News & Salento
Universitari fuori sede e… in nero
Gli universitari fuori sede a Lecce sono più di 7mila e per chi possiede dei locali, spesso sono affari d’oro e… in nero! Il Sunia (dopo un’indagine svolta con l’Unione degli Universitari
Gli universitari fuori sede a Lecce sono più di 7mila e per chi possiede dei locali, spesso sono affari d’oro e… in nero! Il Sunia (dopo un’indagine svolta con l’Unione degli Universitari e alla Società cooperativa “Lecce città universitaria”) ha denunciato: “Su 10 contratti d’affitto stipulati, solo due risultano regolarmente registrati”. Il responsabile del settore privato Sunia Lecce, Mario Vantaggiato, ha anche rivolto un appello agli studenti: “Prima di sottoscrivere un contratto per l’anno accademico che sta per iniziare, è meglio pensarci prima, consultando il Sunia per evitare clausole vessatorie, o qualche fregatura in più”. La vicenda assume contorni sempre più preoccupanti anche per le cifre che girano. Mediamente per posto letto, in una stanza tripla, si pagano 150 euro (da un minimo di 100 ad un massimo di 200). In una stanza doppia, invece, il costo medio di un posto letto è di 180 euro (da 130 a 250). Ma se si vuole una stanza singola, la spesa media si attesta sui 250 euro (visto che non si trova a meno di 150 euro e si arrivano a pagare anche 350 euro). E quasi sempre si tratta di locali poco arredati, a volte con impianti elettrici non a norma, senza parlare poi dell’efficienza del riscaldamento (quando c’è!). Vantaggiato sottolinea anche che “le forze dell’ordine stanno intensificando i controlli per combattere il fenomeno degli affitti in nero e la conseguente evasione fiscale”, e ricorda che “da tempo il Sunia, attraverso una continua campagna di comunicazione, invita proprietari e inquilini a regolarizzare la loro posizione evidenziando come la normativa di legge vigente preveda sgravi fiscali per coloro che regolarizzano i contratti ad uso abitativo soprattutto a seguito dell’introduzione della “cedolare secca” prevista dal Federalismo fiscale in vigore dal 7 aprile 2011. E vale la pena ricordare”, conclude, “che le sanzioni previste per evasione fiscale sono economicamente pesantissime”.
Le testimonianze degli studenti
Ricomincia la corsa contro il tempo degli studenti fuori sede per accaparrarsi un posto letto negli appartamenti delle zone universitarie. Ed anche quest’anno ci si ritrova a combattere contro un fenomeno ben radicato attorno al grosso giro d’affari che si nasconde dietro alla necessità di un alloggio nei pressi delle facoltà: gli affitti in nero. Fortunatamente il capoluogo salentino si trova sui gradini più bassi della scala nazionale dei prezzi degli affitti; meno decorosa è, invece, la situazione fiscale che, su un campione di dieci studenti, vede solo due di questi in possesso di un regolare contratto registrato. Della restante parte, due sono costretti ad accettare di dichiarare il 30% del proprio affitto mensile e per gli altri sei il contratto rimane semplicemente un foglio di carta controfirmato dal proprio locatore. Gianni, da Ceglie Messapica (Br), afferma che “in 7 anni di vita universitaria leccese, nessuno dei tre diversi proprietari di casa ha mai denunciato all’Ufficio delle Entrate i propri introiti”. Sandro, barese di Noci, giura di “aver sollecitato più volte la locatrice a regolarizzare il proprio contratto d’affitto, ma questa si è sempre limitata a dichiarare solo 300 dei 900 euro che puntualmente gli versavano i 5 inquilini presenti nel proprio appartamento”. Maria, da Catanzaro, spiega che “fortunatamente non mi sono vista costretta a scendere a patti con la proprietaria di casa che, registrando il contratto d’affitto regolarmente, mi ha permesso di ottenere le agevolazioni regionali previste per gli studenti in corso”. Sembra che ad accomunare tutti i furbacchioni che incassano profumati affitti sottobanco sia la scusa che “purtroppo è tutta colpa della crisi”. Pertanto dovranno ricredersi coloro i quali sono convinti che sia l’evasione fiscale a contribuire a gettare l’Italia verso lo scompenso economico. È tutto l’opposto: è proprio la crisi che obbliga i “poveri” proprietari di casa ad arricchirsi dietro il sempre più nero retroscena degli affitti universitari…
Maristella Masi
Conviene regolarizzare l’affitto
Non registrare un contratto di affitto nega all’inquilino la possibilità di imporre al padrone di casa la messa a norma degli impianti; per chi richiede un contratto regolare è possibile detrarre l’affitto sulla denuncia dei redditi, mentre i proprietari possono avere uno sconto del 30% sul canone da dichiarare in sede Irpef. Conviene a entrambe le parti in causa e tutela legalmente l’affittuario e il proprietario. La registrazione rappresenta, infatti, una forma di garanzia rispetto ad eventuali inadempienze dell’inquilino come ad esempio il mancato pagamento di un canone e i danni arrecati all’appartamento. Vediamo nel dettaglio quali sono le opportunità negate da una locazione “in nero”. 1 – Il proprietario non può usufruire della detrazione Irpef del 30% se affitta col contratto concordato per studenti universitari fuori sede e l’eventuale detrazione Ici. 2 – Inquilino e proprietario non possono usufruire della detrazione del 30% dell’imposta annua di registro se affittano col contratto per studenti universitari fuori sede. 3 – I genitori non possono usufruire della detrazione dalle imposte del 19% del canone pagato per l’affitto del figlio studente che risulta a carico. 4 – Gli studenti under 30 che hanno anche un reddito di lavoratore non possono usufruire della detrazione di euro 991,59 per qualsiasi tipologia di contratto, o in alternativa della detrazione fino a euro 485,80 per studenti universitari fuori sede che al contempo lavorino per contratti concordati 5 – Gli studenti non possono usufruire di tutti gli eventuali contributi all’affitto erogati dalle varie aziende regionali per il diritto allo studio (che pretendono contratti registrati) e del contributo alloggiativo previsto dalla legge 431 art. 1.
Attualità
C’era una volta un albero, un Principe e la Politica a Specchia
Soldi spesi male? Perché, così come proposto dal nostro gruppo, nell’ottobre 2022, non siamo stati interpellati prima di prendere una decisione definitiva? Qual è il valore che i nostri amministratori danno ai soldi di tutti i cittadini, visto che come spesso accade, si spende e si spande, impegnando le somme del bilancio comunale, con una facilità inaudita?
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
La vicenda dell’albero di Bagolaro di via Principe Orsini, muove i suoi primi passi nell’ottobre 2022.
Risale, infatti, al 25.10.2022 la Determina con la quale si dava incarico al dottor Cannoletta, agronomo forestale di lunga e comprovata esperienza, di redigere una relazione tecnica finalizzata alla valutazione della stabilità della pianta di Bagolaro e alle eventuali modalità esecutive dell’intervento di conservazione della stessa mediante la sua messa in sicurezza ed il consolidamento del muro di contenimento adiacente.
Nella determina si metteva in risalto l’importanza di evitare l’abbattimento, trattandosi di un esemplare di considerevole pregio storico e naturalistico.
Appreso di questo problema, i nostri consiglieri, con una nota presentata all’ufficio tecnico e all’assessore ai Lavori Pubblici, chiesero di assistere al sopralluogo e, soprattutto, una volta ottenuta la relazione, redatta dall’agronomo, si resero disponibili ad individuare insieme ai tecnici ed alla maggioranza una soluzione ottimale, capace di salvaguardare l’albero e l’ambiente circostante.
Lo stesso Sindaco, Anna Laura Remigi, in un suo post di novembre 2022 scriveva: “L’albero non si può neppure eradicare perché porterebbe con sé metà strada. Abbiamo trovato somme in bilancio che ci consentiranno di salvare l’albero e mettere in sicurezza l’intera zona”.
Ed in effetti, le conclusioni con le quali Cannoletta chiude la sua analisi propendono per una soluzione di tale natura.
Infatti, scrive: “Sulla base di esperienze fatte in altre situazioni analoghe, si ritiene di poter affermare, con ragionevole certezza, che non è possibile effettuare un mero intervento localizzato, salvaguardando nel contempo l’albero. A questo punto si tratta di fare una scelta tra il tagliare l’albero o intervenire con un intervento importante di consolidamento”.
La prima ipotesi non è, a parere del sottoscritto, assolutamente praticabile. Estirpare senza danni collaterali di una certa rilevanza, una pianta di Bagolaro di quelle dimensioni e in quella posizione, non è assolutamente una strada percorribile! L’intervento innescherebbe una serie di frane con esiti disastrosi.
A distanza di più di un anno, da questa dettagliata relazione, cosa scopriamo?
La decisione finale è quella di abbattere l’albero! Ricapitolando, da ottobre 2022 ad oggi, cosa è accaduto:
– Ottobre 2022 viene dato incarico al dott. Cannoletta per redigere una relazione tecnica finalizzata alla valutazione della stabilità della pianta di Bagolaro. Costo € 2.000,oo
– Dicembre 2022, viene dato incarico per la caratterizzazione geognostica del terreno con redazione di relazione geologica. Costo € 3.425,76,oo
– La strada viene chiusa tramite ordinanza perché ritenuta pericolosa.
– Settembre 2023 viene dato incarico per la messa in sicurezza del muro di contenimento della massicciata stradale a ridosso del bagolaro. Costo € 2.000,oo
– Marzo 2024, viene indetta gara per “lavori di manutenzione straordinaria per la messa in sicurezza del muro in prossimità del bagolaro e della sottostante grotta”, in quanto (si legge nella relazione di accompagnamento alla gara presente sul portale TuttoGare del Comune di Specchia) l’abbattimento dell’albero si presenta come la soluzione più adeguata e responsabile di fronte alla priorità di salvaguardare la pubblica incolumità”. Costo € 16.863,37.
Ci chiediamo: perché spendere tanti soldi per poi arrivare alla soluzione più semplice e scontata?
Che fine hanno fatto tutte le considerazioni sul “considerevole pregio storico e naturalistico” dell’albero e sulla salvaguardia dei luoghi?
Perché, così come proposto dal nostro gruppo, nell’ottobre 2022, non siamo stati interpellati prima di prendere una decisione definitiva?
Qual è il valore che i nostri amministratori danno ai soldi di tutti i cittadini, visto che come spesso accade, si spende e si spande, impegnando le somme del bilancio comunale, con una facilità inaudita?
Cardigliano affidato per 70 anni, mutuo da 1 ml di euro con un piano di rientro di 29 anni, eradicazione pianta di Bagolaro e modifica dello stato dei luoghi…
Lista Civica, Adesso Specchia, Biasco Francesco
Appuntamenti
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