Cronaca
Racale: denunciati due piromani
Controlli rafforzati con telecamere e droni. Le riprese video incastrano due incendiari mentre bruciano rifiuti vegetali e provocano rogo di 2,5 ettari. Denunciati dai carabinieri forestali

L’azione di contrasto dei Carabinieri Forestali ai reati di incendio boschivo viene perfezionata ad ogni stagione. Per quest’estate, oltre all’intensificato impiego di telecamere posizionate in punti strategici, è entrato in campo anche un sofisticato drone di ultima generazione, in grado di effettuare riprese video ad alta definizione anche in quota.
Le telecamere, questa volta, hanno permesso ai Militari del Nucleo Forestale di Gallipoli di identificare gli autori di un’azione di abbruciamento di rifiuti in campagna, che ha poi originato, a causa del vento sostenuto, un incendio che si è propagato nei terreni confinanti, interessando, alla fine, circa due ettari e mezzo di pascoli, incolti ed uliveti degradati, lambendo anche la macchia mediterranea.
L’episodio descritto si è verificato in agro di Racale (dove l’anno scorso i Forestali avevano arrestato un altro incendiario, individuato con elicottero e telecamere), precisamente in località Castelforte.
Le immagini esaminate dai Carabinieri Forestali hanno evidenziato che i due uomini scaricavano da un camion su un terreno agricoli rifiuti costituiti per lo più da scarti di vegetazione da ripuliture e potature, dopodiché vi davano fuoco, senza curarsi delle conseguenze delle loro azioni.
I due, entrambi lavoratori dipendenti, sono quindi stati denucniati alla Procura della Repubblica di Lecce; sono stati loro ascritti i reati, in concorso, di incendio di vegetazione (art. 423 del Codice penale) e di combustione illecita di rifiuti (art. 256-bis del Decreto legislativo 152 del 2006, cosiddetto Testo Unico Ambientale).
Quest’ ultimo episodio ha confermato l’efficacia della strategia dei Carabinieri Forestali nel concentrare l’impegno nella vigilanza in aree statisticamente a maggior rischio, con un crescente uso di supporti tecnologici, ormai imprescindibili nel supporto ai militari in un territorio vasto e complesso, con un fitto reticolo di strade e vegetazione diffusa con numerosi centri abitati, come è quello del Salento.
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Cronaca
Operaio muore schiacciato da camion mentre sostituisce pneumatico
La tragedia lungo la Miggiano-Taurisano attorno alle 13: perde la vita un uomo di 65 anni, dipendente di una ditta specializzata nell’assistenza a veicoli industriali

Un tragico incidente sul lavoro è avvenuto nella tarda mattinata di oggi lungo la provinciale 374, che collega Taurisano a Miggiano. A perdere la vita è stato Sergio Casarano, 65 anni, originario di Racale, dipendente di una ditta specializzata nell’assistenza a veicoli industriali.
Secondo le prime ricostruzioni, l’operaio era intervenuto attorno alle 13 per aiutare un camionista fermo a bordo strada a causa di uno pneumatico da sostituire. Durante l’operazione, il sollevatore impiegato per mantenere il mezzo sospeso avrebbe ceduto all’improvviso, intrappolando l’uomo sotto il peso del camion.
Trasportato in codice rosso all’ospedale “Cardinale Panico” di Tricase, Casarano è deceduto poco dopo l’arrivo: troppo gravi le lesioni e il trauma da schiacciamento riportati
Cronaca
Colpito da un fulmine, 42enne muore sulla SS275

Il violento maltempo che si è abbattuto nel primo pomeriggio sul Basso Salento ha lasciato il segno. Non solo danni, anche una vittima registrata.
Un uomo di 42 anni, originario di Roma, Marco Zampilli il suo nome, è morto mentre era alla guida della sua moto BMW.
Stava percorrendo la strada statale 275 nel territorio di Nociglia quando è stato colpito da un fulmine.
Sul posto sono accorsi i soccorritori in ambulanza e auto medica ma non hanno potuto che constatare il decesso.
Il temporale ha provocato anche degli allagamenti in diversi Comuni. Oltre a tenere alcune zone in blackout per lungo tempo. A Ruffano la luce è mancata per quasi due ore.
Cronaca
Trasportava organi pronti per il trapianto: multato dall’autovelox
Multato sulla statale dall’autovelox e l’ASL chiede di pagare la multa per non aver comunicato i dati del conducente…

Corsa contro il tempo con l’auto dell’ASL per trasportare organi appena espiantati dal Vito Fazzi di Lecce al Policlinico di Bari?
Viene multato sulla statale dall’autovelox di Trepuzzi e l’Asl chiede di pagare la multa per non aver comunicato i dati del conducente. Lo “Sportello dei Diritti”: “salvare vite umane non è più un’esimente? Sì cancellino le multe”
Se è la legge a stabilire che lo “stato di necessità” è un’esimente che scrimina il trasgressore da eventuali violazioni del codice della strada forse non lo è più per l’Asl Lecce?
C’è da chiederselo perché se non rientra nel concetto di “stato di necessità” il salvare vite umane destinatarie di organi per la speranza di un trapianto, allora siamo veramente al paradosso così da interpretare le norme solo in senso afflittivo e non in quello per cui sono state create.
È ciò che è accaduto all’autista di un’autovettura dell’Asl di Lecce che a causa di una corsa contro il tempo con l’auto aziendale, con a bordo personale medico per trasportare organi appena espiantati dal Vito Fazzi di Lecce sino al Policlinico di Bari, dove ad attendere c’era un paziente pronto per il trapianto, ha appreso negli scorsi giorni non solo di essere stato multato sulla statale Lecce – Brindisi dal famigerato autovelox di Trepuzzi, ma anche che l’Asl chiede di pagare la multa per non aver comunicato i dati del conducente.
Un fatto a dir poco singolare che merita una più attenta valutazione da parte dell’Asl affinché chieda un intervento da parte del Comando di Polizia di Trepuzzi per annullare i verbali in questione.
Dovrebbe essere noto anche ai profani che l’articolo 4 della L. 689/81 ha stabilito testualmente la non punibilità per colui che ha commesso il fatto nell’adempimento di un dovere o nell’esercizio di una facoltà legittima ovvero in stato di necessità o di legittima difesa.
Il concetto di stato di necessità è contenuto nell’articolo 54 del codice penale che testualmente stabilisce che: “Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo.”
Ora, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, se il trasporto di organi destinati a salvare vite umane non costituisce “stato di necessità” ce lo dovranno dire l’Asl e il comando di Polizia Locale di Trepuzzi cui ci rivolgiamo per un’opera di sensibilizzazione affinché non ricada più su nessuno dei dipendenti impegnati nel proprio lavoro, per l’appunto di “salva vita”, anche i costi del proprio personale sacrificio per un’attività che è indispensabile per la collettività quale quella del trasporto di organi.
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