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Cronaca

Paura a Tricase: incendio al “Comi”. LO SCONCERTO DELL’UDS

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(19 novembre) – Per fortuna si è risolto tutto solo con un grande spavento. Ma si è temuto davvero il peggio quando, poco prima di mezzogiorno, i mezzi dei Vigili del Fuoco si sono indirizzati a tutta velocità ed a sirene spiegate verso l’Istituto Magistrale “Girolamo Comi”, sulla strada per Tricase Porto. Fiamme e fumo nero e denso si sprigionavano dall’interno dell’edificio scolastico mentre fra urla e momenti di terrore gli studenti, i professori e tutto il personale scappavano all’esterno.


SDC11605L’incendio è divampato in un locale dove c’erano accatastati dei materassi ed altro materiale. L’intervento dei pompieri è durato circa un paio di ore e, come detto, non c’è stata alcuna conseguenza per le persone. Qualche danno, invece, per l’immobile: la scuola resterà chiusa fino a lunedì per permettere sopralluoghi di verifica dell’agibilità.


Sconcerto dell’Unione Degli Studenti Puglia


Carlo Monticelli, coordinatore dell’Unione degli Studenti Puglia, scrive: “Nella giornata della “Settimana dei Diritti – The 17th November Week” in Puglia, dedicata al diritto alla sicurezza, si è verificato quest’altro terribile episodio di insicurezza all’interno delle scuole. San Giuliano, Veroli, Zagarolo, L’Aquila sono solo alcune delle tragedie d’Italia, unite da uno stesso filo conduttore: l’edilizia scolastica. Siamo stufi di un paese che agisce solo dopo i morti, vogliamo un paese che prevenga le tragedie e tuteli la sicurezza degli studenti cosi come dei lavoratori. Nel 2008 nelle scuole ci sono stati più di 100.000 incidenti tra studenti e insegnanti (fonte: cittadinanzattiva) e solo per mettere in sicurezza tutti gli edifici dovrebbero essere stanziati decine di miliardi di euro.


L’Unione degli Studenti ha portato avanti un monitoraggio delle scuole, denominato Sicuri da Morire”, per denunciare la situazione degli edifici italiani. In Puglia la situazione è drammatica, stabili nei quali cade periodicamente intonaco dalle pareti, con scale antincendio inagibili, con palestre chiuse e, quando piove, gli studenti sono costretti a seguire le lezioni sotto l’acqua a causa delle infiltrazioni nelle classi. Non vogliamo più sentir parlare di “fatalità” o spiacevole inconveniente. Non vogliamo scuole costruite con la sabbia delle mafie. Non vogliamo che si risparmi sulla nostra incolumità. Vogliamo investimenti seri e scuole nuove. Vogliamo essere sicuri di uscire “sani e salvi” una volta entrati a scuola”.


USD Tricase: “A scuola anche la sicurezza è precaria”

L’articolo 3 della Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989, recita: “Gli Stati devono vigilare affinché [..]gli istituti che hanno la responsabilità dei fanciulli e che provvedono alla loro protezione siano conformi alle norme stabilite dalle autorità competenti in particolare nell’ambito della sicurezza e della salute”. Lo stesso statuto degli studenti e delle studentesse recita che ogni studente ha diritto ad un ambiente salubre e sicuro. Rispettare le norme di sicurezza per una scuola dovrebbe essere il punto più importante per far si che i ragazzi e tutto il personale possano svolgere la propria attività con la tranquillità necessaria.


A Tricase, uno dei principali centri scolastici del Capo di Leuca, nell’arco di tempo di due mesi due edifici scolastici sono stati resi inagibili. Nel mese di ottobre una succursale del Liceo Scientifico/Classico “G. Stampacchia”, già in condizioni pessime, è stata colpita da un fulmine che ha causato danni generali all’edificio, facendone saltare completamente l’impianto elettrico e bruciandone quasi totalmente il soffitto. Ma a mandare ancor più nel panico degli studenti è stato quanto è accaduto nel giorno 19 Novembre nella sede centrale dell’istituto “Girolamo Comi”, all’interno del quale è divampato un incendio che ha costretto l’intervento dei vigili del fuoco. Una densa cappa di fumo ha avvolto l’edificio e ha costretto gli alunni a riversarsi in strada. E pensare che solo ieri in un articolo di del giornale locale Paese Nuovo avevamo denunciato come proprio per l’inagibilità della palestra scolastica, gli alunni del Liceo “Stampacchia” sono costretti a svolgere l’attività fisica nel cortile della scuola, esposti a molti rischi. Oppure nella piazzetta antistante la scuola, non coperti da alcun tipo di assicurazione. Per evitare che ciò continui ad accadere è in corso la richiesta dell’attuazione di un progetto che prevede lo svolgimento dell’attività fisica nel palazzetto del paese. Ma per mancanza di fondi la scuola chiede supporto agli alunni, i quali dovrebbero pagare l’autobus per il trasporto dalla sede al palazzetto. Ci chiediamo allora come mai situazioni del genere possano accadere.


Ci chiediamo come mai ai nostri interrogativi sugli evidenti problemi di agibilità delle scuole di Tricase, la provincia ribatte che gli edifici rispondono alle norme di sicurezza. Siamo stufi del fatto che in Italia si “agisca” solo dopo le fatalità. Viviamo in una scuola nella quale non solo non esiste una cultura della sicurezza, ma nemmeno una sicurezza della cultura. Un scuola dove anche la sicurezza è precaria! Proprio per questo l’Unione degli Studenti, in occasione della settimana del 17 Novembre, giornata Mondiale degli Studenti, ha lanciato una campagna, “Sicuri da Morire”, iniziativa che, proprio partendo dai dati raccolti nelle scuole di tutta Italia, possa portare alla luce la gravissima situazione dell’edilizia scolastica nel nostro Paese. Perché siamo stanchi delle tante promesse mai mantenute. Perché siamo stanchi di scuole costruite con la sabbia delle mafie. Perché crediamo ancora in una scuola sicura.


Unione degli Studenti Tricase


Casarano

Con un drone tentano di calare droga e telefoni in carcere. Intercettati

Il drone, ancora acceso e munito di videocamera frontale, era collegato mediante fili di nylon a involucri contenenti sostanza verosimilmente stupefacente e numerosi dispositivi elettronici….

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Prosegue l’azione di contrasto dei Carabinieri al fenomeno dell’introduzione illecita di sostanze stupefacenti e oggetti proibiti all’interno degli istituti penitenziari, fenomeno che si avvale sempre più spesso dell’utilizzo di droni tecnologicamente sofisticati.

Nella serata di ieri, è stato intercettato un drone in volo nelle immediate vicinanze di un noto esercizio commerciale, in un’area compatibile con una possibile rotta diretta verso il carcere di Borgo San Nicola.

L’intervento dei militari del NORM di Lecce ha consentito di bloccare il velivolo e recuperare il carico trasportato, evitando che il materiale illecito potesse raggiungere il carcere.

Il drone, ancora acceso e munito di videocamera frontale, era collegato mediante fili di nylon a involucri contenenti sostanza verosimilmente stupefacente e numerosi dispositivi elettronici.

I Carabinieri hanno proceduto al sequestro di un ingente quantitativo di sostanze verosimilmente stupefacenti, tra cui cocaina e hashish, per un peso complessivo di circa 150 grammi, abilmente occultate anche all’interno di confezioni di chewing gum, bilancini di precisione, telefoni cellulari di varie tipologie (compresi mini-telefoni), cavi, auricolari e caricabatteria, materiale destinato a supportare attività illecite all’interno del carcere.

Il sequestro è stato effettuato in via d’urgenza, considerata l’assenza, in quel momento, della direzione delle indagini da parte dell’AG e il concreto pericolo di dispersione o alterazione delle prove.

Il materiale sequestrato è stato posto a disposizione della Procura di Lecce mentre sono in corso indagini dei Carabinieri volte a individuare i responsabili e a ricostruire l’intera filiera organizzativa.

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Casarano

Che fine ha fatto il gatto Cesare?

A Casarano scompare gatto di quartiere, la comunità sgomenta chiede chiarezza e tutele

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Sta suscitando profonda emozione e sgomento, a Casarano, la scomparsa di Cesare, un gatto di quartiere molto conosciuto e amato dai residenti di via Montesanto, nel centro cittadino.

Del gatto non si hanno più notizie dal pomeriggio di martedì 9 dicembre, intorno alle 16,20.

Cesare viveva da anni nella zona ed era diventato una presenza familiare per molti abitanti del quartiere, che nel tempo si erano presi cura di lui garantendogli cibo, attenzioni e assistenza.

Negli ultimi giorni il gatto non stava bene ed era seguito da un veterinario, con un controllo programmato il giorno successivo.

Proprio per proteggerlo dal freddo e offrirgli un luogo riparato e caldo in attesa della visita veterinaria, nei giorni precedenti alcuni volontari avevano realizzato e posizionato una cuccia impermeabile, collocata sotto il porticato della via.

Secondo le testimonianze raccolte, Cesare si trovava all’interno di questa sistemazione poco prima dell’orario indicato.

In una finestra temporale di circa dieci minuti, il gatto e la cuccia sono scomparsi, senza che vi siano stati avvistamenti successivi o segnalazioni utili a chiarirne la sorte.

«Cesare non era un randagio nel senso comune del termine», spiega un volontario che da tempo si occupava di lui, «ma un gatto seguito, curato e amato da tante persone. Negli ultimi giorni stavamo facendo il possibile per proteggerlo dal freddo, trovargli una sistemazione più sicura e accompagnarlo alle cure veterinarie. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto enorme e ci ricorda quanto sia importante riconoscere e tutelare ufficialmente i gatti liberi, per evitare che situazioni simili possano ripetersi».

La notizia si è rapidamente diffusa in città e sui social network, dove in molti hanno condiviso appelli e messaggi di solidarietà. Cesare non era soltanto un gatto di quartiere: nel tempo era diventato amico di passanti, bambini e negozianti, che gli riservavano quotidianamente carezze, giochi e cibo, rendendolo una presenza rassicurante e familiare nella vita di via Montesanto.

La vicenda ha riacceso il dibattito sul tema della tutela dei gatti liberi e sulla necessità di strumenti chiari e condivisi per la loro protezione.

In diverse città italiane, infatti, le colonie feline sono riconosciute ufficialmente e gestite in collaborazione tra cittadini, Comuni e servizi veterinari, al fine di garantire benessere animale e convivenza civile.

L’episodio richiama inoltre l’attenzione sul quadro normativo italiano, che riconosce e tutela gli animali in quanto esseri senzienti e prevede specifiche responsabilità per chiunque compia atti di maltrattamento o violenza nei loro confronti.

Un impianto giuridico che affida anche alle istituzioni locali un ruolo centrale nella prevenzione, nella tutela e nella promozione di una convivenza rispettosa tra cittadini e animali.

Al momento non sono emersi elementi certi sulla sorte di Cesare.

Le autorità competenti sono state informate dei fatti e stanno svolgendo gli accertamenti necessari per ricostruire quanto accaduto.

Nel frattempo, i residenti chiedono soprattutto chiarezza e auspicano che episodi come questo possano diventare occasione per una maggiore sensibilizzazione e per politiche di tutela più strutturate sul territorio.

La storia di Cesare resta oggi il simbolo di un legame profondo tra una comunità e un animale che, pur senza padrone, era diventato parte integrante della vita quotidiana di tutti.

Salvatore Primiceri

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Campi Salentina

Carabinieri bloccano furgone carico di rame e alluminio rubati

Arrestato 43nne originario di Torino senza fissa dimora. Nella concitazione i suoi complici sono riusciti a dileguarsi. Proseguono le indagini per indentificarli

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È stata una notte di intensa attività per i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Campi Salentina, che hanno messo a segno un importante intervento a tutela della legalità permettendo di sventare un furto ai danni della stazione ferroviaria di Campi Salentina e di assicurare alla giustizia uno dei responsabili.

È accaduto nelle ore notturne, a Squinzano, dove i militari della Sezione Radiomobile sono intervenuti a seguito di una segnalazione.

In pochi minuti è scattato il dispositivo di controllo del territorio.

Ne è nato un inseguimento serrato, conclusosi con il blocco di un furgoncino carico di refurtiva.

Alla guida del mezzo un 43nne originario di Torino, di fatto senza fissa dimora e già noto alle forze dell’ordine, che viaggiava insieme a due complici.

Questi ultimi, approfittando dei momenti concitati, sono riusciti a dileguarsi a piedi, facendo perdere le proprie tracce.

All’interno del veicolo i Carabinieri hanno rinvenuto circa 100 chilogrammi di cavi di rame e 200 chilogrammi di tubi in alluminio, materiale appena rubato dalla stazione ferroviaria di Campi Salentina.

La refurtiva è stata recuperata e restituita, evitando conseguenze gravi per le infrastrutture e i servizi collegati.

L’uomo è stato arrestato per furto aggravato in concorso e, dopo le formalità di rito, condotto presso la Casa Circondariale Borgo San Nicola di Lecce, come disposto dal PM di turno della Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini.

Proseguono intanto le indagini dei Carabinieri per risalire all’identità dei due complici fuggiti, mentre l’operazione conferma ancora una volta l’efficacia dell’azione dell’Arma nel contrasto ai reati predatori, anche nelle ore più silenziose della notte.

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