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Cronaca

Mappa dei veleni: un elicottero sorvola le aree sospette

Task force delle forze dell’ordine alla ricerca di radiazioni nocive con un velivolo dotato di complesse attrezzature di rilevamento. Dopo i comuni del nord Salento, oggi è la volta di Tricase e dintorni

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Al fine di scongiurare la presenza di ulteriori discariche abusive nascoste, la Procura interviene nell’ambito del dibattito sulla presunta presenza di rifiuti tombati in Salento. E’ stato infatti affidato ad una task force, composta da carabinieri del Noe, finanzieri del Gico e agenti della Forestale, il compito di sorvolare le aree a rischio della “mappa dei veleni”.


L'elicottero in azione

L’elicottero in azione


L’attività di indagine è partita con un elicottero dotato di un magnometro, di uno spettrometro a raggi gamma e di altre complesse attrezzature di rilevamento. Il velivolo, di colore giallo, ha sorvolato negli ultimi giorni i comuni di Calimera, Cavallino e Melendugno, mentre oggi è in azione sui territori di Tricase e dintorni.


Il mezzo è autorizzato dal ministero dell’Ambiente e rientra nell’azione di monitoraggio che interessa anche Campania e Calabria e per la quale sono stati stanziati 8milioni e 600mila euro derivanti dal Pon Sicurezza. I dati raccolti dallo screening del territorio saranno consegnati all’Arpa Puglia.

Il procuratore Cataldo Motta, che coordina l’attività insieme all’aggiunto Ennio Cillo, mette però in guardia: “Non siamo la Campania, né la terra dei fuochi. Contrariamente al nostro modo di operare, non svolgiamo questo accertamento sulla scorta di notizie di reato, bensì sulla base degli articoli di stampa, al fine di rassicurare la gente. Questo non significa che non ci sia alcun rischio, ma quanto fatto finora dovrebbe bastare a tranquillizzare una situazione priva di elementi di rischio e dal facile allarmismo”. Motta infatti ricorda che “Le indicazioni fornite dai collaboratori di giustizia sono state verificate: sono stati eseguiti carotaggi ma non è stata riscontrata la presenza di rifiuti pericolosi. C’è di più. La bonifica dell’area indicata quale zona nella quale sarebbero stati interrati rifiuti ha escluso la presenza di veleni”.


 


Lorenzo Zito


Cronaca

Scaricavano liquami puzzolenti, beccati grazie ai droni

Determinante si è rivelato l’utilizzo dei droni e delle dashcam in dotazione all’Arma dei Carabinieri, che hanno documentato con chiarezza le condotte illecite, fornendo un supporto tecnologico decisivo alle attività investigative…

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I DRONI DEI CARABINIERI INDIVIDUANO AUTORE DI SVERSAMENTI ILLECITI A PORTO CESAREO

Grazie all’impiego delle più moderne tecnologie investigative e alla preziosa collaborazione dei cittadini, i Carabinieri di Porto Cesareo hanno individuato e segnalato alla Procura di Lecce, che conduce le indagini, un imprenditore locale ritenuto responsabile di sversamenti illeciti di liquami nella rete fognaria del comune di Porto Cesareo.

Le indagini, avviate a seguito delle segnalazioni pervenute da residenti preoccupati per la presenza di persistenti cattivi odori, hanno permesso di accertare che, nelle prime ore dei giorni scorsi, l’uomo avrebbe effettuato lo scarico di liquami attraverso un autospurgo nei tombini fognari, causando malfunzionamenti alla rete e la diffusione di odori nocivi.

Determinante si è rivelato l’utilizzo dei droni e delle dashcam in dotazione all’Arma dei Carabinieri, che hanno documentato con chiarezza le condotte illecite, fornendo un supporto tecnologico decisivo alle attività investigative.

Il veicolo utilizzato, di proprietà di una società di leasing ma nella disponibilità dell’impresa riconducibile all’indagato, è stato sottoposto ad accertamenti.

L’operazione dei militari dell’Arma rappresenta un chiaro esempio di come innovazione tecnologica e pronta risposta dell’Arma, unita alla collaborazione attiva dei cittadini, possano fare la differenza nella tutela dell’ambiente e del decoro urbano.

IL FILMATO DELL’OPERAZIONE

 

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Castrignano del Capo

Leuca, arresti per spaccio e coltivazione illecita

All’interno dell’abitazione, i militari hanno scoperto 25 grammi di marijuana già confezionata, 345 grammi della stessa sostanza in essiccazione e sei piante di canapa indiana coltivate in due serre artigianali, complete di lampade a led, ventole e termoregolatori elettronici…

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SANTA MARIA DI LEUCA: I CARABINIERI STRINGONO IL CERCHIO SULLO SPACCIO. DUE ARRESTI IN POCHE ORE

I militari di Castrignano del Capo hanno tratto in arresto due persone del luogo nel corso di distinte operazioni svoltesi a Santa Maria di Leuca.

Un’attività info-investigativa condotta con discrezione, fatta di appostamenti e osservazioni sul territorio, ha permesso ai Carabinieri di notare un sospetto via vai nei pressi di un’abitazione del centro.

Quello è stato il primo tassello di un’operazione che, poche ore dopo, ha portato a un importante sequestro. All’interno dell’abitazione, i militari dell’Arma hanno rinvenuto 66 grammi di cocaina purissima, custoditi in un involucro di cellophane, 1.500 euro in contanti ritenuti provento dell’attività di spaccio, quattro bilancini di precisione e materiale per il confezionamento delle dosi.

L’uomo, un 44enne del luogo, è stato arrestato in flagranza di reato.

Le attività di controllo dei militari dell’Arma sono proseguite anche nei giorni successivi. Durante una verifica sulle armi legalmente detenute da un cittadino del posto, l’occhio esperto dei Carabinieri ha notato tracce di sostanza vegetale, verosimilmente marijuana, riconducibile a un familiare convivente.

Da lì è scattata una nuova perquisizione e un secondo arresto. All’interno dell’abitazione, i militari hanno scoperto 25 grammi di marijuana già confezionata, 345 grammi della stessa sostanza in essiccazione e sei piante di canapa indiana coltivate in due serre artigianali, complete di lampade a led, ventole e termoregolatori elettronici.

Anche in questo caso, l’uomo è stato arrestato in flagranza di reato per detenzione e coltivazione illecita di sostanze stupefacenti.

Tutto il materiale sequestrato è stato posto sotto custodia, entrambi gli arrestati si trovano ora agli arresti domiciliari, come disposto dal PM di turno della Procura presso il Tribunale di Lecce.

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