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Attualità

Il sindaco Remigi: «Basta litigare, ora pensiamo al bene di Specchia”

«Si lavora per il benessere di tutti, indistintamente. Non vi è più spazio per i contrasti». Anche negli uffici comunali: «Ognuno rispetti il proprio ruolo». Su Cardigliano: «Stiamo valutando alcune proposte pervenuteci. La nostra volontà è che tutta la comunità possa avere finalmente beneficio da quella straordinaria struttura»

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Non chiamatela sindaca! Anna Laura Remigi non cede alle mode e precisa: «Quel che conta non è il genere è il ruolo che si ricopre. Io sono il sindaco, esattamente come lo sono stati i miei predecessori uomini».


Il neo eletto sindaco davanti al nostro taccuino ha accettato di parlare di tutto, compreso le situazioni più delicate e storicamente litigiose di Specchia e svelato i progetti e le ambizioni della sua amministrazione.


OPERAZIONE SERENITÀ


Sin dalla campagna elettorale ha manifestato la voglia di una pacificazione in paese spesso e volentieri danneggiato dalle ostilità politiche. Obiettivo raggiunto?


«In campagna elettorale ci siamo impegnati per ammorbidire i toni e preparato le persone a trattare l’aspetto politico non come contrapposizione conflittuale ma solo come dialettica tra posizioni diverse. La nostra vittoria è arrivata per pochissimi voti, segno di come il paese fosse praticamente diviso a metà e non vi è stato chi ha vinto né chi ha perso. Fermo restando che anche chi viene chiamato ad amministrare, fosse anche solo per un voto, ha il diritto ed il dovere di portare avanti il suo programma. Abbiamo così cominciato ad amministrare con rispetto per tutti, senza dare vita ad alcuna caccia alle streghe come, invece, avveniva in passato. Sin dalle prime azioni si va nella direzione di lavorare per il benessere di tutti, indistintamente.


La gente ha colto il cambiamento, compreso che non vi è più spazio per i contrasti.  Questo anche perché ci si comincia a rendere conto di essere in mano a persone competenti e serie e questo ha molto tranquillizzato gli animi. Vivaddio resta la dialettica politica, sale della democrazia, ma in un clima svelenito dalla conflittualità».


«NESSUN PATTO CON LIA E I SUOI»


Nell’immediato post voto qualcuno ha paventato che la vostra vittoria è avvenuta anche per una sorta di tacito accordo con la “vecchia” politica specchiese…


«Il mio gruppo è trasversale e comprende persone con diverse appartenenze politiche. Io stessa mi ritengo di sinistra ma lavoro tranquillamente anche con chi ha una fede politica diversa. Quello che conta è essere liberi ed onesti e che si abbiano competenza e volontà di fare il bene comune per Specchia. Se proprio vogliamo dirlo, forse proprio il gruppo del nostro competitor Francesco Biasco era più vicino al gruppo “Fare” dell’area di Antonio Lia. Lo stesso gruppo che non ha presentato una sua lista o chi si riconosceva in quella parte politica, comunque, ha votato liberamente per l’uno per l’altro e, a quanto mi è dato sapere, non vi è stato alcun diktat. Antonio Lia ha lasciato tutti liberi di votare come meglio ritenevano. Nessun accordo, dunque, ma grande rispetto e, comunque, grande attenzione anche alle istanze che dovessero pervenire da quella parte politica».


NEGLI UFFICI: «OGNUNO AL PROPRIO POSTO»


A proposito di processo di pacificazione, uno dei problemi atavici di Specchia è il rapporto conflittuale tra uffici e tra gli stessi e chi è chiamato ad amministrare.


«Il rapporto conflittuale esiste e, per certi aspetti, è anche piuttosto serio.


A mio avviso si è arrivati a questo punto perché, quando ci sono degli spazi vuoti («soprattutto nell’ultimo periodo con il commissariamento, senza nulla togliere all’egregio lavoro svolto da Guido Sergi»), si tende ad occuparli fuoriuscendo dal proprio ruolo. L’assenza di un riferimento politico forte ha creato delle forme di esagerata autonomia.


Questo ha indotto chi siede negli uffici ad arrogarsi il diritto di prendere decisioni oltre la fase gestionale, che invece spetterebbero alla parte politica.


Insediatasi un’amministrazione che sa qual è il suo ruolo, però, ha individuato le incrostazioni ed ora sta invertendo la tendenza e tutti stanno rientrando nei propri ruoli. E quando si rientra nel proprio ruolo si è anche molto più efficienti.


Noi non siamo qua per andare contro i dipendenti né, loro hanno come obiettivo quello di contrastare l’amministrazione comunale.


Sarebbe una forma di autolesionismo: siamo organismi diversi che vanno in un’unica direzione e, se ci sarà chiarezza nella distinzione dei ruoli si riuscirà a remare tutti dalla stessa parte, rendendo più semplice il compito di tutti. Il processo di normalizzazione non sarà semplice ma lo abbiamo avviato.


Va anche evidenziato che i dipendenti comunali, fino ad ora, non sono stati valorizzati nel modo giusto.


Ognuno di loro ha delle peculiarità e deve essere messo nelle condizioni di operare al meglio; alcuni sono sovraccaricati di lavoro, a volte mancano gli strumenti tecnologici. Si pensi che nell’ufficio tecnico, nel 2021, non abbiamo un software gestionale che ritengo oggi indispensabile.


Se supereremo queste mancanze, tutti riusciremo a lavorare nel modo giusto e, ne sono certa, anche il rapporto con la parte politica migliorerà.


Non ci nascondiamo, comunque, sappiamo che il problema esiste e che ci sarà parecchio da lavorare per risolverlo».


IL FESTIVAL DEGLI SPRECHI


Dal punto di vista economico che situazione ha trovato?

«Col bilancio ingabbiato, come per la totalità dei Comuni. La maggior parte delle risorse è assorbita da spese correnti come personale, luce, riscaldamento, ecc. Quello che mi sento di dire è che c’è molto spreco. Ogni giorno scopriamo situazioni assurde che in casa propria nessuno di noi consentirebbe».


Ad esempio?


«Ci siamo subito accorti che il riscaldamento era in funzione 24 ore al giorno anche di sabato e domenica. Sono immediatamente intervenuta chiedendo un semplicissimo timer! Ancora: per la gestione di tutta la parte digitale ci sono due-tre ditte. Salta un server? Non si sa chi bisogna chiamare! Vogliamo razionalizzare questa situazione. A proposito di server: pensiamo di mettere tutto su cloud per non avere spese aggiuntive. Così anche gli incarichi esterni, avvocati, consulenze e quant’altro: va tutto razionalizzato.


Altra fonte di enorme spreco quella dei contenziosi. La loro gestione è paradossale: non vi è un ufficio unico ma ognuno gestisce il suo. Con grandi lacune e persino con atti giudiziari non attenzionati per cui il Comune viene condannato in contumacia. Così una somma iniziale di 500 euro finisce con il lievitare fino a 5mila!


Tutti sprechi senza i quali avremmo meno debiti fuori bilancio e l’opportunità di impegnare quelle risorse diversamente. Inaccettabile chiedere mille euro per le luminarie all’ufficio ragioneria e sentirsi rispondere che non ci sono soldi! Praticamente tutto il bilancio è blindato su uffici, consulenze e spese correnti».


OBIETTIVI E BREVE TERMINE…


Quali i primi obiettivi che vi siete posti?


«Efficientamento della macchina amministrativa, altrimenti potremmo anche avere le idee più belle di questo mondo e lavorare fino a 10 ore al giorno ma faremmo sempre fatica a concretizzare. Quindi informatizzazione e migliore distribuzione delle risorse. Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza abbiamo appena approvato in giunta tre progetti: manutenzione del verde, degli spazi e degli ambienti pubblici; assistenza agli anziani e alle persone sole («compagnia, pulizia della casa, disbrigo delle pratiche quotidiane come fare la spesa, pagare le bollette, ecc.»); l’ultimo rivolto a quelle persone che pur ricevendo il reddito di cittadinanza sono diplomati o comunque qualificati per determinati incarichi come aiuto negli uffici amministrativi».


… E A LUNGO TERMINE


Guardando un po’ più in là nel tempo, invece, quali gli obiettivi più ambiziosi?


«Innanzitutto una gestione oculata, produttiva e seria di Cardigliano. Oggi è tutto abbandonato a sé stesso. Vincoli? No, nessuno. Ci sono pervenute proposte da organismi che coinvolgono pubblico e privato e le stiamo valutando. Vorremmo realizzare un progetto di interesse pubblico in modo che la comunità possa avere finalmente beneficio. Parallelamente stiamo trattando anche la questione delle campagne, dell’agricoltura con la rivalutazione dei terreni così come annunciato in periodo elettorale. Stiamo poi organizzando il trasferimento del Comune di Specchia dall’attuale sede all’ex convento dei Francescani Neri. Un progetto al quale tengo personalmente, sono convinta possa portare grandi benefici. Tutto intorno si può creare un indotto di carattere culturale ed economico, trasformando il municipio in centro di gravità nel cuore del paese».


L’ASILO NIDO


Altra criticità quella dell’Asilo Nido.


«La struttura è in condizione pessime ed ha bisogno di interventi importanti. I nostri bimbi meritano di stare in un posto migliore. Per questo stiamo studiando una linea di finanziamento e stiamo preparando un progetto. Spero entro l’anno prossimo si possano già effettuare i lavori».


FERMIAMO LA FUGA DI CERVELLI


A taccuino chiuso ci aveva confidato una sua grande ambizione: creare i presupposti perché i giovani non debbano più scappare per lavorare e vivere.


«Come mamma, come cittadina, soffro per il fatto che tanti ragazzi, vere e proprie eccellenze nel loro campo, siano costretti ad andare in altre città se non in altri Stati e lì finiscano col rimanere e fare famiglia. La conseguenza è che i nostri paesi, si svuotano. Stiamo lavorando a dei progetti per riportare a casa almeno una parte dei nostri “cervelli in fuga”. Non posso dare anticipazioni, solo indicare il campo che è quello scientifico e tecnologico. Stiamo lavorando rapportandoci al territorio e agli enti che operano nel Capo di Leuca».


GLI ANZIANI UNA RISORSA


Speculare al problema dei giovani, con l’innalzamento dell’età media, quello degli anziani.


«Tra 10-20 anni potrebbe essere un’urgenza per molti. Per questo stiamo pensando a dei progetti per Specchia, considerando la terza età non un peso ma una risorsa».


Giuseppe Cerfeda


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Il sindaco di Maglie revoca la nomina di assessore ad Antonio Fitto

Rottura storica con l’ex primo cittadino magliese con cui Toma ha avuto un rapporto amministrativo e politico durato complessivamente oltre vent’anni

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Il sindaco di Maglio Ernesto Toma comunica di aver disposto, con proprio decreto, la revoca della nomina di assessore ad Antonio Fitto, ponendo fine a un rapporto amministrativo e politico durato complessivamente oltre vent’anni.

La spiegazione nelle parole del primo cittadino: “Antonio Fitto ha guidato la città come Sindaco per dieci anni con questa maggioranza e, successivamente, ha ricoperto il ruolo di Assessore nelle Giunte da me presiedute. In questo lungo arco temporale ha partecipato in modo diretto e continuativo a tutte le principali scelte politiche, amministrative e finanziarie del Comune, assumendosene pienamente la responsabilità.

Appare pertanto doveroso ristabilire la verità dei fatti di fronte ai cittadini: le recenti dichiarazioni con cui Antonio Fitto invoca oggi un “rilancio dell’attività amministrativa” risultano politicamente contraddittorie e poco credibili, poiché rivolte contro un’azione di governo che egli stesso ha contribuito a costruire, sostenere e approvare per due decenni. Non più tardi di pochi giorni fa, lo stesso Assessore ha votato in Giunta il Bilancio comunale, condividendone senza riserve contenuti, scelte e indirizzi strategici.

La scelta di candidarsi, senza nemmeno discuterlo con la propria maggioranza, alla carica di Sindaco di Maglie, con un progetto politico alternativo e dichiaratamente in contrapposizione all’attuale Amministrazione rappresenta una legittima ambizione personale, ma segna una rottura politica netta e non più compatibile con il ruolo di Assessore. Non è possibile, soprattutto in una fase pre-elettorale, amministrare una città e al contempo condurre una campagna politica contro l’Amministrazione di cui si fa parte. La revoca del decreto di nomina è quindi un atto di chiarezza politica, di rispetto istituzionale e di correttezza nei confronti dei cittadini, chiamati a scegliere tra progetti alternativi senza ambiguità, doppiezze o operazioni di scarico di responsabilità.

L’Amministrazione comunale continuerà il proprio lavoro fino alla conclusione naturale del mandato con coerenza, serietà e senso delle istituzioni, rivendicando con orgoglio il percorso compiuto e rimettendo, come è giusto che sia, il giudizio finale agli elettori”.

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Scuola Smart al Comprensivo “Pascoli” di Tricase: “Più dinamici e inclusivi”

Grazie ad una donazione dalla Fondazione Pietro De Francesco, l’Istituto Comprensivo Pascoli di Tricase ha allestito un innovativo ambiente collaborativo plurifunzionale.

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Grazie ad una donazione dalla Fondazione Pietro De Francesco, l’Istituto Comprensivo Pascoli di Tricase ha allestito un innovativo ambiente collaborativo plurifunzionale. Questo nuovo spazio, già a disposizione di tutte le classi, è stato progettato per trasformare la didattica quotidiana in un’esperienza sempre più dinamica e inclusiva.
L’ambiente è stato dotato di strumenti all’avanguardia:
• Arredi modulari: 24 banchi trapezoidali, un tavolo collaborativo e 25 sedie, pensati per favorire il lavoro di gruppo.
• Tecnologia di ultima generazione: 25 Chromebook con relativo carrello caricatore e un monitor touch interattivo da 65 pollici.
• Formazione: Nei prossimi mesi i nostri docenti parteciperanno a corsi specifici sull’uso dei nuovi dispositivi e sulle metodologie didattiche collaborative digitali.
La Dirigente Annamaria Turco spiega: “La Fondazione con questo dono ha voluto fornire ai nostri alunni gli strumenti necessari per lo sviluppo di competenze digitali, di problem solving e di comunicazione, competenze ormai essenziali per i futuri cittadini europei, come indicato dal quadro di riferimento europeo Digicomp 2.3.
Gli arredi e i dispositivi sono pensati nell’ottica della Classe 4.0, promossa dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), e che rappresenta un nuovo modello di ambiente di apprendimento che si discosta dalla tradizionale impostazione trasmissiva per una didattica innovativa, attiva e centrata sullo studente.
I ringraziamenti ufficiali sono stati espressi con profonda gratitudine il 16 dicembre 2025 durante il nostro Recital di Natale alla Dott.ssa Tina De Francesco e alla Dott.ssa Mariangela Martella, rappresentanti della Fondazione, per il loro concreto sostegno alla crescita dei nostri ragazzi. Il nostro plauso va anche alla Prof.ssa Laura Accoto, progettista dell’ambiente collaborativo“.
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Dal Salento spicca il volo “Il sogno di Flip”

Un albo illustrato per parlare ai bambini di inclusività e fiducia in sé, toccando il tema del bullismo

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“Il sogno di Flip” è l’albo illustrato, con testi e disegni di Alessia Urso, illustratrice e grafica di Marittima, pubblicato da Curcio Editore.

Ambientata al Polo Nord, la storia racconta di Flip, un piccolo elfo con una disabilità che sogna di lavorare nella fabbrica di Babbo Natale.
Dopo un episodio di bullismo, grazie alla creatività e all’incontro con un’amica speciale, Flip trova la forza di non arrendersi e costruisce un braccio artificiale che diventa simbolo di riscatto e fiducia in sé. Un racconto dolce e luminoso che parla ai bambini di coraggio, amicizia e inclusione. Disponibile su Amazon

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