Cronaca
Porto Rubino: «Tutto meraviglioso. O quasi…»
Un sogno rovinato, così ci scrive una donna nella mail spedita in redazione con la quale racconta il caotico dopo serata. Per tutta la serata tutto è stato davvero bello e l’organizzazione è apparsa inappuntabile. Alla fine, però, qualcosa non è andata per il verso giusto ed è giusto prenderne atto, per non farsi cogliere impreparati la prossima volta e correre ai ripari. La nostra letttrice ha partecipato alla magnifica serata al Porto e, seguendo le indicazioni, ha raggiunto la marina in navetta, lasciando l’auto a Tricase. Al ritorno, al posto designato per prendere l’autobus, ha trovato una grande «quantità di persone in attesa che si riversavano in strada, impedendo manovre che avvenivano ugualmente, con il rischio che qualcuno rimanesse schiacciato tra asfalto, gomme e gente, soprattutto nel momento in cui è anche andata via l’elettricità lasciandoci nel buio. Inutile dire la quantità di spinte, di grida, di piedi pestati e capelli tirati che si possa aver ricevuto…»
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RICEVIAMO & PUBBLICHIAMO
È il primo anno che riesco, finalmente, a ottenere le ferie per arrivare a Tricase in tempo per Porto Rubino.
Dopo una partenza non ottimale (un volo cancellato a causa del problema informatico e un altro, il giorno successivo, atterrato con due ore di ritardo), mi illudo di potermi finalmente godere il weekend. Eccomi a Tricase Porto: una gioia davvero difficilmente esprimibile per me che ci tenevo tanto.
Purtroppo, durata poco.
Subito dopo il concerto, magicamente accompagnato dal sorgere di una luna che così bella non avevo mai visto, mentre raggiungo il luogo designato a riaccompagnare gli spettatori a Tricase, dove avevo posteggiato l’auto, mi rendo conto che qualcosa non va.
Nonostante mi avessero assicurato che le navette avrebbero fatto la spola per tutta la serata e nonostante io mi sia spostata un’ora prima della conclusione, immaginando possibili ingorghi al termine, la quantità di persone che trovo al di là delle transenne supera le mie aspettative, oltre ad essere visibilmente nervosi.
Mi aspetto che ci sia più attesa del dovuto, non ideale, ma gestibile, penso.
Mi sbaglio proprio su quel “gestibile”.
Da quando arrivo a quando riesco, finalmente, ad accaparrarmi un posto, passa più di un’ora, ma non si tratta di navette mancanti o in ritardo, anzi, di pullman ce n’erano.
Quello che mancava era, appunto, l’organizzazione.
Chiunque, spaventato dalla quantità di persone in attesa, si riversava nella strada, impedendo manovre che avvenivano ugualmente, con il rischio che qualcuno rimanesse schiacciato tra asfalto, gomme e gente, soprattutto nel momento in cui è anche andata via l’elettricità lasciandoci nel buio. Inutile dire la quantità di spinte, di grida, di piedi pestati e capelli tirati che si possa aver ricevuto.
Quando ho, finalmente, visto arrivare l’auto della Polizia Locale mi sono sentita sollevata (prima, alquanto stupita che non ci fossero proprio forze dell’ordine nei paraggi) e, molto di più, sciocca e illusa quando ho visto l’auto sfilare incurante di quanto stesse succedendo.
C’è voluta più di un’ora, ma è andata bene perché non è successo niente. Davvero bisogna accontentarsi di questo? Davvero, con un biglietto pagato trenta euro, il volo, la notte in hotel, l’auto a noleggio, l’attesa piena di aspettative, mi devo accontentare di non essere stata investita o peggio?
Ci ho pensato molto se scrivere o meno questa lettera, poi, ho deciso di sì. Perché finché va tutto bene a tutti difficile che cambi qualcosa. Perché le cose belle non vanno rovinate nemmeno per sbaglio. Perché, amaramente, so già che non tornerò.
Lettera firmata
Attualità
Consorzio di bonifica e gli inutili sprechi
Pagliaro: “Ma intanto, veniamo a sapere che il Consorzio di bonifica spenderà quasi un milione e mezzo di euro in 48 mesi per noleggiare 98 Panda ibride. Una inutile flotta di auto gialle, ferme in un parcheggio a Nardò…”
Anche Paolo Pagliaro, consigliere regionale di FdI, si scaglia contro l’obolo del Consorzio di Bonifica: “Per gli agricoltori una brutta sorpresa sotto l’albero di Natale: le ingiunzioni di pagamento del famigerato tributo 630. Un chiaro tentativo di fare cassa a spese dei consorziati, nonostante le opere di bonifica continuino a restare ferme. E intanto, si allunga il bollettino degli sprechi del Consorzio, che ho piu volte denunciato nella passata legislatura.
L’ho fatto per evidenziare l’ingiustizia della pretesa del tributo 630, a fronte di interventi di bonifica fermi anche da anni. Dal governo regionale si è alzato un muro alle mie reiterate richieste di sospendere le cartelle, che continuano a piovere a raffica benché non dovute. Sono stati respinti i miei emendamenti, e sono stati umiliati gli agricoltori che nell’aula del Consiglio regionale hanno manifestato la loro rabbia per questo vero e proprio sopruso. Durante la campagna elettorale per le regionali il Pd, campione di testacoda, ha messo nero su bianco nel suo programma l’azzeramento del tributo 630. L’ennesimo inganno, l’ennesima bugia che ho smascherato fin da subito e di cui chiederò conto al neo presidente Antonio Decaro e al futuro assessore all’agricoltura, non appena partirà la nuova legislatura”.
E condanna alcune scelte del consorzio: “Ma intanto, veniamo a sapere che il Consorzio di bonifica spenderà quasi un milione e mezzo di euro in 48 mesi per noleggiare 98 Panda ibride. Una inutile flotta di auto gialle, ferme in un parcheggio a Nardò. Questo è solo l’ultimo spreco di una lunga serie: continuano le consulenze pagate a peso d’oro, gli affidamenti di incarichi legali per contenziosi spesso perdenti, le nomine illegittime come quella di un biologo marino come responsabile dell’area agraria,.senza le necessarie competenze, guarda caso ex consulente Arif.
E qui tornano le storture dei vasi comunicanti tra Arif e Consorzio, figlie del conflitto d’interessi del commissario Francesco Ferraro, al tempo stesso direttore Arif. Due ruoli dirigenziali accentrati nelle mani di una sola persona, cosa che abbiamo denunciato senza mai ricevere risposta. Intanto, però, Ferraro viene condannato per una consulenza inutile all’ex sub commissario, e dovrà risarcire per 140mila euro”.
E chiude con: “Sugli sprechi e sulla mala gestione del Consorzio di bonifica faremo un’opposizione ancora più dura, perché questo bubbone venga finalmente affrontato, e si riparta con le bonifiche del territorio agricolo in abbandono. Solo allora, a fronte di benefici effettivi, ad agricoltori e cittadini potrà essere richiesto il tributo 630. Su questo continueremo a batterci“.
Casarano
Il 1° febbraio si vota per l’elezione del Presidente della Provincia di Lecce
Le candidature alla carica di Presidente devono essere presentate presso l’Ufficio Elettorale…
È indetta per domenica 1 febbraio 2026 l’elezione del Presidente della Provincia di Lecce.
Nella giornata di oggi il presidente facente funzioni della Provincia Fabio Tarantino ha firmato il decreto di indizione della tornata elettorale.
Le operazioni di voto si svolgeranno dalle ore 8 alle ore 20, nei due seggi che saranno costituiti presso la sala consiliare e la sala delle Commissioni consiliari della Provincia di Lecce, al 2° piano del Palazzo dei Celestini, in via Umberto I, n.13, a Lecce.
Potranno votare i Sindaci ed i Consiglieri comunali in carica dei Comuni ricompresi nel territorio della provincia di Lecce, in carica alla data dell’1 febbraio.
L’elezione del Presidente della Provincia avviene con voto diretto, libero e segreto sulla base di candidature sottoscritte da almeno il 15% degli aventi diritto al voto. L’elettore può esprimere un voto di preferenza per un solo candidato alla carica di Presidente della Provincia.
Il voto è ponderato ai sensi dei commi 32, 33 e 34 dell’art. 1 della L.n. 56/2014. In caso di parità di voti, è eletto il candidato più giovane.
Le candidature alla carica di Presidente devono essere presentate presso l’Ufficio Elettorale, costituito presso la sede della Provincia di Lecce, dalle 8 alle 20 di domenica 11 gennaio 2026, e dalle 8 alle 12 di lunedì 12 gennaio 2026.
Casarano
Il “regalo di Natale”: le ingiunzioni di pagamento del consorzio di bonifica
Sicolo: “Una ulteriore e pesante mazzata che pende come una spada di Damocle sui conti già in grave sofferenza delle nostre imprese agricole…”
“Come indigesto ‘regalo’ di Natale, a migliaia di agricoltori sono già arrivate o stanno per arrivare dai Consorzi di Bonifica le ingiunzioni di pagamento relative alle cartelle del 2018. Una ulteriore e pesante mazzata che pende come una spada di Damocle sui conti già in grave sofferenza delle nostre imprese agricole, stritolate da una esosa burocrazia che – in questo come in altri casi – non si traduce in servizi erogati ma soltanto nel macigno di un problema che giace irrisolto da anni.
Pur nella consapevolezza che, in un certo qual modo, si tratti di ‘atti dovuti’ in ossequio al quadro normativo vigente, chiediamo alla Regione Puglia, anche in questo complicato momento di transizione dovuto al passaggio di consegne ancora in attesa di essere completato, di cercare e di trovare una soluzione-ponte che allevi il profondo disagio vissuto dalle nostre imprese agricole. Poi occorrerà, in tempi brevi, che il nuovo corso della Regione Puglia riparta immediatamente e inderogabilmente dal risolvere definitivamente, una volta per tutte, e in un quadro normativo e gestionale certo e trasparente, l’annosa questione relativa ai pagamenti richiesti dai Consorzi di Bonifica per quanto riguarda tutto il pregresso”.
È Gennaro Sicolo, presidente regionale e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, a tornare sulla ormai “infinita” questione delle cartelle di pagamento che continuano a “piovere” sulla testa degli agricoltori pugliesi.
“La questione va chiarita una volta per tutte”, aggiunge Sicolo, “se necessario anche attraverso il confronto collaborativo tra il Governo nazionale e la nuova giunta regionale che ci auguriamo possa essere ‘varata’ il più presto possibile. Si mettano da parte strumentalizzazioni e divisioni politiche, lo si faccia nell’interesse preminente della salvaguardia e tutela delle imprese agricole, che già stanno affrontando enormi difficoltà dovute a una congiuntura economica sfavorevole e a dinamiche di mercato sempre più penalizzanti”.
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