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Attualità

Otranto rivive l’ “Alba dei Popoli”

Aumenta di spessore la rassegna otrantina Alba dei Popoli, anche grazie all’importante partecipazione ed al sostegno delle numerose Associazioni presenti

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Aumenta di spessore la rassegna otrantina Alba dei Popoli, anche grazie all’importante partecipazione ed al sostegno delle numerose Associazioni presenti sul territorio, quali, per citarne alcune, Hydro, Club Unesco e Art’Etica, che hanno organizzato iniziative interessanti. L’assessore allo Spettacolo, Salvatore Sindaco, sostiene che attraverso questa sinergia “si è potuto intervenire nel tessuto sociale e sensibilizzare la popolazione. La valenza culturale dell’appuntamento è fondamentale ed è racchiusa nel nome stesso: alba come la fiducia verso il nuovo anno, verso nuove prospettive, per noi e per i popoli dell’est, che hanno vissuto da sempre in condizioni problematiche, sia economiche che politiche e di espressione. Ormai l’Alba dei Popoli è un riferimento per tutto il territorio regionale. E’ cresciuta nel tempo e racchiude una serie di eventi che si differenziano nel loro genere e che intendono intrattenere non solo i numerosi turisti che scelgono Otranto per trascorrere il Capodanno, ma anche i nostri concittadini”. L’Alba dei Popoli, da questo 2011, avrà un logo ufficiale. Fortemente voluto proprio dall’assessore Sindaco, realizzato da Artemisia su incarico dell’ICM, il nuovissimo logo rappresenta il vecchio e il nuovo, il presente e il passato e l’alto significato simbolico della manifestazione nata tredici anni fa: “Abbiamo cercato di tenere insieme gli elementi caratterizzanti l’immaginario di Otranto”, dichiara l’Assessore, “la Cattedrale, il Castello Aragonese, il mare. E i suoi rimandi all’oriente, con il richiamo alla mezzaluna e ai minareti. Ma abbiamo voluto anche fare riferimento alla festa, visto che il logo, nel suo insieme, sembra un fuoco d’artificio. Insomma Otranto reale e immaginario come da sempre è l’Alba dei Popoli”.


Il programma

Sabato 24 dicembre, presso la Villa comunale Idrusa dalle 16,30, “Babbo Natale con i bimbi”: dopo la raccolta dei doni da parte dei suoi fidati Elfi, Babbo Natale in persona distribuirà ai bambini i tanto attesi regali.

Da mercoledì 28 a venerdì 30, la IV edizione della Rassegna enogastronomica, “Cibo non solo sapori”. Otranto accoglierà, per tre giorni, convegni, spettacoli teatrali, spettacoli di musica dal vivo e degustazioni che pongono al centro dell’attenzione il cibo. Il piacere della tavola rappresenta solo il punto di partenza di un percorso attraverso cui conoscere antiche usanze, tradizioni, identità, territori. In questa rassegna ciò che si assaggia viene spiegato, raccontato, per lasciare a chi è curioso qualcosa di più di un sapore: la memoria di un incontro. Nei tre giorni al Castello Aragonese, dalle 17,30 alle 20,30, degustazioni gratuite delle migliori eccellenze enogastronomiche pugliesi e salentine. Sempre al Castello Aragonese, giovedì 29, alle 18,30, lo spettacolo teatrale “La storia di Taborre e Maddalena”. Regia di Enrico Messina con Enrico Messina e Mirko Lodedo, musica originale in scena Mirko Lodedo (fisarmonica e oggetti della tavola). Il lavoro nasce dall’incontro di un attore e un musicista che, ritrovatisi intorno ad una tavola imbandita con cibi semplici, un piatto di grano cotto con il pomodoro, del pane, un bicchiere di “mieru”, pecorino e pere, hanno cominciato a raccontarsi. E le storie sono nate dai suoni piccoli della tavola: il suono delle posate nei piatti, il gorgoglio del vino che cade nel bicchiere, il tintinnio dei bicchieri che s’incontrano nel brindisi… per diventare musica e parole. Ricco carnet per giovedì 29. Da quest’anno infatti la rassegna Alba dei Popoli si arricchisce di un ulteriore importante evento in occasione del ventesimo anniversario dello sbarco albanese in Puglia, che prenderà il nome “L’Approdo. Opera per l’Umanità Migrante”. Il Comune di Otranto e l’Istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce presentano una serie di importanti iniziative nel corso della rassegna culminanti con l’inaugurazione della prestigiosa scultura ideata dal grande maestro greco Costas Varotsos. L’idea progettuale prevede che il relitto della motovedetta albanese Kater I Rades, protagonista della “Strage del Venerdì Santo”, nella quale il 28 marzo 1997 morirono 81 persone, riprende il suo viaggio per trasformarsi in un’opera monumentale dedicata alla memoria di tutti i migranti periti in mare. La tenacia di un’associazione umanitaria, la Integra Onlus, la volontà dei parenti delle vittime, la sensibilità di alcuni amministratori italiani, il Comune di Otranto e l’Assessorato alle Politiche Giovanili della Provincia di Lecce hanno impedito che la barca albanese fosse definitivamente distrutta. La loro battaglia contro l’indifferenza si è concretizzata nell’idea dell’Istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce di trasformare la Kater in un monumento per tutti i migranti periti in mare, da situare nella cornice del porto di Otranto. Per l’occasione, Costas Varotsos, uno dei maggiori scultori dell’arte contemporanea, le cui opere sono presenti in tutto il mondo, ha accettato la sfida di creare un monumento all’Umanità Migrante partendo dal relitto della Kater I Rades. Il maestro greco verrà affiancato da cinque giovani selezionati dalla Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo organizzata a Salonicco, ai quali si aggiungeranno un artista greco, un albanese e un italiano. Gli artisti, accompagnati dagli organizzatori, incontreranno e dialogheranno con gli abitanti e i proprietari delle attività commerciali della città ed insieme sceglieranno gli spazi all’interno dei quali verranno esposte ed ambientate le proposte creative di ognuno. Un percorso espositivo di schizzi e di materiali grafici e video che si articola negli ambienti privati del centro storico di Otranto e con interpretazioni pensate specificatamente per tali spazi. Un itinerario di ‘ricerca’ e di ‘scoperta’ dunque dei luoghi stessi della città da parte di un gruppo di artisti di distinte territorialità sia geografiche che professionali che lavorano in una riflessione comune attorno all’opera di Costas Varotsos, monumento all’umanità migrante. Il progetto artistico internazionale è stato ideato dalla Cooperativa Artemisia. L’opera realizzata sarà inaugurata con una prolusione di Pedrag Matvejevic, uno tra i maggiori scrittori europei che si sono occupati di analizzare il fenomeno della migrazione, cui seguirà un intrattenimento musicale da parte del gruppo Ensamble Marinaria. Appuntamento nell’Area portuale a partire dalle 18.

Sempre giovedì 29 la XIII edizione del Concerto della Pace: nella Cattedrale, dalle 19, musici e cantori proporranno l’evento musicale “Puer Natus in Bethleem”, un excursus di musiche e canti, sacri e profani, che ripercorreranno un periodo di cinque secoli (dall’XI al XV secolo). Nello spettacolo saranno impegnati 40 artisti, tutti in costume medievale e con strumenti del periodo.

L’evento è organizzato dall’Associazione culturale Hydruntum Art, in collaborazione con il Comune di Otranto.

Venerdì 30, sul Lungomare degli Eroi, dalle 21, la musica dei Ghetonìa. Il loro concerto sostiene la “Giornata nazionale della rete italiana di cultura popolare”. Prima e dopo l’esibizione dei Ghetonia, il Dj Giuseppe Conoci intratterrà il pubblico con una selezione di “world music mediterranea”.

Sabato 31, sempre sul Lungomare degli Eroi dalle 21 e in attesa del concertone di Capodanno, la serata sarà allietata da una selezione musicale Dj Set a cura di affermati artisti locali: Dj Giuseppe Conoci, Dj Klaus, Dj Sergio Petio, Dj Adriano Belmonte e Dj Romualdo Nisi. A mezzanotte grande spettacolo pirotecnico per salutar eil nuovo anno e poi spazio all’attesissimo concerto degli Stadio.   Al termine si proseguirà con l’evento “Aspettando l’Alba”, che avrà ancora per protagonisti Dj Klaus, Dj Sergio Petio, Dj Romualdo Nisi e Dj Adriano Belmonte, che allieteranno il pubblico con il meglio della musica. Una non stop fino alle prime luci dell’alba del nuovo anno. Sempre la notte del 31 dicembre, per mantenere lo spirito della rassegna Alba dei Popoli, al Faro di Palascia, uno dei luoghi più suggestivi del nostro territorio, dove l’alba da sempre raccoglie luci, profumi e suoni, ci sarà, dalle ore 5, un intrattenimento musicale in armonia con la sobrietà del posto. Uno spettacolo multimediale che intende proiettare un ponte di conoscenza e di amicizia sulle culture mediterranee, fiorite nel corso dei secoli sulle sue sponde, a partire dal Salento. Lo spettacolo prevede anche la proiezione di immagini suggestive del territorio idruntino con l’intento di sensibilizzare operatori e cittadini ad un maggiore rispetto della natura e del nostro patrimonio ambientale. L’evento è organizzato da Legambiente Circolo di Otranto, in collaborazione con il prof. Paolo Rausa e il Comune di Otranto.

Il primo del nuovo anno, in Largo Porta Alfonsina, alle 16, spazio a I Tamburellisti di Otranto con “Ritmi e Suoni di Fratellanza”. Nello splendido scenario del Castello Aragonese, invece, alle 18 si esibirà il pianista italiano, ma irlandese di adozione, Antoni O’Breskey, famoso in tutto il mondo per il suo stile che coniuga abilmente linguaggio classico, jazz ed etnico, in particolare irlandese. Sempre per il primo dell’anno organizzata la Regata di Capodanno, che partirà alle 11 dalle acque antistanti il porto di Otranto per giungere al Faro di Palascia, e poi far ritorno. L’iniziativa rientra nel Campionato invernale “Più vela per tutti”, giunto alla sua terza edizione. Non stop music per la serata (Largo Porta Alfonsina dalle 18,30) allietata da una serie di concerti musicali, che vedranno l’alternarsi di più gruppi. Tra questi Anima Latina, che dedicheranno un tributo a Lucio Battisti.

Rimanendo in Largo Porta Alfonsina, alle 20, l’Associazione Hydro propone due cover bands frizzanti e tutte da scoprire: le “Iene Band” e “I Sottosopra”. I primi interpretano, con l’ausilio di travestimenti,  i successi di Ligabue, Renato Zero, Celentano, Zucchero, Vasco Rossi.  “I Sottosopra” cantano le canzoni di Raffaella Carrà, Loredana Bertè, Nada, ecc, e grandi successi da ballare.

Martedì 6 gennaio, sul Lungomare degli eroi, dalle 16,30, la Festa della Befana, evento interamente dedicato ai più piccoli, con la presenza di Befane che distribuiranno caramelle e dolci.

Mercoledì 7, al Castello Aragonese alle 18,30, lo spettacolo teatrale dal titolo “Donne tra mito e tragedia”, di Rosaria Ricchiuto, è a cura del Teatro Solatia.

Fino all’8 gennaio, infine, resterà aperta la  Mostra fotografica “Integrazione” a cura di Integra Onlus, scatti densi di significato del fotoreporter del Corriere della Sera, Vittorio Arcieri. La mostra si può ciisitare ogni giorno dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 17.


Attualità

Elezioni a Tricase, giochi fatti? Ancora no

Certe le candidature dell’uscente Antonio De Donno e di Vincenzo Errico (Tricase Insieme). Fratelli d’Italia insiste con Claudio Pispero. Situazione fluida nel centrosinistra. I possibili scenari

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di Giuseppe Cerfeda

In attesa della definizione delle candidature per le elezioni regionali, proseguono a Tricase incontri e trattative per l’appuntamento, cruciale, con le comunali della prossima primavera.

Premessa d’obbligo: le consultazioni regionali, sia la vittoria finale, quindi il nuovo governatore, che i risultati dei singoli candidati consiglieri, potrebbero in qualche modo influenzare le scelte per candidature e liste anche in sede cittadina.

Partiamo intanto dalle certezze, con le candidature già annunciate dai diretti interessati.

IL SINDACO USCENTE

Sarà sicuramente della partita il sindaco uscente Antonio De Donno.

Dopo le disavventure giudiziarie che hanno coinvolto l’ex assessore regionale Alessandro Delli Noci (e quindi l’impasse che ne è conseguita per il movimento politico CON), resta da verificare quale sarà lo schieramento che sosterrà la ricandidatura del primo cittadino uscente.

Detto che si tratterà comunque di liste civiche, tra le ipotesi in ballo c’è anche quella del sostegno di parte del centrodestra.

FRATELLI D’ITALIA

Non solo gli amministratori uscenti vicini a quell’area politica ma anche coloro che gravitano nel mondo di Forza Italia non escludono affatto taòepossibilità.

Non pare dello stesso parere Fratelli d’Italia che, invece, continua a lavorare, sempre con un occhio alle regionali, alla candidatura di Claudio Pispero.

Dal circolo del partito della Meloni, comunque, non pongono veti assoluti a eventuali evoluzioni e, quindi, a una coalizione di centrodestra che si presenti unita alle elezioni.

Danno, però, zero chance all’eventualità di sostenere il sindaco uscente.

CHE SUCCEDE NEL CENTROSINISTRA?

Situazione in evoluzione anche nel centrosinistra.

Gli ultimi sviluppi indicano come possibile candidato l’oncologo Vincenzo Chiuri (proposto dal Partito Democratico e scelto da una rosa che comprendeva anche Anna Maria Girasoli, proposta da Sinistra italiana, e Dario Martina dal Cantiere civico).

L’obiettivo Campo Largo è stato annunciato da mesi (soprattutto dai Dem), insieme alla volontà di presentarsi uniti ai nastri di partenza.

Sulla questione candidato e unità, al momento, però, le bocche restano cucite, anche perché gli equilibri sembrerebbero fragili.

Da quel che siamo riusciti a sapere, ci sarebbe già una bozza di accordo tra PD, Cantiere civico e Sinistra italiana.

Chi ancora, invece, appare perplesso (eufemismo) è “Tricase, che fare?”.

Il movimento fondato da Giovanni Carità è fermo sulla posizione che prevede le Primarie per la scelta del candidato.

Ma il PD, partito che le ha sdoganate, da quell’orecchio pare non sentirci.

Incontri e dialoghi continuano ma, soprattutto sul versante “Tricase, che fare?”, sono molto pessimisti sulla buona riuscita delle trattative.

Resta, invece, da capire cosa faranno coloro che da tempo sono stati indicati (e hanno dato la loro disponibilità) come candidati.

Cosa farà, ad esempio, Andrea Morciano?

Secondo i soliti bene informati l’ingegnere sarebbe sponsorizzato dall’ex segretario provinciale del PD Ippazio Morciano e dal gruppo che a Tricase ne fa riferimento.

All’interno della coalizione di centrosinistra, al momento, però, non non ci sarebbe una convergenza totale rispetto alla sua candidatura.

FANTAPOLITICA?

C’è anche chi, fedele al motto di andreottiana memoria («A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina»), ipotizza uno scenario (quasi) da fantapolitica.

Secondo tale ipotesi, potrebbe accadere che Chiuri, che ha dato la propria disponibilità solo nell’eventualità di Campo Largo, non confortato dall’auspicata unità di intenti, faccia un passo indietro.

E a quel punto? A quel punto, stretti nei tempi e nelle possibilità, Dem, Cantiere civico e Sinistra italiana potrebbero (dovrebbero?) sostenere Andrea Morciano. Solo fantapolitica? Chissà…

Da noi interpellato, Andrea Morciano ha confermato «la volontà di candidarmi».

Poi ha chiarito: «Non voglio essere fonte di divisione per chicchessia. Centrosinistra? Certo, è la mia comfort zone, l’area a cui appartengo. Vedremo… Di certo sarò contro l’attuale amministrazione».

TRICASE INSIEME

«Confermatissima» la candidatura di Vincenzo Errico a capo del movimento civico “Tricase Insieme”, mentre si sono perse le tracce di Fernando Dell’Abate che, come raccontano le solite gole profonde, in tempi non sospetti, avrebbe avanzato la propria candidatura, trovando la strada sbarrata nel centrosinistra, l’area a cui, da ex socialista, storicamente appartiene.

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Approfondimenti

“Per grazia ricevuta”: Piemontese, assessore sanità Puglia, crea d’emblée 2mila posti di lavoro

Nonostante cinque aziende sanitarie da 17 giorni siano senza direttore generale e non si veda alba, la Regione si prepara a lanciare tre concorsoni: due dei quali saranno gestiti proprio da Asl senza un manager…

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di Luigi Zito

Quello che non succede in 5 anni, a volte, si sa, può accadere a pochi giorni dalle elezioni: siano esse comunali (alzi la mano chi non si fatto dare “una liccata di asfalto”, davanti casa poco prima del voto); provinciali, quando Presidente o Assessori, come la Madonna, si appalesano in città e chiedono una “citazione” nelle urne: e giù a concedere, promettere, santificare e beatificare, tutta Grazia sprecata o mal riposta, perché sanno che non è deificata, ma solo vanagloria.

E fin qui siamo nell’ordine naturale delle elezioni.

Quello che supera il livello di indignazione e tracima nella vergogna assoluta, ai limiti della sconcezza, e chiede vendetta, è quanto sta accadendo per le nostre elezioni regionali.

Nonostante cinque aziende sanitarie da 17 giorni siano senza direttore generale e non si veda alba, la Regione si prepara a lanciare tre concorsoni: due dei quali saranno gestiti proprio da Asl senza un manager.

Mille posti ciascuno per infermieri e Oss, mentre la terza procedura darà il via alla mobilità intraregionale per permettere spostamenti tra le varie aziende.

Ricapitolando: 2mila posti di lavoro creati d’emblée, come infermieri e Oss, dei quali un terzo (circa 700) saranno su Foggia, città del Vicepresidente e assessore alla Sanità e Benessere animale, Sport per tutti, Raffaele Piemontese, prodigo di carità e col vizio delle buone azioni.

Questi concorsi erano attesi almeno da maggio, ora una circolare del dipartimento Salute conferma che la pubblicazione è «imminente», e dunque la scadenza delle domande potrebbe arrivare proprio a ridosso della tornata elettorale del 23 e 24 novembre prossimi, anche se le prove si svolgeranno non prima di aprile-maggio.

Quando si dice avere una “faccia di tolla”, ma qualcun altro asserirà che “in politica la menzogna è una componente imprescindibile”.

Come possiamo difenderci: quando nel segreto dell’urna dovremo apporre quella “citazione”, per non ricevere un’altra villania del genere, dobbiamo saper distinguere il “grano dalla pula”, il bianco dal nero, le “facce di tolla” da quelle linde, correte, sincere e leali.

Ricordiamocene.

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Approfondimenti

L’ambasciatore Cristina: “Ho conosciuto Putin e il Dalai Lama, che esperienze”

«Il Salento, è la terra di mia nonna, è la terra dove venivo d’estate a Tricase, per le vacanze, dove avevo dei carissimi amici che sfortunatamente non ci sono più è la terra dei miei antenati alla quale mi sento di appartenere”…

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di Ercole Morciano

Cristina Funes-Noppen è ambasciatore onorario del Belgio (lei stessa preferisce l’appellativo di ambasciatore a quello di ambasciatrice essendo quest’ultimo usato per indicare la moglie dell’ambasciatore, NdR), e da un po’ di tempo vive buona parte dell’anno in Salento, a Tricase, dove ha comprato un’antica dimora, quasi attaccata alla chiesa matrice, adattandola ai suoi bisogni,

Figlia di ambasciatore ha seguito le orme paterne e dopo gli studi accademici a carattere diplomatico ha percorso la sua carriera come ambasciatore del Belgio in numerosi Paesi nei vari continenti tra cui Zambia, Kenya, India, Tailandia, Marocco, Austria e Argentina, senza dimenticare che in tutte le sue destinazioni, come ambasciatore residente, copriva anche larghe giurisdizioni riguardanti altri vari Paesi.

È stata anche coordinatore di tre direzioni al ministero degli affari esteri: Diritti dell’Uomo, Nazioni Unite e Disarmo.

Ha ricoperto inoltre le funzioni di rappresentante permanente presso l’O.N.U e di commissario speciale per la cooperazione e lo sviluppo.

Dopo aver seguito le orme paterne in ambito professionale, l’ambasciatore segue ancora oggi le inclinazioni della madre, Maria Noppen De Matteis, pittrice e “star mondiale del surrealismo anche se poco conosciuta in Puglia” (bari.repubblica.it > cronaca 2022/12/19 news).

Nata nel 1921 nel castello baronale dei Sauli di Tiggiano, cui apparteneva la madre, dove le è stato allestito un museo permanente delle sue opere, Maria Noppen De Matteis, verso la fine degli anni ’50 e i primi ’60, d’estate villeggiava col marito e la figlia Cristina a Tricase-Porto, nella casa di Angelico Ferrarese, posta in una splendida posizione panoramica e vicina al villino di Gaetano Sauli, suo parente.

La giovanissima Cristina (Cri-Cri per le amiche e gli amici) era bionda, solare, molto bella, vivace, dal sorriso incantevole che “faceva girare la testa” ai giovanissimi rampolli delle famiglie-bene di Tricase-Porto in quel periodo caratterizzato dalla spensieratezza e dalla gioia di vivere.

La vena artistica di Cristina Funes-Noppen ne fa un personaggio veramente eclettico e sorprendente perché, oltre a dipingere, ella scrive con successo, in francese, romanzi e saggi storico-letterari dai quali traspare la sua speciale cultura maturata a diretto contatto con i popoli delle nazioni dove ha esercitato il ruolo diplomatico.

Gli ultimi suoi due romanzi, editi nel 2023 e nel 2025, si intitolano “Ils étaient six” e l’altro “Équivoques”. Il primo, narra la vicenda dei criminali nazisti che alla fine della II guerra mondiale si nascosero in Argentina.

La trama si svolge a sud delle Ande, in piena cultura “quechua” e consente al lettore, in filigrana, di seguire l’evoluzione politica dell’Argentina negli anni 1945-1983.

L’ultimo, contiene quattro romanzi gialli che danno informazioni su diversi Paesi, Kenia, India, Thailandia e un dialogo spiritoso sulla morte.

L’INTERVISTA ESCLUSIVA

Perché il Salento e Tricase?

«Il Salento è la terra di mia nonna, è la terra dove venivo d’estate per le vacanze, dove avevo dei carissimi amici che sfortunatamente non ci sono più – ma ci sono i miei cugini, è la terra dei miei antenati alla quale mi sento di appartenere malgrado le mie molte peregrinazioni nel mondo, è infine la terra dove mi sento a casa. Nonostante la mia nazionalità belga sono rimasta profondamente salentina».

È soddisfatta della sua scelta? Ombre e luci?

«Se consideriamo il tipo di vita che si ha qui rispetto a quello di altri Paesi, occorre riconoscere che qui la qualità della vita è più umana. E poi, il patrimonio naturalistico, architettonico, storico, e culturale, nell’insieme, è di alta qualità e ampiamente godibile».

«HO CONOSCIUTO PUTIN»

Tra i diversi Capi di Stato o di governo da lei conosciuti, come racconta nel suo libro Chroniques impertinentes… ancora in carica tra gli altri vi è Vladimir Putin.

«Ho conosciuto Vladimir Putin nel 2001 quando è venuto in visita ufficiale in Belgio. Io ero all’epoca commissario speciale e pertanto fui invitata alla cena di gala. Non ci siamo parlati molto, però mi diede l’impressione che ci teneva ad avere buoni rapporti con l’Europa. Non mi sembrò nemmeno che terrorizzasse i suoi collaboratori.

Di fianco a me era seduto il suo consigliere per le questioni nucleari che aveva abusato della “divina bottiglia”, come dicono i francesi, e pertanto cantava in francese durante tutta la cena suscitando l’ilarità dei commensali, compreso Putin.

Cantando a squarciagola, non dava certo l’impressione di temere il suo presidente, il che non succede normalmente nelle cene ufficiali di gala e tanto meno di fronte a quello che è supposto essere un dittatore sanguinario.

Nella mia carriera ho incontrato vari dittatori e posso assicurare che davanti a loro nessuno dei collaboratori al seguito si sarebbe permesso di cantare».

GLI OSTAGGI

Due aneddoti, uno triste e l’altro lieto, nei suoi ricordi di ambasciatore.

«Il primo, andato a buon fine, riguarda due ostaggi di Medici senza Frontiere presi dall’armata di liberazione del Sud Sudan e liberati dopo una trattativa durata 20 giorni in cui i guerriglieri vollero trattare solo con me, al telefono, di notte.

Non ci chiesero nessun riscatto come invece per ripicca accadde dieci giorni dopo, con un altro ostaggio francese, la cui trattativa durò tre mesi e si chiuse con l’esborso di un’ingente somma di denaro. Questo mi fu precisato, ridendo, dal mio collega francese che pretese che era tutta colpa mia se la SPLA si era rifatta sul suo governo! L’aneddoto triste riguarda invece due belgi, un ragazzo che lavorava per le Nazioni Unite e sua moglie.

Erano spariti da 5 anni e i due miei predecessori non erano riusciti ad avere notizie certe.

I genitori speravano e le autorità pretendevano che fossero ancora vivi. È una storia romanzesca che si svolse in Thailandia e in Cambogia. Da quello che finalmente sono riuscita a scoprire seppi che erano stati uccisi dai Khmer Rossi, forse con la complicità dell’esercito thailandese e eventualmente con risvolti riguardanti il traffico di opere d’arte.

Testardamente impegnata, dopo molte peripezie, e dopo aver insistentemente discusso con i due re, Shianouk e Bhumipol, fui messa in contatto con il capo dell’esercito thailandese e con i Khmer Rossi che mi consegnarono le spoglie che io affidai alle famiglie, le quali ebbero almeno la consolazione di sapere cos’era successo ai loro figli e di potere seppellirne i corpi».

IL DALAI LAMA EMETTE UNA ENERGIA POSITIVA

La persona che più ha lasciato traccia nel suo animo durante la lunga carriera diplomatica?

«È stato di certo il Dalai Lama: una persona assolutamente fuori dal comune che emette un’energia positiva straordinaria e trasmette alle persone che incontra una carica di felicità. E ho il privilegio di avere ancora dei contatti sporadici con questo sant’ uomo, grazie al quale la cultura tibetana continua a sopravvivere malgrado l’occupazione della Cina che fa di tutto per eradicarla.

Perciò il Dalai Lama ha deciso che dopo la sua morte non si reincarnerà nel Tibet per evitare che i Cinesi arrestino la sua reincarnazione (che potrebbe essere anche una bambina) e la sostituiscano con una di loro scelta come fecero con il Panchen Lama (figura importante nel buddhismo tibetano).  Il Panchen Lama che si era reincarnato nel Tibet. fu arrestato quando aveva solo 6 anni nel 1995, rimpiazzato con un ragazzino che conveniva alle autorità cinesi e nessuno sa, da allora, dove si trovi il vero Panchen Lama».

Chroniques impertinentes

“…Un libro che si caratterizza per una libertà di spirito, un tono a volte mordace, esotico e cosmopolita. Un libro istruttivo, politicamente scorretto…ma così giusto! Un libro prezioso che deve essere letto da coloro che s’interessano alla diplomazia e agli affari di questo mondo”.

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