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Cronaca

Come è andata la prima giornata di vaccinazioni anticovid a Tricase

Buon risultato per le somministrazioni complessive a margine di una giornata che rivendica anche qualche importante accorgimento

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Un tour de force non da poco la prima tornata di vaccinazioni anti-Covid a Tricase.





Si è conclusa, come preventivato, alle 20 la lunga giornata di somministrazioni nei locali dell’ex Acait, trasformati in pochi giorni in hub a potenziamento della sede di Gagliano (presso cui tutto il Capo di Leuca, tricasini compresi, si doveva sin qui recare per ricevere il vaccino).





Tutto è bene quel che finisce bene









Grande lavoro per medici, personale sanitario, forze dell’ordine e, non ultimi, volontari di Protezione Civile, Croce Rossa e delle associazioni di Carabinieri in pensione e Tricase Solidale. Sforzo comune per il raggiungimento di un considerevole numero di somministrazioni: 366.








Una giornata che non si è fatta mancare tensioni, disguidi e polemiche. Gli inciampi logistici ai primi appuntamenti possono passare: chi è tornato a casa con la soddisfazione di aver ricevuto la sua dose dimenticherà presto le code, l’ordine alfabetico impazzito o lo scarso spazio nelle salette d’attesa (tutti elementi su cui il sindaco si è già ripromesso di trovare prontamente accorgimenti per le prossime date non ancora in programma).





Si può fare di più





Le code del primo pomeriggio




Maggiore perplessità desta invece la gestione della comunicazione alla cittadinanza. Dopo un’affluenza sotto le aspettative in mattinata, a metà giornata, a margine di un confronto con i vertici Asl, si è valutata (e poi annunciata) l’apertura alle vaccinazioni anche agli over 70 (da programma erano previsti solo gli over 80). Son partite le solite sanguinose catene Whatsapp che han mobilitato decine e decine di persone verso l’hub. Il sindaco, nel primo pomeriggio, ha provato ad arginare l’affollamento invitando su Facebook gli over 70 a non presentarsi. Ma a quel punto era tardi. Tant’è che dallo spauracchio “dosi sprecate” per mancata somministrazione, si è passati alla insufficienza di vaccini in loco. Una delegazione di volontari della Protezione Civile ha rimediato facendo il pony express tra Gagliano e Tricase. Ed ecco che le vaccinazioni finali son salite oltre le 300 dosi previste.





Una manciata di utenti è rimasta “a terra” (non sarebbero più di una ventina), ma è già stata inserita in lista per la prossima data disponibile. L’hub di Tricase, intanto, forte dell’esperienza odierna, si prepara per farsi trovare pronto per un eventuale (e verosimilmente non tardivo) secondo appuntamento.


Calimera

Poiana impallinata, dal coordinamento: “Sparare a una poiana è crimine gravissimo”

“la poiana è stata fucilata, come hanno confermato le radiografie del Cras, ha nel suo corpo 15 pallini…”

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E’ forte la denuncia che arriva dal Coordinamento a tutela del lupo e della fauna nel Salento:Solo questa settimana sono state fucilate tre poiane con pallini da caccia. I corpi dei rapaci sono completamente invasi dal piombo, come confermano le radiografie del Cras di Calimera. Veglie, Neviano e Collepasso le località dove sono avvenuti i fatti, tutti in provincia di Lecce.

Sparare a una poiana è crimine gravissimo, perché si tratta di una specie rigorosamente protetta. Questi tre esemplari si aggiungono ad altri fucilati durante questa stagione. Un danno serissimo alla fauna del Salento”.

Inoltre, le associazioni lamentano intimidazioni per i volontari che recuperano e denunciano gli animali sparati. “Come se non bastasse il bracconaggio dilagante ci troviamo anche a fronteggiare pressioni intimidatorie da parte di un dirigente di Federcaccia. Una di queste poiane, infatti, è stata recuperata dal nucleo guardie zoofile Nogra (aderenti al Coordinamento) su segnalazione di una volontaria, che il 24 dicembre, in piena giornata di caccia, ha udito degli spari e che, successivamente, avvisata da terzi, ha recuperato il rapace, solito volare sopra la sua abitazione. La volontaria, inoltre, ha denunciato il fatto sui social, descrivendo la dinamica.

Per questo è stata attenzionata da un dirigente dell’associazione venatoria, che con inaccettabile insistenza e tono intimidatorio, intimava alla donna di dare alcune risposte, “nel suo interesse” e attendendo delle prove altrimenti avrebbe preso “delle iniziative nei suoi confronti a tutela dei cacciatori.

Chiaramente la volontaria aveva ragione: la poiana è stata fucilata, come hanno confermato le radiografie del Cras, ha nel suo corpo 15 pallini”.

Questo signore, proseguono da coordinamento: “Invece di intimidire i volontari, dovrebbe pensare a contrastare un bracconaggio fuori controllo sul territorio. Perché di parole ne abbiamo sentite tante ma i fatti stanno a zero. Sarebbe ora che le associazioni venatorie prendessero contezza dell’emergenza in corso e che collaborassero concretamente con le forze di polizia e le associazioni, squarciando il muro di omertà e attuando azioni serie sul contrasto alla caccia illegale. E che non si permettano mai più di minacciare i volontari”.

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Cronaca

Smantellato laboratorio clandestino di fuochi d’artificio

Nel locale, gli Artificieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Lecce hanno accertato una situazione potenzialmente estremamente pericolosa, dovuta alla presenza di polveri e sostanze caratterizzate da elevata volatilità ed estrema infiammabilità, conservate in modo del tutto inidoneo

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I Carabinieri del NOR hanno tratto in arresto in flagranza di reato un uomo di 55 anni, residente a Monteroni di Lecce, già noto, ritenuto responsabile del reato di illecita detenzione di materiale esplosivo artigianale.

L’attività si pone in linea di continuità con i recenti risultati conseguiti nel territorio salentino, tra cui il sequestro effettuato nei giorni scorsi a Scorrano, dove i Carabinieri hanno rinvenuto circa mezza tonnellata di artifizi pirotecnici illegali, alcuni dei quali non classificati, manomessi e alterati, occultati all’interno di un garage in area urbana.

Nel corso di una perquisizione domiciliare presso l’abitazione del 55enne, effettuata nella mattinata del 24 dicembre, i militari hanno rinvenuto un laboratorio artigianale clandestino, destinato alla realizzazione di materiale esplodente e ubicato nel pieno centro abitato. 

La scena presentatasi agli operanti lasciava chiaramente intendere la presenza di un laboratorio in piena attività, con sostanze, materiali e attrezzature pronti per la lavorazione, circostanza che ha fatto immediatamente emergere un quadro di elevato rischio operativo e di serio allarme per la sicurezza pubblica.

Nel locale, gli Artificieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Lecce hanno accertato una situazione potenzialmente estremamente pericolosa, dovuta alla presenza di polveri e sostanze caratterizzate da elevata volatilità ed estrema infiammabilità, conservate in modo del tutto inidoneo.

In particolare, sono state rinvenute sostanze precursori quali polvere di alluminio, nitrato e perclorato di potassio, la cui miscelazione consente di ottenere composti esplodenti artigianali.

Secondo quanto rilevato dagli Artificieri dell’Arma, la conservazione di tali miscele all’interno di un ambiente chiuso, privo delle necessarie condizioni di sicurezza e con modalità del tutto improprie, le rende soggette a variazioni fisiche e chimiche tali da aumentarne sensibilmente l’instabilità e, conseguentemente, il livello di rischio. Anche il minimo attrito, urto o innesco accidentale avrebbe potuto determinare una reazione improvvisa, con conseguenze gravissime non solo per l’occupante dell’immobile ma anche per le abitazioni circostanti e per l’intero quartiere.

Al termine delle attività sono stati sottoposti a sequestro complessivamente circa 600 chilogrammi di materiale pirotecnico, dei quali oltre due quintali costituiti da materiale esplodente non classificato, nonché 60 chilogrammi di sostanze utilizzabili come precursori per la produzione di esplosivi pirotecnici.

Il Pubblico Ministero di turno ha disposto la misura degli arresti domiciliari in attesa della convalida dell’arresto. 

Nel settore dei cosiddetti “botti illegali”, infatti, non è mai agevole risalire alla figura del cosiddetto “maker”, ossia del soggetto che materialmente realizza gli ordigni, poiché la filiera è spesso frammentata e caratterizzata da elevata clandestinità. Si tratta del primo caso in Salento in cui, nonostante i frequenti sequestri di materiale esplodente illegale effettuati negli ultimi anni, l’attività di contrasto ha consentito di individuare e smantellare un intero laboratorio di produzione.

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Cronaca

Taurisano, rubato il Gesù bambino dal Presepe

E’ successo tutto nella notte della vigilia di Natale…

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Natale non è Natale senza Gesù Bambino.

Questo avrà pensato il benpensante quando ha portato via la statuina del Bambino Gesù dal presepe allestito in piazza Castello, dalla curia e don Gionatan, un’opera realizzata con materiali di riciclo.

E’ successo tutto nella notte della vigilia di Natale. 

Ad accorgersene è stato il parroco, don Gionatan De Marco, che ha affisso un cartello accanto al presepe: “C’è tanto bisogno di Gesù, siamo contenti che qualcuno se lo sia portato a casa!“. 

Un messaggio ironico, che fa pensare ma che porta alla riflessione e alla vergogna.

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