Dai Comuni
Videosorveglianza e fototrappole a Tricase: approvato il regolamento
Il sistema di videocontrollo del territorio può entrare in funzione dopo il passaggio odierno in Consiglio Comunale: ecco cosa prevede
Dopo l’approvazione all’unanimità in Commissione regolamenti, via libera anche da parte del Consiglio Comunale al regolamento per la gestione del sistema di videosorveglianza e fototrappole a Tricase.
Da oggi, dunque, il sistema di controllo e tutela del territorio predisposto dall’Amministrazione può entrare ufficialmente in funzione.
Uno step importante, un presidio particolarmente atteso in queste settimane, in risposta alla nuova serie di furti (d’auto e nelle attività commerciali) registrata ad inizio 2023 in paese.
“180mila euro per un punto di svolta”
Interviene sul tema l’assessore Andrea Ciardo, che già in Commissione aveva ringraziato i consiglieri comunali e gli uffici per la celerità e la meticolosità con cui hanno portato a compimento l’iter amministrativo previsto: “Quello di oggi è un punto di svolta per la Città, in termini di sicurezza per i cittadini e in termini di efficacia di controllo del territorio. Si è lavorato intensamente e da oggi i 180mila euro complessivi investiti possono essere messi a frutto“.

Andrea Ciardo
Videosorveglianza e fototrappole pronte a entrare in funzione, dunque: i “nuovi occhi” a disposizione delle forze dell’ordine saranno capaci di sostenere le attività di prevenzione e repressione degli illeciti, anche in materia ambientale.
Le fototrappole a rotazione
Altro obiettivo dell’Amministrazione, infatti, è quello di “contrastare in maniera più efficace l’abbandono dei rifiuti, anche attraverso la tecnologia“.
Oltre alla videosorveglianza, infatti – così come illustrato dal presidente della Commissione Ambiente Rocco Martella – saranno 8 le fototrappole che, a rotazione, saranno puntate su aree particolarmente interessate dal fenomeno dell’abbandono illecito di rifiuti: il progetto sarà portato avanti dal Comando di Polizia Locale, dall’Ufficio ambiente e dalla Vitruvio Tech s.r.l., azienda incaricata della gestione e manutenzione delle apparecchiature.
Il progetto di predisposizione e installazione dei sistemi di videosorveglianza fu approntato nel 2022, con l’individuazione della copertura economica dell’intervento a valere su fondi di bilancio comunale.
Poi la validazione della Prefettura di Lecce, la sottoscrizione del preventivo Patto per l’attuazione della Sicurezza urbana e i lavori.
A tal proposito, era stato proprio Ciardo a ringraziare la Prefettura di Lecce e l’Arma dei Carabinieri “per aver supportato l’azione dell’Ente con consigli e indicazioni preziose. Una città più sicura è una città più vivibile”.
Le aree interessate
Ampie le aree che saranno interessate dalla tecnologia. Tra queste, al momento si contano Piazza Cappuccini, il centro storico, il parco di Via Pirandello e le principali arterie stradali.
In futuro, essendo già predisposta l infrastruttura principale, l’individuazione di ulteriori risorse utili potrà garantire, all’attuale o alle future amministrazioni, la possibilità di ampliare progressivamente le aree coperte.
Cronaca
Ritrovato sano e salvo anziano scomparso a Galatina
Di lui si erano perse le tracce sin dal mattino. L’uomo è stato ritrovato poco prima della mezzanotte, stanco ma in buone condizioni di salute
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La scomparsa di un anziano a Galatina ha tenuto in apprensione familiari e cittadini ma, anche grazie al pronto intervento dei carabinieri, la vicenda si è conclusa nel migliore dei modi.
Nella tarda serata di ieri., i militari della Stazione di Galatina hanno rintracciato, in buono stato di salute, l’uomo di 86 anni, di cui la famiglia aveva denunciato la scomparsa nel pomeriggio.
L’anziano, nella mattinata, si era allontanato a piedi dalla propria abitazione per recarsi, come di consueto, al cimitero, senza però fare ritorno a casa.
Non vedendolo rientrare e temendo per la sua incolumità, la figlia si è rivolta ai militari dell’Arma, che hanno immediatamente avviato le ricerche.
A seguito della denuncia di scomparsa, è stato attivato il Piano provinciale di ricerca per persone scomparse, sotto il coordinamento della Compagnia Carabinieri di Gallipoli e con il supporto delle Centrali Operative e dei sistemi di geolocalizzazione.
Il segnale del dispositivo elettronico in uso all’uomo ha inizialmente restituito una posizione nel centro cittadino di Galatina, permettendo ai militari di concentrare le attività in quell’area.
L’uomo è stato ritrovato poco prima della mezzanotte, stanco ma in buone condizioni di salute.
Dopo le prime verifiche, è stato riaffidato ai familiari.
L’episodio conferma l’efficacia della sinergia operativa e tecnologica messa in campo dal Comando Provinciale Carabinieri di Lecce nei casi di scomparsa, nonché l’importanza della collaborazione tempestiva tra cittadini e istituzioni.
Appuntamenti
Il loro grido è la mia voce – Poesie da Gaza a Casarano
Reading poetico con la partecipazione straordinaria di Nabil Bey Salameh, voce dei Radiodervish. Sabato 8 novembrem alle 19, 30, nella Galleria Percorsi d’Arte
La poesia come atto di resistenza.
La forza delle parole come tentativo di salvezza.
È da questa convinzione che nasce l’incontro dedicato al libro “Il loro grido è la mia voce – Poesie da Gaza”, che si terrà sabato 8 novembre, alle ore 19,30, presso la Galleria Percorsi d’Arte di Casarano.
Un reading poetico con la partecipazione straordinaria di Nabil Bey Salameh (foto in evidenza in alto), voce dei Radiodervish, che dialogherà con il giornalista Antonio Portolano (founder e direttore responsabile di UnoGenio e collaboratore del Nuovo Quotidiano di Puglia).
Marilena Cataldini, Davide Bruno e Loredana Manco si alterneranno nella lettura dei testi, in un intreccio di voci, suoni e silenzi che darà corpo a un racconto corale: quello dei poeti di Gaza.
Le trentadue poesie raccolte nel volume sono state scritte in gran parte dopo il 7 ottobre 2023, nel cuore della tragedia palestinese, in condizioni di estrema precarietà: poco prima di essere uccisi dai bombardamenti, come ultima preghiera o testamento poetico (Abu Nada, Alareer); mentre si fugge dalla propria casa (al-Ghazali); o da una tenda, in un campo profughi dove si muore di freddo e di bombe (Elqedra).
Come scrive lo storico israeliano Ilan Pappé nella prefazione: «Scrivere poesia durante un genocidio dimostra ancora una volta il ruolo cruciale che la poesia svolge nella resistenza e nella resilienza palestinesi. La consapevolezza con cui questi giovani poeti affrontano la possibilità di morire ogni ora eguaglia la loro umanità, che rimane intatta anche se circondati da una carneficina e da una distruzione di inimmaginabile portata».
E ancora: «Queste poesie sono a volte dirette, altre volte metaforiche, estremamente concise o leggermente tortuose, ma è impossibile non cogliere il grido di protesta per la vita e la rassegnazione alla morte, inscritte in una cartografia disastrosa che Israele ha tracciato sul terreno».
Nabil Bey Salameh, traduttore e curatore dell’antologia, afferma: «Questa raccolta non è solo un lamento. È un invito a vedere, a sentire, a vivere. Le poesie portano con sé il suono delle strade di Gaza, il fruscio delle foglie che resistono al vento, il pianto dei bambini e il canto degli ulivi. Sono una testimonianza di vita, un atto di amore verso una terra che non smette di sognare la libertà. In un mondo che spesso preferisce voltare lo sguardo, queste poesie si ergono come fari, illuminando ciò che rimane nascosto».
Un incontro di parole, memoria e testimonianza per dare voce ai giovani poeti di Gaza, i cui versi risuonano come un grido collettivo contro il silenzio e l’indifferenza del mondo. Attraverso la lettura e la riflessione, Il loro grido è la mia voce diventa un invito a riconoscere la parola come resistenza e la poesia come ultimo spazio di libertà e verità.
In un tempo in cui la civiltà sembra aver smarrito la propria umanità, la voce dei poeti palestinesi ci costringe a guardare, ad ascoltare, a non distogliere lo sguardo.
Tra macerie, paura, evacuazioni e morte, i poeti scrivono per denunciare, ricordare, rivendicare o semplicemente per restare vivi.
Un luogo di cultura, qual è la Galleria Percorsi d’Arte nel sud del Salento, non può restare indifferente: qui l’arte diventa una forma di resistenza, fragile ma essenziale.
Ingresso su prenotazione e contributo, fino ad esaurimento posti.
Info: 328/3679819
NABIL BEY SALAMEH
Cantautore, etnomusicologo, scrittore e giornalista, Nabil Bey Salameh nasce a Tripoli, in Libano, da genitori palestinesi originari di Jaffa, costretti all’esilio durante la Nakba del 1948. Porta dentro di sé la memoria di quello sradicamento, trasformandola in visione, in canto, in ponte tra mondi.
Si trasferisce in Italia negli anni Ottanta per completare gli studi in ingegneria, ma sarà la musica a guidare il suo destino. Negli stessi anni fonda Al Darawish, una delle prime esperienze di world music in Italia, dando voce a una nuova sensibilità mediterranea capace di connettere Oriente e Occidente attraverso il linguaggio poetico e sonoro.
Nel 1997 fonda i Radiodervish, divenendo una delle figure più riconosciute della world music italiana e internazionale. Con il gruppo pubblica quindici album e si esibisce in teatri e festival di tutta Europa con un repertorio sospeso tra spiritualità, impegno e narrazione poetica.
Dal 1998 al 2007 è corrispondente in Italia per l’emittente televisiva internazionale Al Jazeera, raccontando le vicende del Mediterraneo con lo sguardo di chi conosce l’esilio ma anche il dialogo tra culture.
Attualmente insegna Etnomusicologia presso il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce, dove forma nuove generazioni di musicisti e ricercatori nel campo delle musiche popolari e delle culture del Sud Globale.
La sua ricerca artistica abbraccia musica, teatro, poesia e letteratura. Ha collaborato con artisti del calibro di Franco Battiato, Massimo Zamboni, Noa, Nicola Piovani, Antonella Ruggiero, Paola Turci, Jovanotti, Stewart Copeland, Giuseppe Battiston, Carlo Lucarelli, l’Orchestra Araba di Nazareth e molti altri.
Nel 2016 pubblica per Jouvence la traduzione poetica di Le mie poesie più belle del celebre poeta siriano Nizar Qabbani. Nel 2019 inaugura per Kurumuny Editore la collana Camminamenti con il saggio Al Maqam – La storia di Naìma (O del corpo che si rivela), affiancato dalle poesie della scrittrice libanese Joumana Haddad.
Nel 2025 cura e traduce l’antologia Il loro grido è la mia voce – Poesie da Gaza, una raccolta di testi scritti da giovani poeti palestinesi sotto assedio, restituendo umanità, speranza e verità attraverso la parola poetica.
È ideatore e direttore artistico del FalastinFest, festival di cultura palestinese che ogni anno, in Puglia, crea un ponte di memoria e resistenza poetica tra Palestina e Mediterraneo.
Instancabile narratore di confini e incontri, Nabil Bey continua a interrogare il presente attraverso l’arte, la parola e la musica, dando voce ai Mediterranei sommersi e alle storie silenziate della sua Palestina.
MARILENA CATALDINI
Avvocata e redattrice di riviste di letteratura e pensiero sociale (Spazi-di-versi, Progetto Umanistico, Tempo di marea, L’incantare, A Levante). Ha partecipato a mostre di poesia visiva e mail art.
Coautrice dei testi Diario e D’intorni (Informadonna, 2001) e Verso Sud – Salento d’acqua e di terra rossa (Anima Mundi, 2008). Autrice dei libri di poesia Il Forte Bionda (Spagine Ed., 2020) e Armida Mondoni, ovvero la Viola e altre scritture (Macabor, 2024).
Nel 2023 ha vinto il Premio per poesia inedita “Bologna in Lettere”. I suoi testi appaiono in numerose antologie e riviste letterarie, tra cui Chiamata contro le armi (2022) e Poeti e coscienze per Gaza (2025).
DAVIDE BRUNO
Diciassettenne studente del Liceo Classico “Montalcini” di Casarano, è appassionato di discipline umanistiche, in particolare di letteratura.Ha ottenuto brillanti risultati a livello nazionale nei campionati di italiano e di greco antico. Amante del teatro, negli ultimi sei anni ha partecipato come attore a numerosi spettacoli, portando in scena la parola con sensibilità e passione.
LOREDANA MANCO
Architetta e libera professionista, visionaria e resiliente, con una profonda vocazione civica.
Fondatrice di Placemaking Casarano, integra progettazione tecnica, intelligenza emotiva e metodi maieutici per modellare spazi come manifesti viventi di pluralismo, cura e decompressione.
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Cronaca
Nuove minacce per la Giudice Mariano
Sulla tomba del padre nella cappella di famiglia la testa mozzata di un capretto e un coltello
È successo ancora.
Fuor di dubbio che, quando un giudice fa un buon lavoro, innervosisce chi nella propria vita ha l’unico scopo di delinquere.
La giudice salentina Maria Francesca Mariano, già sotto scorta da tempo per le intimidazioni mafiose subite di nuovo obiettivo di minacce malavitose.
L’amara sorpresa la giudice di Galatina l’ha avuta recandosi in visita al cimitero del suo paese dove, sulla tomba del padre, all’interno della cappella di famiglia, ha trovato la testa mozzata di un capretto e un coltello.
Appena giunta la magistrata ha subito avvertito un odore stomachevole salvo poi notare l’altarino messo su da chi vuole farle paura.
Sul posto sono subito intervenuti gli agenti del commissariato di Galatina per indagare sull’accaduto.
Il recente episodio si aggiunge a quelli del 2024.
Nel mese di febbraio davanti alla porta dell’abitazione della giudice fu recapitata una testa di capretto insanguinata e infilzata con un coltello, insieme a un biglietto con la scritta “Così”.
Nell’ottobre dello stesso anno, in un’aula, alla vigilia di un’udienza, fu ritrovato un ritaglio di giornale relativo a un’inchiesta e sulla foto della gip era stata disegnata una bara (foto in basso).
Senza dimenticare che sia la Mariano che il pubblico ministero antimafia Carmen Ruggiero sono state più volte destinatarie di lettere con minacce di morte e hanno subito tentativi di aggressione durante gli interrogatori.
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