Attualità
Tricase, il cimitero della vergogna
Uno spettacolo raccapricciante: confraternite pericolanti, intonaci cascanti, lapidi divelte e abbandonate all’incuria, erbacce ovunque
Era novembre del 2015 quando scoppiò in città il caso del “vecchio cimitero”. Il Comune di Tricase annunciava, dopo una lunga diatriba sollevata anche dai 5stelle, che “dal 9 novembre, procederà, tramite la cooperativa Apulia, alla estumulazione di tutte le salme sepolte nel vecchio cimitero di Tricase, in piazza Cappuccini, ed alla tumulazione dei resti mortali negli ossari comunali del cimitero nuovo”. Vibrante fu la protesta di alcuni consiglieri di minoranza, che presentarono subito una mozione in consiglio discussa più volte: “Alcune edicole funerarie” si leggeva nell’interrogazione, “sono in cattivo stato e possono costituire un rischio per l’incolumità dei visitatori, (…) chiediamo per questo che si soprassieda, allo stato, dalle operazioni di estumulazione e traslazione di tutte le salme dal vecchio al nuovo cimitero comunale; si disponga, attraverso gli uffici comunali competenti, una indagine tecnico/sanitaria che accerti compiutamente lo stato della struttura cimiteriale e individui le misure di intervento necessarie”. Da allora è trascorso un anno e mezzo, siamo al 31 maggio 2017, e nulla si è mosso.
Alcune tristi ricorrenze personali mi hanno portato a fare visita alla tomba dei miei cari ancora sepolti nei loculi o negli ossari del “vecchio cimitero”. Sopraffatto dalla rabbia, dallo sconforto alla vista di tanto scempio, decido di (cercare di) riportare quello che ho trovato, provato e visto durante la mia fugace visita. Nel mentre di una celere preghiera ed Requiem aeternam, rimuginavo sulle parole di Gandhi: “La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali”. La nostra civiltà (razza), quella umana, deduco sia senz’altro qualche gradino sotto se non riusciamo, noi figli delle ceneri riposte con tanto dolore e rimpianto in quel luogo, a dare degna sepoltura, e mantenerla tale, a chi non si può più lamentare. Se non ci sforziamo a trovare un accordo ed una solerte soluzione ad un problema comune che, a livella, ha portato a tutti, mi chiedo: come possiamo affrontare e risolvere problemi anche più complessi che, spesso, dividono? Le foto che riportiamo sono solo una parte di quello che troverete se avrete la pazienza di “fare un giro” in quel luogo di pace e riposo. L’augurio è che questo mio sfogo, e la leva dell’informazione, tocchino le corde della vergogna dei futuri sindaco di Tricase, anche loro, come tanta parte della città, ha versato qualche lacrima in quel luogo sacro, e questo li porti a porsi come primo problema, a cose fatte, quello di dare dignità e decoro a questo luogo. “Il Passato giace sul Presente come il corpo morto di un gigante”, ammonisce la massima di uno scrittore americano, ma non dovesse sortire effetto alcuno basterebbe ricordare l’editto della genesi: “… perché sei polvere e in polvere ritornerai”.
Luigi Zito
Attualità
Scuola Smart al Comprensivo “Pascoli” di Tricase: “Più dinamici e inclusivi”
Grazie ad una donazione dalla Fondazione Pietro De Francesco, l’Istituto Comprensivo Pascoli di Tricase ha allestito un innovativo ambiente collaborativo plurifunzionale.
Attualità
Dal Salento spicca il volo “Il sogno di Flip”
Un albo illustrato per parlare ai bambini di inclusività e fiducia in sé, toccando il tema del bullismo
“Il sogno di Flip” è l’albo illustrato, con testi e disegni di Alessia Urso, illustratrice e grafica di Marittima, pubblicato da Curcio Editore.
Ambientata al Polo Nord, la storia racconta di Flip, un piccolo elfo con una disabilità che sogna di lavorare nella fabbrica di Babbo Natale.
Dopo un episodio di bullismo, grazie alla creatività e all’incontro con un’amica speciale, Flip trova la forza di non arrendersi e costruisce un braccio artificiale che diventa simbolo di riscatto e fiducia in sé. Un racconto dolce e luminoso che parla ai bambini di coraggio, amicizia e inclusione. Disponibile su Amazon
Attualità
Presentato il calendario della Polizia locale contro la violenza di genere
Ogni mese, attraverso gli scatti di Giacomo Fracella, racconta un valore, un gesto, un simbolo di rispetto e di tutela…
Lo speciale calendario della Polizia Locale di Nardò per il 2026 è dedicato al tema del contrasto alla violenza di genere.
Ogni mese, attraverso gli scatti di Giacomo Fracella, racconta un valore, un gesto, un simbolo di rispetto e di tutela. Ci sono, tra le altre cose, un paio di scarpette rosse sul suolo di piazza Salandra, una foto di gruppo delle agenti del Comando di via Crispi, la panchina rossa.
Dietro queste immagini c’è il lavoro quotidiano della Polizia Locale, che con dedizione e sensibilità opera per garantire sicurezza e dignità ai cittadini e ovviamente anche a tutte le donne.
Questa mattina il comandante Cosimo Tarantino ha presentato il calendario nella sede di via Crispi, consegnando una copia al consigliere delegato alla Polizia Locale Gabriele Mangione e all’assessora con delega alle Pari Opportunità Sara D’Ostuni. Presenti anche la consigliera Daniela Bove e la vice comandante Simona Bonsegna.
“Questo calendario – ha detto il comandante Cosimo Tarantino – è un messaggio di coraggio e speranza. Pensiamo che ognuno di noi debba fare la propria parte nel contrasto alla violenza di genere, la Polizia Locale ha ritenuto quest’anno di utilizzare il calendario come importante veicolo divulgativo per sensibilizzare tutti. È importante non abbassare mai la guardia”.
“Questo è un tema che interessa singoli, famiglie e istituzioni – ha aggiunto il consigliere delegato alla Polizia Locale Gabriele Mangione – e ognuno deve affrontarlo nei limiti del proprio ruolo e delle proprie possibilità. Questo calendario è uno strumento istituzionale, ma stavolta anche un segno tangibile di vicinanza nei confronti dei cittadini e di tutte le donne”.
“Ringrazio il Corpo di Polizia Locale – ha detto ancora l’assessora alle Pari Opportunità Sara D’Ostuni – per questa iniziativa di estrema sensibilità e responsabilità. Avere a casa questo calendario ci ricorda ogni giorno che il contrasto alla violenza di genere non può e non deve essere una battaglia episodica, ma costante e generalizzata”.
Dalla prima edizione del calendario della Polizia Locale di Nardò sono passati ormai 24 anni, dedicata all’epoca alla sicurezza stradale e arricchita dai disegni sul tema degli studenti delle scuole primarie. Questa edizione, invece, arriva nell’anno (il 2026) che celebra i 160 anni della Polizia Locale italiana.
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