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Attualità

Colacem, dobbiamo preoccuparci?

Un avviso ammonisce dal “prelevare ed utilizzare acque sotterranee da destinare al consumo umano entro un raggio di 400 metri”. Risponde Massimo Giaccari, direttore dello Stabilimento di Galatina: «Impianto rispetta in modo assoluto la legge. Emissioni controllate H24, tutto è tracciato ed alla luce del sole»

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Torna ad essere argomento di discussione e per certi versi anche di preoccupazione lo stabilimento Colacem di Galatina. Questa volta la discussione è stata originata da alcuni cartelli che da qualche tempo sono affissi nei pressi del cementificio salentino.


Su questi avvisi si ammonisce dal “prelevare ed utilizzare acque sotterranee da destinare al consumo umano entro un raggio di 400 metri”.


Abbiamo chiesto spiegazioni rivolgendo le nostre tredomandetre al Direttore dello Stabilimento Colacem di Galatina, Massimo Giaccari.


Un avviso nei pressi della Colacem riporta il divieto di prelevare ed utilizzare acque sotterranee da destinare al consumo umano entro 400 metri. Dobbiamo preoccuparci?


«La legge obbliga di affiggere cartelli a tutti coloro che hanno sistemi di trattamento delle acque piovane, laddove non esiste rete fognaria come in questo caso. Recentemente, in accordo con ARPA, abbiamo fatto investimenti per migliorare tutto il complesso di trattamento della raccolta delle piogge. Quindi quei cartelli, paradossalmente, evidenziano un’attenzione scrupolosa alla legge e investimenti di diverse centinaia di migliaia di euro per fare le cose al meglio. La fascia di rispetto vieta l’uso di acqua di falda per scopi umani, ma permette l’irrigazione dei campi. Quest’ultima possibilità era invece vietata prima degli investimenti citati».


Ad aprile il Tar si pronuncerà sul ricorso di 7 Comuni avverso l’Autorizzazione rilasciata dalla Provincia. Cosa vi aspettate?


«Una valutazione rigorosa e oggettiva dei fatti».


Cosa vi sentite di dire alle associazioni e, soprattutto, ai cittadini preoccupati per la loro salute?


«Quando si affrontano temi tecnici che presentano una certa complessità è bene non affidarsi a “chiacchiere”. Ci sono le istituzioni e gli enti di controllo preposti che nei nostri sistemi democratici assicurano il rispetto delle leggi e prescrivono obblighi alle aziende su come esercitare le proprie attività, anche fissando limiti. Lo stabilimento Colacem di Galatina è uno dei più avanzati d’Europa, è dotato delle migliori tecnologie disponibili, ha un’organizzazione fatta di persone competenti, preparate e in continua formazione. L’impianto rispetta in modo assoluto la legge. Le emissioni sono controllate H24, tutto è tracciato, tutto è alla luce del sole: facciamo migliaia e migliaia di controlli su materie prime in entrata e prodotti in uscita. Comunichiamo all’opinione pubblica e a tutti gli stakeholder i nostri progetti e le operatività, attraverso vari strumenti e modalità. Agiamo con un chiaro riferimento: la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Lo stabilimento Colacem di Galatina è parte della comunità salentina, un’opportunità di progresso materiale e culturale. Le aziende sane di un paese vanno tutelate, quelle che si pongono al di fuori delle regole vanno giustamente fermate e fatte uscire dal mercato, con gli strumenti che la stessa legge prevede».






Giuseppe Cerfeda


Attualità

Consorzio di bonifica e gli inutili sprechi

Pagliaro: “Ma intanto, veniamo a sapere che il Consorzio di bonifica spenderà quasi un milione e mezzo di euro in 48 mesi per noleggiare 98 Panda ibride. Una inutile flotta di auto gialle, ferme in un parcheggio a Nardò…”

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Anche Paolo Pagliaro, consigliere regionale di FdI, si scaglia contro l’obolo del Consorzio di Bonifica: “Per gli agricoltori una brutta sorpresa sotto l’albero di Natale: le ingiunzioni di pagamento del famigerato tributo 630. Un chiaro tentativo di fare cassa a spese dei consorziati, nonostante le opere di bonifica continuino a restare ferme. E intanto, si allunga il bollettino degli sprechi del Consorzio, che ho piu volte denunciato nella passata legislatura.

L’ho fatto per evidenziare l’ingiustizia della pretesa del tributo 630, a fronte di interventi di bonifica fermi anche da anni. Dal governo regionale si è alzato un muro alle mie reiterate richieste di sospendere le cartelle, che continuano a piovere a raffica benché non dovute. Sono stati respinti i miei emendamenti, e sono stati umiliati gli agricoltori che nell’aula del Consiglio regionale hanno manifestato la loro rabbia per questo vero e proprio sopruso. Durante la campagna elettorale per le regionali il Pd, campione di testacoda, ha messo nero su bianco nel suo programma l’azzeramento del tributo 630. L’ennesimo inganno, l’ennesima bugia che ho smascherato fin da subito e di cui chiederò conto al neo presidente Antonio Decaro e al futuro assessore all’agricoltura, non appena partirà la nuova legislatura”.

E condanna alcune scelte del consorzio: “Ma intanto, veniamo a sapere che il Consorzio di bonifica spenderà quasi un milione e mezzo di euro in 48 mesi per noleggiare 98 Panda ibride. Una inutile flotta di auto gialle, ferme in un parcheggio a Nardò. Questo è solo l’ultimo spreco di una lunga serie: continuano le consulenze pagate a peso d’oro, gli affidamenti di incarichi legali per contenziosi spesso perdenti, le nomine illegittime come quella di un biologo marino come responsabile dell’area agraria,.senza le necessarie competenze, guarda caso ex consulente Arif.

E qui tornano le storture dei vasi comunicanti tra Arif e Consorzio, figlie del conflitto d’interessi del commissario Francesco Ferraro, al tempo stesso direttore Arif. Due ruoli dirigenziali accentrati nelle mani di una sola persona, cosa che abbiamo denunciato senza mai ricevere risposta. Intanto, però, Ferraro viene condannato per una consulenza inutile all’ex sub commissario, e dovrà risarcire per 140mila euro”.

E chiude con: “Sugli sprechi e sulla mala gestione del Consorzio di bonifica faremo un’opposizione ancora più dura, perché questo bubbone venga finalmente affrontato, e si riparta con le bonifiche del territorio agricolo in abbandono. Solo allora, a fronte di benefici effettivi, ad agricoltori e cittadini potrà essere richiesto il tributo 630. Su questo continueremo a batterci“.

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Il sindaco di Maglie revoca la nomina di assessore ad Antonio Fitto

Rottura storica con l’ex primo cittadino magliese con cui Toma ha avuto un rapporto amministrativo e politico durato complessivamente oltre vent’anni

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Il sindaco di Maglio Ernesto Toma comunica di aver disposto, con proprio decreto, la revoca della nomina di assessore ad Antonio Fitto, ponendo fine a un rapporto amministrativo e politico durato complessivamente oltre vent’anni.

La spiegazione nelle parole del primo cittadino: “Antonio Fitto ha guidato la città come Sindaco per dieci anni con questa maggioranza e, successivamente, ha ricoperto il ruolo di Assessore nelle Giunte da me presiedute. In questo lungo arco temporale ha partecipato in modo diretto e continuativo a tutte le principali scelte politiche, amministrative e finanziarie del Comune, assumendosene pienamente la responsabilità.

Appare pertanto doveroso ristabilire la verità dei fatti di fronte ai cittadini: le recenti dichiarazioni con cui Antonio Fitto invoca oggi un “rilancio dell’attività amministrativa” risultano politicamente contraddittorie e poco credibili, poiché rivolte contro un’azione di governo che egli stesso ha contribuito a costruire, sostenere e approvare per due decenni. Non più tardi di pochi giorni fa, lo stesso Assessore ha votato in Giunta il Bilancio comunale, condividendone senza riserve contenuti, scelte e indirizzi strategici.

La scelta di candidarsi, senza nemmeno discuterlo con la propria maggioranza, alla carica di Sindaco di Maglie, con un progetto politico alternativo e dichiaratamente in contrapposizione all’attuale Amministrazione rappresenta una legittima ambizione personale, ma segna una rottura politica netta e non più compatibile con il ruolo di Assessore. Non è possibile, soprattutto in una fase pre-elettorale, amministrare una città e al contempo condurre una campagna politica contro l’Amministrazione di cui si fa parte. La revoca del decreto di nomina è quindi un atto di chiarezza politica, di rispetto istituzionale e di correttezza nei confronti dei cittadini, chiamati a scegliere tra progetti alternativi senza ambiguità, doppiezze o operazioni di scarico di responsabilità.

L’Amministrazione comunale continuerà il proprio lavoro fino alla conclusione naturale del mandato con coerenza, serietà e senso delle istituzioni, rivendicando con orgoglio il percorso compiuto e rimettendo, come è giusto che sia, il giudizio finale agli elettori”.

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Scuola Smart al Comprensivo “Pascoli” di Tricase: “Più dinamici e inclusivi”

Grazie ad una donazione dalla Fondazione Pietro De Francesco, l’Istituto Comprensivo Pascoli di Tricase ha allestito un innovativo ambiente collaborativo plurifunzionale.

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Grazie ad una donazione dalla Fondazione Pietro De Francesco, l’Istituto Comprensivo Pascoli di Tricase ha allestito un innovativo ambiente collaborativo plurifunzionale. Questo nuovo spazio, già a disposizione di tutte le classi, è stato progettato per trasformare la didattica quotidiana in un’esperienza sempre più dinamica e inclusiva.
L’ambiente è stato dotato di strumenti all’avanguardia:
• Arredi modulari: 24 banchi trapezoidali, un tavolo collaborativo e 25 sedie, pensati per favorire il lavoro di gruppo.
• Tecnologia di ultima generazione: 25 Chromebook con relativo carrello caricatore e un monitor touch interattivo da 65 pollici.
• Formazione: Nei prossimi mesi i nostri docenti parteciperanno a corsi specifici sull’uso dei nuovi dispositivi e sulle metodologie didattiche collaborative digitali.
La Dirigente Annamaria Turco spiega: “La Fondazione con questo dono ha voluto fornire ai nostri alunni gli strumenti necessari per lo sviluppo di competenze digitali, di problem solving e di comunicazione, competenze ormai essenziali per i futuri cittadini europei, come indicato dal quadro di riferimento europeo Digicomp 2.3.
Gli arredi e i dispositivi sono pensati nell’ottica della Classe 4.0, promossa dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), e che rappresenta un nuovo modello di ambiente di apprendimento che si discosta dalla tradizionale impostazione trasmissiva per una didattica innovativa, attiva e centrata sullo studente.
I ringraziamenti ufficiali sono stati espressi con profonda gratitudine il 16 dicembre 2025 durante il nostro Recital di Natale alla Dott.ssa Tina De Francesco e alla Dott.ssa Mariangela Martella, rappresentanti della Fondazione, per il loro concreto sostegno alla crescita dei nostri ragazzi. Il nostro plauso va anche alla Prof.ssa Laura Accoto, progettista dell’ambiente collaborativo“.
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