Attualità
Filograna, Casarano e la rinascita del calzaturiero
Qual è il segreto per battere la concorrenza della Cina e di tutti quei Paesi che hanno un costo della manodopera irrisorio rispetto ai nostri standard?
ESCLUSIVA
Ci sono stati anni bui per Casarano, una città industriale abituata al lavoro ed ai benefici economici che questo ovviamente comportava. Anni bui in cui non si vedeva neanche una valida prospettiva che fosse in grado di riavviare questa comunità verso qualcosa di diverso dalla malinconia di una zona industriale che sembrava essere una città fantasma abbandonata, un qualcosa di diverso dalla depressione che si poteva toccare tanto era presente nei suoi cittadini. Ma, come una famosa frase di un film che è diventato un culto, “non può piovere sempre”, anche per Casarano pare esserci qualche spiraglio di luce.
La ripresa sembra essere generalizzata, sicuramente lenta e difficoltosa ma la zona industriale ha ricominciato ad essere brulicante di attività che spaziano nei diversi campi dell’imprenditoria.
Innegabile, però, che il punto di riferimento sia rappresentato da colui che ha ricevuto in eredità non solo i beni materiali del suo padre adottivo, famoso compianto commendator Filograna, ma anche la responsabilità di una città che “mesciu Uccio” amava ed era a lui riconoscente. Abbiamo incontrato Antonio Sergio Filograna e parlato della Leo Shoes.
Quali sono gli obiettivi aziendali di questa nuova realtà?
“Abbiamo sin dall’inizio lavorato, in silenzio, sotto traccia, quando nessuno credeva più in noi, restando a Casarano perché credevamo, e crediamo ancora, profondamente nella possibilità di rinascita di questo territorio. Inizialmente l’obiettivo era quello di farci conoscere in un mercato completamente nuovo quale quello della produzione delle calzature di lusso, con la priorità che era quella di imparare a relazionarsi con delle realtà riconosciute leader a livello mondiale nel loro settore, cercando di ritagliarsi un piccolo spazio lavorando con serietà e dedizione, mantenendo altissimi i livelli qualitativi del prodotto. Tale politica pian piano ci ha fatto acquisire credibilità in questa fascia di mercato estremamente complessa e ci ha fatto acquisire un numero sempre maggiore di clienti, riscuotendo negli ultimi anni riconoscimenti importanti anche a livello europeo. L’obiettivo attuale, alla fine, è quello di sempre: l’approccio al lavoro legato alla dedizione, alla serietà ed alla qualità espressa ad altissimi livelli, unite ad una continua innovazione tecnologica. Sono le armi di cui disponiamo per poterci confrontare con una concorrenza estremamente agguerrita”.
Qual è il rapporto con le istituzioni locali, a partire da quelle comunali sino ad arrivare a quelle regionali?
“Se avessimo pensato di fare impresa basandoci sul supporto delle istituzioni, a qualsiasi livello, probabilmente non saremmo nemmeno partiti. Le istituzioni, attualmente, hanno difficoltà anche maggiori delle imprese a capire come sta evolvendo il mercato e ad individuare le metodologie più adeguate per poter affiancare gli imprenditori. Questo porta ad un distacco sempre maggiore tra istituzioni e mondo del lavoro, che avrebbe invece una necessità assoluta di questo supporto per annullare, o perlomeno ridurre, il gap con le aziende concorrenti. Non possiamo comunque non dare atto della completa disponibilità dell’attuale amministrazione comunale nel cercare di portare avanti ed incentivare il territorio mediante iniziative di vario genere come, a mero titolo di esempio, l’attività relativa all’inserimento della Zona Industriale di Casarano all’interno delle aree a fiscalità agevolata denominate Z.E.S. (Zone Economiche Speciali)”.
Cosa si sentirebbe di chiedere per poter meglio operare, nell’interesse della comunità di Casarano?
“Sarebbe necessaria una maggior coesione tra le aziende, una maggior interazione tra le numerose eccellenze presenti, per poter riuscire ad essere più incisivi a livello commerciale su piazze differenti da quella locale. La comunità di Casarano, dopo un periodo di stasi, è in gran fermento, e questo si sta percependo in ogni ambito. È un segnale estremamente positivo per il territorio, e noi stiamo cercando di dare una spinta quanto più incisiva possibile, sviluppando un indotto il più possibile vicino a noi. Sarebbe inoltre importante che ci fosse una maggior attenzione di tutte le realtà imprenditoriali al sociale, affinché il territorio possa svilupparsi in modo sano e crescere con uno spirito ed una vocazione nuova, creando interessi ed attività che possano coinvolgere tutta la cittadinanza. La Leo Shoes ha sostenuto negli ultimi anni numerose iniziative legate sia allo sport che ad eventi importanti per la comunità casaranese”.
Qual è il segreto per battere la concorrenza della Cina e di tutti quei Paesi che hanno un costo della manodopera irrisorio rispetto ai nostri standard?
“Nella nostra attività non siamo in concorrenza con nessun altro Paese, tantomeno con quelli del Sud-Est asiatico. È necessario crearsi delle nicchie di mercato impenetrabili per loro, legate ad una qualità di altissimo livello ed ad un know-how che il mondo spesso ci invidia, fattori identificativi della produzione italiana di maggior pregio. Noi a questo inoltre affianchiamo anche la possibilità di fregiarci del Made in Italy, un prestigio antico ma moderno, ancor oggi estremamente importante per le aziende legate al lusso, che rappresenta uno scudo estremamente efficace per inibire la concorrenza di ogni altro Paese, tanto più di quelli legati a costi irrisori della manodopera. E questo perché noi, in azienda, abbiamo considerato il costo del lavoro non un ostacolo, ma un’opportunità, attingendo a tutta la competenza storicamente presente nel settore calzaturiero in una città come Casarano per riconvertirci in una fascia di mercato che potesse permettere di sostenere l’utilizzo di una manodopera maggiormente onerosa, ma capace di fornire delle performance ineguagliabili della manifattura delle calzature”.
Antonio Memmi
Attualità
Minerva tira le orecchie al PD di Tricase: “Scelta di Chiuri errore politico”
“Il candidato è persona stimata, ma il metodo con cui è stato scelto, senza un vero confronto, desta perplessità. Così non si crea alternativa forte e credibile per produrre un cambiamento radicale e necessario per la città”
Il PD di Tricase ha annunciato in queste ore il suo candidato sindaco per le amministrative 2026, nella persona di Vincenzo Chiuri. A seguito dell’annuncio giunge in Redazione l’intervento di Stefano Minerva che, fresco di elezione nel consiglio regionale della Puglia proprio col Partito Democratico, esprime perplessità per l’accaduto.
Decisione questa che aveva già creato maretta in Città, con le dimissioni dal Partito Democratico del consigliere Minonne (leggi qui).
La nota di Minerva
“Apprendo dalla stampa che il circolo del PD di Tricase ha già individuato il prossimo candidato sindaco del centrosinistra, un professionista affermato e una persona di indiscutibile valore.
Tuttavia, ciò che desta perplessità non è il nome, ma il metodo. Assumere una decisione così rilevante senza un vero confronto e con l’intero campo del centrosinistra non è solo poco democratico: è un errore politico. Anche alla luce della condivisa posizione espressa in un documento presentato alla città ad aprile in cui si stabiliva il percorso e il metodo che lasciava aperta la porta a tutte quelle forze politiche, realtà sociali, gruppi e movimenti alternativi alla attuale amministrazione De Donno.
Ritengo che non si possa tornare indietro da li. Se l’obiettivo è vincere le prossime elezioni e aprire una nuova pagina per Tricase, allora dobbiamo insistere sulla costruzione di una coalizione inclusiva frutto di un percorso condiviso, trasparente, capace di tenere insieme tutte le energie progressiste della città. Per questo chiedo alla segreteria provinciale del Partito Democratico di convocare al più presto un tavolo di coalizione che riunisca tutte le forze politiche e civiche che si riconoscono nel progetto di Antonio Decaro.
Vincezo Chiuri è persona stimata e la sua candidatura arricchisce il valore complessivo del centrosinistra. Ma il centrosinistra deve restare unito, in un percorso già avviato nei mesi scorsi e che deve continuare nel segno di un progetto di rilancio della città. Serve spirito costruttivo e lungimiranza per tenere innanzitutto insieme il perimetro della coalizione e poi provare ad allargare a tutte le forze che possono riconoscersi nell’alternativa. Tricase ha bisogno di partecipazione, di unità delle forze responsabili. Non è sufficiente oggi mettere sul tavolo una candidatura assolutamente condivisibile. Oggi serve arrivare ad una candidatura condivisa. Questo deve essere il nostro orizzonte. Un orizzonte che va preservato anche ricorrendo, se necessario, a strumenti partecipativi dal basso che sono un tratto distintivo della storia del nostro partito. Solo così potremo offrire ai cittadini l’alternativa forte e credibile in grado di produrre un cambiamento radicale e necessario per la città”.
Attualità
Tricase, la minoranza al sindaco: “Stop agli interventi sullo stadio”
La nota di Carità, Baglivo e Ciardo dopo la decisione dell’ASD Atletico Tricase di non disputarvi più le partite casalinghe: “Basta spendere denari su questa struttura fatiscente e irrecuperabile: chiediamo tavolo tecnico”
A seguito della nota del Presidente dell’ASD Atletico Tricase (sig. Antonio Brigante), con la quale la società di calcio comunica lo svolgimento delle partite casalinghe presso lo stadio di Maglie, i consiglieri comunali di “Tricase, che fare?” (Giovanni Carità, Antonio Luigi Baglivo, Armando Ciardo) intervengono con una nota al Sindaco per “chiedere la sospensione di qualsiasi progetto inerente il “San Vito”“.
“Troppi denari pubblici sono stati spesi nel corso di questi ultimi decenni su una struttura che resta sempre e comunque fatiscente, superata e irrecuperabile“, scrivono i tre consiglieri di opposizione che chiedono chiedono “l’istituzione di una tavolo tecnico al fine di discutere e programmare un’intervento degno di una città come Tricase e della sua storia calcistica“.
Attualità
Tricase: dopo l’annuncio del candidato sindaco, Minonne lascia il PD
Il consigliere comunale eletto con il Partito democratico: «Vincenzo Chiuri, persona di elevata professionalità e meritevole di stima, ma si è arrivati alla sua nomina con un percorso non condiviso»
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Dopo il comunicato con cui Partito democratico, Sinistra italiana e Cantiere civico hanno annunciato la candidatura a sindaco di Vincenzo Chiuri, arrivano la defezione e l’annuncio di dimissioni dal PD del consigliere comunale Francesco Minonne.
«Considerati gli ultimi sviluppi politici che hanno portato il Partito Democratico di Tricase alla candidatura a sindaco del Dott. Vincenzo Chiuri, persona di elevata professionalità e meritevole di stima, con un percorso non condiviso», il consigliere Minonne, comunica di «valutare le dimissioni da consigliere comunale del PD e di non rinnovare la tessera di partito».
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