ospedaliero “Vito Fazzi” di Lecce.
E’ un gesto di solidarietà che acquista un significato ancora più profondo perché compiuto in prossimità delle festività natalizie, periodo simbolo di nascita e rinascita.
In questo clima di rinnovamento, l’Organizzazione di Volontariato Cuore e mani aperte ODV ha presentato queste due importanti donazioni, inserendosi pienamente nella missione dell’associazione: umanizzare le cure e gli spazi ospedalieri affinché ogni persona si senta accolta, rispettata e accompagnata.
Grazie alla collaborazione con Deghi S.p.A., l’associazione ha donato un letto da parto modello AVE2, una dotazione tecnologica di alto livello e dal valore economico rilevante.
Il letto, progettato per migliorare comfort, sicurezza ed ergonomia, contribuisce a rendere l’esperienza del parto più serena e centrata sulle esigenze della donna.
Al valore tecnologico si aggiunge un investimento dall’impatto psicologico profondo: l’umanizzazione pittorica di tre sale parto, resa possibile grazie ai contribuenti che hanno scelto di destinare il 5×1000 a Cuore e mani aperte ODV. Le sale, ispirate ai fiori narciso, viola e peonia, sono state trasformate in luoghi più accoglienti, distensivi e armoniosi, capaci di ridurre ansia e stress, favorire il benessere emotivo e offrire alle future mamme un ambiente che parla di delicatezza, cura e speranza.
Un intervento che sottolinea come la qualità dell’assistenza non dipenda solo dai dispositivi clinici, ma anche dagli spazi e dall’atmosfera che circondano le persone in un momento intenso come quello del parto. E proprio nel periodo dell’anno che celebra la nascita, questa iniziativa vuole essere un segno tangibile di vicinanza, bellezza e umanità.
“Dicembre è quel periodo dell’anno che si riveste di luci, profumi e colori che parlano di vita, amore e famiglia, è la ricerca di un alloggio che possa accogliere e proteggere, un racconto che parla di una nascita e quindi della vita” – sono queste le parole con cui don Gianni Mattia, presidente di Cuore e mani aperte OdV, ha presentato l’iniziativa – “Quando una nuova vita inizia il nostro mondo cambia e ci rendiamo conto di essere protagonisti di un miracolo, del senso più profondo del nostro essere. Poco meno di un mese fa abbiamo fatto una donazione pensando ai bambini che nascono prematuri, ma innegabilmente anche le gravidanze che arrivano al termine portano con loro ansie e paure e l’umanizzazione pittorica diventa una carezza silenziosa che allevia la tensione. Con questa donazione speriamo di riuscire ad accompagnare le donne che stanno dando la vita in un’esperienza che possano ricordare in assenza della paura. Vogliamo che nel momento in cui sentiranno sul seno il corpicino dei loro piccoli possano ricordarsi del Narciso, simbolo di rinascita e nuovi inizi o della Viola che simboleggia la modestia e l’umiltà o ancora della Peonia che nel significato dei fiori richiama la prosperità, l’amore e la felicità. E forse loro insegneranno a questi bambini e bambine a coltivare questa bellezza.
Ancora una volta la nostra Associazione ha camminato insieme ad altri, perché lì dove la solidarietà unisce più cuori che amano e mani che aiutano, non c’è nulla di impossibile. Ed è così che in collaborazione con Deghi s.p.a. abbiamo realizzato la donazione del letto da parto. Deghi è una realtà consolidata nel nostro territorio e non è nuova ai gesti di solidarietà e noi siamo lieti di condividere un tratto di strada insieme.
E visto che la solidarietà è il riflesso dell’amore e che esso più è forte più sono le persone che si uniscono, l’umanizzazione pittorica delle tre sale parto è stata resa possibile da tutte le donazioni ricevute dal 5 per mille, un gesto semplice d’amore che racchiude in se tutto l’amore di Dio.”
“Ringrazio l’Associazione Cuore e mani aperte ODV, sempre attenta ai bisogni dei pazienti, delle donne in questo caso, al loro benessere psicofisico e all’accoglienza nei nostri reparti. La donazione della decorazione pittorica di tre sale parto e il letto da parto si inseriscono nel percorso di umanizzazione delle cure e dei luoghi di cura che da tempo sosteniamo e supportiamo con convinzione. Le associazioni arrivano con efficacia dove noi a volte, per le ragioni più diverse, non riusciamo a intervenire. Motivo in più per dire loro Grazie di cuore” ha commentato il Direttore generale di ASL Lecce Stefano Rossi.
L’Associazione Cuore e mani aperte OdV è un ente del Terzo Settore che opera all’interno del nosocomio leccese da più di venti anni, grazie al sogno e vocazione del cappellano, Don Gianni Mattia, che ne è fondatore e presidente. L’Associazione ha saputo rendersi luogo di cura e rifugio per chi sta affrontando una sfida per la vita e crede nella potenza di un sorriso, attraverso la clownterapia, la Bimbulanza, la Casa di accoglienza e tanti altri progetti.
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