Cronaca
“Contattata da un finto medico che con un pretesto voleva farmi denudare in videocall”
La denuncia choc da Tricase: “Conosceva miei dati personali ed ha provato ad ottenere la mia fiducia per molestarmi”
Una giovane donna di Tricase (cui daremo un nome di fantasia: Dalila) ha denunciato su Facebook un episodio che l’ha vista vittima di un raccapricciante tentativo di raggiro finalizzato alla molestia sessuale.
La sfortunata protagonista ha riportato la sua esperienza sui social network per mettere in guardia quanti potrebbero cascare nella trappola.
“In data 1 Novembre”, ha raccontato, “che dovrebbe essere di festa, sono stata contattata da un numero privato. Un uomo dall’altra parte del telefono si è presentato come un medico, di cui non trovo traccia sui social. Conosceva la mia data e luogo di nascita e mi ha chiesto se ho fatto delle analisi ginecologiche a Tricase negli ultimi mesi, per poi avvertirmi di un’infiammazione che non mi era stata comunicata. Io, ingenuamente e nonostante la festività, ho pensato che fosse tutto ok. Specialmente perché questo “dottore” sapeva il fatto suo in questo campo e spiegava in modo molto sicuro i perché ed i per come”.
“Mi ha fatto molte, e sottolineo molte domande private“, continua Dalila, “e ai miei continui dubbi sul perché dover dare certe informazioni, ha risposto che era per capire meglio da cosa fosse causata questa infiammazione. Le sue parole hanno confermato la maggioranza dei miei sintomi. Nella chiamata parlava con una “collega” e riceveva telefonate da altre pazienti. Ho quindi chiesto il nome e che il trattamento dei miei dati fosse tutelato e mi è stato risposto quasi con stizza con un “Assolutamente sì”. Il “dottore” in questione mi ha poi richiesto una chiamata tramite Zoom o Hangout. Io ho pensato volesse farsi vedere per una consultazione più diretta, finché non mi ha chiesto di mostrare “le mie grazie” per analizzare al meglio i miei sintomi. Mi sono rifiutata e innervosita, così ha continuato a farmi domande e mi ha detto che domani riceverò un’email con tutti i dati per fare a fine mese un pap-test”.
“L’email dalle quale ho ricevuto la sua videochiamata e l’email non sono per niente ufficiali: consuelingtricase@yahoo.com e analisiclinichelaboratorio@gmail.com. Ho chiamato il mio ginecologo e l’ospedale di Tricase e nessuno sapeva chi fosse, definendo anormale questa procedura. È probabile ricevere una chiamata da un Numero Privato che provenga dall’ospedale, ma di certo non si fanno quelle domande private che mi sono state fatte, non si chiedono foto e non si contatta una paziente su Zoom”.
“Ho richiamato più volte questo” Francesco” su Hangout, non mi ha mai più risposto. Ora, lui aveva i miei dati, sapeva il periodo delle mie analisi e sapeva spiegare in modo attendibile certe questioni ginecologiche attuali. Ma era una bufala, una presa in giro, era un qualche maniaco che non so come possa essere arrivato a questi dati. Non so se è immischiato nella rete dell’ospedale, non so niente. So solo che non sono stata così ingenua da dargli occasione di divertirsi col mio corpo, ma questo tizio potrebbe ingannare qualcuno che è più ingenuo di me: una minorenne, vostra sorella, vostra madre, una donna qualsiasi”.
Cronaca
La GdF dona duecento capi contraffatti alla Caritas idruntina
Accertate le condizioni e la corretta custodia della merce che era destinata alla distruzione, ha autorizzato la devoluzione in beneficenza…
I finanzieri i Lecce hanno donato, alla sede magliese della Caritas diocesana Idruntina, oltre 200 capi di abbigliamento e accessori, facenti parte di un sequestro di merce contraffatta ad opera dei militari della Compagnia di Maglie, in occasione dei servizi posti in essere durante le recenti tradizionali fiere di paese.
La competente Autorità Giudiziaria, valutata positiva l’iniziativa avanzata dalla Guardia di Finanza, e accertate le condizioni e la corretta custodia della merce che era destinata alla distruzione, ha autorizzato la devoluzione in beneficenza ai cittadini più bisognosi della comunità.
Al termine delle operazioni di consegna, avvenute presso la sede della Compagnia Guardia di Finanza di Maglie, il Presidente ha espresso parole di vivo apprezzamento e sincera gratitudine verso le Fiamme Gialle per l’importante iniziativa solidale.
L’attività si inserisce in un più ampio clima di solidarietà, esprimendo la forte vocazione sociale delle istituzioni e la volontà di essere vicini, con gesti concreti, ai cittadini più disagiati, anche attraverso il compimento di iniziative che rafforzano la coesione mediante la condivisione dei propri valori fondanti.
Cronaca
Caccia illegale nel parco, segnalazione ai carabinieri forestali
Presenti centinaia di bossoli. A rischio uno scrigno di biodiversità…
“Un tappeto di cartucce da caccia nel cuore del Parco Naturale Regionale “Litorale di Ugento”. Centinaia di bossoli. Una vergogna inaccettabile, non solo per l’inquinamento provocato ma perché è assolutamente vietato praticare la caccia all’interno di un parco o di un’area protetta”.
È la denuncia che arriva dal Coordinamento a tutela del lupo e della fauna nel Salento, che ha mostrato sui social, tramite un video e delle fotografie, la massiccia presenza di bossoli all’interno del parco protetto, che lascia immaginare l’attività di caccia illegale all’interno dell’area. Non un luogo qualsiasi il litorale di Ugento, un vero e proprio scrigno di biodiversità.
“Il litorale di Ugento costituisce un complesso ecologico di grande interesse faunistico, in particolare come punto di transito e sosta sulle rotte migratorie, sia per quanto riguarda lo svernamento sia per la nidificazione degli uccelli acquatici – prosegue il commento del Coordinamento – pensiamo all’airone bianco maggiore, l’airone rosso, il germano reale, il martin pescatore, il cigno reale, e di notevole importanza conservazionistica la presenza della moretta tabaccata, specie inserita nella lista rossa delle specie in pericolo di estinzione.
Sono solo alcune delle specie presenti, che rendono questo luogo uno scrigno di biodiversità che dovrebbe essere inviolabile. Così, evidentemente, non è. Qui sono presenti uccelli protetti assolutamente non cacciabili e la notevole presenza, all’interno del parco, di cartucce di fucili da caccia evidenzia una condotta assolutamente illegale.
Ricordiamo, inoltre, che la presenza di bacini e aree umide espone a una forte contaminazione da piombo, sostanza altamente tossica, sia le acque e sia la fauna presente, con rischi di carattere ambientale e sanitario. Facciamo un appello alle istituzioni, al presidente del Parco – conclude il Coordinamento nella sua nota – e faremo una segnalazione ai Carabinieri Forestali, affinché aumentino i controlli all’interno di quest’area”.
Cronaca
Beccati con 400 ricci di mare nel cofano. Multati e segnalati
Gli esemplari erano ancora in stato vitale, i finanzieri hanno provveduto a reimmetterli immediatamente in mare in un’area idonea…
Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza di Gallipoli ha messo a segno un nuovo intervento a tutela dell’ecosistema marino, intercettando un trasportatore abusivo in località Santa Caterina di Nardò.
I finanzieri hanno notato un’autovettura che, con manovre sospette, tentava di allontanarsi rapidamente dalla costa verso l’entroterra. Una volta fermato il veicolo e identificato il conducente, l’ispezione del bagagliaio ha confermato la presenza di circa 400 ricci di mare, in violazione della Legge Regionale che vieta tassativamente il prelievo, la detenzione e la commercializzazione di questa specie.
Il provvedimento mira a favorire il ripopolamento dei fondali, messi a dura prova dal prelievo indiscriminato, e a scongiurare il rischio di estinzione.
Per il responsabile è scattata una sanzione amministrativa di 2.000 euro, oltre alla segnalazione all’Autorità Marittima competente.
Fortunatamente, poiché gli esemplari erano ancora in stato vitale, i finanzieri hanno provveduto a reimmetterli immediatamente in mare in un’area idonea, garantendo così la sopravvivenza dei ricci
e il mantenimento dell’equilibrio biologico della zona.
Questa operazione rappresenta solo l’ultimo tassello di un più ampio piano di vigilanza attuato dal Servizio Navale della Guardia di Finanza. Dall’inizio dell’anno, i controlli hanno portato alla liberazione di oltre 3.000 ricci di mare, al sequestro di numerose attrezzature da pesca.
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