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Miggiano, a nozze la prima coppia gay

Intervista esclusiva alle prime due donne spose del sud Salento: “Un grande giorno, anche grazie ad uffici competenti e disponibili, altro che a Tricase…”

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La nuova legge 20 maggio 2016 n. 76 ha riformato il diritto di famiglia introducendo le unioni civili e la possibilità per le coppie di regolare gli effetti patrimoniali della loro convivenza. Si definiscono unioni civili tutte quelle forme di convivenza di coppia, basata su vincoli affettivi ed economici, alla quale la legge riconosce attraverso uno specifico istituto giuridico uno status giuridico analogo, per molti aspetti, a quello conferito dal matrimonio.


Volutamente non abbiamo fatto riferimenti né distinzioni tra le cosiddette coppie eterosessuali e quelle dello stesso sesso. Il mondo è cambiato, è ora di rendersene conto: la laicità di pensiero, guadagnata in tutti questi anni necessari ad affrancarci da una rigida educazione cattolica, dovrebbe farci accettare senza difficoltà che chiunque, laddove non ci siano costrizioni, possa vivere liberamente la propria sessualità e godere di tutti i diritti di legge consentiti ad una coppia. Per dirla tutta dovrebbe cambiare anche il modo di esprimersi: basta distinzioni tra gli uomini per razza (una persona non è bianca o di colore, è una persona e basta), stop ai distinguo tra coppie. Due persone che si amano e costruiscono il proprio nucleo familiare devono diventare la normalità anche se non sono i canonici marito e moglie.


Anche per questo motivo abbiamo deciso di tralasciare i nomi delle protagoniste della nostra storia, per evitare che diventino mero oggetto di pettegolezzo e siano ritenute un fenomeno da baraccone. La notizia della prima unione civile tra donne nel Capo di Leuca e nel sud Salento resta comunque storica e la strada aperta dalle due protagoniste potrà servire alle tante altre coppie che vivono con la difficoltà solita dei piccoli centri la loro storia d’amore.


Le nostre due, hanno coronato il loro sogno d’amore a Miggiano, paese di una delle due (la compagna è di Lecce): lo scorso 11 settembre sono state accolte in municipio dal sindaco Giovanni Damiano, bardato di fascia tricolore che ha sancito ufficialmente la loro unione. “Non solo la firma nostra e dei testimoni sul registro delle unioni civili, ma una vera e propria festa che abbiamo voluto condividere con parenti stretti e alcuni amici. In realtà volevamo fare il tutto a luglio ma, anche se era stata approvata la legge, il Comune di Miggiano come quasi tutti gli altri della provincia e non solo, non era ancora attrezzato all scopo”.


Quale è stata la reazione in Comune quando siete andate a chiedere di poter celebrare la vostra unione?


Ci teniamo a precisare che l’impiegato comunale che ci ha accolte è stato gentilissimo, competente e disponibile. Ho sentito quanto è avvenuto a Tricase e della risposta assurda del dipendente di quel Comune (“Si rivolga altrove”); noi, invece, abbiamo trovato grande professionalità. Parlato col sindaco e appurato la fattibilità, siamo state seguite da un impiegato dell’ufficio anagrafe e tutto è filato liscio”.


Riguardo al grande giorno, poi, ricordano:


Il sindaco ha letto gli articoli, rivoltoci delle domande facendoci scegliere il cognome, e chiestoci se optavamo per l’unione dei beni; dopo aver letto una poesia (“è stato molto carino”) ha dichiarato ufficialmente l’unione civile”.


Alle due donne abbiamo chiesto di raccontarci la loro storia:


Siamo insieme da 14 anni e viviamo insieme dal 2006. Dal momento in cui è stata approvata la legge abbiamo pensato di sistemare la nostra situazione anche per metterci un po’ al sicuro pensando al domani. Non siamo più tanto giovani, pensavamo alla vecchiaia e ad eventuali imprevisti della vita. L’unione civile può aiutarci a vivere in maniera più serena. Giusto pensarci prima: è già accaduto che, deceduto uno dei partner, l’altro non si sia visto riconoscere alcunché. Ovviamente la tranquillità non è solo di tipo economico, ora siamo una famiglia a tutti gli effetti ed è giusto aver potuto sottoscrivere un patto, un contratto che ci tutela entrambe. Per noi è stata solo l’ufficializzazione giuridica di una situazione che esisteva da anni, vivevamo già nella più grande normalità e la nostra storia era ben chiara a parenti ed amici”.


State insieme da 14 anni. Mai subiti episodi di intolleranza o comunque antipatici?


Niente di particolare. All’inizio, quando abbiamo cominciato a frequentarci, magari se ne parlava, come accade in tutte le situazioni nuove che si vengono a creare. La gente parla, parla finché non si stufa e sceglie un altro argomento. Ritengo che già da anni la nostra storia sia stata assorbita e sia diventata normalità”.


Tornando a ritroso negli anni, com’è stato l’outing in famiglia? “Credo sia stato un processo arrivato per gradi”, ci racconta una delle due conviventi, “dopo aver vissuto le mie esperienze frequentando sia uomini che donne, la mia compagna è stata la prima con cui ho deciso di costruire una vita insieme. Ho capito che era la persona giusta e me ne sono innamorata. Non ho dovuto dire nulla direttamente ai miei, hanno visto che abbiamo cominciato frequentarci e ci hanno fatto l’abitudine. Pian piano hanno realizzato il tutto ma senza alcun trauma. Questo vale sia per i miei genitori che per quelli della mia compagna. Qualcuno ha realizzato più velocemente, altri meno, ma non ci hanno mai creato problemi”.

Chiacchierando è venuto fuori anche un aneddoto relativo ad un genitore piuttosto anziano di una delle due donne che merita di essere raccontato.


Il papà della mia compagna, l’ha capito prima di tutti e ci ha detto testuale: “Non vedo che problema ci possa essere, ce ne sono tante come voi, l’importante è che vi vogliate bene”. È stato straordinario…”.


Voi avete fatto il grande passo, vi sentite di dire qualcosa a chi vive nell’ombra il proprio amore?


Dichiaratevi, unitevi, sposatevi: più siamo a farlo e meno clamore ci sarà. Se restiamo in pochi sarà sempre un argomento di cui parlare e sparlare o magari nascondere; se invece continuiamo a farlo, diventerà una cosa normale”.


Le facciamo notare che ora anche la tv generalista tratta in modo diverso l’argomento. Addirittura da Maria De Filippi “Uomini e Donne” ha inaugurato il “trono gay”. Non che la la cosa ci entusiasmi, però tant’è…


Dobbiamo riconoscere che la tv oggi influenza molto il pensiero comune. Ed anche nei programmi dei teenager la cosa ora passa senza grandi difficoltà. Tutto questo magari può aiutare i genitori che scoprono l’omosessualità di un figlio ad affrontare la cosa con un pizzico di apprensione o addirittura timore in meno”.


Sognate di poter avere un figlio?


Ci abbiamo provato, ma in Italia non è ancora possibile. Siamo state all’estero ma siamo incappate nelle mani di medici o personaggi poco chiari che avevano l’unico scopo di spillarci dei soldi. Anche per evitare che accadano cose come queste, dovrebbero sbrigarsi a renderlo possibile anche in Italia. Nel frattempo sono passati gli anni ed ora non ci pensiamo più”.


Intanto entrambe non vedono l’ora che “questo clamore si spenga perché non ci piace stare sotto i riflettori e vogliamo ritornare alla nostra vita tranquilla”.


Già quella tranquilla vita familiare, perché una famiglia comunque sia composta, resta sempre e solo una famiglia.


Giuseppe Cerfeda


 


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Aumenta la produzione dell’olio nostrano, ma la qualità come è?

I numeri, però, non sempre bastano ad un’analisi esaustiva. Ecco perché abbiamo coinvolto alcune aziende del territorio per comprendere i contorni della campagna olivicola di quest’anno…

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Confermato il previsto aumento della produzione di olio a livello nazionale di circa il 30% rispetto all’annata precedente. La nuova annata sembrerebbe buona per qualità, con il novello già disponibile.

Buona qualità anche in Salento

La resa è influenzata dalla diminuzione della produzione (-30/40% in Puglia e circa il 20% in provincia di Lecce)  ma con un aumento della qualità (e anche dei prezzi). La resa media in olio da olive varia dal 13% al 20%, ma il dato complessivo della produzione è in calo rispetto alle annate precedenti, in linea con quanto previsto da Confagricoltura.

Nel panorama complessivo, bisogna considerare che l’andamento climatico sfavorevole ha inciso in modo pesante sulla produzione di olive. Nei primi giorni di aprile, infatti, una serie di gelate improvvise ha colpito molte aree olivicole, compromettendo gran parte dei bottoni fiorali (mignole) e vanificando in buona parte le potenzialità produttive. Secondo le prime valutazioni tecniche, la flessione produttiva potrebbe essere legata anche a fattori varietali.

In particolare, la cultivar FS-17 (la “Favolosa”), che inizialmente presentava una buona prospettiva di raccolto, ha subito un crollo quasi totale della produzione a causa della cascola dei fiori non ancora aperti, verificatasi subito dopo le gelate.

I numeri, però, non sempre bastano ad un’analisi esaustiva. Ecco perché abbiamo coinvolto alcune aziende del territorio per comprendere i contorni della campagna olivicola di quest’anno.

Giacomo Palese, amministratore de L’Olivicola di Presicce–Acquarica, precisa: «La nostra è un’azienda produttrice di olive da mensa e stiamo riscontrando un’ottima qualità». Riguardo alle differenze, «le ritroviamo in termini di quantità, quest’anno abbiamo meno frutto». Gli operatori del settore salentini hanno dovuto fare i conti con le conseguenze della Xylella che «ha avuto un impatto significativo sulla nostra azienda, ha rappresentato una svolta difficile e ha messo a dura prova la sostenibilità economica, obbligandoci a ripensare completamente il modello di business. Abbiamo dovuto reinventarci e diversificare la produzione. Non potendo più contare sulle nostre olive abbiamo iniziato ad acquistare da altri produttori, mossa che ci ha permesso di mantenere una produzione continua e ci ha anche spinto a esplorare nuove strade. Un cambiamento rilevante e significativo è stata l’introduzione di nuovi prodotti come i sott’oli che in passato non trattavamo. Tale diversificazione ci ha aperto nuovi canali di mercato, diversi da quelli che conoscevamo, e ha comportato costi aggiuntivi e la necessità di finanziare nuove attività: importanti investimenti, la necessità di accedere a nuovi finanziamenti esterni e un maggiore impegno nella gestione del credito, parliamo di un accesso al credito più mirato per finanziare questi investimenti iniziali. Un percorso impegnativo che ci ha permesso di trattare prodotti che diversamente forse non avremmo trattato. Sebbene le sfide siano state tante, siamo riusciti a trovare opportunità che, a lungo termine, potrebbero rivelarsi vantaggiose per la sostenibilità economica dell’azienda. Oggi, dopo anni, siamo tornati alla lavorazione delle olive grazie ai vari reimpianti effettuati. Abbiamo reimpiantato olive leccino, perché lavorando olive da tavola riteniamo che tale cultivar sia un ottimo prodotto da mensa. Nonostante le difficoltà», conclude Palese, «questo percorso di trasformazione ci ha reso più resilienti e pronti ad affrontare sfide future».

Anche Pierangelo Tommasi di Olio Biologico Moruse di Calimera, conferma «un prodotto dalla qualità eccellente anche perché siamo stati risparmiati dall’attacco della “Mosca”». Le differenze rispetto all’anno scorso «sono notevoli ma le piante crescono di anno in anno e iniziano a produrre un po’ di più. Parliamo, però, di numeri minimi rispetto a dieci anni fa: da allora la sostenibilità economica è completamente cambiata. Prima si poteva vivere di agricoltura, adesso sono soprattutto spese. Nella speranzosa attesa di tornare ad avere i profitti di una decina di anni fa».

Nel frattempo, anche nella azienda di Calimera hanno «impiantato le varietà di Leccino e Favolosa, per la precisione 80% della prima e 20% della seconda». Colta al volo l’occasione per variegare la produzione: «Già da 4-5 anni stiamo curando una cultura di avocado. Per ora solo un piccolo appezzamento ma stiamo provvedendo ad estendere la produzione su un altro ettaro e mezzo».

Quintino Palma del Frantoio Palma di Cursi ricorda che «la raccolta 2025 è stata colpita da una gelata durante il periodo della fioritura, provocando un calo nella produzione che resta, comunque, sufficiente per un raccolto di buona qualità».

Rispetto all’ annata scorsa Palma rileva «un leggero calo di produzione sufficiente, però, a garantire il prodotto fino alla prossima campagna olearia».

Poi aggiunge: «Al momento abbiamo quasi completato i reimpianti mettendo a dimora varietà Favolosa, Leccina e Leccio del Corno (avevamo già olivi di Leccino di circa 30 anni). Purtroppo, la Xylella ha causato un crollo della redditività dell’azienda. Anche se sono stati erogati degli aiuti per i reimpianti, bisogna considerare che occorrono diversi anni prima che le piante raggiungano un target accettabile di produzione, di conseguenza siamo ancora in piena crisi. Fortunatamente», conclude Palma, «l’azienda si occupa anche di effettuare reimpianti olivicoli “chiavi in mano” per sopperire al calo di reddito post Xylella».

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Alliste

Diamo i voti ai cimiteri del Salento: criticità, sufficienze ed eccellenze

Con l’avvicinarsi della Festa dei Morti abbiamo voluto verificare la situazione dei luoghi sacri dove tutti ci rechiamo in visita ai nostri cari defunti. Spesso, per come sono tenuti, nonostante la sacralità del luogo, i cimiteri sono stati oggetto di (giuste) critiche….

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Con l’avvicinarsi della Festa dei Morti abbiamo voluto verificare la situazione dei luoghi sacri dove tutti ci rechiamo in visita ai nostri cari defunti.
Spesso, per come sono tenuti, nonostante la sacralità del luogo, i cimiteri sono stati oggetto di (giuste) critiche.

Per questo a ridosso del 2 novembre abbiamo fatto un giro (random) in alcuni camposanti della provincia.

Sarà per l’avvicinarsi della ricorrenza, ma la situazione è (quasi) dappertutto decisamente confortante.

Nessun problema ad Alliste, Felline, Matino e Racale.

Negli ultimi due centri abbiamo assistito personalmente ai lavori in corso per la tosatura delle siepi e la sistemazione degli arredi a verde.

A Matino abbiamo anche incontrato il consigliere comunale Aldo De Donatis che ci ha spiegato come da tre anni sia cambiata la gestione dei servizi e la situazione oggi sia decisamente buona.

Stesso discorso per Patù, Castrignano del Capo, Leuca, Giuliano di Lecce, Salignano.

In queste ultime 4 località il servizio è (ben) curato dalla stessa cooperativa che fa capo al 31nne Thomas Chiffi.

Decoro salvo anche a Maglie, dove, in vista delle celebrazioni dei defunti, tutto appare pulito e ordinato. Sembra tutto in ordine anche a Ruffano, sia nella parte “vecchia” che nella nuova ala, sorta all’alba del millennio in corso per accogliere i nuovi defunti.

L’area va via via popolandosi e ha subìto aggiornamenti di anno in anno a seconda delle necessità.

A Tricase resta critica e indecorosa la situazione del vecchio cimitero.

Sebbene non preveda più tumulazioni sin dal 1984, il Monumentale resta comunque meta di tante persone.

La situazione strutturale e di manutenzione degli arredi non è conciliabile con la sacralità del luogo e con il rispetto che si deve a chi va a far visita ai propri cari trapassati.

Non ci sono particolari problemi, invece, al cimitero nuovo anche se, almeno dal punto di vista del decoro si può e si deve fare meglio. Tanti viali non sono protetti dall’asfalto o dal cemento come quello principale e pochi altri e, spesso, si è costretti a mettere i piedi nel fango.

La vegetazione, poco o per nulla curata, invade gli stessi viali, costringendo i visitatori a farsi spazio tra le fronde.

Per evitare che ci siano defunti di serie A e B sarebbe opportuno intervenire presto.

Questa la situazione in provincia,  almeno fino a qualche giorno prima del 2 novembre…

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“Per grazia ricevuta”: Piemontese, assessore sanità Puglia, crea d’emblée 2mila posti di lavoro

Nonostante cinque aziende sanitarie da 17 giorni siano senza direttore generale e non si veda alba, la Regione si prepara a lanciare tre concorsoni: due dei quali saranno gestiti proprio da Asl senza un manager…

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di Luigi Zito

Quello che non succede in 5 anni, a volte, si sa, può accadere a pochi giorni dalle elezioni: siano esse comunali (alzi la mano chi non si fatto dare “una liccata di asfalto”, davanti casa poco prima del voto); provinciali, quando Presidente o Assessori, come la Madonna, si appalesano in città e chiedono una “citazione” nelle urne: e giù a concedere, promettere, santificare e beatificare, tutta Grazia sprecata o mal riposta, perché sanno che non è deificata, ma solo vanagloria.

E fin qui siamo nell’ordine naturale delle elezioni.

Quello che supera il livello di indignazione e tracima nella vergogna assoluta, ai limiti della sconcezza, e chiede vendetta, è quanto sta accadendo per le nostre elezioni regionali.

Nonostante cinque aziende sanitarie da 17 giorni siano senza direttore generale e non si veda alba, la Regione si prepara a lanciare tre concorsoni: due dei quali saranno gestiti proprio da Asl senza un manager.

Mille posti ciascuno per infermieri e Oss, mentre la terza procedura darà il via alla mobilità intraregionale per permettere spostamenti tra le varie aziende.

Ricapitolando: 2mila posti di lavoro creati d’emblée, come infermieri e Oss, dei quali un terzo (circa 700) saranno su Foggia, città del Vicepresidente e assessore alla Sanità e Benessere animale, Sport per tutti, Raffaele Piemontese, prodigo di carità e col vizio delle buone azioni.

Questi concorsi erano attesi almeno da maggio, ora una circolare del dipartimento Salute conferma che la pubblicazione è «imminente», e dunque la scadenza delle domande potrebbe arrivare proprio a ridosso della tornata elettorale del 23 e 24 novembre prossimi, anche se le prove si svolgeranno non prima di aprile-maggio.

Quando si dice avere una “faccia di tolla”, ma qualcun altro asserirà che “in politica la menzogna è una componente imprescindibile”.

Come possiamo difenderci: quando nel segreto dell’urna dovremo apporre quella “citazione”, per non ricevere un’altra villania del genere, dobbiamo saper distinguere il “grano dalla pula”, il bianco dal nero, le “facce di tolla” da quelle linde, correte, sincere e leali.

Ricordiamocene.

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