Attualità
Credito alle imprese? In tv il grido d’allarme di alcuni imprenditori tricasini
La storia di tre imprenditori tricasini alle prese con le conseguenze del lock down nella trasmissione “L’aria che tira”, su La 7.
L’avv. Pietro Nuccio: “Banche ipergarantite ma per ottenere un prestito devi affrontare una montagna di carte…” E ancora: “Delegata l’agenzia delle entrate nell’eventualità di un default di pagamento del prestito concesso…”

Credito alle imprese una corsa ad ostacoli: era il titolo eloquente di un servizio registrato a Tricase ed andato in onda nel corso della trasmissione “L’aria che tira”, su La 7.
Piccole e medie imprese allo stremo dopo il lockdown. Soprattutto nel sud del sud, dove le imprese sono soprattutto a carattere familiare ed hanno bisogno di liquidità giornaliera per sopravvivere.
La trasmissione di La 7 ha raccontato al storia di tre imprenditori tricasini (Stefania Palmieri, titolare di un Caffè Letterario oltre che di Simbiosi Farmabio e presidente dell’Associazione Commercianti di Tricase; Gianluigi Protopapa di GRS e Massimo Lisi di Tessiture Tre Campane) che posso essere considerate esemplari delle difficoltà che gli imprenditori stanno affrontando.
Insieme alle loro parole anche quelle dell’avvocato tricasino Pietro Nuccio che, da noi contattato, ha raccontato come questa sorta di “comitato dal basso” per proporre soluzioni sia nato in piena emergenza sanitaria, quando il Presidente del Consiglio Conte aveva chiesto l’aiuto di tutti.
“In quel periodo”, ricorda Nuccio, “vi era scarsa reperibilità di dispositivi di protezione individuale così le Tessiture Tre Campane al pari di una ventina di altre attività della zona si sono date da fare e, senza neanche il bisogno di convertire la loro attività, hanno prodotto mascherine in attesa della famosa certificazione. Poi le buone intenzioni si sono perse nei meandri della burocrazia mentre l’Italia acquistava mascherine prodotte in altri Paesi e a prezzi maggiorati!”.
Quella però era solo la prima fase e la prima occasione… persa! Ora siamo alla cosiddetta Fase 2, nella quale le aziende devono ripartire e farlo subito se non vogliono scomparire.
Ma serve la famosa liquidità per la quale il Governo ha garantito presso le banche prestiti fino a 25 mila euro.
“Banche che non perdono nulla”, attacca l’avv. Nuccio, “anzi stanno facendo un sacco di soldi prestando denaro garantito al 100% da noi stessi (Lo Stato)!”.
Non solo: “Per ottenere un prestito c’è una burocrazia incredibile con tante di quelle pratiche che ti postano via tempo e denaro. Infine è stata delegata l’agenzia di riscossione nell’eventualità di un default di pagamento del prestito concesso. E sappiamo benissimo”, conclude Nuccio, “come agisce l’agenzia delle entrate…”.
Condizioni tutt’altro che… agevolate dunque. Anche perché rispetto a prima non è cambiato il modus operandi: il prestito te lo danno ma solo se con determinate (altre!) garanzie.
“Sono stata in banca”, ha detto Stefania Palmieri, “la risposta è sempre la stessa: se non c’è un fatturato alle spalle è inutile insistere”.
Stefania, un anno fa ha sostenuto delle spese per aprire un caffè letterario ed una struttura turistica.
Ora anche lei fa i conti con la terra bruciata che ha fatto il lockdown ed ha chiesto un prestito.
Prestito che le è stato negato perché il fatturato del 2019 non le è sufficiente per accedere al credito.
“La mia partita Iva è ferma, le mie attività sono ferme”, denuncia Stefania, “quindi per me la liquidità resta una chimera”.
“L’imprenditore va in banca perché vuole riprogrammare la propria attività”, ha detto Gianluigi Protopapa di GRS ai microfoni di La7, “però sembrano venire meno le promesse che lo Stato ha fatto nel corso delle ultime settimane. Si è parlato di tassi vicini allo zero, invece sono più vicini al 2%”.
Alle telecamere di La7, invece, Massimo Lisi ha mostrato i macchinari di “Tessiture Tre Campane”, rigorosamente fermi per mancanza di ordini: “Una situazione del genere non l’abbiamo mai vissuta con tanto materiale fermo in deposito”.
Lisi aggiunge poi che “in tanti abbiamo provato a chiedere aiuto ma le porte le abbiamo trovate chiuse. Siamo sempre soli; le banche fanno solo i loro interessi. Noi piccoli artigiani come tutti gli altri lavoratori abbiamo dato tanto a questo Stato… accettiamo tutto e andiamo avanti…”.
Attualità
La “Bike economy” a Lecce e provincia: una filiera diffusa
Ancora più alto il numero delle localizzazioni (112) che rappresentano la sede secondaria o l’unità locale (ad esempio laboratorio, officina, stabilimento, negozio)…

A Lecce e provincia la “Bike economy” è una filiera diffusa che va dalla fabbricazione di biciclette tradizionali oppure elettriche a pedalata assistita fino alla vendita, dalla riparazione e manutenzione fino al noleggio o al leasing.
Nel Salento sono attive 90 imprese che danno lavoro a 103 addetti.
Ancora più alto il numero delle localizzazioni (112) che rappresentano la sede secondaria o l’unità locale (ad esempio laboratorio, officina, stabilimento, negozio) o amministrativo/gestionale (ad esempio ufficio, magazzino, deposito), ubicato in luogo diverso da quello della sede legale.
È quanto emerge da uno studio condotto dal data analyst Davide Stasi.
«L’integrazione di dati – spiega Davide Stasi – assieme alla formazione e alla cultura delle due ruote stanno rivoluzionando il modo in cui pensiamo e utilizziamo la bicicletta: permettono di progettare soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale nelle città, ma soprattutto di promuovere valori etici e sociali nella ciclo della logistica e nei sistemi di delivery. Non si tratta solo del tragitto casa-lavoro dei dipendenti o degli spostamenti per attività di tipo aziendale, ma anche del trasporto, della distribuzione e della vendita di merci.
Tanti aspetti che, messi tutti insieme, sono in grado di operare una piccola rivoluzione green a beneficio di tutti. Al mondo delle due ruote – aggiunge Stasi – guardano con crescente interesse non solo gli addetti ai lavori del settore, quali i produttori di biciclette, componentistica e accessoristica o i commercianti al dettaglio o i noleggiatori ma anche gli appassionati di cicloturismo; i produttori di macchine industriali/tecnologie (ad esempio robot) o strumenti (ad esempio stampi) per la produzione di biciclette o per la produzione di componentistica; e poi ancora, i produttori di servizi e tecnologie intangibili (ad esempio le soluzioni software) al servizio della filiera della bicicletta, le associazioni, gli investitori e i business angels. Fino alla pandemia e nel periodo immediatamente successivo – ricorda Stasi – il mercato è cresciuto grazie alle e-bike. Subito dopo il Covid, in particolare e per oltre un anno, la filiera della “Bike economy” ha registrato un incremento maggiore delle più rosee aspettative. Dopodiché, l’assestamento del mercato e i tempi lunghi di consegna hanno rallentato questa sorprendente crescita. Il mercato oggi continua a soffrire per le piccole dimensioni delle aziende e per una politica ancora poco lungimirante che non incentiva l’utilizzo delle biciclette attraverso, ad esempio, una forte defiscalizzazione».
“Bike economy” a Lecce e provincia | Imprese attive | Localizzazioni | Addetti |
Fabbricazione di biciclette (Ateco 30.92) | 1 | 1 | 1 |
Fabbricazione di biciclette, escluse parti e accessori (Ateco 30.92.1) – fabbricazione di biciclette senza motore, con motore elettrico a propulsione o elettriche a pedalata assistita | 3 | 3 | 1 |
Attività di intermediari del commercio all’ingrosso di biciclette (Ateco 46.18.22) | 38 | 39 | 38 |
Commercio all’ingrosso di biciclette e altre attrezzature e articoli sportivi (Ateco 46.49.4) | 10 | 15 | 13 |
Noleggio e leasing operativo di biciclette (Ateco 77.21.01) – incluse biciclette con pedalata elettrica assistita | 15 | 30 | 23 |
Riparazione e manutenzione di biciclette, articoli sportivi e attrezzature da campeggio (95.29.2) | 23 | 24 | 27 |
totale | 90 | 112 | 103 |
Attualità
Donna scomparsa ritrovata morta dopo un mese vicino alla marmeria del marito

Si è conclusa tragicamente la vicenda di Gina Monaco, la 60enne di Ceglie Messapica scomparsa il 6 aprile scorso. Il corpo della donna è stato ritrovato l’8 maggio in avanzato stato di decomposizione sotto un albero nel boschetto di contrada Moretto, a pochi metri dalla sua abitazione e dalla marmeria del marito.
A fare la drammatica scoperta sono stati alcuni volontari impegnati nelle ricerche. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e il medico legale. La Procura di Brindisi ha disposto l’autopsia per chiarire le cause della morte, che, secondo una nota del procuratore reggente Antonio Negro, sembrano non essere imputabili ad altri.
Gina, conosciuta e benvoluta in paese, era uscita di casa la mattina del 6 aprile, dopo aver chiesto al marito di prenotare un ristorante per il pranzo domenicale. Le ultime immagini la mostrano camminare con passo deciso lungo la strada vicino alla marmeria. Uno dei suoi cellulari era stato localizzato proprio nei pressi del bosco dove è poi stata trovata.
Cinque giorni prima della scomparsa, la donna era stata ricoverata in ospedale per un’ingestione di psicofarmaci. Le indagini proseguono per chiarire se si sia trattato di un gesto volontario o meno.
Alessano
Fiocco azzurro per Chiara e Matteo: è il loro decimo figlio
Risale a meno di un anno fa la nascita della loro figlia Vittoria, ultima di nove figli, quando la famiglia Amico-Calsolaro si era ripromessa che non sarebbe stata l’ultima…

Mamma Chiara e papà Matteo, di Alessano, come anticipavamo a febbraio scorso, erano euforici e felici per l’arrivo che sarebbe dovuto avvenire, a maggio, del loro decimo figlio.
Ebbene, quel momento è arrivato, Achille, questo è il nome scelto per il nascituro, è l’ultimo di dieci figli della coppia alessanese.
Il piccolo è nato ieri, all’ospedale Panico di Tricase e pesa 3,5 chili, lui e la mamma stanno bene, presto potranno rientrare a casa.
Risale a meno di un anno fa la nascita della loro figlia Vittoria, ultima di nove figli, quando la famiglia Amico-Calsolaro si era ripromessa che non sarebbe stata l’ultima.
Il piccolo è stato accolto dal calore di sorelle e fratelli: Mattia, Azzurra, Francesco, Riccardo, Enea, Ludovica, Diego, Luigi Maria e Vittoria.
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