Attualità
Parte da Corigliano il TANGO-Circular
Progetto finanziato dal programma Erasmus+ per formare operatori agricoli e stakeholder, in tema di valorizzazione di ciò che è considerato “rifiuto” agricolo

Si è svolto ieri pomeriggio (28 giugno) il primo appuntamento del ciclo di incontri partecipati di Tango-Circolar, progetto finanziato dal programma Erasmus+ con l’obiettivo di offrire una formazione specifica agli operatori agricoli e altri stakeholder, in tema di valorizzazione di ciò che è considerato “rifiuto” agricolo, puntando almiglioramento dei ricavi economici e della sostenibilità ambientale delle produzioni.

Cinque i Paesi europei coinvolti dal progetto, quindici i partner istituzionali, fra cui l’Unione delle Province Pugliesi, guidata dal presidente Stefano Minerva.
Ad aprire i lavori, moderati dal giornalista de Il Nuovo Quotidiano di Puglia Giuseppe Martella, la sindaca di Corigliano d’Otranto, Dina Manti, che ha ringraziato il Presidente e tutta l’Unione delle Province per «il lavoro che si continua a fare sul territorio. Occasioni come quella di oggi ci consentono di costruire reti virtuose e di diffondere la cultura della partecipazione alle scelte. Così facendo, cittadini, associazioni, imprese e Amministrazioni locali possono veramente assumersi la responsabilità del cambiamento».

Del resto, era stato proprio il presidente Minerva a evidenziare che «nonostante il quadro normativo di riferimento abbia visto negli ultimi anni una riduzione significativa delle risorse e delle competenze assegnate alle Province, non smettiamo di offrire il nostro contributo in termini di coordinamento e governance territoriale.
Tango-circular, grazie al lavoro della Direzione generale retta dal dott. Roberto Serra, è infatti l’ennesimo esempio di come le Province pugliesi sappiano cogliere la sfida del futuro, rimboccandosi le maniche e lavorando fianco a fianco con cittadini, enti, istituzioni, imprese ed associazioni di categoria».

Durante l’incontro, alla presenza di amministrazioni locali, esperti, associazioni di categoria e cittadini, è stato proprio il Direttore generale Serra a chiarire il motivo per cui l’UPI Puglia ha voluto fortemente essere parte di un progetto che vede insieme cinque Stati e quindici partner istituzionali di progetto: «L’Unione delle Province Pugliesi, tenendo fede al suo essere associazione degli Enti di Area Vasta, continua a dimostrare le proprie capacità di organizzazione e governance territoriale. Nel caso di specie, UPI si è fatta promotrice di un modello di disseminazione dei risultati progettuali di TANGO-Circular che non fosse unicamente basato su sistemi frontali, ma fondato sul concetto di partecipazione e coinvolgimento diretto degli stakeholders.
A quello di oggi, infatti, seguiranno altri appuntamenti lungo il territorio pugliese, facendo sì che l’innovazione del progetto sia compresa e praticata, poi, conseguentemente anche ai cicli formativi previsti in collaborazione con le associazioni di categoria».
Nel dettaglio, così come spiegato dal docente universitario e coordinatore di progetto Pietro Picuno, «TANGO-Circular nasce dalla consapevolezza che, se adeguatamente gestiti e inseriti in una corretta catena di valore, i rifiuti agricoli, organici e non, possono rivelarsi una nuova risorsa da valorizzare nel quadro di un approccio all’economia circolare, specialmente nelle aree rurali.
Tuttavia, sebbene l’agricoltore sia responsabile della gestione del fine vita dei sottoprodotti e dei rifiuti agricoli, non è in grado di farlo da solo. Pertanto, gli agricoltori, così come gli altri stakeholder coinvolti nella relativa catena di valore, meritano una formazione specifica, che attualmente non esiste in tutta Europa».
Da qui il cofinanziamento delle attività progettuali da parte dell’Unione Europea.
«Scopo di Tango-Circular è dunque contribuire allo sviluppo degli ecosistemi regionali tramite un modello di apprendimento basato sul lavoro, grazie ad un approccio a ‘Quadrupla Elica’ che coinvolge le Istituzioni pubbliche (Ministeri, Regioni, Enti Locali e Agenzie), enti preposti alla formazione professionale, stakeholder privati (associazioni di agricoltori, collezionisti/imprese di riciclaggio/associazioni) e società civile (ONG, associazione no-profit)» ha spiegato Picuno.
Appuntamenti
Nuova Guardia Medica a Tricase, domani l’inaugurazione
I locali, in via San Tommaso D’Aquino nel rione di Tutino, ospiteranno anche Serd e Neuropsichiatria Infantile. Il sindaco Antonio De Donno: «Restituita alla cittadinanza una sede moderna, accessibile e finalmente pronta a garantire servizi essenziali»

La nuova sede della Guardia Medica di Tricase è nel rione di Tutino, in via San Tommaso D’Aquino.
Sarà inaugurata domani, giovedì 18 settembre, alle ore 11.
«Un traguardo importante per la nostra comunità», ha sottolineato il sindaco Antonio De Donno, «finalmente i locali messi a disposizione dal Comune di Tricase, dopo un accurato intervento di adeguamento e abbattimento delle barriere architettoniche, sono pronti ad accogliere servizi fondamentali per i cittadini».
Nei locali di via San Tommaso D’Aquino troveranno spazio, insieme a quello di Continuità Assistenziale, anche altri servizi di grande rilievo sociosanitario, come il Serd e la Neuropsichiatria Infantile.
«Un risultato frutto della collaborazione tra istituzioni», ha aggiunto il primo cittadino, «che ha permesso di restituire alla cittadinanza una sede moderna, accessibile e finalmente pronta a garantire servizi essenziali».
Durante l’inaugurazione di domattina porteranno i loro saluti istituzionali oltre al sindaco Antonio De Donno, il direttore generale dell’ASL Lecce, Stefano Rossi, e il direttore del Distretto Socio-Sanitario, Pierpaolo D’Arpa.
Seguirà la benedizione a cura di 𝐝𝐨𝐧 𝐏𝐚𝐬𝐪𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐂𝐚𝐫𝐥𝐞𝐭𝐭𝐚, della Parrocchia Santa Maria delle Grazie di Tutino.
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Attualità
Tricase: su JAMA Neurology studio sulla diffusione della demenza frontotemporale
La nota rivista di neurologia statunitense ha pubblicato lo studio internazionale realizzato dal Centro per le malattie neurodegenerative di Tricase

Un nuovo studio internazionale guidato dal Centro per le Malattie Neurodegenerative e per l’Invecchiamento Cerebrale dell’Università di Bari “Aldo Moro” Pia Fondazione Cardinale Panico di Tricase ha fornito le stime più aggiornate e solide sulla diffusione della demenza frontotemporale, una delle principali cause di demenza a esordio precoce, con circa 2 casi su 5 che si manifestano prima dei 65 anni.
La ricerca, una review sistematica e meta-analisi che ha riunito i dati di 32 studi condotti in tutto il mondo, è stata pubblicata su JAMA Neurology, una delle riviste più prestigiose e influenti a livello mondiale nel settore della neurologia e delle neuroscienze cliniche. I risultati mostrano che la demenza frontotemporale ha un’incidenza di 2,3 casi ogni 100.000 persone-anno e una prevalenza di 9,2 casi ogni 100.000 abitanti. Pur essendo meno frequente rispetto alla demenza di Alzheimer ed alla malattia di Parkinson, la demenza frontotemporale ha una frequenza paragonabile alla demenza a corpi di Lewy e superiore a quella di malattie neurodegenerative rare come paralisi sopranucleare progressiva, sindrome corticobasale e sclerosi laterale amiotrofica. È inoltre tra le cause più importanti di demenza giovanile, con esordio sotto i 65 anni, un dato fondamentale per orientare la pianificazione sanitaria e garantire un adeguato sostegno alle famiglie colpite.
Lo studio porta la firma dei dott. Daniele Urso e Stefano Giannoni-Luza, insieme alla prof.ssa Carol Brayne (Università di Cambridge), al prof. Nicolas Ray (Università di Ginevra) e al prof. Giancarlo Logroscino direttore del Centro per le Malattie Neurodegenerative e l’Invecchiamento Cerebrale dell’Ospedale Panico di Tricase-UniBa, coordinatore del lavoro.
«Queste nuove stime», sottolinea il prof. Logroscino, «rappresentano un punto di riferimento per la pianificazione sanitaria e la ricerca clinica. La demenza frontotemporale, pur essendo rara, ha un impatto rilevante sulle famiglie e necessita di percorsi diagnostici e assistenziali dedicati».
I risultati della ricerca mettono in luce anche le sfide diagnostiche della variante comportamentale della demenza frontotemporale, spesso confusa con disturbi psichiatrici, con conseguenti ritardi diagnostici medi di 5–6 anni.
Lo studio rappresenta un riferimento fondamentale per la pianificazione sanitaria e per i futuri studi sulla prevenzione, la diagnosi precoce e le terapie innovative contro la demenza frontotemporale.
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Attualità
I primi Crediti Verdi in Italia sono salentini
Con Olivami è possibile compensare le emissioni di carbonio con gli alberi di ulivo. Simone Chiriatti: «Traguardo storico, i nostri crediti di carbonio sono alberi che crescono e famiglie che restano»

Da oggi è possibile compensare le emissioni di carbonio in Italia sostenendo la rinascita dell’olivicoltura nel Salento.
Nasce con Olivami ETS una nuova opportunità per tutelare la biodiversità con la compensazione delle emissioni inquinanti. Impegnata nella riforestazione partecipata del Salento colpito dalla Xylella, l’associazione Olivami ha infatti ottenuto la certificazione ufficiale dei propri crediti di carbonio da parte di Climate Standard, secondo i criteri della norma internazionale ISO 14064-2.
Gli uliveti curati sono in grado di assorbire più CO2 di quanta ne emettano e questo saldo positivo si trasforma in carbonio, commerciabile sui mercati.
Un progetto dalla visione globale che rappresenta il tentativo concreto di trasformare la sostenibilità ambientale in sostenibilità economica, offrendo ai contadini nuove entrate attraverso i mercati del carbonio.
Si tratta di un traguardo storico per il Salento: aziende e organizzazioni possono compensare le proprie emissioni senza uscire dai confini nazionali, contribuendo concretamente alla rigenerazione ambientale, sociale ed economica di un territorio fragile ma ricco di valore umano e agricolo.
A CARPIGNANO SALENTINO
La certificazione segue un audit indipendente condotto da Climate Standard con livello di assicurazione “ragionevole”, che ha verificato la piena conformità dei progetti di Olivami agli standard richiesti.
Il primo progetto validato è Zona Colavecchi, a Carpignano Salentino: 4,62 ettari di uliveto riforestato con 1.150 piante di varietà Favolosa, capaci di generare nel 2025/26 crediti di carbonio certificati.
Gli assorbimenti di CO₂ sono stati calcolati secondo metodologia proprietaria TCR – Trusted Carbon Reduction, sviluppata da Carborea, società benefit spin-off tecnico-scientifico di Olivami.
Lo standard, validato da RINA nel febbraio 2025, assicura criteri di misurabilità, verificabilità, tracciabilità e permanenza, grazie a: dati georeferenziati, contratti ventennali con gli agricoltori, tecnologia blockchain per la tracciabilità dei crediti. L’oliveto si riscopre dunque alleato strategico nella lotta al cambiamento climatico per la sua grande capacità di assorbire e immagazzinare anidride carbonica.
SVOLTA ECOLOGICA
Ha aperto la nuova stagione della compensazione italiana è stata la BCC di Terra d’Otranto, prima banca ad acquistare i crediti certificati da mille ulivi.
Nei mesi scorsi altri pionieri avevano già sostenuto Olivami, tra cui TÜV Italia, Banca Popolare Pugliese, CBI, Biografilm e Di Ciero.
Una sperimentazione che oggi si trasforma in possibilità concreta per le multinazionali.
«Acquistando i crediti di carbonio generati dai nuovi impianti di ulivo, le aziende non solo compensano le proprie emissioni: diventano parte attiva della rinascita del Salento», spiega Simone Chiriatti direttore di Olivami, «ogni credito sostiene la crescita delle giovani piante e garantisce agli agricoltori un supporto economico fondamentale. Non possiamo continuare ad acquistare crediti da paesi lontani ignorando ciò che accade qui, in Italia. Con Olivami, la transizione ecologica è anche rigenerazione sociale ed economica, radicata nel nostro territorio».
AMBIENTE, COMUNITÀ ED ECONOMIA
Fondata nel 2022, Olivami ETS ha piantato 300mila alberi, donato oltre 50mila ulivi a circa 500 agricoltori salentini, favorendo la riforestazione partecipata attraverso il meccanismo dell’adozione aziendale di ulivi.
Ha realizzato 230 giardini per medie e grandi imprese (Deloitte, Deghi, Raffo, Sella, Transcom, Acquedotto Pugliese, CDS Hotel, CBI, BSG) con oltre 15.mila piante adottate.
Novemila litri d’olio sono stati spediti agli adottanti nel mondo.
Da questa esperienza, nel 2024 è nata Carborea, con l’obiettivo di creare un modello replicabile di carbon farming locale in grado di generare valore sia ambientale sia economico.
I crediti Olivami non sono semplici numeri: sono alberi che crescono, famiglie che restano, giovani che lavorano, agricoltori che tornano a credere nella loro terra.
Una scelta concreta e trasparente per le aziende che vogliono investire nella transizione ecologica sostenendo un progetto italiano, verificato e ad alto impatto.
Con questa iniziativa, Olivami conferma il suo ruolo di riferimento nell’innovazione del settore e nella promozione dell’olivo come risorsa strategica di Puglia, sia per il clima sia per lo sviluppo delle aree rurali.
Una pianta antica che continua a dimostrarsi attuale e indispensabile.
Il futuro dell’olivicoltura si costruisce anche così: attraverso la cura della pianta, campi capaci di assorbire cambiamenti, una filiera più sostenibile.
I produttori possono finalmente raccogliere le loro olive e anche il valore invisibile del loro impegno: il carbonio.
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