Attualità
Salve, la piscina sette anni dopo
l vicesindaco Giovanni Lecci: «Resta un buco nero nella storia salvese.
Stiamo provando a rimediare errori di altri. Contiamo di finire i lavori entro la prossima estate»
di Giuseppe Cerfeda
Quello della piscina di Salve è a tutt’oggi un problema irrisolto anche se, ci garantiscono dal Comune, tutti gli sforzi sono indirizzati al recupero della struttura e alla sua (nuova) messa in funzione.
Con un’utenza di un migliaio di nuotatori, era il punto di riferimento per tanti che si recavano a Salve da tutti i paesi del Capo di Leuca.
Quando la piscina era in funzione vi lavoravano tra istruttori e addetti alla manutenzione e alle pulizie circa 20 persone che, in seguito alla chiusura per lavori di ristrutturazione nel 2018 sono stati licenziati.
Nonostante la fine dei lavori (assegnati all’Impresa Venna S.R.L. di Taurisano per un importo di euro 950.000 mila) fosse prevista dal bando per il marzo 2023, ancor oggi la struttura, almeno agli occhi di chi guarda dall’esterno, sembra lontana dall’essere completamente recuperata.
Abbiamo ricostruito la storia della Piscina comunale salvese con l’assessore comunale Giovanni Lecci (vicesindaco con delega ai Lavori Pubblici, all’Urbanistica, al Personale, allo Sport e alla Polizia Municipale) che ha ripercorso gli accadimenti recenti relativi alla struttura e illustrato le prospettive.
LA RICOSTRUZIONE
«Secondo me e secondo l’amministrazione che si è insediata nel 2018», esordisce l’amministratore che, nominato dalla Provincia, all’epoca, è stato anche direttore dei lavori, «la piscina è un brutto “buco” nella storia salvese. Realizzata sul finire del secolo scorso (ultimata nel 2001) nasce da una compartecipazione tra Provincia e Comune. Divise le spese, l’appalto è stato gestito interamente dalla Provincia mentre il Comune ha messo a disposizione il terreno su cui far sorgere la struttura».
La spesa a carico del Comune sarebbe poi stata rimborsata con rata semestrale da chi si sarebbe aggiudicato l’appalto e avrebbe gestito obbligatoriamente l’impianto natatorio per 15 anni.
«Negli anni in cui noi non eravamo amministratori né di maggioranza né di minoranza», ricostruisce Lecci, «la piscina è stata gestita dalla società che si aggiudicò l’appalto e che quindi era obbligata, secondo convenzione, a restarci per 15 anni. Non passò molto tempo, però, che questa non pagò più le rette al Comune che, a sua volta, non potè girare i soldi alla Provincia e alla Banca del Credito Sportivo che aveva concesso il mutuo. Contrariamente a quanto prevedeva la convenzione e, quindi, contravvenendo agli obblighi contrattuali sottoscritti con Comune e Provincia, chi si era aggiudicato il bando lasciò la gestione a una nuova società. Dopo un paio d’anni anche questo nuovo accordo venne meno: la società subentrata si sciolse e le polizze fideiussorie sottoscritte a suo tempo andarono a scadenza, non permettendo al Comune di rivalersi in alcun modo. Così quando ci insediammo, nel 2018, trovammo un debito di un milione di euro nei confronti della Provincia di Lecce e una struttura in stato di abbandono e degrado».
C’è un altro aspetto del periodo antecedente l’insediamento dell’amministrazione guidata dal sindaco Francesco Villanova, che Lecci vuole rimarcare: «Rendendosi conto che quella della Piscina era una questione di non poco conto anche sul piano sociale, i vecchi amministratori la diedero in gestione, salvo scoprire che la società a cui l’avevano affidata non aveva le carte in regola; pur di tenerla aperta affidarono la struttura a titolo gratuito (!?) a un’altra società che, a sua volta, non ha provveduto al pagamento delle bollette di luce e dell’acqua che sono andate a carico del Comune…».
Questo fino all’insediamento della nuova amministrazione nel 2018: «Abbiamo trovato una struttura “ammalorata” sotto tutti i punti di vista con la ruggine arrivata dappertutto («scolava anche dai solai»), infiltrazioni, pompe inesistenti o malfunzionanti, filtri non attivi, ecc. Una situazione di degrado che abbiamo voluto condividere con i nostri concittadini, aprendo la struttura e permettendo loro di rendersi conto di persona».
GLI INTERVENTI IN CORSO
Constatato lo stato dei luoghi, bisognava capire come intervenire: «Ci siamo accordati con la Provincia per diminuire il debito (da un milione a 600mila euro) e dilazionarlo nel tempo. Caricatoci questo fardello, siamo divenuti proprietari della struttura. Non potendo escutere le polizze ormai scadute, siamo riusciti negli ultimi giorni del 2018, proprio poco prima della scadenza dei termini, a emettere un decreto ingiuntivo nei confronti della società che si era aggiudicata quei lavori e doveva, per forza, gestire l’impianto per 15 anni. Difficilmente riusciremo a recuperare qualcosa perché quella società a quanto pare nemmeno esiste più. Come spesso accade in Italia, pagano i contribuenti!».
EFFICIENTAMENTO E CONSOLIDAMENTO
Nel frattempo vi è stato concesso un finanziamento per il recupero.
«Ci è stato finanziato un progetto di efficientamento energetico per circa un milione di euro. I lavori sono stati iniziati e poi fermati per una perizia di assestamento».
Cos’altro è accaduto?
«Non è stata fatta manutenzione del verde e questo, negli anni, ha creato ombra sul tetto in legno, provocando un cedimento di un travone di 75 metri con conseguente pericolo di crollo. Fermato tutto per precauzione, siamo stati in Regione e abbiamo chiesto e ottenuto un finanziamento per il consolidamento statico (200mila euro). I lavori ora sono in corso. Anche per l’efficientamento energetico siamo a buon punto, sono pure installate delle macchine innovative per il trattamento dell’aria che abbatteranno i costi di esercizio del 70, 80%».
TUBI E RUGGINE
A che punto siamo?
«Dopo la redazione del progetto abbiamo scoperto che alcune tubature di circa 20 centimetri, che portano in circolo l’aria e che servono anche per il passaggio dell’acqua per il raffreddamento dei macchinari, erano talmente arrugginite da non far passare una goccia d’acqua. Probabilmente, quando la piscina era in funzione non è mai stata fatta manutenzione».
Questo lo stato attuale. Che tempi si prevedono invece perché la piscina sia di nuovo utilizzabile?
«L’obiettivo che ci siamo dato è completare l’impianto entro la prossima estate. Quindi pubblicheremo un bando per la gestione».
Attualità
Istituto penale per i minorenni: «Non può aprire in quelle condizioni»
L’onorevole salentino Leonardo Donno presenta interrogazione al ministero della Giustizia. «L’Ipm, inaugurato di recente e presentato come modello di riabilitazione all’avanguardia, riporta numerose criticità»
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«Ho presentato un’interrogazione al ministero della Giustizia per chiedere di fare chiarezza sulla situazione in cui versa l’Istituto penale per i minorenni di Lecce».
Lo ha annunciato Leonardo Donno, deputato e coordinatore regionale per la Puglia del MoVimento 5 Stelle.
«Come emerso da recenti articoli di stampa e da denunce di sindacati, l’Ipm, inaugurato di recente e presentato come modello di riabilitazione all’avanguardia, riporta numerose criticità», spiega davanti ai nostri taccuini il deputato di Galatina, «diverse organizzazioni sindacali hanno anche annunciato lo stato di agitazione del personale e chiesto il differimento dell’apertura».
Secondo i sindacati sono tante le carenze anche sul piano della sicurezza e funzionalità: «Carenze che ho potuto riscontrare anche durante la mia visita alla struttura ieri mattina, martedì 16 dicembre. Un’ispezione in cui ho avuto modo di constatare di persona diversi problemi, dalle aree che sulla carta risultano già consegnate ma che di fatto sono ancora cantieri aperti fino a criticità nei luoghi che dovrebbero ospitare i minori con derivanti rischi per la loro sicurezza e dei lavoratori. Ho avuto modo di visionare, inoltre, lavori e rifiniture che ritengo non eseguite a regola d’arte».
Altro punto contestato dalle associazioni di categoria è il personale: «L’assegnazione delle risorse è stata definita insostenibile. È chiaro che l’insieme di questi elementi non consentono alla struttura, la cui apertura era prevista per il 15 dicembre, di svolgere il ruolo per il quale è preposta. Apertura già slittata a domani, 18 dicembre, data in cui, a quanto si apprende, dovrebbero arrivare i primi minori».
Per tutti questi motivi Donno ha chiesto se «alla luce di quanto emerso, il ministero non ritenga opportuno intervenire con urgenza e posticipare l’apertura dell’istituto fino alla realizzazione completa dei lavori a regola d’arte e alla totale messa in sicurezza a garanzia e tutela degli ospiti e dei lavoratori. E se non ritenga inoltre che le risorse lavorative assegnate siano insufficienti per lo svolgimento del ruolo e preveda quindi una dotazione organica congrua».
Il deputato salentino evidenzia anche come siano state «eseguite opere pagate con denaro pubblico, e per questo sarebbe opportuna una verifica approfondita dai soggetti e responsabili interessati, per valutare la sussistenza di un possibile danno erariale».
«Unitamente ai sindacati, qualora non avessimo le dovute rassicurazioni», conclude con una per nulla velata minaccia Leonardo Donno, «valuterò una segnalazione ad Anac e alla Procura».
Attualità
Matino Comune Ambasciatore d’Italia
Si è distinto per il conseguimento del premio 100 ambasciatori nazionali e per il Premio ambasciatori d’eccellenza. il riconoscimento è stato assegnato al Comune di Matino, per l’innovativo progetto di raccolta differenziata porta a porta con contenitori intelligenti dotati di sistemi di tracciabilità, esempio virtuoso di sostenibilità ambientale, efficienza e partecipazione civica. Il sindaco Giorgio Salvatore Toma: «Son tornato da Roma», conclude il primo cittadino, «con grande orgoglio e con rinnovata responsabilità: continuerò a lavorare con determinazione affinché Matino possa crescere ulteriormente, mantenendo al centro il benessere della comunità e la valorizzazione del nostro territorio»z
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Momento centrale della cerimonia svoltasi svoltasi presso la Sala Koch di Palazzo Madama è stata la consegna del Premio Ambasciatori d’Eccellenza 2025, massimo riconoscimento dell’iniziativa, assegnato ai soli dieci vincitori individuati, tra i cento nazionali, nei principali ambiti strategici del Paese.
Tra questi dieci, relativamente all’ambito Comuni del Mezzogiorno, il riconoscimento è stato assegnato al Comune di Matino, per l’innovativo progetto di raccolta differenziata porta a porta con contenitori intelligenti dotati di sistemi di tracciabilità, esempio virtuoso di sostenibilità ambientale, efficienza e partecipazione civica.
La cerimonia di consegna del premio “100 Ambasciatori Nazionali”, come ha sottolineato il sindaco Giorgio Salvatore Toma, «rappresenta per il Comune di Matino un momento di straordinario valore istituzionale e simbolico. Ricevere questo riconoscimento nella sede del Senato della Repubblica, alla presenza di numerose e autorevoli personalità dello Stato, conferisce ulteriore significato al percorso intrapreso dalla nostra comunità. Questo premio testimonia il lavoro serio e costante portato avanti dall’amministrazione comunale, dagli uffici e dai partner coinvolti, volto a promuovere modelli di sviluppo basati su sostenibilità, innovazione e qualità della vita».
«È un risultato che appartiene all’intera città di Matino», aggiunge Toma, «e che valorizza l’impegno quotidiano di chi opera per rendere il nostro territorio sempre più efficiente, inclusivo e attento alle esigenze dei cittadini.
La partecipazione a un’iniziativa di rilievo nazionale, sostenuta dalle più alte istituzioni della Repubblica, rafforza la consapevolezza che anche i Comuni di dimensioni medio-piccole possono essere protagonisti di buone pratiche amministrative e diventare esempi virtuosi a livello nazionale».
«Son tornato da Roma», conclude il primo cittadino, «con grande orgoglio e con rinnovata responsabilità: continuerò a lavorare con determinazione affinché Matino possa crescere ulteriormente, mantenendo al centro il benessere della comunità e la valorizzazione del nostro territorio».
Il Premio Ambasciatori d’Eccellenza si conferma così un riconoscimento di riferimento a livello nazionale, volto a valorizzare il merito, le competenze e il senso delle istituzioni, contribuendo a rafforzare l’immagine dell’Italia come Paese di eccellenze riconosciute e riconoscibili nel mondo.
GLI ALTRI RICONOSCIMENTI
Per l’ambito Sicurezza Nazionale e Relazioni Internazionali, il premio è stato conferito al Generale di Squadra Aerea Luca Goretti; per la categoria Dirigenti di Enti Pubblici, Associazioni e Fondazioni, il riconoscimento è andato al consigliere Roberto Alesse, per l’elevata competenza istituzionale e la guida autorevole dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nonché per l’impegno nel rafforzare la credibilità e la cooperazione internazionale del Paese.
Nell’ambito Giuristi e Magistratura, è stato premiato il Presidente Franco Massi, per il ruolo svolto nella promozione di trasparenza, legalità e responsabilità nella gestione delle risorse pubbliche, rappresentando un punto di riferimento per la governance nazionale.
Per il settore Servizi, il Premio Ambasciatori d’Eccellenza è stato conferito a Poste Italiane.
Per il settore Ricerca e Salute, al Dott. Marcello Cattani, per il contributo allo sviluppo di studi innovativi e progetti a elevato impatto sociale, favorendo il miglioramento della qualità delle cure e il rafforzamento del dialogo tra istituzioni e comunità scientifica.
Per l’ambito Innovazione, il premio è stato conferito all’ASI – Agenzia Spaziale Italiana.
Per il settore Turismo, il riconoscimento è andato al Grand Hotel Le Sirenuse di Positano, simbolo di eccellenza nell’ospitalità di alta qualità e nella valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico italiano.
Nell’ambito Giornalismo, è stato premiato Paolo Liguori, per il contributo offerto a un’informazione rigorosa e responsabile, capace di incidere con professionalità e autorevolezza nel dibattito pubblico nazionale.
Attualità
Luminarie Parisi nello spot di Natale di Poste Italiane
Torquato Parisi: “Questa luce nasce dalla nostra terra e dal lavoro delle mani. Quando riesce ad arrivare così lontano, smette di essere solo nostra e diventa patrimonio condiviso”…
Le Luminarie Parisi 1876, storica realtà artigiana salentina con sede a Taurisano, sono partner di Poste Italiane per lo spot natalizio 2025 “La sera dei Miracoli”, girato in Puglia, tra Lecce e Monopoli e attualmente in onda sulle reti nazionali. Non un punto di arrivo, ma uno dei tanti traguardi di un percorso che vede l’artigianato salentino delle Luminarie Parisi 1876 misurarsi da tempo con scenari sempre prestigiosi.
«Siamo artigiani del Sud da generazioni e mai avremmo immaginato di arrivare fin qui», commenta Rocco Parisi. «Vedere il nostro lavoro all’interno di uno spot televisivo che parla a tutto il Paese è un’emozione che va oltre le parole».
Sulla stessa linea Torquato Parisi: «Questa luce nasce dalla nostra terra e dal lavoro delle mani. Quando riesce ad arrivare così lontano, smette di essere solo nostra e diventa patrimonio condiviso. La partnership con Poste Italiane, realtà storicamente vicina agli italiani e simbolo del Paese, rafforza ulteriormente il valore di questo nuovo traguardo».
Lo spot “La sera dei Miracoli” racconta la storia di Filippo, un bambino che spedisce un pacco speciale, carico di ricordi, al nonno scomparso. Un gesto semplice che diventa metafora di un legame che resiste al tempo e alla distanza, valorizzando il ruolo dei servizi postali come strumento di prossimità e relazione. Le immagini restituiscono scorci autentici del territorio pugliese, tra atmosfere notturne e luci natalizie.
Con questa collaborazione, Poste Italiane sceglie la Puglia, valorizzandone i territori e le competenze artigiane all’interno di uno scenario nazionale che riconosce ancora una volta nella nostra tradizione un patrimonio di valore condiviso.
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