Attualità
Tricase: martedì scuole chiuse
I plessi degli istituti comprensivi “Via Apulia ” e “Pascoli ” saranno interessati da un intervento di igienizzazione e sanificazione straordinaria. Intanto scoppiala “polemica delle borracce”
Domani tutti i plessi degli istituti comprensivi “Via Apulia” e “Pascoli” (infanzia, elementari e medie) resteranno chiusi per consentire un intervento di igienizzazione e sanificazione straordinaria.
Lo ha annunciato il sindaco Carlo Chiuri attraverso la propria pagina facebook: «Il Comune di Tricase ha disposto un intervento di igienizzazione e sanificazione straordinaria degli edifici scolastici di competenza».
L’ intervento, chiarisce il sindaco è stato previsto «nell’ambito delle misure precauzionali ed al solo fine di porre in esse azioni di prevenzione» e verrà effettuato martedì 3 marzo.
A tale scopo conclude Chiuri, «con apposita ordinanza verrà disposta per la medesima giornata la chiusura delle scuole interessate».
LA POLEMICA DELLE BORRACCE
Intanto, sempre a proposito di scuola, nei giorni scorsi giusto per non farsi mancare nulla è scoppiata la polemica delle boracce.
Il 27 febbraio scorso l’ufficio di presidenza del consiglio comunale (presidente Dario Martina, vice presidente Nunzio dell’Abate) dopo aver donato una borraccia ai componenti del Consiglio comunale dei ragazzi (CLICCA QUI) annuncia che «nell’ottica della campagna ambientale “Plastic free challenge” e con la finalità di trasmettere un forte messaggio istituzionale, abbiamo assunto l’iniziativa di fornire i componenti del nostro Consiglio comunale di quello dei ragazzi, nonché tutti i dipendenti comunali, di una borraccia in acciaio ivi impresso lo stemma della città accompagnato dalla dicitura “Il Consiglio comunale di Tricase”».
Francesca Longo: «Parlare e fare per apparire»
L’iniziativa ha provocata la replica piccata del gruppo “Cambiamenti” con la consigliera di maggioranza Francesca Longo che ha diffuso via social una nota: «Con insolito stupore apprendiamo che l’Ufficio di Presidenza ha condiviso, con estremo ritardo, la nostra campagna di sensibilizzazione su un tema fondamentale in ottica ambientale, distribuendo borracce in acciaio ai dipendenti comunali per eliminare bottigliette in plastica. Peccato che l’ufficio di Presidenza si sia reso conto solo ora dell’ importante campagna di sensibilizzazione “Plastic Free”, iniziata già nel mese di ottobre, quando il nostro Comune, con delibera di Giunta n.139 del 11/10/19, deliberò l’acquisto di 1800 borracce in alluminio per gli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado, con la consapevolezza che il messaggio sul tema ambientale dovesse partire ed essere recepito dai ragazzi per poi entrare nelle loro famiglie, in linea con la campagna di sensibilizzazione del Ministero dell’Ambiente».
«L’obiettivo della nostra iniziativa», si legge ancora nella nota, «non era distribuire borracce gratuitamente, ma educare i più piccoli a fare a meno della plastica, perché, sempre più spesso, sono loro ad insegnare a noi adulti, troppo distratti dai ritmi frenetici, le buone maniere.
Nulla di nuovo quindi! Iniziativa già in essere. Basti pensare che sono ancora a disposizione circa 480 borracce che saranno presto distribuite. Appare, quindi, strana e capziosa questa mobilitazione dei due componenti dell’ufficio di Presidenza nel recuperare sponsorizzazioni, acquistare nuove borracce, distribuirle agli uffici comunali ed al Consiglio Comunale dei ragazzi per autoproclamarsi fautori della svolta “Plastic Free”».
La Longo poi rincara la dose: «Penso poi all’invito, non certamente casuale, giuntoci in netto ritardo, due ore prima della consegna al Consiglio Comunale dei ragazzi.
Strategia perfetta! Ma non importa, a noi interessa la sostanza e non la forma! Ma siamo già in campagna elettorale ed ogni momento è consono per autoacclamarsi come il “nuovo”, come il “bello”, come il “futuro” (…)
Essere o apparire? Scelta difficile, certo. E il buon mantra dell’abito che non fa il monaco finisce per rimanere nella lista dei buoni principi. Sta a noi decidere se farci abbindolare dall’apparenza delle persone», conclude, «oppure seguire chi, nella sua spontaneità, opera per il bene comune senza pretendere nessun riconoscimento».
La risposta dei diretti interessati non si fa attendere.
Martina: «Poca memoria»
Dario Martina: «Con stupore e davvero profonda tristezza apprendo, carissima consigliera Longo, di questo suo post. Non avrei mai creduto che su un tema come quello ambientale, che dovrebbe trovare l’unità di intenti senza alcuna distinzione di colore o appartenenza, si potesse anche solo pensare alla strumentalizzazione o al fine apparire. Ma ahimè, devo purtroppo ricredermi».
Il presidente del Consiglio comunale passa poi al contrattacco: «Se solo avesse avuto più memoria, o fosse stata più attenta come giovane amministratrice, si sarebbe resa conto che l’Ufficio di Presidenza è stato tra i primi in Italia ad aderire alla campagna di sensibilizzazione “plastic free challenge” lanciata dal ministro Costa. Lo fa molto tempo prima della D.G. dell’ottobre 2019 a cui Lei fa riferimento. L’Ufficio, che io mi onoro di presiedere, già nei primi suoi atti dà la sua impronta, che è segno di attenzione e sensibilizzazione all’ambiente; elimina la plastica dalle sedute consiliari sostituendola con vetro a rendere e bicchieri in carta. Solo un primo passo, come tenni a precisare in Conferenza dei Capigruppo prima e a ribadire in Consiglio poi, condividendo la proposta della consigliera Sòdero. Il passaggio successivo, infatti, sarebbe stato, in un progetto di più ampio respiro, l’acquisto di borracce in acciaio e la collocazione nella Casa Comunale di un distributore a servizio non solo dell’Assise, del Consiglio dei Ragazzi, dei dipendenti comunali ma anche, e soprattutto, di quei tanti cittadini che nella loro Casa si recano ogni giorno come utenti. E tutto questo senza intaccare le casse comunali, ossia le tasche dei cittadini-contribuenti.Nulla di nuovo dunque… almeno su questo ha ragione! Solo il proseguo di una iniziativa già in essere su un tema, come quello ambientale, che non è del passato ma sempre attuale e sul quale noi Amministratori prima di tutti, siamo chiamati a dare l’esempio».
Dell’Abate: «Specchio della confusione politico-amministrativa di una maggioranza sfaldata e picconata da un sindaco assalito dalla sindrome delle dimissioni»
Nunzio Dell’Abate: «Resto letteralmente basito da questa entrata a gamba tesa su una iniziativa nella campagna di sensibilizzazione “Plastic Free Challenge” che non dovrebbe mai avere fine e sulla quale, sommessamente, davamo per scontata la piena condivisione, se non gratitudine e compiacimento».
«Evidentemente», a il vice presidente del Consiglio comunale, «avrai preso un grosso abbaglio, giustificato dalla confusione politico-amministrativa che stai vivendo all’interno di una maggioranza da tempo sfaldata e costantemente picconata da un sindaco assalito dalla sindrome delle dimissioni. Perchè non si spiega diversamente come hai potuto dimenticare che io stesso, in un consiglio comunale di circa quattro mesi fa, anticipai la volontà dell’ufficio di presidenza di muoversi in questa direzione per dare un segnale istituzionale forte, attraverso l’esempio virtuoso di plastic free da parte proprio della macchina politico-amministrativa, anche nella componente consiliare dei ragazzi. Come sono certo che il Tuo capogruppo della lista Cambiamenti Ti abbia avvisato, ma Ti sarà sfuggito, che nella conferenza dei capigruppo del mese scorso annunciai di essermi procurato io le borracce ed il Presidente l’erogatore di acqua, ovviamente a costo zero in quanto come saprai l’Ufficio di Presidenza non è dotato di risorse. In quell’occasione dissi che avremmo iniziato la consegna prima con i consiglieri ragazzi in occasione della loro prima seduta -per dare loro importanza-, poi con noi adulti ed a seguire con tutti i dipendenti.
Difatti, appena appresa -la sera prima- la notizia della convocazione del Consiglio Comunale dei Ragazzi, ci siamo subiti attivati invitando sindaco e consiglieri, a partecipare in modo da palesare ai ragazzi la sacralità del momento.
Il sindaco ha ritenuto di farsi sostituire dall’assessore Sonia Sabato ed erano presenti anche l’assessore Lino Peluso e la consigliera Federica Esposito.
Ti confesso che è stata una seduta emozionante e formativa per tutti e l’occasione mi è ghiotta per ringraziare nuovamente le dirigenti, vero cuore pulsante delle buone prassi ambientali cui abituare i nostri giovani alunni.
Alla distribuzione delle borracce ai dipendenti comunali ti troverai di sicuro in quanto, per esserci tutti noi consiglieri, abbiamo optato per la prossima seduta di consiglio al cui termine ci recheremo insieme, Sindaco in testa, presso i vari uffici per la consegna.
Peccato che nessuno ci avvisò, neppure all’ultimo momento, in occasione della distribuzione delle borracce in alluminio nelle scuole a tutti gli alunni. Ci saremmo stati volentieri; mio figlio rimase male che non mi vide con voi a scuola, un pò stizzito ve lo rimproverai ma accettai subito le Tue scuse per la dimenticanza in cui eravate incorsi.
E peccato che non avete comunicato per tempo la vostra decisione di acquistare le borracce in alluminio al costo di 3.800 euro, l’abbiamo saputo a cose fatte. Vi avremmo suggerito di scegliere un materiale più consono ed igienico, oltrechè più resistente. Molti ragazzi non le stanno usando e diversi genitori si sono lamentati della tipologia.
Insieme magari avremmo trovato la soluzione per non intaccare le casse comunali e soprattutto per rendere fruibile e completa l’iniziativa con la collocazione degli erogatori di acqua per l’approvvigionamento in loco.
«Ovviamente», conclude sarcastico Dell’Abate, «non ci è neppure sfiorato dalla mente che quella cerimonia di consegna nelle scuole fosse un vostro modo di apparire...».
Attualità
Paolo De Castro per “Il Gallo”: “Agricoltura, cooperazione e geopolitica sono la nostra strategia di pace”
In esclusiva su Il Gallo l’intervento di Paolo De Castro, già membro del Parlamento europeo, a margine dell’evento Tricase MED 2025 – Mediterraneo: le rotte possibili.
Le giornate dedicate a “Accoglienza, Conoscenza, Cultura, Economia, Politica – Le cinque rotte del dialogo” hanno trasformato il Salento in una piattaforma di confronto internazionale, dove istituzioni, mondo accademico, realtà imprenditoriali e rappresentanti della cooperazione si sono confrontati sul futuro del Mediterraneo.
Tra gli interventi più attesi, quello di Paolo De Castro, presidente di Nomisma, voce autorevole delle politiche agroalimentari europee e figura di riferimento nella costruzione del dialogo mediterraneo.
Il suo contributo non è stato un semplice intervento tecnico, ma un discorso politico nel senso più alto e più pieno del termine. Un’analisi sul presente e un appello per il futuro, costruito attorno a un’immagine che ha la forza di un manifesto:
«Siamo condannati a stare insieme».
Parole pronunciate richiamando il pensiero di Monsignor Vincenzo Paglia e diventate, nel filo narrativo di De Castro, la chiave per interpretare il ruolo del Mediterraneo in questa fase storica.
Un’immagine semplice, ma potentissima: perché essere “condannati alla convivenza” significa riconoscere che l’operazione politica più urgente oggi non è dividere, ma tenere insieme. Popoli, economie, filiere, territori, storie, crisi, speranze.
Un Mediterraneo che racconta il mondo: tensioni, conflitti, nuove fratture
“Viviamo in un mondo che si sta frantumando”, ha esordito De Castro. E la fotografia geopolitica non lascia margini di dubbio: 62 conflitti attivi, instabilità diffusa, polarizzazione delle potenze globali, e uno scenario internazionale in cui la sicurezza alimentare, energetica e climatica si intrecciano.
Il Mediterraneo, con la sua posizione cerniera, sente ogni vibrazione prima degli altri.
È un mare che collega e separa, un mare attraversato da scambi millenari e oggi esposto a:
tensioni regionali irrisolte,
crisi idriche sempre più profonde,
fratture socioeconomiche tra le sponde,
guerre che ridisegnano rotte e alleanze,
flussi migratori che raccontano più di qualsiasi statistica il fallimento di modelli di sviluppo.
Eppure il Mediterraneo resta anche un luogo di possibilità.
Una regione dove la storia ha dimostrato che la cooperazione non è un ideale, ma una necessità concreta.
L’agricoltura come chiave geopolitica: la pace nasce dalla terra
Il passaggio più sorprendente dell’intervento di De Castro è stato forse il più semplice:
la pace è anche – e soprattutto – un fatto agricolo. Non è un paradosso.
È la storia che lo insegna: dalla Mesopotamia alle carestie novecentesche, dalla geopolitica del grano alle crisi alimentari moderne, la relazione tra produzioni agricole e stabilità politica è sempre stata decisiva. De Castro lo ha spiegato con chiarezza:
«Il cibo ha sempre deciso la storia delle guerre. Parlare di Mediterraneo attraverso l’agricoltura è puro realismo geopolitico.»
L’agricoltura è una diplomazia silenziosa, ma efficace:
crea lavoro,
radica le persone ai territori,
produce relazioni sociali,
stabilizza comunità,
riduce le tensioni,
genera dignità.
È un’infrastruttura di pace, spesso invisibile, ma fondamentale. Per questo, secondo De Castro, rimettere la terra e il cibo al centro delle politiche mediterranee significa ragionare non solo da tecnici, ma da strateghi del presente.
Il ruolo del CIHEAM Bari: un presidio democratico nel cuore del Mediterraneo
De Castro ha dedicato un passaggio centrale a riconoscere il valore del CIHEAM Bari.
Lo ha definito “un presidio democratico del Mediterraneo”, evidenziando come questa istituzione svolga una funzione unica: formare competenze e costruire cooperazione reale.
Il CIHEAM non produce soltanto ricerca, ma genera una vera e propria classe dirigente tecnica del Mediterraneo:
agronomi formati in una prospettiva internazionale,
progetti di gestione idrica in contesti dove l’acqua è già una questione di sicurezza nazionale,
programmi di sviluppo rurale per Paesi MENA,
attività di lotta e contenimento delle fitopatie (come la Xylella, che ha sconvolto il paesaggio salentino),
innovazione varietale per fronteggiare il cambiamento climatico.
È una diplomazia dei fatti, non delle dichiarazioni. Ed è lì, in quella diplomazia concreta, che secondo De Castro nasce la possibilità di “tenere insieme ciò che il mondo tende a dividere”.
Dalle crisi alle opportunità: tre priorità per una nuova agenda mediterranea
Nella parte più programmatica del suo intervento, De Castro ha tracciato una vera e propria road map del futuro.
1. Adattamento climatico: la scienza come infrastruttura della pace
Il Mediterraneo è uno degli “hotspot climatici” più critici del pianeta.
Subisce un riscaldamento superiore alla media globale e vive fenomeni estremi sempre più frequenti.
Il messaggio è chiaro: nessun Paese può agire da solo. Serve un sistema integrato che unisca ricerca, trasferimento tecnologico, uso efficiente dell’acqua, agricoltura smart.
2. Sicurezza alimentare: senza mercati trasparenti non c’è stabilità sociale
Negli ultimi anni, i prezzi dei beni agricoli sono diventati un barometro del rischio geopolitico.
Ogni tensione internazionale ha immediate ripercussioni sulle filiere globali. De Castro insiste:
“La trasparenza dei mercati agricoli è una condizione di stabilità per le società mediterranee.”
Nomisma sta lavorando a:
osservatori permanenti sulle tendenze dei mercati,
sistemi di previsione degli shock,
indicatori di volatilità,
piattaforme informative per imprese e governi.
È un lavoro che può diventare – se integrato a livello mediterraneo – una vera infrastruttura di prevenzione.
3. Migrazioni e sviluppo rurale: un futuro che radica le persone ai territori
“Le persone non fuggono quando hanno futuro”, ha ricordato De Castro.
E il futuro, nel Mediterraneo, passa anche da:
investimenti nell’agricoltura,
valorizzazione delle filiere locali,
formazione tecnica,
sostegno ai giovani agricoltori,
infrastrutture rurali,
opportunità economiche nelle aree fragili.
Non è solo sviluppo. È prevenzione dei conflitti. È politica estera nel suo volto più pragmatico.
Costruire una governance comune: tre assi strategici
Per consolidare questo percorso, De Castro propone una nuova architettura di governance mediterranea, basata su tre pilastri.
1. Una piattaforma mediterranea per ricerca e formazione
Un ecosistema integrato, costruito attorno a CIHEAM e alle università della regione, capace di generare competenze condivise.
2. Un quadro comune su qualità, tracciabilità e indicazioni geografiche
Per mercati più equi, per tutelare produttori e consumatori, per rafforzare la competitività delle filiere agroalimentari mediterranee.
3. Una diplomazia economica del cibo
Una forma nuova di cooperazione regionale, che coinvolge:
imprese agricole,
istituzioni pubbliche,
enti di ricerca,
organizzazioni internazionali,
società civile.
Il cibo diventa così non solo risultato produttivo, ma strumento diplomatico, costruzione di fiducia, architettura di convivenza.
Governare insieme ciò che il mondo tende a separare
L’intervento di De Castro è stato, in fondo, un invito alla responsabilità collettiva. Non un esercizio retorico, ma una mappa politica per affrontare il presente.
“Un unico pianeta, un’unica mensa” non è un sogno: è la condizione reale in cui viviamo.
La globalizzazione, nonostante i suoi limiti, lega in modo irreversibile i destini delle comunità del Mediterraneo. L’agricoltura, troppo a lungo confinata nei margini delle agende politiche, torna invece al centro come strategia di pace.
E così, in un mondo che costruisce muri, De Castro offre una prospettiva diversa: non siamo condannati al conflitto, ma alla convivenza. Ed è proprio in quella convivenza – da costruire, gestire e proteggere – che risiede la possibilità di una nuova stagione mediterranea.
Attualità
Maria De Giovanni a Bruxelles per la Giornata Internazionale della Disabalità
Abbracci, talento e amore al Parlamento Europeo con la testimonianza di vita personale della giornalista e scrittrice nostra conterranea
È stata una testimonianza che ha lasciato il segno quella di Maria De Giovanni, protagonista al Parlamento Europeo durante la Giornata Internazionale della Disabilità. Invitata dall’europarlamentare Chiara Gemma, Maria ha portato nella sede di Bruxelles una voce autentica, intensa, capace di toccare il cuore di chi l’ha ascoltata. Definita da molti “un talento umano raro”, Maria è riconosciuta come una vera pioniera della terapia dell’abbraccio, un approccio che affonda le radici nella sua storia personale e nella sua straordinaria capacità di trasformare il dolore in cura e vicinanza.
Nell’emiciclo europeo, dove politici, esperti e rappresentanti delle istituzioni si sono riuniti per riflettere sul tema della disabilità, le sue parole hanno attraversato la sala con una delicatezza potente. Maria ha raccontato il suo percorso, fatto di sfide, di resilienza e di quella forza silenziosa che nasce solo da un’esperienza vissuta sulla pelle. Uno dei momenti più intensi del suo intervento è stato quello dedicato alla figlia Aurora, che lo scorso ottobre si è laureata discutendo una tesi proprio sulla storia della madre. Con emozione palpabile, Maria ha condiviso quanto quel traguardo rappresenti per lei un’eredità morale e affettiva: “Sentire mia figlia raccontare il mio cammino con voce nuova — ha detto — è il dono più prezioso. In quel momento ho capito che il mio dolore, la mia lotta, hanno generato qualcosa che potrà andare avanti oltre me.” Il pubblico ha risposto con un applauso lungo e sentito, quasi un abbraccio collettivo a una donna che ha fatto dell’abbraccio la sua forma più pura di cura. La giornata è stata resa ancor più significativa dalla presenza del giornalista di Rai 1, Mario Acampa, che ha intervistato Maria dando ulteriore voce e spazio alla sua esperienza come Donna impegnata nel sociale che per la sua tenacia e concretezza nel fare ha ricevuto molti riconoscimenti. Commendatore, Presidente della Onlus Sunrise Il mare di tutti , Scrittrice della trilogia sulle orme della sclerosi multipla, con l’uscita del suo ultimo libro La pienezza nella vita , è impegnata quotidianamente nella divulgazione della conoscenza sulla sclerosi multipla, lo fa nelle scuole e nelle università . L’intervista, densa di domande profonde e sguardi autentici, ha permesso di cogliere sfumature preziose della sua storia e del suo impegno quotidiano. Acampa ha saputo valorizzare la dimensione umana della testimonianza, restituendo al pubblico non solo un racconto, ma un incontro. L’europarlamentare Chiara Gemma ha espresso gratitudine per la presenza di Maria e per il suo contributo: “La storia di Maria ci ricorda che ogni intervento politico deve avere al centro l’essere umano. Le sue parole oggi sono state un faro per tutti noi.” Maria ha lasciato il Parlamento Europeo così come vi era entrata: con un sorriso gentile, la sua discrezione elegante e la certezza che anche un semplice abbraccio può cambiare il mondo. E a Bruxelles, almeno per un giorno, lo ha cambiato davvero.
Attualità
Minerva tira le orecchie al PD di Tricase: “Scelta di Chiuri errore politico”
“Il candidato è persona stimata, ma il metodo con cui è stato scelto, senza un vero confronto, desta perplessità. Così non si crea alternativa forte e credibile per produrre un cambiamento radicale e necessario per la città”
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Il PD di Tricase ha annunciato in queste ore il suo candidato sindaco per le amministrative 2026, nella persona di Vincenzo Chiuri. A seguito dell’annuncio giunge in Redazione l’intervento di Stefano Minerva che, fresco di elezione nel consiglio regionale della Puglia proprio col Partito Democratico, esprime perplessità per l’accaduto.
Decisione questa che aveva già creato maretta in Città, con le dimissioni dal Partito Democratico del consigliere Minonne (leggi qui).
La nota di Minerva
“Apprendo dalla stampa che il circolo del PD di Tricase ha già individuato il prossimo candidato sindaco del centrosinistra, un professionista affermato e una persona di indiscutibile valore.
Tuttavia, ciò che desta perplessità non è il nome, ma il metodo. Assumere una decisione così rilevante senza un vero confronto e con l’intero campo del centrosinistra non è solo poco democratico: è un errore politico.
Anche alla luce della condivisa posizione espressa in un documento presentato alla città ad aprile in cui si stabiliva il percorso e il metodo che lasciava aperta la porta a tutte quelle forze politiche, realtà sociali, gruppi e movimenti alternativi alla attuale amministrazione De Donno.
Ritengo che non si possa tornare indietro da li.
Se l’obiettivo è vincere le prossime elezioni e aprire una nuova pagina per Tricase, allora dobbiamo insistere sulla costruzione di una coalizione inclusiva frutto di un percorso condiviso, trasparente, capace di tenere insieme tutte le energie progressiste della città. Per questo chiedo alla segreteria provinciale del Partito Democratico di convocare al più presto un tavolo di coalizione che riunisca tutte le forze politiche e civiche che si riconoscono nel progetto di Antonio Decaro.
Vincezo Chiuri è persona stimata e la sua candidatura arricchisce il valore complessivo del centrosinistra. Ma il centrosinistra deve restare unito, in un percorso già avviato nei mesi scorsi e che deve continuare nel segno di un progetto di rilancio della città. Serve spirito costruttivo e lungimiranza per tenere innanzitutto insieme il perimetro della coalizione e poi provare ad allargare a tutte le forze che possono riconoscersi nell’alternativa. Tricase ha bisogno di partecipazione, di unità delle forze responsabili. Non è sufficiente oggi mettere sul tavolo una candidatura assolutamente condivisibile. Oggi serve arrivare ad una candidatura condivisa. Questo deve essere il nostro orizzonte. Un orizzonte che va preservato anche ricorrendo, se necessario, a strumenti partecipativi dal basso che sono un tratto distintivo della storia del nostro partito. Solo così potremo offrire ai cittadini l’alternativa forte e credibile in grado di produrre un cambiamento radicale e necessario per la città”.
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