Attualità
Tumore al seno, al sud le donne guariscono meno
“A colpa è dei ritardi nella diagnosi in 3 anni, dal 2012 al 2014, la mortalità per cancro al seno nella provincia di Lecce registra un incremento del 33%. Si è passati da 135 a 179 decessi”
«Rispetto al nord, le donne leccesi (e quelle del sud) con cancro al seno guariscono di meno e, soprattutto, una volta operate, vivono di meno». Lo ha detto ieri l’oncologo Giuseppe Serravezza, in occasione della Campagna “Nastro Rosa 2017” per la prevenzione del tumore al seno, promossa dalla Lilt. «E’ un fatto grave che viene da lontano – ha aggiunto l’oncologo salentino – e che riguarda tutte le donne del sud».
Gli ultimi dati conosciuti, rilevati dall’istat e illustrati dalla Lilt in conferenza stampa, dicono che in 3 anni, dal 2012 al 2014, la mortalità per cancro al seno nella provincia di Lecce registra un incremento del 33%. Si è passati da 135 a 179 decessi. Con un tasso di 4,4 decessi ogni 10mila abitanti. Il più alto in tutto il meridione e fra i più alti in Italia. Andando al 1990, i decessi per cancro al seno a Lecce erano «solo» 115. Un aumento, nel 2014, del 56%. Perché avviene questo?
Si è scoperto alcuni anni fa in Sicilia. Dove uno studio, affidato a ricercatori inglesi, ha fatto emergere che «la ridotta sopravvivenza delle donne che si ammalavano – ha riferito il dr. Serravezza – non dipendeva dall’appropriatezza delle cure o dalla capacità e professionalità dell’oncologo – ma dalla organizzazione dei percorsi diagnostici. Per cui le donne siciliane arrivavano alla diagnosi con drammatico ritardo rispetto a quanto avviene nel nord d’Italia».
In altre parole «la causa più importante è la difficoltà di accedere ai percorsi di diagnosi – ha spiegato l’oncologo direttore scientifico della Lilt – Come dire – ha aggiunto – che mentre a Milano l’80% delle donne arrivano al tavolo operatorio con un nodulo di 1 – 1,5 cm, in Sicilia o a Lecce l’80% delle donne vi arriva spesso con un nodulo di 3-4-5 cm; dove la malattia ha già avuto il tempo di sviluppare metastasi».
Uno dei motivi di questa disparità, secondo Serravezza, sta nel fatto che «Oggi noi abbiamo ceti sociali che arrivano alla diagnosi con gravissimo ritardo perché non hanno facile accesso alle strutture pubbliche e non hanno le possibilità economiche per rivolgersi alle strutture private. Ma questo – ha rimarcato – avviene anche con l’Alpi, le strutture pubbliche a pagamento. Una conferma, come hanno rilevato studi francesi, che le diseguaglianze socio-economiche sono alla base delle diseguaglianze sanitarie».
Su questo aspetto Serravezza ha riferito di aver indirizzato alla regione Puglia una lettera dallo stesso definita «terribile. «Mentre una buona parte delle nostre donne non riesce ad accedere ai servizi – ha denunciato l’oncologo – un’altra parte, quella dei ceti sociali medio-alti, usa e abusa delle strutture pubbliche, che sono diventate come dei “pied à terre”. Fanno le Tac, le Risonanze e poi si fanno curare a Milano o nella clinica privata. Non si può continuare a negare la realtà e vivere di annunci». Per parlare di queste disparità l’oncologo salentino è stato convocato in Regione per il 6 novembre. Serravezza ha puntato poi il dito contro i politici, «i quali – ha detto – sono i responsabili della salute pubblica e non possono continuare a far finta di non sapere».
«E’ inaccettabile – ha aggiunto – si finanziano montagne di studi, di monitoraggi, di screening e di progetti, che restano solo sulla carta. Chiediamo che la politica si adegui alle conoscenze scientifiche – ha tuonato l’oncologo – A Taranto hanno dovuto chiudere le scuole perché l’aria era irrespirabile. E’ una mostruosità intollerabile».
La presidente della Lilt, Marianna Burlando, ha parlato di «dati allarmanti relativi a una fetta consistente di donne che hanno difficoltà di accesso ai servizi. In una provincia così estesa come quella di Lecce – ha detto – occorre garantire pari condizioni a tutte le donne, perchè in quei ritardi diagnostici c’è anche la difficoltà di raggiungere le sedi lontane».
Il vicesindaco di Lecce Alessandro Delli Noci ha dato il suo impegno nel sostenere le iniziative della Lilt in città. Ha parlato di uno sportello per l’informazione e centri d’ascolto.
Attualità
Khady Sene a Salve e Tricase
Il coraggio di non arrendersi: trasformare le sfide in opportunità: la prima donna immigrata in Italia a ricoprire il ruolo di direttrice di una Caritas diocesana domattina farà visita a ragazzi e ragazze dell’Istituto comprensivo di Salve Morciano Patù. Nel pomeriggio Semi di integrazione a Palazzo Galone a Tricase
È donna, italiana, di origini senegalesi, Khady Sene, la nuova direttrice della Caritas diocesana di Foggia-Bovino, nominata dall’arcivescovo Giorgio Ferretti.
Domattina, alle 9,30, sarà ospite presso l’Istituto comprensivo di Salve Morciano Patù (nell’aula magna della sede centrale di via Rosenberg), per incontrare gli studenti e testimoniare «il coraggio di non arrendersi, per trasformare le sfide in opportunità».
E lei di coraggio ne ha avuto tanto: arrivata in Italia a 20 anni ha dovuto fin da subito rimboccarsi le maniche, ricominciare a studiare, ripartendo dalle medie, fino a laurearsi in finanza e marketing.
Nel frattempo, per 10 anni, Khady si è impegnata come volontaria nelle mense e come operatrice sociale.
A soli 31 anni è oggi la prima donna immigrata in Italia a ricoprire il ruolo di direttrice dell’ente ecclesiastico.
Un esempio di donna che non si è arresa, che ha creduto in una missione: stare accanto agli ultimi.
E lo fa, Kadhy, in un luogo martoriato dal caporalato e dallo sfruttamento dei migranti nei campi.
«In un presente segnato da sofferenze e incertezze, è difficile immaginare un futuro luminoso. Tuttavia, anche in tempi come i nostri, essere contaminatori di pace diventa un dovere», ha dichiarato la nuova direttrice al magazine Vita.
«Mentre i “potenti” bombardano, c’è una collettività che lotta quotidianamente per dare voce a una comunità violata, che presta il proprio volto a una giusta causa, difendendo i diritti di tutti» ha ribadito Khady Sene, ricevendo il “Premio donna per la pace” dal Comune Monteleone di Puglia.
Il dirigente scolastico Istituto comprensivo di Salve Morciano Patù accoglie la nuova direttrice Caritas: «Siamo convinti che l’incontro con Kadhy Sene rappresenti un momento prezioso per offrire ai nostri studenti una prospettiva diretta sulle sfide del territorio e sull’importanza di essere un aiuto concreto nella comunità. L’obiettivo è quello di consolidare il messaggio di forza, resilienza e responsabilità sociale. Ascoltare la sua testimonianza significa educare al cuore della cittadinanza attiva: comprendere le realtà di fragilità e imparare che, a tutte le età, possiamo e dobbiamo fare la nostra parte per un mondo più giusto e inclusivo. L’appuntamento di domani», conclude Gianni Sergi, «si pone in stretta continuità con l’iniziativa tenutasi là scorsa settimana che ha celebrato figure femminili di forte impatto sociale e civile».
A TRICASE
Nelle Scuderie di Palazzo Gallone, dalle 15 alle 19, 𝐮𝐧 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐨 𝐭𝐫𝐚 𝐢𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢, 𝐩𝐫𝐨𝐟𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐞 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐝𝐞𝐢 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐢𝐳𝐢 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐢, 𝐞𝐝𝐮𝐜𝐚𝐭𝐢𝐯𝐢 𝐞 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚𝐥𝐢, 𝐜𝐨𝐧 𝐥’𝐨𝐛𝐢𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐭𝐚𝐫𝐞: il funzionamento e l’evoluzione del servizio di supporto alle persone migranti; le metodologie adottate nei percorsi educativi e di mediazione; le collaborazioni attive con scuole, enti locali e realtà associative; testimonianze e buone pratiche maturate nel territorio dell’Ambito.
“Semi di Integrazione” è un’iniziativa promossa dall’Ambito Territoriale Sociale di Gagliano del Capo, nell’ambito dei servizi dedicati al supporto, all’accompagnamento e all’integrazione delle persone con background migratorio.
L’evento, patrocinato dalla Città di Tricase, è realizzato con il contributo degli enti attuatori del servizio, la Cooperativa Sociale Ipad Mediterranean e l’Associazione Form.Ami, impegnati quotidianamente nel lavoro di mediazione, orientamento e costruzione di percorsi inclusivi sul territorio.
L’iniziativa prevede inoltre la possibilità di visitare la mostra fotografica “Nessuno è straniero – Storie di migrazioni” e si concluderà con un momento di convivialità multiculturale.
L’evento rappresenta un’occasione per conoscere più da vicino i servizi messi in campo dall’Ambito e il lavoro svolto dagli enti attuatori, evidenziando il ruolo della cura, della professionalità e della rete territoriale nel promuovere integrazione e inclusione sociale.
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Attualità
Gagliano del Capo: piante d’ulivo gratis
Distribuzione gratuita di piante resistenti alla Xylella Fastidiosa per il recupero del paesaggio agrario olivicolo. Chi sono i destinatari e cosa fare per usufruirne
«Salviamo il nostro paesaggio olivicolo. Reimpianta o crea nuovi oliveti con piante resistenti»: il Comune di Gagliano del Capo promuove un progetto per il recupero e la valorizzazione del paesaggio olivicolo. Distribuirà gratuitamente piante d’ulivo resistenti alla Xylella Fastidiosa.
Ne beneficeranno i proprietari di terreni agricoli nel territorio comunale.
Per reimpianti: terreni con piante compromesse dalla Xylella.
Per nuovi impianti: terreni agricoli non vincolati dal PPTR Puglia.
È prevista la distribuzione da 20 a 50 piante gratuite per ogni richiedente che riceverà: piante certificate esenti da Xylella fastidiosa; Cultivar resistenti (Leccino o Favolosa); piante di 18-24 mesi, pronte per l’impianto; targa identificativa comunale da affiggere sul fondo.
Per partecipare bisognerà compilare il modulo di domanda, allegare documenti richiesti (identità, visura catastale, foto/PPTR) e presenta la domanda entro il 30 dicembre alle 12.
La domanda potrà essere presentata: a mano presso Ufficio Protocollo Comunale (in piazzetta del Gesù) il lunedi, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12 (solo il martedì dalle 16,30 alle 18,30); via PEC, indirizzando all mail a protocollo.gaglianodelcapo@pec.rupar.puglia.it; per posta, indirizzando la missiva a Comune di Gagliano del Capo, Piazzetta del Gesù 73034 Gagliano del Capo (LE).
La consegna delle piante sarà effettuata dal 20 febbraio al 15 marzo 2026; obbligatorio affiggere sul fondo la targa comunale (sanzione € 50,00 se non affissa); messa a dimora entro 2 mesi dalla consegna (controlli comunali dopo 60 giorni dalla consegna)
Informazioni e modulistica su www.comune.gaglianodelcapo.le.it (Sezione: Amministrazione Trasparente); telefono 0833798311; mail ambiente@comune.gaglianodelcapo.le.it
L’iniziativa, promossa dal consigliere con delega all’agricoltura Mario Profico, è finanziata dal Comune di Gagliano del Capo con una dotazione finanziaria di 8mila euro.
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Attualità
Tricase e Lecce fra i migliori ospedali, secondo l’Agenas
Per il meridione è sconfortante notare come ci sia un “deserto” di nosocomi che raggiungono valutazioni basse o molto basse. Fra le altre, però, vogliamo evidenziare le due strutture in provincia uscite a pieni voti…
Su 1117 ospedali pubblici e privati, valutati su 6 aeree cliniche, 15 hanno raggiunto dei risultati e livello “alto” e “molto alto” ed è migliorata, secondo l’Agenas (agenzia nazionale servizi sanitari), l’assistenza negli ospedali italiani nel 2024.
Migliorano certo, ma evidenziano anche una forte discrepanza fra Nord e Sud.
Dal 2012, AGENAS sviluppa il Pne, finalizzato alla valutazione degli esiti delle prestazioni assistenziali e delle procedure medico-chirurgiche nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale.
Tale osservatorio, il Pne, regolamenta gli standard relativi all’assistenza ospedaliera e, per tale valutazione, quest’anno ha utilizzato 218 indicatori: 189 per l’assistenza ospedaliera (67 di esito/processo, 101 di volume e 21 di ospedalizzazione); 29 per l’assistenza territoriale, valutata in termini di evitata ospedalizzazione, esiti a lungo termine e accessi impropri al Pronto Soccorso.
Sono stati analizzati separatamente otto ambiti clinici: cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologico, gravidanza e parto e classificati gli standard di qualità in alto/molto alto, medio, basso/molto basso.
Per il meridione è sconfortante notare come ci sia un “deserto” di nosocomi che raggiungono valutazioni basse o molto basse.
Fra le altre, però, vogliamo evidenziare le due strutture in provincia uscite a pieni voti.
La prima, fra le strutture citate in ambito cardiocircolatorio, per gli interventi su valvole cardiache, spicca come un livello molto alto, la Casa di Cura Città di Lecce.
La seconda, con un’altra importante valutazione fra gli ospedali salentini, come migliore ospedale per i tumori rientra, con un livello molto alto, l’Ospedale Cardinale Panico di Tricase.
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