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Casarano

Toh, guarda chi si rivede…

(Ri)nasce l’Associazione Commercianti di Casarano. Il presidente Garofalo: “Vogliamo essere interpellati da chi ci amministra quando vengono fatte delle scelte che coinvolgono le nostre attività”

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Nasce anche a Casarano l’associazione dei commercianti. In realtà il termine esatto dovrebbe essere quello che parla di una rinascita perché l’idea stessa di questa associazione è stata solo rispolverata e ripresa lì da dove era stata accantonata alcuni anni fa. Diciamocelo con franchezza: un’associazione che nasce in piena campagna elettorale porta inevitabilmente con se il cattivo odore di un cibo che non ha una lunga scadenza ma realizzato, cotto e mangiato fresco, solo per dare una mano a un candidato sindaco piuttosto che ad un altro.


Ci assicura non essere assolutamente così il Presidente della neo-costituita Associazione Commercianti di Casarano, Enrico Garofalo che proprio come frase di esordio ci tiene a sottolineare il fatto che “l’Associazione è apolitica ed apartitica e la concomitanza della costituzione con la campagna elettorale è una pura coincidenza; infatti la macchina organizzativa era già partita da mesi”.


E non c’è motivo per non credere a quanto dice Garofalo, anche perché l’associazione, fin da subito ha già raccolto tra i propri iscritti ben 60 attività commerciali e, anche solo da una pura valutazione statistica, è impossibile pensare che siano tutte schierate in un’unica direzione.


Enrico Garofalo, presidente della neonata Assciazione dei Commercianti casaranese


L’idea di ricostituire l’associazione è nata alcuni mesi fa da discussioni fra noi commercianti sui piccoli grandi problemi di questa attività e che potrebbero essere messi insieme allo scopo di fare un fronte comune ed avere una voce più organica e più forte delle singole voci”, ci spiega Garofalo, “indipendentemente da chi sarà composta la prossima amministrazione comunale, è intenzione di tutti i commercianti quella di contare di più! A noi non va bene si facciano delle scelte sulle nostre teste che abbiano il potere di danneggiare le nostre attività già esposte alle mille insidie della burocrazia. Siamo coscienti che, per il bene comune, si debbano prendere delle decisioni che spesso possono anche risultare impopolari”, prosegue, “ma, d’ora in poi, vorremmo essere interpellati e, eventualmente, contribuire alla decisione finale che alla fine ricadrebbe comunque su di noi. Un’unica associazione consente questo confronto”.


A questo punto, per non lasciare il discorso come se fosse un mero volo pindalico, chiediamo qualche esempio concreto di auspicata compartecipazione nelle decisioni.

Sarebbero tanti gli esempi”, ci dice, “di sicuro il più immediato è quello della gestione della viabilità. Aprire o meno un cantiere o farlo in un determinato periodo dell’anno è un qualcosa contro cui ovviamente non possiamo e non vogliamo opporci; questo però comporta problemi a quelle attività che operano in quel tratto di strada e parlarne prima consentirebbe decisioni strategiche da parte di quelle stesse attività che potrebbero, ad esempio, far coincidere lavori di ristrutturazione del negozio o di riallestimento delle vetrine o magari di inventario in quell’arco di tempo, minimizzando quindi l’impatto negativo della limitazione della viabilità”.


Quali le iniziative o gli eventi organizzati per questa prossima estate? “L’estate è troppo vicina e non c’è il tempo materiale per organizzare degnamente degli eventi”, ammette con molta onestà il neo-Presidente, “noi siamo più orientati per le festività natalizie quando, dopo aver messo a punto le tante idee già sul tavolo, organizzeremo diversi eventi; uno su tutti il concerto di Capodanno”.


Le idee ci sono così come i presupposti e soprattutto l’onestà d’intenti. Auguriamo quindi buon lavoro alla nuova Associazione dei Commercianti e, soprattutto, chiediamo al nuovo sindaco, chiunque egli sia, di far ripartire Casarano da qui, mantenere aperta un’attività commerciale al giorno d’oggi presuppone anche una bella dose di coraggio ed i coraggiosi vanno sicuramente premiati.


Antonio Memmi


Attualità

Casarano, l’Associazione Placemaking boccia i lavori in centro

Placemaking una preparazione professionale ce l’ha e, in maniera documentata, interviene nel dibattito di questi lavori (che, ricordiamolo, sono finanziati con fondi PNRR per circa 3,5 milioni di Euro).

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di Antonio Memmi

Quando iniziarono lavori di Piazza San Domenico e giardini William Ingrosso a Casarano, il mondo era diverso: Trump non era stato ancora rieletto, non era ancora cominciato il conflitto israelo-palestinese e chat GBT era riservata a pochi eletti. 

Si sa: i lavori pubblici non finiscono, entrano nella leggenda.

In un modo o nell’altro però, fra imprecazioni dei cittadini ed esercizi commerciali chiusi (anche) per l’impossibilità di raggiungerli, pare che almeno i primi abbiano trovato una conclusione. Tutti quindi contenti? Assolutamente NO!

I commenti sui social si rincorrono fra coloro che ne parlano male (tanti) e coloro che vedono qualcosa di positivo (pochi) ma, come sempre accade sui social, la maggior parte dei commentatori non ha alcuna preparazione tecnico artistica per parlare ed il tutto rimane confinato nel gradimentopersonale.

L’Associazione Placemaking invece una preparazione professionale ce l’ha e, in maniera documentata, interviene nel dibattito di questi lavori (che, ricordiamolo, sono finanziati con fondi PNRR per circa 3,5 milioni di Euro).

Nel documento, firmato dalla presidente arch. Loredana Manco, l’Associazione solleva una critica tecnica e civica, non politica, al metodo progettuale adottato e agli esiti degliinterventi. 

Il nodo centrale è l’assenza di una reale coprogettazione con i cittadini: le piazze, secondo l’associazione, non sono semplici superfici da pavimentare, ma luoghi sociali, storici e simbolici che richiedono ascolto e partecipazione autentica.

Viene ricordato come le normative nazionali ed europee, comprese quelle legate al PNRR, promuovano processi partecipativi strutturati e trasparenti, non consultazioni di facciata ed evidenzia inoltre che i fondi PNRR non sono “regali”, ma debito pubblico che graverà sulle future generazioni, rendendo ancora più necessaria una visione strategica di lungo periodo.

Secondo Placemaking Casarano, i due interventi si sono invece limitati a una riqualificazione estetica, senza creare nuove funzioni, opportunità sociali o sviluppo economico, e particolarmente critiche sono le valutazioni su Piazza Umberto I, dove la fontana viene definita un elemento puramente scenografico, e su Piazza San Domenico, giudicata invece priva di una logica urbana, mancando allineamenti, assi civici e gerarchie spaziali.

Un altro punto centrale è poi l’assenza quasi totale di verde, ritenuto un grave errore in termini di sostenibilità climatica e qualità dello spazio pubblico così come viene criticata anche la demolizione del bar storico, sostituito poi da un edificio anonimo, considerato uno strappo all’identità del luogo.

L’Associazione infine contesta le modifiche alla viabilità e la discrepanza tra il progetto realizzato e quello presentato, sottolineando come la piazza rischi di perdere il suo significato simbolico; il tutto porta quindi verso una conclusione che è una bocciatura netta: le critiche, aggiunge, non sono un attacco politico, ma un atto di cittadinanza attiva.

E così, dopo anni in cui si attende l’inaugurazione più come una liberazione, si comprende come non sempre ciò che dura a lungo lascia il segno… qualche volta lascia solo domande.

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Attualità

Consorzio di bonifica e gli inutili sprechi

Pagliaro: “Ma intanto, veniamo a sapere che il Consorzio di bonifica spenderà quasi un milione e mezzo di euro in 48 mesi per noleggiare 98 Panda ibride. Una inutile flotta di auto gialle, ferme in un parcheggio a Nardò…”

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Anche Paolo Pagliaro, consigliere regionale di FdI, si scaglia contro l’obolo del Consorzio di Bonifica: “Per gli agricoltori una brutta sorpresa sotto l’albero di Natale: le ingiunzioni di pagamento del famigerato tributo 630. Un chiaro tentativo di fare cassa a spese dei consorziati, nonostante le opere di bonifica continuino a restare ferme. E intanto, si allunga il bollettino degli sprechi del Consorzio, che ho piu volte denunciato nella passata legislatura.

L’ho fatto per evidenziare l’ingiustizia della pretesa del tributo 630, a fronte di interventi di bonifica fermi anche da anni. Dal governo regionale si è alzato un muro alle mie reiterate richieste di sospendere le cartelle, che continuano a piovere a raffica benché non dovute. Sono stati respinti i miei emendamenti, e sono stati umiliati gli agricoltori che nell’aula del Consiglio regionale hanno manifestato la loro rabbia per questo vero e proprio sopruso. Durante la campagna elettorale per le regionali il Pd, campione di testacoda, ha messo nero su bianco nel suo programma l’azzeramento del tributo 630. L’ennesimo inganno, l’ennesima bugia che ho smascherato fin da subito e di cui chiederò conto al neo presidente Antonio Decaro e al futuro assessore all’agricoltura, non appena partirà la nuova legislatura”.

E condanna alcune scelte del consorzio: “Ma intanto, veniamo a sapere che il Consorzio di bonifica spenderà quasi un milione e mezzo di euro in 48 mesi per noleggiare 98 Panda ibride. Una inutile flotta di auto gialle, ferme in un parcheggio a Nardò. Questo è solo l’ultimo spreco di una lunga serie: continuano le consulenze pagate a peso d’oro, gli affidamenti di incarichi legali per contenziosi spesso perdenti, le nomine illegittime come quella di un biologo marino come responsabile dell’area agraria,.senza le necessarie competenze, guarda caso ex consulente Arif.

E qui tornano le storture dei vasi comunicanti tra Arif e Consorzio, figlie del conflitto d’interessi del commissario Francesco Ferraro, al tempo stesso direttore Arif. Due ruoli dirigenziali accentrati nelle mani di una sola persona, cosa che abbiamo denunciato senza mai ricevere risposta. Intanto, però, Ferraro viene condannato per una consulenza inutile all’ex sub commissario, e dovrà risarcire per 140mila euro”.

E chiude con: “Sugli sprechi e sulla mala gestione del Consorzio di bonifica faremo un’opposizione ancora più dura, perché questo bubbone venga finalmente affrontato, e si riparta con le bonifiche del territorio agricolo in abbandono. Solo allora, a fronte di benefici effettivi, ad agricoltori e cittadini potrà essere richiesto il tributo 630. Su questo continueremo a batterci“.

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Casarano

Il 1° febbraio si vota per l’elezione del Presidente della Provincia di Lecce

Le candidature alla carica di Presidente devono essere presentate presso l’Ufficio Elettorale…

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È indetta per domenica 1 febbraio 2026 l’elezione del Presidente della Provincia di Lecce.

Nella giornata di oggi il presidente facente funzioni della Provincia Fabio Tarantino ha firmato il decreto di indizione della tornata elettorale.

Le operazioni di voto si svolgeranno dalle ore 8 alle ore 20, nei due seggi che saranno costituiti presso la sala consiliare e la sala delle Commissioni consiliari della Provincia di Lecce, al 2° piano del Palazzo dei Celestini, in via Umberto I, n.13, a Lecce.

Potranno votare i Sindaci ed i Consiglieri comunali in carica dei Comuni ricompresi nel territorio della provincia di Lecce, in carica alla data dell’1 febbraio.

L’elezione del Presidente della Provincia avviene con voto diretto, libero e segreto sulla base di candidature sottoscritte da almeno il 15% degli aventi diritto al voto. L’elettore può esprimere un voto di preferenza per un solo candidato alla carica di Presidente della Provincia. 

Il voto è ponderato ai sensi dei commi 32, 33 e 34 dell’art. 1 della L.n. 56/2014. In caso di parità di voti, è eletto il candidato più giovane.

Le candidature alla carica di Presidente devono essere presentate presso l’Ufficio Elettorale, costituito presso la sede della Provincia di Lecce, dalle 8 alle 20 di domenica 11 gennaio 2026, e dalle 8 alle 12 di lunedì 12 gennaio 2026.

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