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Davvero i nostri Lidi ad Agosto sono fra i più cari d’Italia?

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L’INCHIESTA


Davvero frequentare i lidi a pagamento della nostra provincia è diventato quasi proibitivo? Riflessione a margine, con un pizzico di malignità: la recente campagna denigratoria a livello nazionale, che pare aver preso di mira Gallipoli (per alcuni fatti di cronaca) e poi, con il caro-ombrelloni, anche il resto del Salento ci lascia un po’ perplessi.


Pare quasi che il successo della nostra terra, come meta estiva, stia cominciando a dare un po’ fastidio.


Senza parlare del solito Flavio Briatore a cui continuano a dare fiato e al quale, evidentemente, non è ancora andato giù il fatto di… non aver potuto. dare sfogo alla sua imprenditoria giù da noi. Per un’analisi più corretta, senza gridare allo scandalo, sarebbe forse opportuno fare come Altro Consumo che, con la solita indagine di stagione, ha paragonato i prezzi tra i lidi di diverse zone della Penisola e, guarda caso, tranne rare eccezioni, non sono certo i salentini quelli più cari.


Detto questo ritorniamo a monte. Per deontologia professionale siamo abituati a verificare, sempre. E così abbiamo fatto.


Partendo dall’esigenza base di un ombrellone e due lettini, abbiamo simulato una prenotazione (per una settimana appena trascorsa, dal 4 al 10 agosto, considerando ovviamente solo i posti ancora disponibili e non già prenotati, NdR).


Ci siamo messi davanti al Pc, armati di carta e penna come si faceva una volta e, laddove la prenotazione online non era possibile, abbiamo usato il caro vecchio telefono.


Ecco cosa ne è venuto fuori.


Il nostro giro è iniziato dal Fanium che è a Pescoluse (Marina di Salve): qui un ombrellone e due lettini (costi di servizio inclusi nel prezzo), per una settimana, vengono 364,99 euro nelle prime tre file e 290,99 euro in sesta fila.


Se volessimo esagerare, un gazebo in prima o seconda fila, per la stessa settimana dal 4 al 10 agosto, ci verrebbe 1.069 euro (859,99 in terza fila).


A 650 metri di distanza, ancora a Pescoluse, c’è il Reem Beach con (così promuove sul suo sito) offerte da 140 euro. Poi, in realtà, si scopre che un ombrellone in prima fila costa, per la nostra settimana, 549,99 euro (con 19,99 euro di costi di servizio) ed include parcheggio, 2 bottigliette d’acqua da mezzo litro e docce; gli stessi servizi, se si scende in seconda fila, vengono 473,99 euro; in terza fila, con docce calde, 589 euro. Sempre al Reem Beach, un gazebo in seconda fila (sempre con parcheggio, 2 bottigliette d’acqua da mezzo litro e docce), per quella settimana, costerebbe 652,09 euro; in terza fila 729,79 euro.


A poca distanza, Flota la Spiaggia, informa online che i primi 27 posti sono disponibili solo telefonicamente. Per tutti gli altri posti, a 20 metri dal mare, occorrono 267,99 euro.

E i gazebo? Quello “Panorama”, che include letto x3, tende, tettuccio apribile, una bottiglietta d’acqua da mezzo litro, due calici di bollicine, frutta e 4 gettoni doccia, costerebbero 729,99 euro. Per quello “Comfort”, in ultima fila, con una bottiglietta d’acqua da mezzo litro e 4 gettoni doccia, bisogna considerare una spesa di 478,99 euro.


Correndo lungo lo Ionio, a Torre San Giovanni, marina di Ugento, al Lido Pazze, per un ombrellone in postazione generale (1° fila) chiedono, nella nostra settimana, 441,99 euro.


Al Lido Cocoloco, un ombrellone in terza fila, dal 4 al 10 agosto, viene 312,99 euro; in ultima fila 280,99. Per un gazebo in prima fila, sempre nella settimana di riferimento, occorrono 1.039,99 euro.


Al Victoria Lido, per un ombrellone in seconda fila chiedono 245,99 euro: per tutte le file dietro bastano 219,99 euro.


Spostandoci più a nord, arriviamo a Gallipoli dove, all’Ecoresort Le Sirenè Caroli Hotels è acquistabile online solo la “Postazione Generale”, che include parcheggio, accesso piscina e area relax pineta costa 560 euro.


Restando in zona abbiamo contattato telefonicamente il C’est la vie Beach, dove per una settimana l’ombrellone costa 350 euro (la tariffa è giornaliera, 50 euro).


Poco distante, al Lido Le Canne per sette giorni di ombrellone, ci hanno chiesto 319,99 euro.


Rotolando verso sud, come cantavano i Negrita, a Santa Maria di Leuca, dal Relax (contattato telefonicamente) ci hanno fatto sapere di non avere disponibilità per la nostra settimana di riferimento , ma ci hanno informato che la tariffa d’agosto, per un ombrellone in postazione centrale, è di 35 euro al giorno in seconda fila 35 euro; in prima fila 45 euro.


Risalendo l’Adriatico, a Castro, il Lido La Sorgente (contattato per telefono) ci ha informato che il prezzo per un ombrellone e due lettini è di 21 euro al giorno; per una sdraio occorrono 17 euro, sempre per un giorno.


Ancora più a Nord, ad Otranto, al Lido La Castellana un ombrellone in seconda fila costa 633,65 euro; in ottava fila 559,11 euro.

Al Lido Universo, in postazione centrale, una settimana di ombrellone, dal 4 al 10 agosto, viene 133,99 euro.


Attualità

La precisazione dell’Ordine dei Medici sulle certificazioni d’invalidità e il pagamento

In particolare, l’articolo 54 stabilisce che il compenso per le prestazioni professionali debba essere equo e proporzionato alla complessità dell’atto, ai mezzi impiegati e al tempo necessario per l’esecuzione…

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Riceviamo e Pubblichiamo

Certificazioni di invalidità civile – Precisazioni dell’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Lecce

In relazione alle recenti prese di posizione della Cgil e della Fp Cgil di Lecce, in merito al rilascio dei certificati di invalidità civile, l’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Lecce ritiene opportuno fornire chiarimenti utili a garantire una corretta informazione ai cittadini e a ricondurre il confronto nell’ambito delle norme vigenti e dei principi deontologici.

Il presidente dell’Ordine, Antonio Giovanni De Maria, richiama innanzitutto quanto previsto dal Codice di deontologia medica. In particolare, l’articolo 54 stabilisce che il compenso per le prestazioni professionali debba essere equo e proporzionato alla complessità dell’atto, ai mezzi impiegati e al tempo necessario per l’esecuzione, e che lo stesso debba essere comunicato preventivamente all’assistito.

La normativa deontologica consente inoltre al medico di prestare gratuitamente la propria opera, qualora le condizioni lo permettano, a condizione che ciò non configuri concorrenza sleale o indebito accaparramento di clientela.

Il presidente evidenzia, inoltre, che la legislazione nazionale vigente non attribuisce agli Ordini professionali alcun potere di determinare o imporre tariffe, né minime né massime.

L’abolizione delle tariffe professionali, sancita dall’articolo 9 del decreto legge 24 gennaio 2012 n. 1, impedisce qualsiasi fissazione vincolante dei compensi da parte degli Ordini. In tale quadro, eventuali accordi sottoscritti a livello territoriale con le organizzazioni sindacali devono intendersi esclusivamente come indicazioni orientative, prive di efficacia cogente.

Con riferimento alla certificazione di invalidità civile, De Maria sottolinea che essa rientra a pieno titolo nell’ambito della libera professione medica e comporta un’assunzione diretta di responsabilità da parte del medico certificatore.

Il professionista, infatti, è chiamato a condividere e attestare il contenuto diagnostico della documentazione clinica allegata, quali diagnosi specialistiche o certificazioni di dimissione ospedaliera, assumendone piena responsabilità sotto il profilo professionale e deontologico. In questo contesto, l’eventuale variazione dei compensi richiesti da alcuni professionisti è da ricondurre all’aumentata complessità dell’atto certificativo e al maggiore tempo necessario per la sua compilazione rispetto al passato.

È fondamentale, precisa il presidente, evitare che si diffonda l’idea di una contrapposizione tra medici e cittadini o che i professionisti della salute possano essere percepiti come un ostacolo al riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità. L’azione del medico è orientata alla tutela della salute e dei diritti dell’assistito, nel rispetto delle regole e della responsabilità professionale.

L’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Lecce ribadisce infine la propria disponibilità al confronto istituzionale e alla collaborazione con tutte le parti coinvolte, con l’obiettivo di garantire chiarezza, uniformità di informazione e tutela dei cittadini, in particolare di quelli in condizioni di maggiore fragilità.

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Tre ragazzi dalle mani d’oro: miniature e presepi rifulgono nei dettagli

Il successo ottenuto ha già però posto le basi per nuove e più ampie collaborazioni fuori regione, aprendo scenari promettenti per il futuro…

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Dalla passione condivisa di tre amici nasce RKR, una realtà artistica tutta salentina che sta conquistando pubblico e addetti ai lavori grazie a un linguaggio originale, capace di fondere tradizione, innovazione e narrazione visiva.

Roberta Esposito e Roberto Memmi, entrambi di Casarano, insieme a Katia Luzio di Serrano, hanno trasformato il loro amore per la bellezza e l’artigianato in un progetto creativo che parla al cuore attraverso opere minuziose e altamente evocative.

La maestria di questi ragazzi si distingue per la capacità di muoversi con naturalezza tra diverse forme d’arte: dalle miniature, dove la precisione della piccola scala diventa espressione di grande bravura, alla presepistica, reinterpretata con realismo ed emozione, fino ai diorami, veri e propri mondi immersivi in grado di raccontare storie complesse in pochi centimetri. Ogni creazione nasce sempre ed interamente a mano, utilizzando materiali autentici, ed è arricchita da una progettazione 3D estremamente accurata, che consente di raggiungere livelli di dettaglio altrimenti impossibili.

La tecnologia però non sostituisce certo l’anima artigianale, ma la valorizza. Le opere vengono dipinte a mano con grande cura, per dare profondità e carattere a ogni figura, mentre la stampa 3D permette di realizzare miniature e soggetti altamente personalizzabili. È così che prende forma un’“arte fatta su misura”, in cui ogni lavoro diventa unico e irripetibile.

Uno degli aspetti più apprezzati del progetto è infatti la possibilità di personalizzazione dei personaggi, sapendo realizzare ritratti miniaturizzati che immortalano persone reali, familiari o figure significative, trasformandole in protagonisti di presepi e diorami o in opere da esporre in qualsiasi contesto. Un modo originale e intimo di rendere l’arte parte della propria storia personale.

Le opere di “RKR” sono attualmente esposte in diverse mostre locali, a testimonianza di un percorso in costante crescita.

A Casarano, presso Palazzo D’Elia, e a Matino, nel suggestivo Frantoio ipogeo all’interno del Presepe Vivente, le installazioni sono visitabili nei fine settimana e nei giorni festivi.

A Ugento, il Museo Diocesano ospita alcune creazioni del collettivo, mentre a Cannole, presso Masseria Torcito e partecipando al Presepe Vivente allestito nel Parco di Torcito, visitabile il  4, 5 e 6 gennaio 2026, dalle 17:00 alle 20:00.

Un traguardo particolarmente significativo è arrivato poi con la selezione di due opere per la storica Mostra d’Arte Presepiale “Città di Salerno”, giunta alla sua XXXI edizione e capace di attirare ogni anno decine di migliaia di visitatori. Un riconoscimento importante non solo per l’impegno di questi ragazzi ma per l’intera arte presepiale salentina, accolta con entusiasmo in una delle capitali italiane di questa tradizione (e, siccome nessuno è profeta in patria, fra i mille complimenti, attestazioni ed interessamenti è mancato purtroppo proprio quello della propria cittadina).

Il successo ottenuto ha già però posto le basi per nuove e più ampie collaborazioni fuori regione, aprendo scenari promettenti per il futuro. Un percorso che conferma come il presepe salentino possa ritagliarsi un ruolo di primo piano nel panorama artistico nazionale, continuando a rinnovarsi senza perdere la propria identità.

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Casarano, l’Associazione Placemaking boccia i lavori in centro

Placemaking una preparazione professionale ce l’ha e, in maniera documentata, interviene nel dibattito di questi lavori (che, ricordiamolo, sono finanziati con fondi PNRR per circa 3,5 milioni di Euro).

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di Antonio Memmi

Quando iniziarono lavori di Piazza San Domenico e giardini William Ingrosso a Casarano, il mondo era diverso: Trump non era stato ancora rieletto, non era ancora cominciato il conflitto israelo-palestinese e chat GBT era riservata a pochi eletti. 

Si sa: i lavori pubblici non finiscono, entrano nella leggenda.

In un modo o nell’altro però, fra imprecazioni dei cittadini ed esercizi commerciali chiusi (anche) per l’impossibilità di raggiungerli, pare che almeno i primi abbiano trovato una conclusione. Tutti quindi contenti? Assolutamente NO!

I commenti sui social si rincorrono fra coloro che ne parlano male (tanti) e coloro che vedono qualcosa di positivo (pochi) ma, come sempre accade sui social, la maggior parte dei commentatori non ha alcuna preparazione tecnico artistica per parlare ed il tutto rimane confinato nel gradimentopersonale.

L’Associazione Placemaking invece una preparazione professionale ce l’ha e, in maniera documentata, interviene nel dibattito di questi lavori (che, ricordiamolo, sono finanziati con fondi PNRR per circa 3,5 milioni di Euro).

Nel documento, firmato dalla presidente arch. Loredana Manco, l’Associazione solleva una critica tecnica e civica, non politica, al metodo progettuale adottato e agli esiti degliinterventi. 

Il nodo centrale è l’assenza di una reale coprogettazione con i cittadini: le piazze, secondo l’associazione, non sono semplici superfici da pavimentare, ma luoghi sociali, storici e simbolici che richiedono ascolto e partecipazione autentica.

Viene ricordato come le normative nazionali ed europee, comprese quelle legate al PNRR, promuovano processi partecipativi strutturati e trasparenti, non consultazioni di facciata ed evidenzia inoltre che i fondi PNRR non sono “regali”, ma debito pubblico che graverà sulle future generazioni, rendendo ancora più necessaria una visione strategica di lungo periodo.

Secondo Placemaking Casarano, i due interventi si sono invece limitati a una riqualificazione estetica, senza creare nuove funzioni, opportunità sociali o sviluppo economico, e particolarmente critiche sono le valutazioni su Piazza Umberto I, dove la fontana viene definita un elemento puramente scenografico, e su Piazza San Domenico, giudicata invece priva di una logica urbana, mancando allineamenti, assi civici e gerarchie spaziali.

Un altro punto centrale è poi l’assenza quasi totale di verde, ritenuto un grave errore in termini di sostenibilità climatica e qualità dello spazio pubblico così come viene criticata anche la demolizione del bar storico, sostituito poi da un edificio anonimo, considerato uno strappo all’identità del luogo.

L’Associazione infine contesta le modifiche alla viabilità e la discrepanza tra il progetto realizzato e quello presentato, sottolineando come la piazza rischi di perdere il suo significato simbolico; il tutto porta quindi verso una conclusione che è una bocciatura netta: le critiche, aggiunge, non sono un attacco politico, ma un atto di cittadinanza attiva.

E così, dopo anni in cui si attende l’inaugurazione più come una liberazione, si comprende come non sempre ciò che dura a lungo lascia il segno… qualche volta lascia solo domande.

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