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Attualità

Tutta una questione di genere? 

Riflessioni intorno all’Agenda di Genere della Regione Puglia, l’intervento di Ada Chirizzi, segretario generale Cisl Lecce: «Bene, benissimo il Gender Procurement, meglio, però, se accompagnato da politiche trasversali di ampio respiro che possano rimuovere i deficit più volte rilevati sul territorio. Resta l’annosa questione della conciliazione vita-lavoro e del welfare aziendale che stenta a decollare per retaggi di ordine culturale e per la particolare connotazione dimensionale della rete produttiva salentina, in massima parte costituita da micro imprese»

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Nonostante i progressi degli ultimi anni il tema della parità di genere, obiettivo cardine dell’Agenda ONU 20/30 per lo sviluppo sostenibile ed inclusivo, si pone ancora oggi in tutta la sua complessità.


Tra i tanti divari di genere particolarmente significativo quello che ancora oggi si registra nel mondo del lavoro, come più volte denunciato dall’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro), un ambito che vede le donne ancora molto spesso collocate ai margini del mercato del lavoro, intrappolate in lavori poco qualificati e retribuite in maniera inferiore rispetto agli uomini, nonostante una loro prevalenza nei gradi dell’istruzione superiore non obbligatoria. Un gap che si acutizza nelle coppie con figli.


Il tasso di mancata partecipazione al lavoro in Puglia basterebbe da solo a rendere la portata della questione: 38.7% per le donne a fronte di quello maschile che si attesta al 24.2 %, con una impennata del gap al 14.5% nel corso dell’ultimo anno.


Ada Chirizzi, segretario generale Cisl Lecce


«Anche nel nostro territorio», sottolinea Ada Chirizzi, segretario generale Cisl Lecce, «a pagare il prezzo più alto sul fronte occupazionale sono state proprio le donne, vittime delle iniquità del sistema sociale, ma anche della fragilità del sistema economico evidenziate nel recente rapporto ARTI (Agenzia strategica Regionale Puglia per Tecnologia e Innovazione)».


«Un quadro complesso che», secondo la sindacalista, «può trovare soluzione nel rafforzamento delle politiche di genere solo a condizione che esse siano prerequisiti per politiche di sviluppo sociale e del sistema economico, secondo gli indirizzi del nuovo strumento introdotto dalla Commissione Europea, il Gender Procurement, che vede un sempre più stretto raccordo tra lavoro, sviluppo e parità di genere».


Un tema di particolare attualità in quanto inserito anche all’interno del PNRR come condizione premiale dei piani di sviluppo e riforma. In questo solco si colloca la recentissima Agenda di Genere approvata il 15 settembre scorso dalla Regione Puglia.

Un documento corposo nella sua articolazione in sei aree tematiche all’ interno delle quali emergono obiettivi, aree prioritarie di intervento e azioni che attraversano trasversalmente i temi dello sviluppo economico sostenibile e della responsabilità sociale, rivolta alle imprese e al mondo del lavoro.


«Un tema caro alla CISL», aggiunge il segretario provinciale della Cisl, «quello di un approccio sistemico e integrato finalizzato alla rimozione dei divari di genere che ci interroga e ci coinvolge. Ad ogni livello. Perché quanto configurato in termini di servizi innovativi, di scelte organizzative e gestionali che possano promuovere l’occupazione femminile nelle imprese e la qualità di tale occupazione (nell’accesso, nelle retribuzioni, nelle carriere e nel management) non può prescindere da una messa a punto di tutto quanto determina e migliora le condizioni di vita e di lavoro di una comunità».


Chirizzi applaude la scelta: «Bene, benissimo il Gender Procurement nell’amministrazione e le premialità previste, prima tra tutte quella relativa le aziende che si sono caratterizzate per impegno nello sviluppo sostenibile, con particolare riferimento alla lotta alla discriminazione ed alla parità di retribuzione. Nel merito», precisa, «sarebbe importante recuperare il senso e l’operatività del grande accordo Confederale contro le molestie e la violenza sui luoghi di lavoro sottoscritto, anche a livello territoriale, tra CGIL CISL UIL e diverse parti datoriali».


«Bene, benissimo il Gender Procurement, meglio se accompagnato da politiche trasversali di ampio respiro che possano rimuovere i deficit più volte rilevati sul territorio che impediscono ancora oggi una piena evoluzione in tal senso», corregge il tiro, «a partire dall’annosa questione della conciliazione vita-lavoro e del welfare aziendale che, come in altri tempi evidenziato, stenta a decollare per retaggi di ordine culturale e per la particolare connotazione dimensionale della rete produttiva salentina, in massima parte costituita da micro imprese. Una conciliazione che non può fermarsi alle mura del luogo di lavoro, ma che deve permeare il territorio secondo logiche di sincronia tra tempo della città e tempi di vita, tra bisogni delle famiglie e sistema dei servizi».


Diverse le sperimentazioni dell’ultimo decennio, a partire dai Patti territoriali di Genere che, però, «solo in alcune sporadiche realtà hanno lasciato traccia e frutto. Il successo di questi strumenti è strettamente legato a due variabili imprescindibili», conclude Ada Chirizzi, «l’integrazione tra tutte le misure con pari finalizzazione oggi in campo, a partire dal recente e rilevante incentivo destinato all’assunzione da parte delle cooperative sociali di donne vittime di violenza di genere, e una governance partecipata ed inclusiva che riconosca e generi le reti di comunità attivate».


 


Attualità

Aggressioni a personale sanitario, riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica

Nell’ambito della riunione saranno oggetto di esame le iniziative già intraprese e sarà aggiornato l’andamento statistico del fenomeno a livello provinciale

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Prosegue incessantemente l’impegno corale di Prefettura, ASL, Forze dell’Ordine, Ordini professionali e Terzo Settore nella prevenzione e contrasto dell’odioso fenomeno delle aggressioni al personale sanitario e parasanitario, spesso sommerso, che non solo compromette l’incolumità e la serenità di medici, infermieri e operatori, ma danneggia anche l’intera collettività, minando la fiducia nel sistema di cura e mettendo a rischio la qualità e la continuità dell’assistenza.

Numerose sono state le iniziative sinergiche avviate con l’obiettivo di mitigare il fenomeno, a cominciare dal potenziamento , da parte di ASL, delle misure strutturali e tecnologiche di difesa passiva presso i nosocomi e i punti di continuità assistenziale , tra cui il “sistema tagliacode” ed il ricorso alla vigilanza privata, fino ad arrivare all’attivazione in via sperimentale , su impulso del Prefetto Natalino Manno, della progettualità con l’Associazione Nazionale Polizia di Stato per il contributo dei volontari al servizio di accoglienza, assistenza ed informazione in favore degli utenti e dei familiari degli stessi presso le sedi dei medici di continuità assistenziale.

Gli esiti delle citate iniziative saranno oggetto di esame nell’ambito della riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica convocato per domani, mercoledì 3 settembre, alle ore 11,15, alla presenza del Direttore Generale Asl e del 118, dei vertici delle Forze di Polizia, dei Presidenti degli Ordini professionali dei Medici e degli Infermieri, nonché dei rappresentanti dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato.

L’incontro rappresenterà altresì l’occasione per un aggiornamento circa l’andamento statistico del fenomeno a livello provinciale.

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Attualità

Rifiuti dall’auto, tolleranza zero

Per chi li getta dai veicoli in corsa. Plastic Free Onlus plaude alle nuove norme che prevedono multe fino a 18mila euro e, nei casi più gravi, anche l’arresto. Consentito come prova l’utilizzo delle immagini delle telecamere pubbliche e private

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Plastic Free Onlus accoglie con favore il Decreto-Legge n. 116, entrato in vigore in agosto, che introduce un inasprimento senza precedenti delle sanzioni per chi getta rifiuti dai veicoli.

La nuova normativa non solo prevede multe fino a 18mila euro e, nei casi più gravi, l’arresto, ma consente anche l’utilizzo delle immagini delle telecamere pubbliche e private come prova per colpire i trasgressori, eliminando la necessità della contestazione immediata.

«Si tratta di un passo avanti fondamentale nella lotta contro una delle pratiche più vergognose e dannose per il nostro ambiente e la nostra comunità»,  dichiara Luca De Gaetano, presidente e fondatore di Plastic Free Onlus, associazione dal 2019 nella sensibilizzazione contro l’inquinamento da plastica e rifiuti abbandonati, «l’incremento delle sanzioni deve funzionare da deterrente reale: ci aspettiamo che i trasgressori non restino impuniti ma vengano perseguiti, così da lanciare un messaggio chiaro a tutti e porre fine a questo malcostume».

Il nuovo quadro normativo distingue tra diversi livelli di gravità: dalla sanzione amministrativa fino a oltre mille euro per i rifiuti minori, all’ammenda penale per i rifiuti non pericolosi, fino all’arresto per abbandono in aree protette o zone di particolare pregio ambientale. Previste anche sanzioni accessorie come la sospensione della patente e, per le violazioni più gravi, la confisca del veicolo, con particolare attenzione ai mezzi aziendali utilizzati per smaltimenti illeciti.

Plastic Free Onlus ricorda i risultati ottenuti in sei anni di attività: oltre 8.700 appuntamenti di raccolta organizzati, più di 4,6 milioni di chilogrammi di plastica e rifiuti rimossi dall’ambiente, una rete di oltre 1.100 referenti locali e la collaborazione con centinaia di comuni italiani, grazie al progetto “Comune Plastic Free”.

«Da sempre lavoriamo per far comprendere quanto un gesto apparentemente piccolo, come gettare un mozzicone o una bottiglietta dal finestrino, abbia conseguenze enormi sul piano ambientale, paesaggistico e sanitario», prosegue De Gaetano, «questa stretta normativa, unita all’uso intelligente delle tecnologie di videosorveglianza, è la dimostrazione che il cambiamento è possibile se si uniscono sensibilizzazione, impegno civico e strumenti legislativi efficaci».

Con queste nuove disposizioni, Plastic Free auspica un deciso cambio di rotta: più controlli, più responsabilità individuale e una netta riduzione di quei comportamenti incivili che da troppo tempo deturpano le città e la natura.

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Attualità

Lavoro, domanda e offerte

Trentesimo Report di Arpal Puglia: 631 posizioni aperte nel Leccese

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Il 30° Report settimanale di ARPAL Puglia disegna un mercato del lavoro in crescita per un totale di 184 offerte lavorative e 631 posizioni aperte.

In questo inizio di settembre, il settore con maggiori opportunità è sempre quello turistico con 132 lavoratori ricercati soprattutto lungo la costa ionica. Segue il comparto sanitario e servizi alla persona che propone 113 posti di lavoro.

Bene anche il settore delle costruzioni con 79 posti disponibili, il settore delle telecomunicazioni che presenta 60 opportunità, industria e settore metalmeccanico con 59 e il settore del commercio con 54.

Sale il settore riparazione veicoli e trasporti con 45 lavoratori ricercati,  seguito dal comparto amministrativo-informatico che registra 29 posizioni.

Seguono il settore tessile – abbigliamento – calzaturiero (TAC) con 25 posizioni aperte, il settore agroalimentare con 17 opportunità, il settore pedagogico e istruzione con 6 profili professionali ricercati.

Chiudono il settore delle pulizie e multiservizi, bellezza e benessere, e artigianato, rispettivamente con due, quattro e una posizione aperta.

A completare il panorama occupazionale c’è una posizione riservata agli iscritti alle categorie protette art.18 e quattro posizioni riservate a persone con disabilità, secondo la legge 68/99. Il report segnala, inoltre, cinque tirocini formativi attivi e una serie di proposte di lavoro e formazione all’estero, promosse attraverso la rete EURES che sostiene la mobilità professionale a livello europeo.

Si ricorda che le offerte, parimenti rivolte ad entrambi i sessi, sono pubblicate quotidianamente sul portale lavoroperte.regione.puglia.it, dal quale ci si può candidare direttamente tramite Spid.

Si consiglia di consultare costantemente la pagina Facebook “Centri Impiego Lecce e Provincia”, il portale Sintesi Lecce e i profili Google di ogni centro per l’impiego. Gli uffici sono aperti al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 11.30, il martedì anche nel pomeriggio dalle 15 alle 16.30 e il giovedì pomeriggio su appuntamento.

CLICCA QUI PER LEGGERE IL 30° REPORT ARPAL – AMBITO DI LECCE NELLA SUA VERSIONE INTEGRALE

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