Alessano
Se fossi don Tonino…
Lettera aperta. Scritta dal vescovo di Ugento – Santa Maria di Leuca, mons. Vito Angiuli, che tenta di simulare quello che oggi il Servo di Dio scriverebbe alla “sua” gente

A conclusione della settimana dedicata agli appuntamenti che ricordano il “dies natalis” del Servo di Dio, Tonino Bello, maestro di spiritualità incarnata, della teologica della pace, interprete autentico delle linee teologiche e pastorali emerse dal Concilio Vaticano II, il Vescovo mons. Vito Angiuli, sabato 20 aprile, alle ore 18, giorno dell’anniversario della morte, celebrerà sulla tomba di don Tonino Bello, ad Alessano, la messa di commemorazione.
Per quanto riguarda il Processo per la beatificazione, siamo alla fase diocesana che, con tutta probabilità, dovrebbe durare fino alla fine dell’anno; in questa fase vengono raccolte le testimonianze di fedeli sulle virtù eroiche del Servo di Dio. Conclusa questa fase, tutto passerà nelle mani della Congregazione delle cause dei Santi in Vaticano per l’analisi di dettaglio e per i riscontri. La tempistica di queste fasi è tutt’altro che prevedibile; pertanto non hanno fondamento le anticipazioni di date diffuse nei mesi passati da soggetti diversi dalle autorità ecclesiastiche competenti, che peraltro comunicheranno con tempestività ogni novità ufficiale riguardo al Servo di Dio, Tonino Bello.
Intanto il vescovo di Ugento – Santa Maria di Leuca, mons. Vito Angiuli, scrive una lettera aperta con la quale tenta di simulare quello che oggi il Servo di Dio scriverebbe alla “sua” gente.
Alessano, 20 aprile 2013Cari amici, forse vi sembrerà strano ricevere questa mia lettera a distanza di tempo. Sono passato vent’anni dall’ultima volta che ci siamo scambiati parole significative. Devo, però, confessarvi che non ho potuto resistere all’impeto che mi ha preso dopo aver letto il motuproprio di Benedetto XVI, Porta fidei. Le parole del Papa mi hanno colpito profondamente per la verità dei contenuti, la forza delle argomentazioni, la semplicità della scrittura. Mi sono sembrate tanto più vere ora che Benedetto XVI ha rinunciato al suo ministero petrino e sulla Cattedra di Pietro gli è succeduto Francesco, un Papa che già nel nome annuncia una grande novità per tutta la Chiesa.
Ho letto il documento di Benedetto XVI tutto d’un fiato, come fosse una lettera indirizzata alla mia persona perché ho avvertito che si trattava di uno scritto che mi chiedeva di rivedere il mio cammino di fede in quanto cristiano, sacerdote e vescovo.
Mi è sembrato che l’immagine della porta da varcare contenesse un invito suadente ad attraversala, senza esitazione e indugio, ma con generosità e allegria, senza indecisioni e tentennamenti, ma con fiducia e speranza. Insomma, per dirla con parole altisonanti, che talvolta ho utilizzato anch’io, sine modo e sine glossa.
Varcare la porta della fede!
Ma non avevo già varcato una, due e più volte quella porta che introduce nella stanza del tesoro? La fede, infatti, è come uno scrigno che contiene un tesoro di grande valore, «il tesoro della vita», (Cirillo di Gerusalemme, Catechesi 5 battesimale, 13).
Sì, cari amici, devo confessarvi candidamente che ho varcato la porta della fede fin da quando “ho succhiato il latte”, cullato dolcemente dalle braccia di mia madre Maria (che bel nome e quanta assomiglianza con la Santa Vergine!). Fin da allora, ho avvertito che si trattava di una iniziazione alla “gioiosa danza della fede”.
Avvertivo che i movimenti lenti e cadenzati di mia madre, accompagnati da un nenia antica che cantava la dolce melodia dell’amore, eco dell’amore misericordioso e gratuito di Dio, erano “parole di fede”, sussurrate teneramente e impresse nel mio animo come fossero spezzoni di una melodia celeste.
Più tardi ho avuto la conferma e ho compreso (dati alla mano!) che nei gesti e nella cantilena di mia madre vi era una implicita allusione alle gradi opere compiute da Dio nella creazione e nella storia della salvezza.
Si è così instaurato un dialogo con questa donna, “sorgente e culla” della mia vita che non si è più interrotto. Il cordone ombelicale della fede materna non si è più spezzato. Anzi con il passare del tempo si è approfondito e rafforzato, fino a trasformarsi in un sogno lungamente accarezzato e continuamente richiamato alla memoria.
Ho imparato a gustare le dolci atmosfere della famiglia nella quale ogni gesto assumeva il sapore di una “liturgia domestica”, il flusso caldo di affetto condito con i sapori genuini della casa e la dignità di parole che avevano la forza di descrivere, anzi di costruire attorno a me un luogo che in seguito mi sarebbe sembrato quasi un “paradiso terrestre”!
Sulle ginocchia di mia madre, mentre stringevo le mie mani al suo seno, mi sembrava di abbracciare qualcosa di divino. Veniva così spontaneo “credere”. La fede (lo avrei capito meglio dopo) consisteva nel vedere in modo chiaro che la realtà nasconde qualcosa di sublime, che toccare un corpo significa avvertire un calore che trasmette il senso di una sicura protezione e che lasciarsi accarezzare da una mano fa vibrare di gioia il cuore.
Sono queste le sensazioni che mi sono venute in mente la prima volta che ho letto le parole del profeta Isaia: «Si dimentica forse una donna del suo bambino così da non commuoversi per il figlio del sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io, invece, non ti dimenticherò mai. Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani» (Is 49, 15-16).
Tra le pareti domestiche ho assaporato il valore della fede che si esprime come “comunione fraterna”. Ritrovarmi con i miei fratelli e mia madre attorno alla tavola per consumare un pasto frugale con la gioia che veniva dallo stare insieme è stato un ammaestramento che non ho più dimenticato. Avrei ben presto capito che riunirsi nello stesso luogo, condividere i beni disponibili, spezzare il pane insieme, conversare fraternamente erano gesti dal chiaro valore sacramentale ed eucaristico e che la fiducia reciproca era la giusta atmosfera per comprendere il miracolo dell’unità.
Ho trascorso giorni felici nel mio paese, abitato da gente semplice che conserva ancora oggi i tratti di una antica nobiltà. Lì ho imparato l’importanza dei “volti”. Nella Chiesa parrocchiale, per le strade del paese, nelle case dei parenti e degli amici ho scoperto che il volto dell’altro è molto di più di una semplice “figura esteriore”. Nei lineamenti di un bambino, di un giovane o di un anziano è impressa una storia personale che nessuna parola riesce compiutamente ad esprimere. Occorre avere “gli occhi dell’amore e della fede” per vedere nell’altro i lineamenti del “Volto invisibile”, di quel mistero che tutti ci avvolge.
Frequentando il convento dei frati cappuccini ho ammirato la luminosa bellezza di “Madonna povertà”. La sua avvenenza mi ha sedotto! No, non ha senso trattenere nelle proprie mani i beni materiali come fossero un tesoro personale; non dà gioia vivere solo per l’arricchimento e l’accumulo di denaro: la mente si inebria, il cuore si indurisce, i sentimenti si smorzano. Rimane solo la falsa illusione di aver acquisito un potere che ben presto mostrerà la sua vanità. Cari amici, ve lo dico con il cuore in mano: “Non arricchitevi. Non vale la pena affannarsi. Non vedete i gigli del campo. Non mietono, non seminano eppure Dio li nutre. Risplendono di un candore che illumina la vista ed emanano un profumo che inebria il cuore”. La felicità non è nelle ricchezze, ma è nascosta altrove!
È stata una lezione di vita che ho cercato di trasmettere ad Ugento dove, per un lungo periodo di tempo, mi sono impegnato a condurre per mano le nuove generazione e ad aprire loro i tesori nascosti nella fede in Cristo. Credere in lui è una proposta di vita, un cammino mistagogico, un’educazione permanente. Vivendo a stretto contatto con i ragazzi e i giovani ho voluto far percepire che la fede è vita e che la vita è bella.
La vita, però, ha anche i sui lati imprevedibili e, talvolta, sembra prendere una direzione non prevista. Così, non senza qualche rimpianto, mi sono trovato a lasciare la comunità del Seminario e ad assumere la responsabilità della parrocchia di Tricase. Il clima effervescente che si respirava nel post-concilio e la frequentazione di sacerdoti e laici dotati di una forte personalità hanno impresso un’altra svolta alla mia vita. Mi è parso più chiaro che la fede deve diventare anima della società e deve innestarsi nel tessuto di un popolo, trasformando dal di dentro la cultura e i valori di riferimento. Ho vissuto poco tempo in questo nuovo ambiente, ma quelli anni sono stati “travolgenti”, e hanno acceso un fuoco incontenibile, un amore appassionato e sconvolgente.
Per questo, quando mi hanno chiesto di trasferirmi a Molfetta, non è stato facile lasciare la “mia” gente e quel mare accogliente come un grembo materno e forte come un leone ruggente. Prima di partire, sono andato lungo il molo a cantare il mio amore e la struggente tristezza dell’addio. Come due innamorati ci siamo scambiati reciproca ed eterna fedeltà e abbiamo pattuito che, certo, ben presto ci saremmo rivisti. Sapevamo di non poter fare a meno l’uno dell’altro. Ci siamo detti che la “lontananza non è come il vento” e che la ”distanza non fa dimenticare chi si ama”. Quella sera (ma era già notte avanzata) è stato molto difficile staccarsi da quel posto incantevole. Non so bene come sono riuscito percorrere la strada del ritorno a casa.
Mentre mi dirigevo a Molfetta, pensavo a queste cose e mi confortava il fatto che anche lì avrei trovato il mare. Ma (ognuno lo comprende) c’è mare e mare! Tuttavia, quasi volendo ingannare me stesso, dicevo che, a ben vedere, l’acqua è sempre la stessa e che la somiglianza, talvolta, annulla la differenza. Ho imparato così ad amare la nuova compagnia. E questa resa obbediente alla Voce mi ha consentito di comprendere che la fede deve assumere la forma di “segno” e di “servizio incondizionato verso tutti”.
Così, quasi per caso e senza un progetto ben definito in partenza, pur se coltivato lungamente nel cuore fino a farlo diventare motto del mio nuovo servizio ministeriale, mi sono imbattuto in una numerosa serie di “nuovi amici”. Li ho incontrati nei posti più diversi, dove non avrei mai pensato di poterli incrociare: abbandonati sopra la panchina di un giardino pubblico, nascosti sotto una barca rovesciata sulla riva del mare, accasciati sulla soglia di un portone di un palazzo, addossati accanto alle porte di bronzo delle Chiese. (Non si è mai capito se erano le porte a sostenerli o se erano loro a mantenere saldi gli stipiti e gli architravi di quelle splendide porte). Molti li ho raccolti e li ho portati a casa. Ci siamo affezionati vicendevolmente. Avrei voluto accoglierli tutti. Sapevo con certezza che ognuno di loro, pur se all’apparenza poteva sembrare un “palazzo diroccato e di poco pregio”, in realtà aveva il valore di una “cattedrale divenuta basilica maggiore”.
Lo confesso candidamente: questi gesti non sono stati condivisi da tutti. Non sempre sono stato compreso. Talvolta gli equivoci e le diffidenze sono state molto resistenti. Non nascondo che alcuni giudizi, taglienti e affilati come lame che penetrano nella carne viva, hanno provocato in me non poche ferite. Avevo però la chiara coscienza di percorre il sentiero che mi era stato indicato. Non quello scelto da me, ma quello sussurrato dalla Voce. E questo mi ha dato fiducia. Così ho continuato ad amare tutti “fino alla fine”, fin quando mi sono “ammalato d’amore”! La follia dell’amore non si può spiegare se non a chi è disponibile a lasciarsi afferrare e consumare dall’amore.
Mentre farneticavo, roso dal dolore e dalla malattia, mi sembrava di aver “combattuto la buona battaglia e aver conservato la fede”. Nei momenti di lucidità, ho affidato il giudizio sulla mia vita a chi ha più sapienza di me.
Se ho desiderato fare ritorno al mio paese è soprattutto per riposare per sempre accanto a mia madre. Tremavo di tenerezza al pensiero che avrei potuto ascoltare, ancora una volta come facevo da bambino, il suo caldo respiro e l’incantevole suono delle sue dolcissime nenie.
Mi sembrava giusto ritornare nel luogo da cui ero partito per radicarmi in modo più profondo nella mia terra e piantare il seme della speranza lì dove essa mi era apparsa come stella che orienta il cammino.
Avevo visto fin da piccolo la sua luminosa bellezza. Non era la luce di una qualsiasi speranza, ma di quella che si staglia sulla croce e poggia sulla roccia, su Cristo Risorto, l’unico che ha il potere di spalancare la porta dell’eternità dalla quale è possibile accedere a quell’amore che brucia come un fuoco inestinguibile.
Piantato come un seme nella nuda terra, ho continuato ancora a sognare e, per quanto mi è possibile, a trasmettere le utopie della fede che hanno dato sapore alla mia vita. Ed è da quel nascondiglio sotterraneo, cari amici, che vi ho scritto questa lettera. Ho pensato di indirizzarla a Mons. Vito Angiuli, Vescovo di Ugento-S. Maria di Leuca, perché la faccia pervenire a tutti voi.
Siatene certi: non vi ho dimenticati. Vi porto tutti nel cuore. Per questo vi saluto con affetto. Custodite anche voi, nel vostro animo, il ricordo della mia persona. Così il dialogo potrà continuare e trovare vie di accesso più segrete e personali.
Non dimenticate, però, di dire a tutti, anche a nome mio, che la vita è bella e che la speranza non delude!
Se potete, venite a trovarmi. Sarà bello continuare a frequentarci e ad apprezzare, nel silenzio della preghiera, l’inestimabile valore della fede, perla preziosa per la quale vale la pena di lasciare ogni altra cosa. Non sciupatela, ma arricchitela con la vostra testimonianza. Il mondo ne ha un grande bisogno.
Vi saluto con affetto. Vi voglio bene!
Vostro don Tonino
Alessano
Fine settimana Plastic Free. L’Onda Blu anche in Salento
Dando concretezza agli insegnamenti di Papa Francesco, gli appuntamenti in Salento: sabato 26 aprile ad Alessano, Surano, Vernole; domenica 27 aprile a Castro, Lecce, Melendugno, Minervino di Lecce, Spongano, Taviano, Taurisano

“Buttare via la plastica in mare è criminale, questo uccide la terra. Dobbiamo tutelare la biodiversità, dobbiamo prenderci cura del Creato”.
L’insegnamento di Papa Francesco sarà messo in pratica questo fine settimana dai volontari di Plastic Free Onlus, l’associazione impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento legato all’abuso di plastica.
I 222 appuntamenti di pulizia e sensibilizzazione ambientale in programma in tutta Italia sabato 26 e domenica 27 aprile saranno preceduti da un minuto di silenzio, in rispetto del lutto nazionale per la morte del Pontefice.
L’onda blu degli oltre 10mila volontari Plastic Free celebrerà così la 55esima edizione dell’Earth Day, la Giornata della Terra indetta dalle Nazioni Unite per sensibilizzare la popolazione mondiale sulle condizioni in cui versa il nostro Pianeta e su cosa poter fare per salvaguardarlo. L’obiettivo è ripulire l’ambiente, rimuovendo 100mila chili di plastica e rifiuti, e invitare tutti ad una maggiore consapevolezza dell’impatto dei propri comportamenti quotidiani.
Anche la Puglia sarà protagonista con ben 27 appuntamenti coordinati dal referente regionale Luigi Schifano: sabato 26 aprile a Castellana Grotte, Mola di Bari, Putignano(BA), Francavilla Fontana (BR), Alessano, Surano, Vernole (LE), Crispiano (TA) e domenica 27 aprile ad Acquaviva delle Fonti, Gioia del Colle, Gravina in Puglia, Molfetta, Polignano a Mare, Rutigliano, Santeramo in Colle (BA), Brindisi, Ceglie Messapica, Fasano (BR), Rodi Garganico(FG), Castro, Lecce, Melendugno, Minervino di Lecce, Spongano, Taviano, Taurisano (LE), Castellaneta (TA).
“Agire concretamente mettendoci passione, energia e amore per la terra. Con questo spirito – dichiara Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic Free Onlus – grazie al coordinamento dei nostri 1.200 referenti territoriali, entreremo in azione nei parchi delle città, lungo gli argini di fiumi e laghi, sulle spiagge delle località costiere e nei piccoli borghi italiani. Lo faremo coinvolgendo chiunque abbia a cuore il destino del Pianeta: per partecipare sarà sufficiente iscriversi gratuitamente www.plasticfreeonlus.it”.
Le attività si svolgeranno con il supporto di Treedom, BCorp italiana e sustainability partner dell’iniziativa. La collaborazione permetterà anche di piantare alberi a sostegno delle attività ambientali di Plastic Free Onlus, che ad oggi ha coinvolto oltre 260mila volontari, raccolto 4,4 milioni di chili di rifiuti, e realizzato più di 7.800 appuntamenti di pulizia ambientale. Solo in Piemonte, da inizio anno, si sono svolti 92 appuntamenti coinvolgendo circa 1.250 persone e rimuovendo oltre 13.000 chili di plastica e rifiuti. Sensibilizzati, inoltre, 2.700 studenti e 800 cittadini.
Per scoprire tutti gli appuntamenti e partecipare: www.plasticfreeonlus.it.
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Alessano
Narrazioni di Terra d’Otranto partendo da… Torino
Aspettando Armonia: dal oggi a domenica parte dal Piemonte il lungo viaggio del festival salentino dedicato al tema “Leggere porta il tuo sguardo lontano”

Armonia, le Narrazioni in Terra d’Otranto quest’anno partono da lontano, addirittura da Torino.
Da oggi e fino a domenica anteprima a Torino del lungo viaggio dell’undicesima edizione del festival letterario, ideato e organizzato dalla Libreria Idrusa di Alessano e dall’associazione NarrAzioni, con la direzione artistica di Mario Desiati che propone incontri, presentazioni, appuntamenti inediti sul tema “Leggere porta il tuo sguardo lontano”.
Grazie alla sinergia con Comala e con Border Radio, il festival salentino approda dunque nel capoluogo piemontese. Stasera accoglierà Simone Torino, presente l’anno scorso a Lucugnano di Tricase come fresco vincitore del Premio Italo Calvino, con il suo romanzo d’esordio “Macaco”.
Nel week end lo spazio polifunzionale di Corso Francesco Ferrucci ospiterà anche due eventi di Armonia che apriranno il ricco programma di Primavera di Bellezza – piccolo festival resistente.
Protagonisti saranno l’attivista egiziano Patrick Zaki, già ospite a Leuca, con “Sogni e illusioni di libertà”, il giornalista Sigfrido Ranucci, autore e conduttore di Report su Rai 3, ancora in tour con il suo libro “La scelta”.
Da maggio in poi si dipanerà il programma con la dozzina del Premio Strega (dal 22 al 25 maggio a Presicce-Acquarica), il vincitore o la vincitrice del Premio Italo Calvino (sabato 14 e domenica 15 giugno a Lucugnano), l’ormai consueto appuntamento con Discorsi Mediterranei (il 18 luglio a Leuca).
Il Festival proseguirà poi per tutta l’estate con Armonia OFF quindi con presentazioni e incontri. Il programma è ancora in via di completamento e sarà annunciato nei prossimi giorni.
Gli ospiti già confermati sono: Edoardo Albinati, Sandrone Dazieri, Noemi Abe, Antonio Franchini, Maurizio Mannoni, Chiara Valerio, Paolo Giordano, Giulia Caminito, Gabriella Genisi, Nichi Vendola, Simone Torino, Viola Ardone, Teresa Ciabatti, Chiara Marchelli e Giorgia Lepore.
Si sa anche, che il Festival, toccherà oltre alle già citate località Patù, Alessano, Castrignano del Capo, Specchia e Tricase.
L’immagine del Festival è stata affidata all’autrice e illustratrice Fabiana Renzo che coltiva storie, macchie d’inchiostro, libri, terra e poesia, piccole cose meravigliose, si prende cura dell’azienda agricola Sante Le Muse di Salve, collabora con scuole e biblioteche, organizzando progetti di lettura e laboratori.
Nel suo libro “Il primo tremore di un mandorlo” (Musicaos), tra parole e disegni, racconta la storia di Agata che a Palazzo Comi scopre la vita e le opere del poeta che, con la sua parola chiave “Armonia”, ispira da sempre il festival. Armonia è la natura, i luoghi fisici e metafisici di Girolamo Comi, autore che, oltre che poeta è stato intellettuale, bibliofilo, amante del Salento; oggi la sua casa e i suoi libri rappresentano un simbolo non solo di Lucugnano e Tricase, ma di tutta la Puglia.
Proprio lo Spirito d’Armonia, dunque di bellezza, è il timone che guida i lettori e gli operatori culturali impegnati nella Terra d’Otranto.
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Alessano
Apre l’università “Unitelma – Sapienza” ad Alessano
Presso l’Auditorium Benedetto XVI il nuovo Polo Didattico, frutto di un’intesa tra la Diocesi di Ugento – S.M. di Leuca e l’Università “La Sapienza” di Roma

di Don Luca De Santis
Presso l’Auditorium Benedetto XVI di Alessano il nuovo Polo Didattico “Unitelma- Sapienza”. Un’università telematica a servizio dei giovani che vogliono intraprendere un indirizzo accademico e per chi, pur svolgendo un’attività lavorativa, desidera migliorare il proprio livello professionale all’interno della propria impresa oppure avviare un percorso specialistico che in precedenza non ha potuto realizzare.
Il nuovo Polo didattico verrà inaugurato venerdì 30 maggio. L’offerta formativa del Polo, oltre a dei percorsi di laurea, contempla l’opportunità di accedere a dei corsi di formazione, scuole di alta formazione e master.
Il nuovo Polo è figlio di un’intesa tra la Diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca e l’Università “La Sapienza” di Roma.
PERCHÉ ISTITUIRE UN POLO DIDATTICO NEL TERRITORIO ?
Le motivazioni sono molteplici, provo a enumerarne alcune. Da circa un ventennio i territori periferici della nostra Regione subiscono il problema dell’emigrazione dei giovani studenti: i nostri ragazzi intraprendono il loro cammino universitario presso le grandi città, una volta terminato il percorso non ritornano presso i loro luoghi natii procurando il godimento delle loro specializzazioni ad altri contesti territoriali e nello stesso tempo avviando quel processo di spopolamento che ormai è sotto gli occhi di tutti.
Tale consapevolezza è sempre stata presente nelle ansie pastorali del nostro vescovo mons. Vito Angiuli, il quale in quindici anni di presenza in Diocesi, ha cercato di istituire sin da subito dei rapporti con gli studenti universitari presenti in tutte le sedi italiane.
Basti pensare che la Diocesi di Ugento conta una popolazione di circa 125mila abitanti e la sola Università Cattolica è frequentata da 100 giovani provenienti da questa parte di territorio, mentre gli studenti appartenenti alla provincia di Lecce che sono iscritti sempre presso la medesima sono oltre 2.000, di questi la maggioranza non eserciterà, né farà ritorno nel luogo che gli ha visti crescere.
La presenza di un Polo si coniuga con le numerose iniziative che in questi ultimi quindici anni hanno concretizzato lo sforzo pastorale del nostro Vescovo di animare ed elevare culturalmente il nostro territorio.
Perché ciò si concretizzi è necessaria soprattutto la presenza stabile di giovani specializzati e preparati, capaci di cogliere, approfondire e innovare gli importanti aspetti storici, sociali e culturali della loro zona d’appartenenza.
Infine, la presenza del Polo sul nostro territorio manifesta una risposta caritativa da parte della Chiesa locale nei confronti delle famiglie salentine.
Infatti, si ha l’opportunità di accedere a dei percorsi di studio garantiti dall’Università “La Sapienza” abbattendo dal punto di vista economico le spese delle famiglie: l’affitto di una stanza, la sussistenza in un’altra città e le altre possibili problematiche legate a questo aspetto.
L’università telematica “Unitelma-La Sapienza” è stata fondata a Roma nel 2004 ed è accreditata presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Miur).
La sua offerta formativa conta corsi di laurea in Economia, Giurisprudenza, Informatica, Archeologia e Psicologia.
Vi è l’opportunità di iscriversi a numerosi master di I e II livello insieme a corsi di formazione e all’Alta Scuola di Formazione approvati e tenuti dai professori dell’Università “La Sapienza”.
Le lezioni sono esclusivamente online, mentre gli esami si svolgeranno in presenza nella sede di Alessano.
Presso il nuovo Polo didattico sarà presente una Segreteria in grado di supportare lo studente alla scelta e al percorso di indirizzo di studio.
Una Segreteria composta da un Referente, un Tutor e un Segretario, raggiungibile durante i giorni lavorativi sia in presenza che con una mail o un numero telefonico dedicato.
La presenza di un Polo didattico permetterà anche l’organizzazione di master, convegni e seminari che aiutino a rispondere alle problematiche sociali del territorio interagendo con tutto il mondo associativo e istituzionale.
Per ulteriori info, sito internet unitelmasapienza.it.
Nei primi giorni di maggio saremo presso alcune scuole del territorio per presentare agli studenti il progetto, per poi inaugurare il nuovo Polo venerdì 30 maggio.
Il nuovo Polo Didattico ha sede in Alessano presso l’Auditorium Benedetto XVI, sulla Strada Statale 275.
Sarà attivo dal 1° giugno prossimo.
L’indirizzo mail è polo.lecce@unitelmasapienza.it
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