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Ammortizzatori sociali in deroga in Commissione Lavoro
Approda in Commissione Lavoro, alla Camera dei Deputati, per mano della deputata pugliese, Teresa Bellanova, una risoluzione, depositata il 29 novembre circa gli ammortizzatori sociali in deroga.
Approda in Commissione Lavoro, alla Camera dei Deputati, per mano della deputata pugliese, Teresa Bellanova, una risoluzione, depositata il 29 novembre circa gli ammortizzatori sociali in deroga.
La risoluzione presentata dalla Bellanova e condivisa da tutti i deputati PD in Commissione, Cesare Damiano in testa, impegna il Governo a garantire per l’anno 2012 la copertura del fabbisogno delle Regioni in materia di ammortizzatori sociali in deroga, nonché a individuare anche per l’anno 2013 le necessarie risorse volte all’utilizzo di tali strumenti al fine di attenuare le drammatiche conseguenze sull’occupazione provocate dal protrarsi della crisi economica.
“Lo stop che arriva dalla Regione Puglia”, asserisce la Bellanova, “in merito alla possibilità di stipulare ulteriori accordi per mancanza di fondi per me non è notizia nuova. Già nel corso dell’incontro presso la Prefettura di Lecce, ebbi modo di dichiarare che se le notizie apparse lo stesso giorno sui media circa la possibilità di uno stanziamento di 60 milioni di euro per la cassa in deroga, si fossero rivelate fondate ci saremmo trovati dinanzi ad una cifra assolutamente inadeguata e non avremmo affatto risolto il problema. Ciò perché le stesse sarebbero bastate a coprire solo il pregresso, vale a dire quello che l’Inps aveva già anticipato. Sottolineai, lanciando un campanello d’allarme che in tal modo si sarebbe garantita la copertura a quei lavoratori già interessati dalla cassa in deroga, lasciando, però, fuori da ogni copertura di sostegno al reddito fino al 31 dicembre 2012 tutte quelle persone che operano nelle piccole e piccolissime imprese che purtroppo sappiamo essere i più penalizzati dalla crisi”.
“Voglio ribadire che noi siamo di fronte ad un problema che ha dimensioni enormi”, prosegue la Bellanova “è noto ai più il contesto socioeconomico che caratterizza da diversi anni il nostro Paese. La crisi economica ha fortemente indebolito il sistema produttivo italiano, reso più fragile ed esposto a una crisi di competitività che si ripercuote sui lavoratori e sul loro posto di lavoro, sempre più a rischio. E’ indubbio, dunque, che per far fronte a quella che si va delineando come una vera e propria emergenza sociale occorre sfruttare tutti gli strumenti a disposizione dello Stato al fine di attenuare gli effetti della grave recessione sulle famiglie italiane”.
“Auspico sinceramente”, prosegue la parlamentare, “che il Presidente Vendola assuma con forza ed autorevolezza questo problema che rischia di tramutarsi in una vera e propria mattanza occupazionale e sociale, facendo valere nelle sedi adeguate il peso dei bisogni dei lavoratori pugliesi. Per mio conto posso assicurare che per la funzione che svolgo in questa battaglia mi troverà al suo fianco”.
Il testo della risoluzione
Atto Camera
Risoluzione in Commissione 7-01048
presentata da TERESA BELLANOVA
giovedì 29 novembre 2012, seduta n.726
La XI Commissione,
premesso che:
la crisi economica ha fortemente indebolito il sistema produttivo italiano, reso più fragile ed esposto a una crisi di competitività che si ripercuote sui lavoratori e sul loro posto di lavoro, sempre più a rischio; per far fronte a quella che si va delineando come una vera e propria emergenza sociale occorre sfruttare tutti gli strumenti a disposizione dello Stato al fine di attenuare gli effetti della grave recessione sulle famiglie italiane;
il Ministro del lavoro e delle politiche sociali si è mostrato consapevole della drammaticità del momento e dell’urgenza di operare al fine di scongiurare un ulteriore e pericoloso deterioramento della situazione, impegnandosi a tale scopo e dichiarando – nel corso della seduta d’Assemblea del Senato del 20 settembre 2012 – che dovrebbero essere disponibili risorse per soddisfare le richieste delle Regioni in ordine agli ammortizzatori sociali sia per il 2012 che per il 2013;
purtroppo, tali affermazioni appaiono finora non rispondenti al reale stato delle cose: nel corso del 2012 diverse regioni hanno lamentato la scarsità delle risorse stanziate a copertura per gli ammortizzatori sociali in deroga – che rappresentano un’indispensabile forma di sostegno al reddito, ma necessita, come noto, di una piena cooperazione tra Stato e regioni per poter efficacemente garantire una efficace gestione dei frangenti di crisi nel mondo del lavoro – ritenute largamente insufficienti a coprire il fabbisogno: si cita, a titolo esemplificativo, il caso della regione Puglia, dove i dati forniti dall’INPS, confermati dall’assessorato al lavoro, rilevano che il medesimo istituto avrebbe erogato, sino ad ottobre, un valore di 266 milioni di euro a fronte di 140 milioni euro assegnati; in considerazione di tali dati, occorrono circa 250 milioni per ripianare il disavanzo di 126 milioni e garantire ai lavoratori le indennità per tutto l’anno in corso; situazioni analoghe si riscontrano in Toscana, Liguria, Veneto e altrove;
inoltre, il Governo nel corso dell’esame del disegno di legge di stabilità ha accolto l’ordine del giorno 9/5534-bis-A/46, con il quale lo si invitava a operare al fine di rifinanziare le risorse destinate agli interventi di cassa integrazione in deroga;
le previsioni relative al 2013, che confermano una condizione di piena recessione del nostro Paese – si stima una ulteriore contrazione del PIL dello 0,7 per cento – contribuiscono a evidenziare la drammaticità del contesto e a rafforzare le richieste di interventi incisivi;
a oltre tre anni dall’accordo tra Stato, regioni e province autonome sugli ammortizzatori sociali in deroga e le politiche attive, sottoscritto nel febbraio del 2009 e rinnovato nell’aprile del 2011, con validità fino alla fine del 2012 si può disporre di dati attendibili e utili a verificare l’efficacia di tali strumenti e l’entità delle risorse realmente necessarie per non trovarsi impreparati di fronte al protrarsi della congiuntura negativa,
impegna il Governo
ad assumere iniziative per garantire per l’anno 2012 la copertura del fabbisogno delle regioni in materia di ammortizzatori sociali in deroga nonché a individuare anche per l’anno 2013 le necessarie risorse volte all’utilizzo di tali strumenti al fine di attenuare le drammatiche conseguenze sull’occupazione provocate dal protrarsi della crisi economica.
(7-01048) «Bellanova, Damiano, Bobba, Berretta, Boccuzzi, Codurelli, Gatti, Gnecchi, Madia, Mattesini, Miglioli, Mosca, Rampi, Santagata, Schirru».
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Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare
Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»
È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.
Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.
L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.
La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.
Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».
Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.
Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.
Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.
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