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Attualità

Centro vaccinale di Gagliano: “Houston abbiamo un problema!”

Altro che “la Puglia ti Vaccina”! Clima da saloon, trambusto “da chiazza”, sgarbo diffuso, Sembrava di essere alla corte del Re Sole, o se preferite nel film il Marchese del Grillo, nella celebre frase: “Ahò, io so io, e voi non siete un c…”.

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di Luigi Zito


La Puglia ti vaccina, è il claim scelto dalla nostra Regione. Male, rispondo io.


Sono passati mesi dall’inizio della campagna vaccinale e, nonostante tutto, a qualcuno sembra non sia bastato per accumulare esperienza e comportarsi da servizio pubblico.


Anzi, sembra sia stato solo tempo perduto.


Da giorni si susseguono in Redazione appelli (scritti e non) a vigilare su quanto accade presso il centro vaccinale di Gagliano del Capo.


L’ultimo testo pervenuto racconta di «una situazione da caos, che da quando sono arrivate le dosi di Pfizer, medici e infermieri accolgono persone senza prenotazione per farsi vaccinare e, visto l’andazzo, ci sono corridoi pieni di persone non distanziate nonostante chi si reca con regolare prenotazione, attende ore prima del vaccino».


Questa è la cronaca, quelle che sono alcune voci che quotidianamente arrivano al giornale.


Ora prendetevi 6 minuti, vi voglio portare con me, e farvi vivere la mia esperienza vissuta ieri, 10 maggio, ore 18,20.


Essendo fragile ed avendo, ahimè, superato i 60, mi sarei dovuto vaccinare più di un mese fa, perché, come dice lo slogan: “La Puglia ti vaccina”.


Ebbene, oltre un mese fa mi son recato dal mio medico curante per informarmi su come poter aiutare la Puglia.


Laconica risposta: «Mi dispiace, lo so che sei nella categoria fragili, ma al di là dello slogan, a noi medici di base non arrivano vaccini».


E quindi? Che faccio? Mi prenoto online sul sito la Puglia ti vaccina?  «Vedi un po’ tu, cosa è meglio…».


Armato di santa pazienza, mi collego, cerco di prenotarmi ma scopro, mio malgrado, che la categoria fragili, online non c’è!


Decido così di effettuare comunque la prenotazione, compilando il form con tutti i dati della tessera sanitaria, omettendo la fragilità, e, “la Puglia ti vaccina” mi prenota circa un mese dopo, per il 10 maggio 2021, ore 18,20.


Alle 18,15 della data concordata, giungo al centro vaccinale di Gagliano del Capo, una via crucis di transenne mi fa approssimare al primo check point, dove chiedo ad alcuni ragazzi della Protezione Civile lumi su come devo cataminarmi, citando Montalbano.


Un piglio svogliato, o se volete la prima nota di indolenza, mi pervade la faccia; chiedo con fare garbato, dopo aver esposto la prenotazione: cosa devo fare, come mi devo comportare?


Con alito di scocciatura mi indicano il percorso, con fare incredulo prima di dirigermi verso la Puglia ti vaccina, chiedo: a quale nucleo di Protezione civile appartenete? Corsano, mi rispondono.

Seguo la via crucis e, come me tanti altri cittadini in attesa: chi seduto, chi no; c’è chi, come me, si reca fiducioso, seguendo un percorso tracciato, verso le scale.


Primo piano, secondo check point: un Oss, asettico come i saponi che usiamo ripetutamente, ci spiega qualcosa, dandoci degli ordini blandi e ci affida ad un terzo figuro della Protezione civile che, con la stessa clonata lena che avevamo saggiato pochi attimi prima, ci impartisce degli altri ordini, facendoci accomodare in una sala d’attesa.


Nel frattempo, catapultato nel trambusto da chiazza, incredulo, cerco di fotografare la scena, di realizzare se fosse vero quello che vedevo e ascoltavo o se invece degli attori stessero girando scene da film: infermieri impazziti che berciavano: «Tu vieni, siediti qui. Che devi fare? No, li non puoi stare! Chi deve fare il vaccino per la prima volta?».


Nel frattempo, man mano che ci avvicinavamo al luogo preposto alla inoculazione, arrivati davanti alla porta, sempre aperta, medici, infermieri, addetti a non so cosa, si affaccendavano avanti ed indietro, come se l’Apollo 11 stesse per partire a momenti e loro fossero parte della fatidica Nasa: Houston abbiamo un problema!


Chi entrava, chi usciva, chi indicava, chi accompagnava, chi, riconosciuto l’amico, il parente, il conoscente, ritrovava la serenità perduta, giusto il tempo per assecondare l’astante nell’attesa e, magari, farlo passare avanti.


Nel mentre, nella stanza adiacente a quella della vaccinazione (due metri), un medico stanco, frustrato, avulso dal contesto, come se l’avessero caricato di tutti i guai del mondo (compreso quello di essere un medico al servizio della Asl, un bene pubblico), dopo avermi fatto accomodare, salace, sardonico, ma felice come i bambini che stanno per azzannare un gelato, mi riprende: «Lei mi dice che è fragile, che è stato qui già tre volte… cosa me lo comprova se non mi portate le carte?».


«Credevo fossimo nell’era digitale», abbozzo io, gentilmente, «che una volta digitato i dati nel form della prenotazione, compresi quella della tessera sanitaria, aveste tutti i miei guai! Ma se non è così chiamo subito i miei medici e…».


Il mio medico risponde, certifica allo zelante collega quello che gli avevo appena raccontato ed egli, quasi dispiaciuto, mi abbozza: «Aspetti qui!». Come i cagnolini, di fianco a lui.


Nel mentre fa accomodare un’altra signora fragile, avanti con gli anni, accompagnata dalla figlia e dal marito. Anche lei, come me, aveva avuto l’ardire di non portare le carte. Apriti cielo! «Ma lei se si presenta ad una commissione per la pensione, va così, senza carte?!».


Stranito, attonito, stupito, perplesso e scandalizzato, non trovo le parole per intervenire, ma colgo lo sguardo affranto della povera donna che già mi aveva confidato, durante l’attesa, della fifa e del coraggio che a piene mani aveva attinto dalla figlia e dal marito per venire a fare il vaccino e, dallo sguardo, leggo: «Furmine a mie te quannu su vanuta. Messi stata a casa meju!».


Mi giro verso il corridoio, altro parapiglia. Un altro fragile prenotato, che aveva ricevuto delle informazioni lunari, lamentava di aver atteso al piano terra dalle 16 e, dopo 3 ore, poiché le dosi di Pfizer contenute in una fiala non bastavano, sempre gli stessi medici (bontà loro), gli avevano fatto sapere, fra abboccamenti, decisioni urlate senza contegno, aria da saloon, di non volerne aprire altre e che, quindi, se ne sarebbe potuto andare.


Sembrava di essere alla corte del Re Sole, o se preferite nel film il Marchese del Grillo, nella celebre frase: «Ahò, io so io, e voi non siete un c…».


Spero di aver riportato fedelmente la mia esperienza, senza mancare di rispetto a nessuno, ma mi chiedo e lo chiedo alle autorità competenti: «È questo il servizio pubblico? Stiamo chiedendo qualcosa che non ci spetta? Siamo noi pazienti (!) fuori luogo o c’è qualcuno che dovrebbe vigilare, farsi un esame di coscienza e, forse, chiedere scusa?».


Chi, come me, ha i mezzi per difendersi può anche cavarsela, ma pensate a quanti vostri padri, madri, fratelli, sorelle, per pudore, dignità, vergogna, garbo, sottomissione, ingurgitano la fiala di veleno senza fiatare! E sono la maggioranza! Non meritano, cari sanitari, il vostro rispetto, la vostra stima?


D’altronde se voi siete servizio, il pubblico siamo noi; e senza spirito di favore non c’è nessuna simbiosi.


Le date per le vaccinazioni continueranno a lungo, armiamoci di Santa Pazienza (tutti), ritroviamo il senso civico perduto ed andiamo avanti.


Attualità

Parlami di Gaza, Melpignano ha scelto di esserci

Domani, mercoledì 30 luglio, dalle 21, al palazzo Marchesale di Melpignano, serata intensa e necessaria con unas mostra itinerante che dà voce al popolo palestinese, tra diaspora e resistenza e racconta la Palestina di ieri, oggi e domani

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Approda nel Salento un evento che unisce arte, memoria e impegno civile.

Domani, mercoledì 30 luglio, dalle 21, al palazzo Marchesale di Melpignano, una serata intensa e necessaria: “Parlami di Gaza”, mostra itinerante che dà voce al popolo palestinese, tra diaspora e resistenza e racconta la Palestina di ieri, oggi e domani.

Un momento di testimonianza viva, per guardare oltre il silenzio e ascoltare la Palestina attraverso i racconti di chi ne porta ancora le ferite sulla pelle.

Le fotografie di Ahmad Jarboa, infermiere e fotografo sfollato dopo aver perso casa nei bombardamenti israeliani, offriranno uno sguardo potente sulla bellezza martoriata di Gaza.

La sua assenza fisica sarà colmata dalla forza delle immagini: scatti intimi, profondi, che attraversano dolore e speranza.

Darà voce all’anima spezzata di una terra Mervat Alramli, sceneggiatrice e scenografa nata nell’ospedale Al Shifa, oggi raso al suolo: interpreterà quattro testi scritti di suo pugno, tra cui “Tracce ed Aria”, dedicato alla memoria di un’infanzia rubata.

Le sue parole, cariche di nostalgia e dignità, saranno accompagnate dalla musica struggente di Mohammed Abusenjer, giovane musicista palestinese sopravvissuto all’ultimo genocidio e recentemente arrivato in Italia.

Con il suo oud, tra brani tradizionali e improvvisazioni, guiderà il pubblico in un viaggio sonoro attraverso la resistenza e la resilienza.

«Come giovani palestinesi di Gaza, in diaspora e non abbiamo deciso di continuare a farci portavoce di una ferita aperta da più di 77 anni. Attraverso l’arte e la musica, contribuiremo a smascherare il progetto di pulizia etnica in atto da parte dell’occupazione sionista. È ora di decolonizzare il pensiero occidentale, ricostruire Gaza e sostenere la sua popolazione», sostengono i tre artisti.

L’iniziativa, promossa da attivisti palestinesi in collaborazione con realtà italiane solidali, è anche occasione concreta per sostenere Gaza.

Durante l’evento sarà possibile acquistare le cartoline tratte dalle fotografie di Jarboa.

Melpignano sceglie così di esserci: dando spazio all’arte, alla verità, alla memoria.

«Perché», come sottolinea la sindaca di Melpignano Valentina Avantaggiato, «il genocidio non si combatte con l’indifferenza, ma con la scelta di ascoltare, raccontare e restare umani».

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Attualità

Prosegue il tour del Camper del lavoro

26° Report Arpal Puglia: 805 posti disponibili nel leccese. il camper del lavoro, sportello mobile dei centri per l’impiego, continua il suo viaggio tra i centri del Salento

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LO SPORTELLO MOBILE DEI CENTRI PER L’IMPIEGO

Il Camper del Lavoro di ARPAL Puglia sarà di nuovo presente nei centri del sud e nord della provincia, con un’altra tappa prevista dal 28 luglio al 31 luglio a Gagliano del Capo, Presicce-Acquarica, Castrignano del Capo, Sternatia, Morciano di Leuca, Zollino e Nardò.

L’obiettivo è portare i servizi dei Centri per l’Impiego direttamente nei territori, avvicinando le politiche attive del lavoro anche alle comunità più periferiche.

L’iniziativa realizzata in collaborazione con Cefas, Consorzio Mestieri Puglia e Sale della Terra, prevede un supporto concreto e personalizzato per cittadini e imprese: orientamento professionale, aiuto nella stesura e aggiornamento del CV, consulenza su offerte di lavoro e percorsi formativi, accesso ai servizi digitali e informazioni utili anche per chi assume. Il progetto si inserisce anche nel quadro delle azioni contro il caporalato, promuovendo legalità e inclusione.

I DATI DEL 26° REPORT

Il 26° Report settimanale di ARPAL Puglia offre uno sguardo approfondito sul dinamico mercato del lavoro nell’Ambito di Lecce, presentando un totale di 805 posizioni aperte distribuite in 240 annunci.

Questa settimana, il settore turistico si conferma un volano fondamentale per l’economia locale, guidando la classifica con 155 opportunità lavorative.

Subito dopo, il settore delle costruzioni mantiene una solida crescita con 132 posti disponibili, mentre il comparto sanitario e servizi alla persona mostra buone prospettive con 113 posizioni. Scendendo nella classifica, il settore agroalimentare offre 86 opportunità, seguito dall’industria e metalmeccanica con 67 inserimenti e dal commerciale con 62 posizioni aperte.

Il settore delle telecomunicazioni presenta 55 opportunità, precedendo il tessile, abbigliamento e calzature (TAC) con 37 posti. Nella parte bassa della classifica troviamo il settore dei trasporti con 32 offerte, seguito dai servizi di pulizia con 28. Infine, con un numero più contenuto di opportunità, il comparto amministrativo-informatico registra undici posizioni, mentre il settore della bellezza e benessere chiude con nove posti disponibili.

A completare il panorama occupazionale vi sono dieci posizioni riservate agli iscritti alle categorie protette secondo la legge 68/99 e una destinata a persone con disabilità.

Il report segnala inoltre dieci tirocini formativi attivi e una serie di proposte di lavoro e formazione all’estero, promosse attraverso la rete EURES che sostiene la mobilità professionale a livello europeo.

Si ricorda che le offerte, parimenti rivolte ad entrambi i sessi, sono pubblicate quotidianamente sul portale lavoroperte.regione.puglia.it, dal quale ci si può candidare direttamente tramite Spid.

Si consiglia di consultare costantemente la pagina Facebook “Centri Impiego Lecce e Provincia”, il portale Sintesi Lecce e i profili Google di ogni centro per l’impiego. Gli uffici sono aperti al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 11.30, il martedì anche nel pomeriggio dalle 15 alle 16.30 e il giovedì pomeriggio su appuntamento.

CLICCA QUI PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE DEL 26° REPORT DI ARPAL – BACINO DI LECCE

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Attualità

Maglie, il ritorno del sindaco Toma

«Una “chiacchierata” con i miei concittadini per ringraziarli della vicinanza e per illustrare i progetti che stanno cambiando il volto della città»

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Prima apparizione in pubblico per il sindaco di Maglie Ernesto Toma dopo le note disavventure giudiziarie.

Quando, qualche giorno fa, il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia di Maglie, Luca Sariconi, mi propose una “chiacchierata” in piazza con i nostri concittadini, per fare il punto su quanto è stato fatto dall’amministrazione per la città, ho colto subito la proposta con entusiasmo», spiega il primo cittadino, «non solo per illustrare il tanto lavoro fatto da tutta la squadra Comune, ma soprattutto perché sentivo il bisogno di dire ai miei concittadini “grazie”. Un sentimento di riconoscenza per essermi stato accanto in uno dei momenti più difficili della mia vita, prima ancora che come sindaco, come uomo».

L’ampia partecipazione e l’interesse mostrato», aggiunge, «mi hanno dato nuova energia per continuare, nei mesi che restano prima delle prossime elezioni comunali, nel solco del lavoro tracciato. Anche perché ci eravamo riproposti di utilizzare fino all’ultimo centesimo i finanziamenti ricevuti, non farlo sarebbe un vero danno, non solo finanziario, per la nostra comunità».

Toma poi scende nei dettagli: «Abbiamo avuto a disposizione circa 30 milioni di euro di finanziamenti, dei quali nove dal PNRR che sono stati ricevuti, appaltati e i lavori in fasi di ultimazione per rispettare la scadenza di giugno 2026. Per questo ho preso un impegno con i magliesi: illustreremo nei dettagli tutti i progetti per condividerli e per renderli partecipi del cambiamento della nostra città. In meglio!».

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