Attualità
Prima persona plurale
Nel Salento un progetto innovativo per i diritti dei minori figli delle persone detenute, dentro e fuori la casa circondariale borgo San Nicola di Lecce

Un’iniziativa ambiziosa, complessa e innovativa che promuove i diritti delle bambine e dei bambini, figli delle persone detenute, mirando a costruire un futuro migliore per i minori e i loro cari.
Un modello di intervento integrato per contrastare la povertà educativa e favorire la connessione tra carcere, società e comunità educante.
Nel Salento ha preso il via Prima Persona Plurale – Noi siamo qui, un progetto ideato e promosso da Fermenti Lattici APS con un ampio partenariato pubblico-privato, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
La finalità è creare una rete di supporto integrata, favorendo il benessere familiare e rafforzando il legame genitoriale dentro e fuori la Casa Circondariale Borgo San Nicola di Lecce.
I DIRITTI DELL’INFANZIA
Prima Persona Plurale aderisce alla Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti, promossa nel 2014 dal Ministero della Giustizia, dall’Autorità Garante per l’Infanzia e Adolescenza e dall’associazione BambiniSenzaSbarre Onlus, e si ispira ai principi della Convenzione sui diritti dell’infanzia.
Approvata il 20 novembre 1989 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite sanciva per la prima volta che tutti i bambini e le bambine hanno diritti alla sopravvivenza, allo sviluppo, alla protezione e alla partecipazione.
La metodologia sperimenta interventi integrati caso per caso attraverso la collaborazione tra Casa Circondariale, Comune di Lecce (servizi sociali|welfare) ed enti del terzo settore. L’obiettivo è infatti quello di garantire ai minori (0/17 anni) forme adeguate di accoglienza durante le visite in carcere e favorire opportunità di crescita personale e culturale.
DENTRO IL CARCERE
Il progetto prevede l’accoglienza per circa 300 minori in visita ai genitori detenuti e momenti ricreativi per rafforzare i legami familiari, come feste (compleanni, Festa della Mamma e del Papà, Befana, altre occasioni), spettacoli teatrali curati dalla compagnia Principio Attivo Teatro e sessioni di pet therapy con Frida grazie all’associazione Megghy.
In partenza anche Il Cinemino, un momento dedicato a mamme e bambini per condividere del tempo di qualità guardando un film. È previsto anche un servizio di trasporto gratuito per le famiglie provenienti dai comuni dell’Ambito Territoriale di Gagliano del Capo, dove opera Arci Cassandra.
FUORI DAL CARCERE
Nel corso degli anni saranno offerti supporto allo studio, laboratori educativi e iniziative ricreative nelle biblioteche comunali OgniBene e L’Acchiappalibri e in altri centri culturali.
Una particolare attenzione sarà rivolta agli spazi di accoglienza come Villa Adriana, struttura dedicata alle persone detenute in permesso e alle loro famiglie, in collaborazione con Comunità Speranza.
Qui, anche con i materiali montessoriani di Boboto, si realizzeranno attività ludiche e momenti di condivisione. Sono previste gite e visite ai musei, oltre al campo estivo nelle biblioteche.
Il progetto include presidi di ascolto psicologico con le esperte e gli esperti di PSIFIA – Psicoterapeuti per la famiglia, l’infanzia e l’adolescenza, incontri formativi per operatori e addetti ai lavori, la redazione della Carta dei Servizi per la Famiglia a cura di Antigone Puglia.
Attraverso l’affido culturale e il cofinanziamento comunitario della Cultura del sospeso, saranno sostenuti percorsi di sport, teatro, musica e danza per valorizzare e incoraggiare i talenti dei minori.
IL PROGRAMMA
Le attività, che proseguiranno sino al gennaio 2028, sono già in corso: ogni giorno, dal lunedì al venerdì, le bambine e i bambini vengono accolti durante le visite in carcere e una volta al mese anche grazie alla pet therapy; ogni martedì e giovedì dalle 15 alle 17 continua l’aiuto-compiti nella biblioteca L’Acchiappalibri, mentre ogni giovedì alle 16:30 si svolgono laboratori di lettura.
I PARTNER
Il progetto, ideato e promosso dall’associazione Fermenti Lattici APS, coinvolge infatti un ampio partenariato pubblico-privato che coinvolge oltre alla Casa Circondariale Borgo San Nicola e al Comune di Lecce anche l’Università del Salento (Dipartimento di Scienze Umane e Sociali), Arci Cassandra, Comunità Speranza, l’associazione Megghy, Boboto – Società Benefit, Antigone Puglia, PSIFIA – Psicoterapeuti per la famiglia, l’infanzia e l’adolescenza, CoolClub – Società Cooperativa e Impresa Sociale, Principio Attivo Teatro e Aragorn, un’agenzia specializzata nel Terzo Settore.
CON I BAMBINI
Il progetto Prima persona plurale è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione Con il sud. Info www.conibambini.org.
📍 Segui il Gallo
Live News su WhatsApp 👉 clicca qui
Andrano
Tartaruga liberata da rete fantasma
Associazione “A Mare”, straordinario salvataggio a Marina di Andrano: la grande Caretta Caretta visibilmente provata ma in buone condizioni, ha potuto riprendere a nuotare libera

Un commovente intervento di salvataggio ha avuto luogo oggi pomeriggio lungo la costa di Marina di Andrano, dove una tartaruga marina Caretta Caretta di grandi dimensioni è stata ritrovata in difficoltà, intrappolata in una rete fantasma.
A intervenire prontamente sono stati i rappresentanti dell’associazione A Mare, realtà da sempre impegnata nella protezione dell’ambiente marino.
A guidare l’operazione tre volontari esperti: Dario Urso, Antonio Pellegrino e Danilo Minonne, che con grande abilità e delicatezza sono riusciti a liberare l’animale dalla rete e a restituirlo al mare in tutta sicurezza.
La tartaruga, visibilmente provata ma in buone condizioni, ha ripreso a nuotare libera.
“Questi salvataggi sono la dimostrazione concreta di quanto sia urgente proteggere il nostro mare e le creature che lo abitano“, ha commentato uno dei volontari.
Le reti fantasma, abbandonate o perse in mare, continuano a rappresentare una delle più gravi minacce per la fauna marina, causando ogni anno la morte di migliaia di animali.
L’associazione A Mare lancia ancora una volta un appello alla cittadinanza: occhi aperti in mare e segnalazioni tempestive possono fare la differenza.
La salvaguardia dell’ecosistema marino è una responsabilità collettiva.
Attualità
Olio lampante nelle mense scolastiche: a Taurisano la rabbia fa 90
Quasi cento famiglie si riuniscono in una class action per chiedere al Comune di recedere dal contratto con “La Fenice”, finita sotto inchiesta. Mentre un’assessora non è d’accordo con la decisione della maggioranza, il sindaco spiega: “Prendiamo decisioni oculate: e se la ditta fosse innocente?”

di Lorenzo Zito
L’inchiesta che ha travolto la società La Fenice, con sede a Galatone, continua a scuotere il Salento. L’azienda gestisce da anni 25 centri di cottura su cui si struttura il servizio mensa per bambini e anziani in 38 Comuni, ma da mesi è al centro di un’indagine della Procura di Lecce che ipotizza una frode alimentare di vaste proporzioni: nei piatti sarebbero finiti migliaia di litri di olio non extravergine, in alcuni casi addirittura olio lampante, non idoneo al consumo umano. Un prodotto fornito da un’azienda calabrese, anch’essa finita nel mirino degli inquirenti.
Le accuse mosse dalla Guardia di Finanza e dall’Ispettorato centrale per la repressione delle frodi sono pesanti: frode nelle pubbliche forniture, vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine, violazioni delle denominazioni protette. Già nel luglio scorso erano stati sequestrati oltre 6mila litri di olio adulterato, mentre le indagini hanno stimato in almeno 38 tonnellate la quantità di prodotto non conforme utilizzata tra il 2023 e il 2024.
Le grandi domande che aleggiano attorno al caso sono principalemente due. La ditta La Fenice sapeva di utilizzare olio non conforme? Ed al netto di questo, oggi, i Comuni che con questa azienda hanno in essere un contratto d’appalto, come si devono comportare? Le risposte potrebbero sembrare scontate, ma non lo sono. La riprova è nelle scelte divergenti delle amministrazioni travolte dalla questione.
CHI HA DETTO ‘STOP’
Alla luce dello scandalo, sono diversi i Comuni che hanno deciso di tagliare i rapporti con La Fenice. Tra questi figurano Racale, Casarano, Castrignano del Capo e Presicce-Acquarica. La linea seguita da queste amministrazioni è netta: la perdita di fiducia verso la ditta è tale da non consentire una prosecuzione, indipendentemente dall’esito finale del procedimento penale. In altri casi invece, laddove la scadenza naturale dell’incarico era prossima, si è deciso di non agire, lasciando che fosse il tempo a fare il suo corso.
Una posizione che va nella direzione opposta è quella di chi ha scelto la prudenza giuridica. Ed è qui che entra in gioco il caso più controverso: Taurisano.
“AUMENTATE LE ISCRIZIONI A MENSA”
A Taurisano la vicenda ha assunto toni particolarmente accesi. Il Comune ha infatti deciso di non recedere dal contratto con La Fenice, scatenando le proteste di decine di famiglie e la nascita di una class action che oggi conta circa 90 adesioni.
Nonostante questo fronte comune, il sindaco Luigi Guidano non ha cambiato idea. Lo abbiamo allora interpellato per approfondire le ragioni della scelta: “La decisione del Comune è dettata da un duplice compito: da un lato tutelare la salute dei cittadini, dall’altro salvaguardare gli interessi della città”, ha spiegato. “Per il primo aspetto abbiamo approvato all’unanimità in Consiglio un nuovo regolamento comunale che ci consente maggiori possibilità di controllo e di sollecito agli organi competenti, come NAS e ASL. Per il secondo aspetto, invece, non abbiamo receduto dal contratto perché questa procedura esporrebbe il Comune a rischi notevoli.”
Il riferimento è alla possibilità che un’eventuale rescissione comporti l’interdizione della ditta dalle gare pubbliche. “Esiste un sistema giudiziario che stabilirà se quanto sospettato è effettivamente accaduto. Noi non possiamo sostituirci alla legge, che presume l’innocenza fino a prova contraria. Se a fine procedimento la società dovesse risultare innocente, si rivarrebbe automaticamente sul Comune. Chi pagherebbe a quel punto i danni?”
Il sindaco riconosce la delicatezza della questione:“Senz’altro non è una decisione semplice. Allo stesso tempo, però, devo dire che quest’anno gli iscritti al servizio mensa sono più dell’anno scorso. Motivo per cui forse la scelta dell’amministrazione non è così azzardata.”
L’ASSESSORA CONTROCORRENTE
Durante l’ultimo consiglio comunale, però, non tutto è filato liscio. L’assessora Valeria Carolì, delegata tra le altre cose ad asili nido ed edilizia scolastica, pur appartenendo alla maggioranza, ha scelto di non allinearsi del tutto alla linea del sindaco. Mentre il primo cittadino, seduto alle sue spalle, le ricordava che il suo intervento esulava dall’ordine del giorno, tra gli applausi scroscianti di quanti erano accorsi a seguire di persona il consiglio comunale, ha affermato:“Ben venga il regolamento, ma potrebbe non bastare. Se è vero quanto emerso dalle ultime indagini, la ditta La Fenice sapeva. Questo rappresenterebbe un grave inadempimento, sufficiente ad una risoluzione contrattuale ai sensi della legge”.
Un gesto percepito da molti cittadini come un atto di coscienza e di onestà, che ha messo in evidenza come il dibattito non divida soltanto le famiglie e l’amministrazione, ma anche la stessa maggioranza.
Il sindaco tuttavia, interpellato sulla divergenza, ha minimizzato: “L’assessora ha esposto liberamente il suo punto di vista, come è giusto che sia, anche se non era quello l’oggetto del dibattimento. Non c’è nessuna frattura all’interno della maggioranza.”
GLI ULTIMI SVILUPPI
Le ultime rivelazioni cui fa riferimento l’assessora aggravano il quadro. Da quanto emerso, già nel 2019 un’analisi chimica segnalava come l’olio fornito non rispettasse i requisiti dell’extravergine. Nonostante ciò, la ditta avrebbe continuato a impiegarlo nei pasti destinati a bambini e anziani.
Dagli atti emergerebbe inoltre il ruolo di un dipendente di La Fenice, stretto collaboratore del legale rappresentante, già gravato da precedenti per frode nelle pubbliche forniture. Sarebbe stato lui a gestire i rapporti con il fornitore calabrese, ricevendo in cambio regalie alimentari — salumi, formaggi, vino — a testimonianza di un legame consolidato e di una consapevolezza interna alla ditta. Questi elementi spostano l’asse della responsabilità: non solo i fornitori calabresi, dunque, ma anche chi in La Fenice avrebbe dovuto vigilare sulla qualità dei prodotti distribuiti.
Mentre le indagini proseguono, le famiglie sono preoccupate e cresce la tensione. Attraverso gli avvocati Luca Puce e Davide Micaletto, hanno annunciato nuove iniziative. La richiesta è chiara: rescindere il contratto. Nelle parole di alcuni genitori, che preferiscono restare anonimi, tutta la preoccupazione:“Non c’è più fiducia nella ditta. L’unica forma di garanzia è la rescissione. Il regolamento non è sufficiente. Gli ultimi sviluppi emersi, il sapere che sapevano, ci ha ulteriormente sconcertato”.
In queste ore, le famiglie sarebbero pronte a reiterare ufficialmente la richiesta al Comune e a rendere pubblica una nuova comunicazione nei prossimi giorni.
UNA PARTITA ANCORA APERTA
La vicenda delle mense non si chiude qui e tra divergenze, nuovi regolamenti (in più Comuni) ed indagini in corso, la partita è tutt’altro che conclusa. Tra diritto alla salute, presunzione di innocenza, conti pubblici da salvaguardare e fiducia ormai compromessa, il caso continua a rimanere un banco di prova delicato per l’intero territorio salentino.
L’esame delle responsabilità, a prescindere dall’esito giudiziario, fa scattare un campanello d’allarme. Possono trascorrere così tanti anni prima che le autorità approfondiscano a dovere cosa c’è dietro a dozzine di bandi pubblici vinti (su tutto il territorio provinciale e nello stesso settore) dallo stesso interlocutore?
Attualità
Lettera senza…risposta: la “questione tempo pieno” a Racale
Niente sezione a 40 ore a Racale ed 8 bambini vanno ad Alliste. Le mamme non le mandano a dire: “La scuola non è solo abbecedario”. Ma la dirigente fa scena muta

di Lorenzo Zito
Quest’anno otto bambini di Racale hanno iniziato la prima elementare fuori dal loro paese, ad Alliste. Una scelta non programmata, né desiderata dalle famiglie, ma resa necessaria dall’impossibilità di attivare una sezione a tempo pieno nella scuola primaria di via Mazzini.
Le mamme coinvolte hanno affidato il loro sfogo a una lettera indirizzata alla dirigente scolastica. Un testo appassionato, denso di delusione e di richiami al senso di comunità: «I nostri bambini, figli di Racale, frequenteranno la prima elementare ad Alliste, in una scuola dove ci hanno accolto felici e non ci hanno trattato come un problema da risolvere».
Il racconto parte da gennaio, quando le famiglie avevano regolarmente iscritto i figli al tempo pieno. Nessuna comunicazione ufficiale è arrivata fino a fine giugno, quando — “da voci di corridoio” — si è diffusa la notizia che la classe non sarebbe partita e che i bambini erano stati spostati d’ufficio sul tempo normale. «Pensavamo di poter trovare una soluzione condivisa — scrivono — ma ci è stato detto che non c’erano possibilità e che l’unica strada era coinvolgere la politica».
Dopo un incontro con la dirigente e successivi contatti con l’Ufficio scolastico provinciale e il sindaco, la situazione non si è sbloccata. In una frase riportata dalle famiglie, rimasta particolarmente impressa, si legge: «Il nostro incontro si è concluso con lei che, inopportunamente, ci ha detto che in fondo lei non piangeva se otto bambini andavano via dalla sua scuola». Da quel momento è maturata la decisione di rivolgersi al comprensivo di Alliste, dove — raccontano — «ci hanno spalancato le porte, accogliendo i nostri bambini con entusiasmo».
Nei giorni seguenti è arrivata una nuova proposta da Racale: il tempo pieno sul plesso di via Siena. Ma ormai il dado era tratto. «Ci eravamo già sentiti accolti ad Alliste e sicuri di poter affidare loro i nostri bambini», scrivono le mamme. Una decisione che, spiegano, non è stata presa a cuor leggero: «La scuola non è solo abbecedario e operazioni matematiche: la scuola è sogno ed esempio».
IL SINDACO: «NON È GIUSTO»
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Racale, Antonio Salsetti, che rivendica l’impegno dell’amministrazione sul fronte scolastico e annuncia l’apertura di un confronto pubblico.
«In questi anni di impegno civile e istituzionale molto è stato fatto, sicuramente molto altro si potrà fare. Ma una cosa posso dirla senza timore di smentita: abbiamo investito sulla scuola da subito e continueremo a farlo», ha dichiarato.
Il primo cittadino, appreso del caso, ha convocato «un tavolo di comunità per analizzare e capire le ragioni di una serie di criticità che hanno portato alla lettera da parte di alcune mamme di Racale. I bambini sono il nostro futuro, la nostra priorità. Non è giusto che vadano via».
SCENA MUTA
Abbiamo contattato la dirigente scolastica del Comprensivo “Angelo Vassallo” di Racale, Stefania Manzo, per potervi illustrare con chiarezza e completezza quanto accaduto. Per indagare appieno le ragioni che hanno portato a questa situazione. Per offrire (a lei) l’opportunità di far sentire la propria versione dei fatti, anche in risposta ad una lettera (densa di comprensibile livore) che non le manda a dire. Ma non abbiamo trovato terreno fertile. La dirigente ha preferito non entrare nel merito: non ha colto il nostro invito. “Chiarirò nelle sedi opportune. E se lo riterrò, interverrò quando sarà il caso“, ha affermato, certamente con le sue ragioni. La risposta, a scanso di equivoci, non la deve a noi, ma ai veri protagonisti di questa vicenda. Quegli otto bambini, quei “figli di Racale” che, da oggi, sono un po’ anche figli di Alliste. Chissà loro, tra qualche anno, come racconteranno al mondo questa vicenda.
-
Corsano2 settimane fa
Insieme per celebrare i 40 anni, fra ricordi, battute e risate
-
Attualità5 giorni fa
Incidente in scooter: muore 32enne a Racale
-
Cronaca1 settimana fa
Crack ed eroina: fermata coppia di Gagliano del Capo
-
Cronaca1 settimana fa
Spaccate nella notte a Ruffano: colpi a raffica per pochi spiccioli
-
Attualità2 settimane fa
Aspettando il primo giorno di scuola: «Superiori arrivo»
-
Appuntamenti4 settimane fa
Corsano: la “Classe ’75” festeggia il mezzo secolo
-
Cronaca6 giorni fa
Spari nella notte a Ruffano: 17enne ferito all’addome
-
Attualità4 settimane fa
A Parabita la 14esima “Scalata delle Veneri”