Attualità
Salento Food Experience, rete d’imprese per l’agroalimentare
Sostenuta da Confindustria Lecce, rappresenta un esempio di aggregazione che mira ad affrontare in maniera organizzata e con competenze manageriali sfide complesse
È stata presentata Salento Food Experience, la prima rete d’imprese dell’agroalimentare sostenuta da Confindustria Lecce.
L’iniziativa segna un momento cruciale per il tessuto produttivo locale, ponendosi come esempio concreto di collaborazione tra le eccellenze del territorio.
In un contesto in cui la propensione all’aggregazione tra imprese è ancora limitata, questa rete rappresenta un modello innovativo per accrescere la competitività, attrarre investimenti e favorire lo sviluppo del comparto anche in un’ottica internazionale.
«La nascita di “Salento Food Experience” rappresenta un passo fondamentale e deve essere accolta con entusiasmo», ha dichiarato Valentino Nicolì, presidente di Confindustria Lecce, «perché nel nostro territorio, purtroppo, le imprese ancora faticano a fare rete, di fatto frenando il loro potenziale di crescita. Questo progetto dimostra che unendo le forze si possono affrontare meglio le sfide del mercato globale, valorizzando le nostre eccellenze e ampliando le opportunità di sviluppo. Mi auguro che questa iniziativa serva da stimolo anche per altri settori produttivi, affinché si rafforzi la cultura della collaborazione come strumento di competitività e innovazione. Confindustria Lecce sta mettendo in campo ogni strategia possibile per rilanciare tutti i settori produttivi e garantire alla nostra terra forza e capacità di stare sui mercati del mondo».
«50.529 imprese in Italia, 9.709 contratti di rete, 95 nuove imprese e 50 nuovi contratti nell’ultimo mese di febbraio. Tanto lavoro è stato fatto e tanto ancora si deve fare soprattutto al Sud. Grande apprezzamento per la prima rete di imprese del settore agroalimentare in Puglia, in particolare grazie a Confindustria Lecce. Nell’associarmi a quanti hanno evidenziato la rilevanza strategica di questo settore per il nostro territorio, vorrei evidenziare, tra gli elementi di forza delle reti, quello della codatorialità, che consente un utilizzo molto flessibile della forza-lavoro e di professionalità elevate. Sono certo che questa rete potrà costituire un riferimento “virtuoso”, per superare l’eccessivo individualismo imprenditoriale, fattore culturale negativo, che spesso limita la crescita delle nostre PMI» ha detto il vicepresidente di RetImpresa Confindustria Gabriele Menotti Lippolis.
Cesare Spinelli, presidente della Sezione Industrie Alimentari e responsabile Reti d’Impresa Confindustria Lecce, ha sottolineato l’importanza strategica dell’iniziativa: «Mettere insieme competenze, risorse e visioni è il modo più efficace per aumentare la competitività delle nostre imprese. Questa rete sarà uno strumento fondamentale per l’innovazione e per l’accesso a nuove opportunità, comprese quelle legate ai finanziamenti regionali e nazionali, ma soprattutto insieme potremo conquistare sempre nuove fette dei mercati internazionali».
Maurizio Zecca, componente del Gruppo Tecnico Industrie Alimentari di Confindustria Puglia, ha aggiunto: «Il settore agroalimentare pugliese ha un potenziale straordinario, che può essere pienamente espresso solo attraverso sinergie concrete. Forte della convinzione che senza sostegni di finanza agevolata le imprese non hanno possibilità di affrontare tali mercati, dal Gruppo Tecnico Regionale di Confindustria sono stato delegato a intavolare un percorso virtuoso con la Regione, al fine di rendere il viaggio della rete sostenibile nel tempo. Ed è così che, in condivisione con l’assessore regionale al ramo Delli Noci, abbiamo aperto un proficuo e tempestivo dialogo che ha portato al risultato di poter sostenere il percorso delle reti d’impresa anche finanziariamente».
Vincenzo Ciullo, presidente della neonata Rete, ha espresso entusiasmo per l’iniziativa: «Questo è solo l’inizio di un percorso che ci porterà lontano. Le imprese coinvolte condividono una visione chiara: fare squadra per valorizzare il Made in Salento e portarlo sempre più in alto. Siamo pronti a lavorare insieme per creare nuove opportunità di sviluppo e non mancheranno ulteriori collaborazioni con altre imprese».
Importante anche il contributo di Mauro Buscicchio, direttore Generale di Banca Popolare Pugliese, che ha sottolineato il ruolo del credito nell’accompagnare le imprese in un percorso di crescita: «Il settore agroalimentare è una colonna dell’economia nazionale. Vale ben 586,9 miliardi di fatturato, il 19% del Pil e rispetto al 2015 è cresciuto del 29%. Non possiamo, quindi, che salutare con favore il varo di reti d’impresa capaci di contare di più sui mercati nazionali e internazionali e, dunque, di garantire valore aggiunto all’intera filiera regionale, creando lavoro e nuove occasioni di crescita».
Carlo La Rotonda, direttore di RetImpresa, ha evidenziato il valore delle reti d’impresa per lo sviluppo economico locale: «“Salento Food Experience” è un esempio di aggregazione virtuosa per affrontare in maniera organizzata e con competenze manageriali sfide complesse, come l’accesso ai bandi e ai mercati internazionali, grazie al sostegno che il sistema confindustriale, a tutti i livelli, assicura alle imprese associate nel fare rete per promuovere l’innovazione e il made in Italy, partendo da territori e filiere di eccellenza».
Le conclusioni sono state affidate ad Alessandro Delli Noci, assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia, che ha ribadito il sostegno della regione alle iniziative di aggregazione tra imprese e ha illustrato le ultime novità in materia di finanziamenti con particolare riferimento alle misure destinate alle imprese strutturate in rete e/o consorzi: «Rafforzare le reti di impresa e allargare le maglie per consentire nuovi ingressi rappresenta un grande valore», ha dichiarato l’assessore. «Per aumentare la produttività ed essere competitivi sui mercati nazionali e internazionali occorre stare insieme. Il nostro ruolo, quello delle Istituzioni, è supportare in questo processo le imprese, esattamente come sta facendo Confindustria Lecce e come la Regione Puglia fa da tempo attraverso delle misure specifiche per le reti di impresa. Fare dialogare mondi diversi significa affrontare in modo più efficace sfide importanti come quella dell’economia circolare, dell’internazionalizzazione e della transizione digitale. Sfide europee che dobbiamo cogliere».
Le aziende fondatrici della rete Salento Food Experience includono eccellenze del settore agroalimentare pugliese: Alimilk Srl, Birra Salento, Cantina Monsellato Srl, Fornopronto Srl, Marevivo Srl, Miele Selvaggi Srl, Prim.Ol.Jo. Srl, Sandemetrio srl, Spinel Caffè Srl.
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Attualità
Il sindaco di Miggiano dal Papa
Udienza speciale per l’ANCI: Michele Sperti in udienza con Leone XIV
Il primo cittadino miggianese Michele Sperti ha incontrato sua santità Leone XIV nel corso di un’udienza speciale per l’ANCI.
Di seguito le emozioni che il sindaco di Miggiano ha affidato ai social.
“Un’esperienza unica, un’emozione autentica e difficile da descrivere, destinata a rimanere per sempre nel mio cammino umano e istituzionale.
Nel suo sguardo ho colto vicinanza, ascolto e profonda umanità: l’autorevolezza e, insieme, la dolcezza di un grande pastore d’anime.
Ho raccontato al Santo Padre della nostra terra straordinaria che è il Salento e di Miggiano: del capo della direzione sanitaria del Vaticano, nostro concittadino, e che dal nostro paese sono arrivate le scarpe ortopediche per i suoi predecessori.
Un dettaglio semplice, ma ricco di significato, che ha reso ancora più forte il legame tra la nostra comunità e la Santa Sede.
É stato un grande onore, ma soprattutto un’esperienza personale e spirituale profonda che desidero condividere con voi, perché ogni traguardo vissuto da un sindaco appartiene, prima di tutto, alla sua comunità”.
Attualità
Tricase, nuove rotatorie e vecchi pasticci stradali
Non conosciamo quale sia la scelta operata, quale Genio della Lampada abbia pensato bene di ridurre un’arteria principale per il deflusso ordinato del traffico della città…
di Luigi Zito
Si avvicina il periodo delle elezioni e, come sempre, si moltiplicano in città (a Tricase), le opere da completare o quelle da portare a termine: dalle strade da ri-asfaltare a quelle da finire; da quelle da ridisegnare (leggi via Stella d’Italia, i lavori sarebbero dovuti iniziare circa 2 anni fa), a quelle in fase di completamento come via Fratelli Allatini, per intenderci la strada che porta all’ACAIT e alla caserma dei Carabinieri, quella che volge a Caprarica (rione di Tricase), chiusa da ormai un mese, in pieno periodo di feste.
Non conosciamo quale sia la scelta operata, quale Genio della Lampada abbia pensato bene di ridurre un’arteria principale per il deflusso ordinato del traffico della città – quella è la via che accompagna verso il centro chiunque ritorni dalla zona delle scuole, in quella parte insistono tre Istituti scolastici molto frequentati: il liceo Stampacchia, il don Tonino Bello, e l’Istituto comprensivo di via Apulia – , ad un budello, dove si circolerà a senso unico unico di marcia e costringerà i residenti delle vie adiacenti a indire un concorso a premi ed estrazione per trovare parcheggio, uscire di casa in sicurezza e poter anche solo lasciare sull’uscio un secchio dell’immondizia senza il rischio di venire asfaltati.
Già in quella parte della città La Politica di 50-60 anni fa aveva pensato bene di disegnare (e costruire) strade di 6-8 metri di larghezza – forse hanno avuto una premonizione del film Blade Runner, dove le auto volano e atterrano dove occorre – che traslate al mondo d’oggi si sono ridotte ad un parcheggio davanti l’uscio di casa e ad uno spazio asfittico che permette appena di entrare in casa in sicurezza prima che ti “stirino i pantaloni”, ci chiediamo: cosa succederà ora che la circolazione principale dovrà transitare per quei budelli di strade?
Dicevamo del Genio della Lampada e le scelte che ha partorito per la nuova via F.lli Allatini: sarà stato il voler agevolare chi, senza regole, parcheggia a sbafo davanti alle poche attività commerciali che sono in quella parte della città?
Il nuovo marciapiede allargato servirà a far arrivare in sicurezza i dipendenti comunali che, a piedi, transiteranno dal palazzo municipale fino ai nuovi uffici all’interno dell’Acait?
O forse, lo si è fatto per evitare ingorghi, attese e liti con chi si intestardisce a voler continuare a fumare e deve parcheggiare e scendere proprio davanti al tabaccaio per comprare le sigarette, alla faccia di chi rispetta le regole?
Ora che avranno un paio di parcheggi dedicati, la strada a senso unico, e un marciapiede allargato, liti e contese potranno trasferirsi sulle vie attigue, essere declassate a diverbi più amabili, e magari avverrà pure qualche scambio di fiori.
Ora anche i pruriti per il Centro di Gravità Permanente sono venuti a galla – partono i lavori per l’adeguamento dell’intersezione tra le via Pirandello, via Cattaneo e via Aldo Moro, una zona che indubbiamente aveva esigenza di essere messa in sicurezza e di restyling -, la sopita speranza è che lo stesso Genio di cui sopra abbia valutato attentamente quello che sta per fare per quello che è uno snodo centrale per Tricase.
E poi ancora, ci associamo, a quanti nostri lettori ci segnalano da mesi, nel chiedere: chi è obbligato a transitare per quelle vie, quelle percorse e frequentate da decine di pullman che ogni giorno conducono centinaia di studenti (e auto) fino a scuola, via Peano, via Manin, e limitrofe, quando potranno vedere la luce, e viaggiare in sicurezza?
Soprattutto dopo le piogge dei giorni scorsi, strade fuse come emmental d’asfalto, parcheggi a fantasia e guida spericolata sono divenuti il giusto mix per incidenti e rotture di assi.
In tutto questo, dopo aver formulato i miei auguri per l’anno nuovo, nella certezza che qualcuno mi risponderà, lasciatemi spendere una sola parola sulla nuova truppa di Vigili Urbani che lavorano a Tricase: dove sono? Quanti sono? Vivono anche loro la città? Che orari fanno? Come regolano il traffico cittadino? Transitano sulle stesse vie di noi comuni mortali o come in Blade Runner, volano alto?
Attualità
La Caritas esprime preoccupazione per il nuovo gioco d’azzardo “Win for Italian Team”
Quando lo Stato continua a utilizzare l’azzardo come leva fiscale, i cittadini pagano un prezzo altissimo in termini economici, psicologici e sociali…
riceviamo e pubblichiamo
Le quattro Fondazioni Antiusura della Puglia, – Fondazione San Nicola e Santi Medici di Bari, Fondazione Buon Samaritano di Foggia, Fondazione San Giuseppe Lavoratore di Lecce e Fondazione Mons. Vito De Grisantis di Tricase – e le 19 Caritas della Puglia, condividono la grande preoccupazione della Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II per l’ennesima scelta di introdurre un nuovo gioco d’azzardo “Win for Italia Team”, trasformando ancora una volta la fragilità dei cittadini in una fonte di entrate. È inaccettabile che, di fronte a un’emergenza sociale ormai conclamata, le istituzioni continuino a considerare l’azzardo come una leva fiscale, ignorando deliberatamente le conseguenze devastanti che questo sistema produce nelle famiglie italiane.
Ancora più grave è associare un nuovo gioco d’azzardo all’evento sportivo per eccellenza come le Olimpiadi. Lo sport dovrebbe rappresentare vero divertimento e svago che mette al centro l’impegno individuale e di squadra nel rispetto delle regole e dell’altro, per una crescita personale e collettiva. L’azzardo non ha nulla di tutto questo. Legare il mondo olimpico a un meccanismo che genera povertà significa macchiare un ambito che dovrebbe invece educare, ispirare e dare speranza.
In Italia il gioco d’azzardo ha raggiunto dimensioni allarmanti: la raccolta nazionale ha superato i 157 miliardi di euro, con perdite per i cittadini vicine ai 23 miliardi. Numeri che raccontano un fenomeno trasversale, che compromette anziani, giovani (anche molti minori di età), studenti e le loro famiglie. L’azzardo è oggi una delle principali cause di indebitamento, e troppo spesso l’indebitamento sfocia nell’usura, come dimostrano gli ascolti in costante aumento presso le Fondazioni antiusura, dove ogni giorno arrivano persone che hanno perso tutto: risparmi, relazioni, fiducia, dignità.
Quando lo Stato continua a utilizzare l’azzardo come leva fiscale, i cittadini pagano un prezzo altissimo in termini economici, psicologici e sociali. È una contraddizione che non può più essere ignorata: da un lato si parla di prevenzione dell’azzardopatia o si promuove il cosiddetto gioco responsabile, dall’altro si moltiplicano le offerte di giochi che alimentano dipendenza, povertà e disperazione.
In un momento in cui migliaia di famiglie sono in difficoltà, il Paese avrebbe bisogno di tutt’altro: educazione finanziaria, percorsi di prevenzione dell’indebitamento, strumenti per un accesso al credito più efficaci, politiche di tutela dei più vulnerabili. Non di un nuovo gioco che rischia di diventare l’ennesima porta d’ingresso verso la rovina economica e psicologica.
Le quattro Fondazioni della Puglia condividono, insieme alla Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II l’ennesimo appello chiaro al Governo: faccia un gesto che risponda al vero spirito delle Olimpiadi rispettando la tregua olimpica, ritirando questa misura. Fermare l’ennesimo gioco d’azzardo significa proteggere le famiglie, difendere la dignità delle persone, restituire allo sport il valore che merita.
La Puglia nel 2024 ha speso quasi 12 miliardi di euro per il gioco d’azzardo, più di 3mila euro per abitante compresi bambini.
Fondazione Mons. Vito De Grisantis
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