Cronaca
“No all’odio, porta solo violenza”
Le parole forti e coraggiose della Mamma di Noemi. Il giorno dopo il funerale restano una serie di lezioni da tenere a mente
“Non voglio odio, non odiate, perché l’odio porta solo violenza”: sono le parole forti, assordanti, coraggiose, della mamma di Noemi, a conclusione della cerimonia funebre.
“Se avete problemi”, ha continuato donna Imma, “venite a casa di Noemi e parlate, la porta sarà sempre aperta per ascoltarvi”.
Il giorno dopo il funerale, oltre alla tristezza ed alla rabbia per una vita spezzata troppo presto e volata via insieme a tutti i sogni, le aspettative e la voglia di vivere tipica dei 16 anni, ci restano una serie di sonore lezioni, da non dimenticare.
La più fresca e forse emotivamente più coinvolgente proprio quella della mamma di Noemi: vogliamo giustizia, che sia fatta chiarezza e che paghi fino in fondo il responsabile (o i responsabili). L’odio, le sete di vendetta, però, non portano a nulla se non ad altro dolore.
Anche le parole del Vescovo, Mons. Vito Angiuli, pronunciate durante l’Omelia, restino bene impresse, soprattutto ai più giovani: “A nome di tutti noi adulti, vi supplico: aprite il vostro cuore e svelateci i vostri sentimenti. Anche quando vi sembra che siamo freddi e insensibili, distaccati e incapaci di capirvi, non rifugiatevi nella solitudine del vostro mondo, ma lasciateci intravedere l’immenso desiderio di bene che alberga dentro di voi. Affrontate con coraggio la vita. Certo, siete immersi in una società difficile e complessa. Non scoraggiatevi di fronte alle difficoltà e non desistete dal vostro impegno. I sacrifici che farete non saranno vani e infruttuosi. Appoggiatevi al nostro braccio e camminiamo insieme. La strada è lunga. Camminando mano nella mano, sarà possibile raggiungere la meta”.
E ancora: “Giustizia e non becero giustizialismo, lasciamo fare il loro lavoro a forze dell’ordine e magistrati“.
E poi: “Le indagini non si fanno sui social!”. E neanche i processi aggiungeremmo noi.
Sono queste le lezioni che dovremo tenere bene a mente così come chi di dovere dovrà assumersi le sue responsabilità se davvero non è stato fatto tutto quello che si doveva fare davanti alle denunce presentate dalla mamma di Noemi ( e non solo). Il Ministero ha avviato un’ispezione e le indagini diranno se ci sono state manchevolezze.
Più in generale, di situazioni borderline, per utilizzare un parola molto inflazionata in questi giorni, purtroppo, ce ne sono tante. Le nostre Istituzioni hanno tutti i mezzi per intervenire e non è tollerabile che si arrivi tardi per burocrazia e lungaggini, chiudendo la stalla quando i buoi sono già scappati. Non sono consentiti lassismo e superficialità.
Impariamo da queste lezioni, sono l’eredità che ci lascia Noemi. Non sciupiamola.
Giuseppe Cerfeda
Cronaca
In posa con il morto
A Uggiano La Chiesa un operaio cimiteriale si fa fotografare sorridente mentre solleva con una mano il cadavere, come fosse una persona ancora in vita e lo abbraccia con la mano destra mettendosi in posa. A processo per vilipendio. Sentenza attesa per il prossimo 5 febbraio
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Della grande difficoltà si saper vivere (bene) nell’era della connessione globale ne scriveva, appena qualche giorno fa, il nostro prof. Hervé Cavallera.
Da Uggiano La Chiesa arriva la conferma alle sue parole: una fotografia con il morto, l’ultima imbarazzante trovata per farsi un selfie e immortalarsi in pose estreme.
Cellulari alla mano, abbiamo (forse) raggiunto il limite.
Quanto accaduto nel cimitero di Uggiano La Chiesa è macabro, di cattivo gusto e soprattutto poco rispettoso, innanzitutto della persona defunta e dei suoi familiari.
La sua foto (in alto, in evidenza) è diventata virale sui social.
L’operaio, un 57enne del posto, era impegnato nell’estumulazione di una salma per il successivo trasferimento, quando ha chiesto ad un cittadino che si aggirava in quei frangenti, di fare una foto in compagnia del morto, pubblicando poi le immagini sul suo profilo social.
L’episodio era stato da subito duramente stigmatizzato dal sindaco di Uggiano La Chiesa che ha denunciato il fatto all’autorità giudiziaria.
Il protagonista lavora come operaio per conto di una ditta esterna, qualche problema con la giustizia in passato ma nessun deficit psichiatrico accertato.
In paese lo conoscono in tanti.
Nello scatto indossa una maglietta e dei guanti da lavoro con una mascherina calata sul mento
Le immagini della sua “storia” pubblicate su un social network lo ritraggono sorridente mentre solleva con una mano il cadavere, come fosse una persona ancora in vita e lo abbraccia con la mano destra mettendosi in posa.
Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, premesso che «si tratta di un fatto estremamente grave e di pessimo gusto», spiega: «Non sappiamo se ci sono profili di carattere penale e neppure se si possa parlare di vilipendio di cadavere. Questa cosa deve essere approfondita da chi di dovere il 5 febbraio prossimo, giorno in cui sarà emessa la sentenza».
Anche la legge deve evidentemente adeguarsi alla connessione globale e regolamentare fatti simili a nostro.
Cronaca
Cutrofiano: fermati truffatori a caccia di anziani
Identificati dalla Polizia Locale due giovani di origini campane con numerosi precedenti di polizia a loro carico
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Erano a caccia di anziani da truffare i due individui fermati e identificati dalla Polizia Locale di Cutrofiano.
Si aggiravano con fare sospetto per le vie del centro storico a bordo di una Wolkswagen T-Cross di colore nero presa a noleggio sotto falso nome.
Il loro comportamento ha insospettito gli agenti che hanno deciso di fermali per un controllo.
I due giovani a bordo, entrambi di origini campane, di 18 e 26 anni, dapprima hanno tentato di giustificare la loro presenza riferendo di doversi recare in visita a una anziana zia, ma alla richiesta di riferire il nome e cognome e la via di residenza della fantomatica zia, non son stati in grado di rispondere.
Il sospetto di trovarsi davanti a due truffatori, a questo punto, diventava certezza.
I due stati invitati a seguire gli agenti in Caserma per ulteriori approfondimenti dal momento che uno di loro era anche privo di documenti di riconoscimento.
Dal controllo dei precedenti penali entrambi sono risultati “pregiudicati” per numerosi reati di truffa agli anziani con la tecnica del “finto carabiniere”.
Dopo il fotosegnalamento di rito, svolto in collaborazione con la locale Stazione Carabinieri, per entrambi è stata formalizzata la proposta di emissione del foglio di via obbligatorio da parte della Questura, con divieto di fare ritorno a Cutrofiano per almeno tre anni.
Questa volta è andata bene. Ma questa vicenda ci insegna che occorre non abbassare mai la guardia, poiché i personaggi senza scrupoli, pronti ad approfittare della buona fede delle persone anziane, possono comparire in qualsiasi momento.
Anche per questo ricordiamo a tutti che nessun appartenente alle Forze dell’Ordine può contattarvi telefonicamente e chiedervi denaro per risolvere le pratiche di un ipotetico incidente di un familiare, o per chiedervi dati personali come conti correnti o codici IBAN.
Perciò fate attenzione e segnalate sempre i casi sospetti al 112.
Cronaca
Ora i sindaci di Maglie, Ruffano e Sanarica rischiano il processo
La richiesta di rinvio a giudizio è arrivata del pm Maria Vallefuoco, tutti dovranno rispondere, a vario titolo, di associazione a delinquere, corruzione, frode, falso…
Si è chiusa l’inchiesta su un presunto giro di appalti pilotati in cambio di favori, regali e scambi elettorali che, nel marzo scorso, fecero scattare misure cautelari per 10 persone (3 in carcere e 7 ai domiciliari), e a una serie di misure interdittive.
Ernesto Toma e Marco Sticchi, sindaco e vicesindaco di Maglie, ora rischiano il processo.
Questo vale anche Salvatore Sales sindaco di Sanarica e Antonio Rocco Cavallo, ex primo cittadino di Ruffano, e per 25 altre persone imprenditori e funzionari comunali.
Tra gli imputati, anche la Castrignanò Appalti s.r.l. e la Cesa s.r.l, entrambe di Maglie.
La richiesta di rinvio a giudizio è arrivata del pm Maria Vallefuoco, tutti dovranno rispondere, a vario titolo, di associazione a delinquere, corruzione, frode, falso.
L’udienza preliminare è fissata per il 16 gennaio del 2026, davanti al gup Marcello Rizzo.
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