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Attualità

Nardò e i campi della vergogna

Si svegliano prima dell’alba e tornano dopo il tramonto, non esistono giornate di riposo e nei campi si va anche di domenica. Sole, caldo torrido e sudore sono i loro compagni di fatica

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La storia è ciclica, quante volte ce l’hanno ripetuto i nostri nonni e bisnonni e se fossero ancora con noi ne avrebbero da raccontarcene. Ma proprio dalla storia e grazie alle gesta della storia, dovremmo trarne vantaggio, farne tesoro, capire e correggere gli errori commessi.


Ma l’uomo, si sa, è più cocciuto di un mulo, e dove non arriva la cocciutaggine infierisce l’ignoranza, la sete di denaro, l’abominio, scatena quella parte insensibile legata agli strali della storia, alla “belva umana” incorreggibile, esecrabile, che considera la carità cristiana una bestemmia, giusto un vezzo per pochi; è colui che non si ferma davanti a nulla, neanche dinanzi alla regola d’oro della reciprocità, che recita: “Non fare agli altri quello che non vorresti venisse fatto a te“.


Ma così non è. Il quotidiano l’Avvenire, riprende la vicenda che da anni si consuma nei campi di Nardò, quella legata alla vita di esseri, secondo alcuni, figli di un Dio minore che, condannati dalla vita, subiscono la beffa e la violenza del loro simile più prossimo: l’uomo.


Tacere questa vergogna accomunerebbe anche noi giornalisti alla stregua di certi gaglioffi, per questo riportiamo di seguito l’articolo di Matteo Caione, nella speranza di risvegliare le coscienze sopite di “certi imprenditori che coscienza e creanza non hanno”.


Luigi Zito


I più fortunati lavorano per sei euro all’ora. Si svegliano prima dell’alba e tornano dopo il tramonto, non esistono giornate di riposo e nei campi si va anche di domenica. Sole, caldo torrido e sudore sono i loro compagni di fatica. È una battaglia resa sopportabile solo dalla necessità di una paga per poter sopravvivere. La coperta delle tutele e dei diritti è quella che è, e finanche la bottiglia d’acqua e il panino sono a carico dei lavoratori.

Nel cuore del Salento le temperature delle ore più calde sfiorano i 40 gradi e la giornata dei braccianti agricoli si sa quando comincia, ma non quando finisce. Nelle campagne di Nardò (Lecce) sorge il campo di accoglienza di Boncuri, una foresteria realizzata dalla regione Puglia e gestita dalla Caritas e dalla Croce Rossa: è qui che 170 lavoratori stranieri vengono assistiti ogni giorno per tutta la stagione.


La scorsa settimana ha lasciato la triste eredità di tre giovani morti nel tacco d’Italia dopo aver lavorato nella morsa del caldo: Camara Fantamadi, originario del Mali, 27 anni, rientrava in bicicletta dalle campagne dopo una giornata di fatica in campagna e il suo cuore non ha retto. È morto per strada, a Brindisi. In questo drammatico solco si inseriscono anche la tragedia di un 35enne di Miggiano (Lecce), colpito da un malore fatale mentre distribuiva volantini, e di un 38enne di san Pietro Vernotico (Brindisi) che si è sentito male ed è deceduto mentre guidava un’autocisterna. Le loro storie si aggiungono a tante altre morti sul campo.


L’eco di questi drammi arriva anche a Boncuri, ma non c’è tempo per pensarci più di tanto. I turni sono massacranti: anche 12-13 ore nelle campagne e al rientro ci sono margini solo per rifocillarsi e riposarsi. Perdere tempo è un lusso che i braccianti non possono concedersi. Mentre i volontari della Caritas di Nardò distribuiscono la cena (primo, secondo, pane e frutta), i lavoratori rientrano alla spicciolata”.



Attualità

Tricase, Elezioni 2026: Claudio Pispero per il centrodestra?

Il diretto interessato non ha ancora sciolto le riserve ma è lui il prescelto. Antonio Forte, coordinatore di FdI: «Capacità, esperienza politica e affidabilità. È il profilo giusto che in questi mesi le varie componenti del centrodestra di Tricase stavano cercando»

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Alla tornata elettorale in cui i tricasini saranno chiamati a scegliere sindaco e consiglio comunale manca ancora più di un anno, ma il quadro comincia a delinearsi.

Come anticipato da queste colonne, di sicuro si ricandiderà il sindaco uscente Antonio De Donno che lo ha annunciato più volte pubblicamente; il centrosinistra (Partito democratico, AVS, Tricase che fare? e Cantiere Civico) prova a fare fronte comune ed ha annunciato che ricorrerà alle Primarie nel caso non ci fosse unanimità intorno al nome prescelto come candidato sindaco; Vincenzo Errico, dovrebbe essere a capo della lista del movimento Tricase Insieme.

Della tornata elettorale dovrebbe tornare a far parte anche il centrodestra (assente nel 2020), che avrebbe individuato in Claudio Pispero il suo candidato sindaco.

Una mezza conferma arriva anche da Antonio Forte coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia secondo cui l’ipotesi, «all’interno delle forze politiche del centrodestra di Tricase sta raccogliendo sempre più consensi. È una possibilità che sta prendendo sempre più corpo».

Secondo il coordinatore di FdI, «Claudio Pispero rappresenta il profilo giusto che in questi mesi le varie componenti del centrodestra di Tricase stavano cercando: capacità, esperienza politica, affidabilità, appartenenza indiscutibile nell’area di centro destra e capacità di portare al di fuori dei confini di Tricase gli interessi della Città con i giusti referenti sia a livello provinciale, sia regionale che nazionale».

Va detto, però, che l’avvocato tricasino «pur ringraziando gli amici dei partiti del centrodestra che hanno dimostrato la loro fiducia», ha però smentito di aver accettato una qualsiasi candidatura, confermando, però, che il centrodestra, con in testa il partito di Fratelli d’Italia della Presidente Giorgia Meloni, gli ha chiesto di «prendere in seria considerazione l’investitura a sindaco per l’intero centrodestra di Tricase».

A quanto pare Claudio Pispero ci starebbe riflettendo e, come annuncia Antonio Forte, «la decisione non è stata ancora presa».

Staremo a vedere se alla fine scioglierà le riserve o il candidato sarà un altro.

Quel che è certo è che il centrodestra questa volta non resterà estraneo alla competizione elettorale.

Giuseppe Cerfeda

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Attualità

Tap, accordo da 6 milioni per Melendugno

Il Comune mette la parola fine al contenzioso. il sindaco Maurizio Cisternino: «Svolta storica per il nostro Comune che sembrava destinato ad ospitare gli impianti della TAP senza ottenere in cambio alcuna compensazione»

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Il Comune di Melendugno mette la parola fine al contenzioso con la TAP e porta a casa, a titolo di compensazione, 6milioni e 50mila che dovranno essere utilizzati per scopi ambientali e sociali.

La Giunta comunale ha approvato la delibera con cui autorizza il sindaco Maurizio Cisternino, a sottoscrivere l’accordo (che è parte integrante della delibera) con il quale rinuncia alla costituzione di parte civile nel processo penale a carico di Tap, la cui udienza è fissata per il 12 maggio, e accetta di non partecipare ai negoziati per ottenere nuove compensazioni per l’ulteriore ampliamento del gasdotto Tap fino a 20 miliardi di metri cubi annui, in corso di autorizzazione. Resta salvo, però, il diritto del Comune di beneficiare di eventuali misure compensative che la Regione Puglia dovesse comunque destinare al territorio comunale, in caso di ampliamento dell’impianto.

«È una pagina storica per il nostro Comune, che sembrava ormai destinato a dover “ospitare” gli impianti della TAP senza ottenere in cambio alcuna compensazione», commenta il sindaco Maurizio Cisternino, «ogni tavolo di negoziazione era ormai saltato a causa di una presa di posizione molto forte che aveva impedito il dialogo tra la multinazionale e le istituzioni, cosa che è sempre doverosa, soprattutto nei momenti di maggiore tensione, nell’interesse di tutta la collettività.  Lo scopo dell’accordo è di costruire un dialogo costruttivo che vada a vantaggio della crescita del nostro territorio, normalizzare i rapporti con Tap e conseguire risultati per il bene e lo sviluppo di Melendugno e di tutto il suo territorio».

La delibera parte da queste premesse: «La Trans Adriatic Pipeline AG, società che ha realizzato e gestisce l’opera, ha manifestato disponibilità a definire in via transattiva ogni questione pendente mediante corresponsione di un contributo economico a favore del Comune pari a complessivi € 6milioni e 5° mila euro, per finalità̀ ambientali e sociali, a fronte della rinuncia del Comune alla costituzione di parte civile nel procedimento penale in corso e della rinuncia alla partecipazione a eventuali negoziati relativi alle misure di riequilibrio ambientale con riferimento all’ampliamento attualmente in corso di autorizzazione».

L’accordo ha superato l’esame del segretario comunale Maria Elena Megha e dell’avvocato Francesco Calabro, che difende il Domune in sede penale.

«Lo schema di accordo originariamente proposto è stato oggetto di istruttoria tecnico-amministrativa e di parere favorevole a firma congiunta del Segretario comunale e dell’avv. Francesco Calabro, legale incaricato della difesa dell’Ente nel procedimento penale di cui sopra, agli atti della presente deliberazione», si legge in delibera, «la definizione transattiva appare coerente con l’interesse pubblico perseguito dall’Ente, finalizzato a normalizzare i rapporti con il soggetto proponente e a conseguire risorse da destinare a interventi ambientali e sociali nel territorio comunale»

«L’accordo», si specifica, «non comporta rinuncia generalizzata ai benefici compensativi, rimanendo impregiudicato il diritto del Comune a beneficiare di eventuali future misure di riequilibrio ambientale che la Regione Puglia dovesse destinare al territorio comunale».

Lunedì 12 maggio il sindaco Maurizio Cisternino si presenterà presso il Tribunale di Lecce per formalizzare davanti ai giudici, la rinuncia alla costituzione di parte civile.

Tap, nel giro di 15 giorni verserà la prima tranche di 3milioni e 50mila euro. In luglio verrà versata la seconda tranche.

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Il sindaco di Melendugno Maurizio Cisternino

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Attualità

Papa Leone XIV

Il nuovo Pontefice è Robert Prevost, primo americano a salire sul Soglio di Pietro

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Il nuovo Papa è l’americano Robert Prevost, si chiamerà Leone XIV.

Nato il 14 settembre 1955 a Chicago, Prevost era considerato come un papabile “di compromesso”, tra quelli che potrebbero riuscire nel difficile compito di unire le diverse e spesso contrastanti anime di una Chiesa cattolica che sta attraversando grandi cambiamenti.

La sua carriera inizia ufficialmente nel 1977, quando è entrato nel noviziato dell’Ordine di Sant’Agostino, nella provincia di Nostra Signora del Buon Consiglio, nella città di Saint Louis (Missouri).

I voti solenni arrivano il 29 agosto 1981.

Studente presso la Catholic Theological Union di Chicago, si è diplomato in Teologia.

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