Attualità
Dal degrado al deserto?
Zona Industriale di Tricase – Specchia – Miggiano: il movimento “social” di opinione politica Tricase Rinasce chiede un tavolo tecnico «per trovare le giuste soluzioni evitando che qualcuno ci debba per forza rimettere».
Intanto il sindaco Antonio De Donno, dopo aver annunciato la manifestazione d’interesse «concordata per dare dignità e autonomia ai fondi PNRR nell’Area Vasta Tricase-Casarano», annuncia: «Tricase è tornata al centro del volàno di sviluppo del Salento»

È l’allarme lanciato dal movimento di opinione politica Tricase Rinasce (responsabile della gestione della pagina e del gruppo social l’avvocato Pierpaolo Marzo, di Regione Salento), movimento che nasce esclusivamente sulla rete dei social da un’idea di un gruppo di sostenitori locali ponendosi quale fine quello di promuovere un efficiente scambio di opinioni tra i suoi lettori.
«Il degrado dell’area industriale di Tricase», si legge nell’intervento dedicato all’Agglomerato per lo Sviluppo Industriale (Asi) di Tricase – Specchia – Miggiano, «danneggia le imprese esistenti, allontana gli investitori e limita lo sviluppo. Lo hanno affermato gli imprenditori che con grossi sacrifici, facendo da “pionieri”, hanno avuto il coraggio di iniziare ad operare in una zona carente e/o inefficiente di servizi essenziali».
La pagina Tricase rinasce li considera addirittura degli «eroi», perché «amano il loro lavoro e lo hanno iniziato e continuato con ostinazione provvedendo al sostentamento della loro famiglia e a quello dei loro dipendenti».
La superficie complessiva dell’agglomerato industriale misura 173 Ha complessive come da delibera del C.d.A. del Consorzio ASI di Lecce n. 8/2019 suddivise in: 139 ettari per lotti Occupati/Impegnati/Disponibili; 16 ettari adibiti ad Aree a Verde Attrezzato e Servizi Consortili; 18 ettari ad Aree per Strade/Parcheggi.
«Le condizioni di degrado della zona, più volte evidenziate anche dagli organi di stampa locale e provinciale nel corso degli anni, continuano ad essere visibili da tutti», si legge ancora sulla pagina di Tricase Rinasce, «il rischio è che ciò che doveva essere il cuore pulsante dell’economia tricasina e non solo, possa diventare un deserto è un pericolo palpabile perché molte realtà economiche possono decidere di investire in altri luoghi dove sussistano condizioni favorevoli per la loro produzione».
Da Tricase Rinasce poi si suggerisce: «Occorrerebbe a tutti gli effetti che quel garbuglio di responsabilità che si intrecciano nella gestione dell’area industriale e che ha reso più facile il rimpallo dei problemi tra gli enti interessati, si incontrino per instaurare un confronto essenziale per conoscere la tabella di marcia e le tappe da scandire per dare risposte agli imprenditori che investono e hanno diritto ad un’infrastruttura funzionante. L’impresa della zona industriale di Tricase ha necessità di una interlocuzione unica con l’Amministrazione comunale che governa unitamente a quelle interessate alla zona perché diano delle garanzie immediate di risoluzione dei problemi che sussistono».
Tricase rinasce chiede, perciò, «un tavolo istituzionale per trovare soluzioni definitive nonché condivise anche alla luce dell’arrivo delle risorse del Pnrr, utili per mettere in sicurezza l’intera area e rendere attrattivo il territorio. Ci si sieda per trovare le giuste soluzioni evitando che qualcuno ci debba per forza rimettere».
Si sottolinea poi «l’aspetto fondamentale di un’area industriale, che rappresenta il cuore pulsante dell’economia di un territorio, sia la presenza di infrastrutture e vie di comunicazione adeguate e decorose con un impatto sicuro e funzionale sulla mobilità e sul traffico. E, purtroppo, non è quanto si riscontra nell’area industriale della nostra città, che sembra completamente abbandonata a sé stessa e, soprattutto, dimenticata dalla nostra amministrazione”. Tra le questioni prioritarie da affrontare sul territorio, la realizzazione delle condotte per l’erogazione di acqua potabile e l’adeguamento del sistema fognario e di depurazione delle acque, opere per le quali deve essere preso un impegno preciso».
Il movimento di opinione politica denuncia come a «molti anni dalla istituzione dell’agglomerato industriale» questo sia «carente dei servizi primari quali: rete idrica e fognante; depurazione delle acque piovane; rete gas; rete telefonica e della banda larga; piano strade; segnaletica stradale; messa in sicurezza delle strade esistenti; pulizia delle strade dell’agglomerato al fine di evitare che continuino a diventare “discariche a cielo aperto».
Per Tricase Rinasce «i nostri coraggiosi imprenditori hanno subito oltre il “danno” anche la “beffa”» per essere stati testimoni del mancato insediamento nelle Zone Economiche Speciali (ZES).
«Sembra una cosa irrisoria e non importante quello dello ZES», sottolineano, «ma quello che i nostri amministratori non riescono a recepire è l’importanza dell’essere dentro a tali “Zone” che permette a tutte le aziende che ne fanno parte di beneficiare delle agevolazioni fiscali e delle semplificazioni amministrative».
Allo stato di queste considerazioni Tricase Rinasce si chiede e chiede: «Cosa “hanno fatto” o “meglio cosa non hanno fatto” i nostri amministratori inseriti nel Consiglio di Amministrazione dell’ASI in rappresentanza del Comune di Tricase?»;
«Come si può, ancora oggi, nell’anno 2022, avere una zona così importante per la città Tricase e per tutto il Capo di Leuca sprovvista di tali servizi essenziali?»;
«Come si può rimanere inerti e non “ascoltare” le lamentele degli imprenditori della “zona” industriale?»;
«Come si può trascurare la tanto carente occupazione che sussiste nell’intero Salento e che solo con la valorizzazione dell’intero “agglomerato” potrebbe dare linfa imprenditoriale e conseguentemente occupazionale?»;
«Si può continuare a rimanere ancora insensibili di fronte a tale opportunità»;
Infine l’invito a «mettere in moto tutte le iniziative esistenti e/o che dovrebbero farne richiesta, in modo da far rifiorire l’intero complesso con la conseguenza occupazionale che i nostri giovani stanno aspettando».
Il sindaco De Donno: «Tricase programma il suo futuro con dedizione e forte presenza. Senza parole al vento»
Qualche giorno fa, sempre via social, il sindaco Antonio De Donno aveva raccontato come «in visita nella nostra Città e allo stupendo arboreto del dottor Giuseppe Pagano, i sindaci di Matino e Ruffano, Jhonny Toma e Antonio Cavallo portano alla mia firma la manifestazione d’interesse insieme concordata per dare dignità e autonomia ai fondi PNRR nell’Area Vasta Tricase-Casarano».
Dopo la premessa che «abbiamo augurato buon lavoro insieme all’assessore regionale Alessandro Delli Noci al neo assessore alla salute Rocco Palese, un incarico gravoso ma importantissimo in questo difficile momento storico ma che egli onorerà al meglio per la Puglia partendo dal Capo di Leuca», il sindaco ha annunciato che «Tricase programma il suo futuro con dedizione e forte presenza. Senza parole al vento».
Con un post scriptum: «Chi continua a seminare nei nostri meravigliosi paesi discordia, nebuloso pessimismo e continuo disfattismo lo fa perché è l’unica cosa che sa offrire».
Poi De Donno aggiunge: «Andiamo avanti con fiducia e coraggio, in questo mese convocherò il Tavolo delle Responsabilità per illustrare a tutti voi la situazione trovata all’insediamento, il lavoro fatto fino ad ora e condividere le programmazioni future».
Secondo il primo cittadino «Tricase è tornata al centro del volàno di sviluppo del Salento, ma non per dimensioni o storia passata, ma perché si è messa a disposizione di un lavoro di squadra in cui mancava da decenni. Tutto è programmato, e chi denuncia assenze o carenze lo sa bene».
Antonio De Donno infine spiega che «abbiamo scelto di non candidare nessuno alle elezioni provinciali in piena autonomia e nel rispetto delle posizioni di tutti, ben sapendo che i nostri voti avrebbero avuto comunque un peso politico importante. Così è stato, e la Politica a Tricase è pronta a fare la sua parte per il bene comune».
Attualità
La “Bike economy” a Lecce e provincia: una filiera diffusa
Ancora più alto il numero delle localizzazioni (112) che rappresentano la sede secondaria o l’unità locale (ad esempio laboratorio, officina, stabilimento, negozio)…

A Lecce e provincia la “Bike economy” è una filiera diffusa che va dalla fabbricazione di biciclette tradizionali oppure elettriche a pedalata assistita fino alla vendita, dalla riparazione e manutenzione fino al noleggio o al leasing.
Nel Salento sono attive 90 imprese che danno lavoro a 103 addetti.
Ancora più alto il numero delle localizzazioni (112) che rappresentano la sede secondaria o l’unità locale (ad esempio laboratorio, officina, stabilimento, negozio) o amministrativo/gestionale (ad esempio ufficio, magazzino, deposito), ubicato in luogo diverso da quello della sede legale.
È quanto emerge da uno studio condotto dal data analyst Davide Stasi.
«L’integrazione di dati – spiega Davide Stasi – assieme alla formazione e alla cultura delle due ruote stanno rivoluzionando il modo in cui pensiamo e utilizziamo la bicicletta: permettono di progettare soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale nelle città, ma soprattutto di promuovere valori etici e sociali nella ciclo della logistica e nei sistemi di delivery. Non si tratta solo del tragitto casa-lavoro dei dipendenti o degli spostamenti per attività di tipo aziendale, ma anche del trasporto, della distribuzione e della vendita di merci.
Tanti aspetti che, messi tutti insieme, sono in grado di operare una piccola rivoluzione green a beneficio di tutti. Al mondo delle due ruote – aggiunge Stasi – guardano con crescente interesse non solo gli addetti ai lavori del settore, quali i produttori di biciclette, componentistica e accessoristica o i commercianti al dettaglio o i noleggiatori ma anche gli appassionati di cicloturismo; i produttori di macchine industriali/tecnologie (ad esempio robot) o strumenti (ad esempio stampi) per la produzione di biciclette o per la produzione di componentistica; e poi ancora, i produttori di servizi e tecnologie intangibili (ad esempio le soluzioni software) al servizio della filiera della bicicletta, le associazioni, gli investitori e i business angels. Fino alla pandemia e nel periodo immediatamente successivo – ricorda Stasi – il mercato è cresciuto grazie alle e-bike. Subito dopo il Covid, in particolare e per oltre un anno, la filiera della “Bike economy” ha registrato un incremento maggiore delle più rosee aspettative. Dopodiché, l’assestamento del mercato e i tempi lunghi di consegna hanno rallentato questa sorprendente crescita. Il mercato oggi continua a soffrire per le piccole dimensioni delle aziende e per una politica ancora poco lungimirante che non incentiva l’utilizzo delle biciclette attraverso, ad esempio, una forte defiscalizzazione».
“Bike economy” a Lecce e provincia | Imprese attive | Localizzazioni | Addetti |
Fabbricazione di biciclette (Ateco 30.92) | 1 | 1 | 1 |
Fabbricazione di biciclette, escluse parti e accessori (Ateco 30.92.1) – fabbricazione di biciclette senza motore, con motore elettrico a propulsione o elettriche a pedalata assistita | 3 | 3 | 1 |
Attività di intermediari del commercio all’ingrosso di biciclette (Ateco 46.18.22) | 38 | 39 | 38 |
Commercio all’ingrosso di biciclette e altre attrezzature e articoli sportivi (Ateco 46.49.4) | 10 | 15 | 13 |
Noleggio e leasing operativo di biciclette (Ateco 77.21.01) – incluse biciclette con pedalata elettrica assistita | 15 | 30 | 23 |
Riparazione e manutenzione di biciclette, articoli sportivi e attrezzature da campeggio (95.29.2) | 23 | 24 | 27 |
totale | 90 | 112 | 103 |
Attualità
Donna scomparsa ritrovata morta dopo un mese vicino alla marmeria del marito

Si è conclusa tragicamente la vicenda di Gina Monaco, la 60enne di Ceglie Messapica scomparsa il 6 aprile scorso. Il corpo della donna è stato ritrovato l’8 maggio in avanzato stato di decomposizione sotto un albero nel boschetto di contrada Moretto, a pochi metri dalla sua abitazione e dalla marmeria del marito.
A fare la drammatica scoperta sono stati alcuni volontari impegnati nelle ricerche. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e il medico legale. La Procura di Brindisi ha disposto l’autopsia per chiarire le cause della morte, che, secondo una nota del procuratore reggente Antonio Negro, sembrano non essere imputabili ad altri.
Gina, conosciuta e benvoluta in paese, era uscita di casa la mattina del 6 aprile, dopo aver chiesto al marito di prenotare un ristorante per il pranzo domenicale. Le ultime immagini la mostrano camminare con passo deciso lungo la strada vicino alla marmeria. Uno dei suoi cellulari era stato localizzato proprio nei pressi del bosco dove è poi stata trovata.
Cinque giorni prima della scomparsa, la donna era stata ricoverata in ospedale per un’ingestione di psicofarmaci. Le indagini proseguono per chiarire se si sia trattato di un gesto volontario o meno.
Alessano
Fiocco azzurro per Chiara e Matteo: è il loro decimo figlio
Risale a meno di un anno fa la nascita della loro figlia Vittoria, ultima di nove figli, quando la famiglia Amico-Calsolaro si era ripromessa che non sarebbe stata l’ultima…

Mamma Chiara e papà Matteo, di Alessano, come anticipavamo a febbraio scorso, erano euforici e felici per l’arrivo che sarebbe dovuto avvenire, a maggio, del loro decimo figlio.
Ebbene, quel momento è arrivato, Achille, questo è il nome scelto per il nascituro, è l’ultimo di dieci figli della coppia alessanese.
Il piccolo è nato ieri, all’ospedale Panico di Tricase e pesa 3,5 chili, lui e la mamma stanno bene, presto potranno rientrare a casa.
Risale a meno di un anno fa la nascita della loro figlia Vittoria, ultima di nove figli, quando la famiglia Amico-Calsolaro si era ripromessa che non sarebbe stata l’ultima.
Il piccolo è stato accolto dal calore di sorelle e fratelli: Mattia, Azzurra, Francesco, Riccardo, Enea, Ludovica, Diego, Luigi Maria e Vittoria.
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