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Cronaca

Chiedeva il pizzo ai commercianti e… al sindaco!

Arrestato un noto pregiudicato di Melissano, noto per la sua indole violenta ed aggressiva, che taglieggiava in pieno stile mafioso i commercianti del suo paese.  Fino a quando non ha tentato di estorcere denaro anche al sindaco Alessandro Conte che lo ha denunciato ai carabinieri

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I carabinieri hanno arrestato Biagio Manni, pregiudicato di 56anni di Melissano per estorsione e tentata estorsione aggravate dal metodo mafioso, ai danni di commercianti e imprenditori del suo paese.


Fra le vittime, anche il sindaco Alessandro Conte, che dopo aver ricevuto la richiesta di consegnare 500 euro destinate alle famiglie dei carcerati, si è rivolto ai Carabinieri per denunciare il tentativo di estorsione.


L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Gip del Tribunale di Lecce, su richiesta della locale Procura della Repubblica.


L’indagine dei militari dell’Arma è cominciata a luglio di quest’anno, proprio quando il sindaco Conte si è rivolto ai carabinieri per raccontare che mentre si trovava con altre persone in un bar del paese, si era avvicinato a lui il pregiudicato, molto conosciuto dalla gente del posto per la sua indole violenta ed aggressiva, cha nell’imminenza di una sagra organizzata dalla Pro Loco in collaborazione con il Comune, gli aveva chiesto 500 euro come regalo per lui e per le famiglie di detenuti in carcere.


Il primo cittadino ha rifiutato categoricamente quella richiesta, rivoltagli sfacciatamente in luogo pubblico, con parole semplici, prive di minacce esplicite e plateali, ma comunque capaci di incutere timore e soggezione nel più classico stile mafioso.


Tra l’altro Manni aveva pure rincarato la dose, rivelando al sindaco l’intenzione di voler acquisire, tramite l’imposizione del pizzo, il controllo degli eventi culturali organizzati da amministrazione comunale e associazioni del luogo, compresa la festa patronale.


A quel punto sindaco Conte, con coraggio e risolutezza, non ha esitato un secondo a denunciare ai carabinieri le pressioni del pregiudicato.


Nel corso dell’attività investigativa, che è stata condotta dagli uomini del Nucleo Investigativo di Lecce con il coordinamento della Procura della Repubblica di Lecce, sono state numerose le persone convocate in caserma per acquisire notizie sui presunti taglieggiamenti messi in atto dal 56enne.


Purtroppo, però, è emerso un desolante panorama di intimidazione perchè in molti, conoscendo lo spessore criminale dell’estorsore e avendo paura di ritorsioni, hanno preferito il silenzio assoluto.


Nonostante l’omertà diffusa, alla fine, l’indagine dei carabinieri ha dimostrato che il 56enne aveva messo sotto estorsione altri commercianti del posto, pretendendo da loro la consegna di somme di denaro che oscillavano da un minimo di 20 ad un massimo di 100 euro.


In altri casi l’uomo pretendeva biglietti omaggio per le varie manifestazioni cittadine.


Inoltre, si presentava più volte al giorno nei bar e negozi del paese per consumare bevande o fare degli acquisti senza avere soldi per pagare il conto, come se quella prassi fosse del tutto normale.


Uno dei più recenti episodi accertati grazie all’indagine dei carabinieri è accaduto a settembre di quest’anno, quando l’uomo si è presentato da una delle vittime per chiedere il pizzo di cento euro, dialogo che i militari dell’Arma hanno potuto documentare e registrare dato che l’incontro è avvenuto sotto l’obiettivo delle telecamere di videosorveglianza installate nel negozio.


Al negoziante erano stati chiesti quei soldi con l’avvertimento che servivano per mantenere ventuno detenuti in carcere.



Il provvedimento restrittivo è stato eseguito nel pomeriggio di giovedì, quando i Carabinieri del Nucleo investigativo insieme ai colleghi della Compagnia di Casarano, hanno rintracciato e arrestato il destinatario della misura mentre si trovava in giro per il paese.


I reati estorsivi ipotizzati sono tutti aggravati dal metodo mafioso.


L’uomo è stato portato in carcere e nelle prossime ore sarà interrogato dal giudice delle indagini preliminari.


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Cronaca

Agricoltura, morire lavorando: 2 morti nelle ultime tre settimane

Il 6 dicembre un giovane bracciante è rimasto schiacciato dal trattore che stava guidando, il 20 novembre, un ragazzo di 26 anni ha perso la vita in un frantoio a seguito del ribaltamento di un muletto…

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“In Puglia, nel 2024, sei infortuni agricoli al giorno. Servono investimenti e una strategia regionale strutturale”.

Ancora una volta ci troviamo a piangere giovani vite spezzate mentre svolgevano il proprio lavoro. È una strage silenziosa che continua nell’indifferenza generale e che riguarda soprattutto l’agricoltura, uno dei settori più fragili e più esposti ai rischi”.

Antonio Ligorio, Segretario generale della Flai Cgil Puglia, commenta l’escalation di infortuni sul lavoro nei campi pugliesi, che hanno provocato due morti in pochi giorni. Lo scorso 6 dicembre, nelle campagne foggiane, un giovane bracciante è rimasto schiacciato dal trattore che stava guidando nelle campagne di Borgo San Carlo, ad Ascoli Satriano.

Pochi giorni prima, il 20 novembre, un ragazzo di 26 anni ha perso la vita in un frantoio di Bisceglie, a seguito del ribaltamento di un muletto appena fuori dall’azienda.

Un dolore che si ripete, settimana dopo settimana, e che non può essere derubricato a fatalità” commenta Ligorio. A confermare la gravità della situazione sono i dati Inail: il report regionale indica che, da gennaio a luglio 2025, le denunce in agricoltura sono salite a 1.326 (+4,08% rispetto al 2024) e che i casi mortali in regione sono aumentati in modo preoccupante, con lagricoltura che registra unimpennata dei decessi (+60% nei mortali del settore). Numeri che, avverte Ligorio, “non ammettono esitazioni né ritardi nelle misure di prevenzione. Non possiamo più assistere a un settore che continua a pagare un tributo di sangue perché non vengono garantite formazione, prevenzione e controlli adeguati. La sicurezza non è un costo, è un diritto fondamentale, e quando viene negato significa che qualcuno non ha fatto il proprio dovere”.

Secondo la Flai Cgil Puglia serve una risposta immediata e strutturale. “Chiediamo un piano straordinario sulla sicurezza in agricoltura, con investimenti, ispezioni più frequenti, percorsi formativi obbligatori e l’utilizzo di mezzi moderni e sicuri. Il lavoro agricolo non può continuare a essere terreno di precarietà e rischio costante”.

Il sindacalista conclude con un appello alle istituzioni e alle imprese: “Basta parole di circostanza. Ogni volta che un giovane muore in campagna o in un frantoio, muore un pezzo della nostra terra. La Puglia non può accettare di essere la regione con uno dei più alti numeri di infortuni in agricoltura. La sicurezza deve diventare la prima priorità. Non un giorno, non un mese: sempre”.

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Alessano

Utilitaria si ribalta, feriti due giovani

Il sinistro intorno alle 16 del pomeriggio sulla strada che da Alessano conduce a Presicce – Acquarica. Mentre per il ragazzo sono state sufficenti le cure sul posto, per la ragzza è stato necessario il ricovero all’ospedale di Tricase, ma non corre pericolo di vita

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Sinistro stradale nel pomeriggio sulla strada che da Alessano conduce a Presicce – Acquarica.

Una Lancia Ypsilon 10, con a bordo un ragazzo e una ragazza, si è ribaltata lungo la Porvinciale 79 e gli occupanti sono rimasti feriti.

Per cause ancora in corso di accertamento, l’autista dell’utilitaria ne ha perso il controllo e l’auto si è ribaltata.

I primi soccorsi sono arrivati dagli automobilisti di passaggio che hanno anche chiamato il 112.

Così sul posto sono intervenute due ambulanze provenienti dal Punto di primo intervento del presidio territoriale di Gagliano del Capo e dall’ospedale “Ferrari” di Casarano.

Il ragazzo è stato medicato sul posto, mentre per la giovane donna, vittima di fratture e contusioni, sono stati necessari il trasferimento al pronto soccorso dell’ospedale “Cardinale Giovanni Panico” di Tricase e il successivo ricovero.

Secondo quanto si apprende, le sue condizioni non sarebbero gravi ma i medici non hanno sciolto la prognosi e continuerebbero a tenerla sotto osservazione.

Dopo quando avvenuto, erano circa le 16 di questo pomeriggio, la strada è rimasta chiusa la traffico per un’ora.

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Cronaca

Marchi contraffatti, sequestro e denunce

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Nel sud Salento due persone effettuavano un vero e proprio servizio di vendita a domicilio di capi riportanti marchi di noti brand di moda

Nell’ambito del dispositivo di contrasto ai traffici illeciti, i militari della Compagnia della Guardia di finanza di Otranto hanno svolto controlli mirati nei confronti di alcune persone di nazionalità estera dedite alla vendita di capi di abbigliamento contraffatti riportanti marchi di noti brand di moda.

Dalle indagini è risultato che due persone effettuavano un vero e proprio servizio di vendita a domicilio nell’area del sud Salento.

L’intervento ha consentito di sottoporre a sequestro, oltre alle due autovetture in uso agli indagati, 1.330 prodotti ritenuti contraffatti, tra cui giubbotti, felpe, zaini e altri capi di abbigliamento, riportanti noti marchi come Prada, Louis Vuitton, K-way e Balenciaga.

Se immessi in commercio, i capi di abbigliamento sottoposti a vincolo, avrebbero fruttato migliaia di euro di profitti illeciti, contribuendo ad alimentare l’industria del falso.

I due soggetti, di nazionalità rumena, sono stati denunciati alla competente autorità giudiziaria, per le ipotesi delittuose di contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi, introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi e per il reato di ricettazione.

Le indagini proseguiranno con il fine di individuare e disarticolare la catena logistica, organizzativa e strutturale dell’intera filiera, contrastando una condotta illecita che alimenta i circuiti sommersi dell’evasione fiscale, del lavoro nero e della criminalità organizzata.

La contraffazione e il commercio di prodotti non genuini e insicuri danneggiano il mercato, sottraendo opportunità e lavoro alle imprese che rispettano le regole.

 

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