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Approfondimenti

Il Salento un mattone sopra l’altro

Presente e futuro dell’edilizia salentina: il forum

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Come cambia il mondo dell’edilizia salentina? Quanto i nostri Comuni sono pronti ad affrontare le novità telematiche, il regolamento edilizio unico, l’estensione di responsabilità ai tecnici della nuova Scia? Le risposte a queste ed altre domande nel nostro forum con i presidenti degli ordini provinciali degli Architetti (Rocco De Matteis), degli Ingegneri (Daniele De Fabrizio) e  dei Geometri (Eugenio Rizzo).


Informatizzazione


Il mondo cambia anche per l’edilizia: la legge prevede l’invio telematico (anche se ancora non sono previste sanzioni in caso contrario) dei progetti e delle relative documentazioni. Ma i nostri Comuni sono attrezzati?


Rocco De Matteis, presidente provinciale dell’Ordine degli Architetti


Rocco De Matteis (Architetti): “Il DPR 380/2001 (Testo Unico dell’Edilizia) dispone, con l’aggiunta nel 2011 del comma 4-bis all’articolo 5, che gli Sportelli Unici per l’Edilizia e per le Attività Produttive siano tenuti a ricevere le pratiche a loro destinate per via telematica. Si tratta quindi di procedure strutturate all’interno della disciplina delle attività edilizie. È del tutto evidente la bontà della digitalizzazione che può ridurre i tempi e i costi burocratici delle procedure edilizie oltre ad assicurare certezza degli adempimenti per cittadini e imprese nella garanzia della trasparenza dell’azione pubblica. Fuori dagli obblighi normativi questi aspetti devono essere colti e fatti propri non solo dalle amministrazioni e dai propri uffici ma anche dai professionisti che devono fare uno sforzo in più per assecondare l’aggiornamento tecnologico della propria attività”.


Daniele De Fabrizio (Ingegneri): “In merito alle nuove procedure per la trasmissione dei progetti e, in genere, per invio di documenti e/o per richiedere certificazioni o documenti, se da un lato la normativa nazionale è al passo con i tempi e con le nuove necessità, dall’altro, la stessa normativa non dà ai Comuni gli strumenti per poter rispondere alle esigenze dei cittadini e adempiere compiutamente alle disposizioni legislative. Basta vedere l’organico degli uffici tecnici e le professionalità presenti, nella quasi totalità dei nostri Comuni sempre al di sotto delle effettive necessità”.


Eugenio Rizzo (Geometri): “Noi geometri in un certo senso siamo stati i pionieri della trasmissione telematica, poiché i primi elaborati oggetto di trasmissione telematica furono gli atti di aggiornamento catastatale “ modello DOCFA”  che già dal 2002  inviavamo all’allora ufficio del Catasto, ora Agenzia dell’Entrate. I Comuni salentini purtroppo sono ancora in forte ritardo riguardo alla trasmissione telematica delle pratiche edilizie ai SUE. Di fatto i Comuni già attivi in tal senso mi risulta siano Cavallino e Gallipoli, mentre Lecce al momento è ancora in una fase sperimentale alla quale anche noi geometri stiamo contribuendo”.


Regolamento Tipo


Si va verso il regolamento edilizio tipo, con un glossario per tutti e declinazioni a livello regionale, provinciale e comunale. Cosa cambierà per i tecnici? E per i cittadini?


Daniele De FAbrizio, pres. prov. dell’Ordine degli Ingeneri


De Fabrizio: “Il Governo ha finalmente approvato il Regolamento Edilizio Tipo  che si compone di una serie di definizioni, finalmente univoche (sembrerà strano ma i regolamenti vigenti nei nostri comuni, ad oggi, danno differenti definizioni di superfici coperte, di volumi, di altezze ecc.). La Regione ha già predisposto una legge di recepimento del suddetto regolamento tipo e, in una riunione con l’Assessore regionale all’urbanistica, gli Ordini degli Ingegneri della Puglia hanno chiesto l’istituzione di un tavolo tecnico per la redazione di un Regolamento Edilizio Unico per la Puglia. Siamo in attesa”.


Rizzo: “Il regolamento edilizio tipo, non potrà che agevolare il lavoro di noi tecnici, oggi alle prese con una serie di regolamenti vigenti nei vari Comuni, spesso con consistenti diversità fra loro. La condizione sine qua non, deve essere  quella che sia stilato in modo chiaro e non lasci spazio alle interpretazioni dei vari dirigenti comunali”.


De Matteis: “All’interno di un quadro di semplificazione ed uniformazione delle norme e degli adempimenti, il regolamento tipo rappresenta una importante novità perché cerca di stabilire “definizioni uniformi e disposizioni sovraordinate in materia edilizia”. Uno sforzo per creare un unico glossario di riferimento su tutta la Penisola e porre rimedio a quel linguaggio incerto e spesso contraddittorio che contraddistingue gli interventi di trasformazione del territorio. Se più che parlare 8.000 dialetti si parlasse un’unica lingua pur con accenti diversi… La chiarezza e unicità della norma (cos’è un volume, una superficie coperta, un vano tecnico, una veranda, un portico, ecc.) mette il professionista e il cittadino al riparo da interpretazioni soggettive e discriminanti”.


La nuova Scia


Il decreto legislativo 222 del 2016 estende il campo di applicazione della nuova Scia (Segnalazione certificata di inizio di attività), stabilendo il silenzio assenso e comunicazione e definizione dei regimi amministrativi applicabili a determinate attività e procedimenti. Al Comune resta solo la funzione di controllo e, se da una parte si semplifica il compito ai cittadini, dall’altra si estendono le competenze dei tecnici che diventano “asseveratori” con ancora più responsabilità. Giusto così?


Eugenio Rizzo, pres. prov. dell’Ordine dei Geometri

Rizzo: “Ormai l’indirizzo del legislatore è chiaro: noi professionisti saremo sempre più tecnici asseveratori, con tutte le conseguenti responsabilità a nostro carico, e i vari enti avranno solo funzione di vigilanza e controllo sul nostro lavoro. Tale indirizzo certamente ci gratifica e ci dà responsabilità, ma contestualmente ci obbliga a un impegnativo e per noi oneroso aggiornamento professionale continuo, a fronte di compensi mai certi a causa dell’abolizione delle tariffe minime. Il collegio dei geometri di Lecce ha in fase di organizzazione una serie di seminari di approfondimento su tutte le tematiche urbanistico edilizie e igienico sanitarie, oggetto di asseverazione da parte dei tecnici”.


De Matteis: “Anche per la Scia unica vale quanto detto per il regolamento tipo per quanto riguarda la straordinaria utilità di moduli standardizzati su tutto il territorio nazionale. A questo si aggiungono ulteriori vantaggi, come l’avvio del procedimento amministrativo: ha una data precisa e, a meno di omissioni da parte dei richiedenti, contiene tutte le informazioni e i documenti necessari al procedimento per cui l’Amministrazione può richiedere integrazioni solo nel caso non vi sia corrispondenza tra il contenuto della segnalazione o della comunicazione e quanto pubblicato sul sito istituzionale. Si stabilisce, poi, il principio secondo cui “l’amministrazione chiede una volta sola”. In tutti i casi in cui sono necessarie altre Scia, comunicazioni, attestazioni, asseverazioni, l’interessato trasmette un’unica Scia e l’Amministrazione la trasmette immediatamente alle altre amministrazioni per i pareri di loro competenza. Sì vi è una maggiore responsabilizzazione del tecnico questi, però, potrà rivendicare il diritto di agire all’interno di un riferimento normativo e di disposizioni chiare e formali (penso a un certificato di destinazione urbanistica che inequivocabilmente, sul piano urbanistico e normativo, determini le tipologie di intervento). Maggiore responsabilità dei tecnici, quindi, ma all’interno di un quadro di maggiori certezze”.


De Fabrizio: “Non è giusto che in un quadro normativo confuso e schizofrenico e dove nulla è certo, si richieda al tecnico libero professionista di assumere responsabilità sulla conformità a norme e leggi poco o per niente chiare. Il silenzio assenso è un istituto che non condivido in quanto costituisce la soluzione di comodo per superare le inadempienze degli Enti preposti ad esprimere un parere. Ritengo che debba essere imposto il dovere a chi controlla di esprimere il previsto parere e ad essere chiamato alle proprie responsabilità in caso contrario. Senza nascondersi dietro scuse che, nella maggioranza dei casi, sono di comodo”.


Troppi vincoli


Tanti Enti, burocrazia elefantiaca, troppi vincoli e iter sempre più difficili: quanto siete d’accordo con questa affermazione?


De Fabrizio: “Oggi il regime vincolistico è irragionevole e, soprattutto, non porta alcun vantaggio né al paesaggio, né all’ambente e tanto meno alla qualità architettonica. Noi viviamo in un inquinamento estetico senza precedenti. Un esempio: se osserviamo uno dei bei palazzi delle nostre città, costruito negli anni ‘50 e ‘60 ne apprezziamo la semplicità delle forme, le pregevoli attenzioni agli elementi architettonici caratteristici e il rispetto dell’ambiente in cui è stato edificato; eppure quell’immobile è stato sottoposto ad un solo parere, quello dell’allora commissione edilizia comunale. I nostri progetti di oggi sono sottoposti all’approvazione di diversi Enti, preposti, ognuno, a tutelate un solo vincolo, eppure non mi sembra che la qualità ingegneristica ed architettonica sia superiore a quella precedente”.


De Matteis: “Più che i vincoli, preoccupa il non definito, la mancanza di regole e responsabilità certe. Non si avvia nessun procedimento se tale procedimento non può essere avviato. è necessario costruire Questo scenario a vantaggio di tutti (quel costo della burocrazia di cui parlavo prima non è irrilevante e lo paghiamo tutti)”.


Rizzo: “Certamente negli ultimi anni vi è stata la semplificazione delle procedure, ma ciò è avvenuto solo ed esclusivamente scaricando su noi tecnici tutte le responsabilità e non mediante una reale semplificazione. Sono richiesti, ancora oggi, troppi pareri preliminari che allungano i tempi ed aumentano i costi”.


Più restauri


Sembra essere fiorente il comparto dei recuperi delle costruzioni in campagna e nei centri storici con benefici per la manodopera legata al restauro. È questa la nuova tendenza?


De Fabrizio: “Come nella proposta avanzata alla Regione  dal nostro ordine sarebbe opportuno vietare (entro certi limiti) il consumo di suolo per nuove edificazioni ed intervenire esclusivamente sul costruito, demolendo gli immobili vetusti che hanno caratterizzato l’edilizia degli ultimi cinquant’anni, garantendo delle premialità, a chi ricostruisce,   in termini di, oneri concessori,   volumetrici, di sgravi  fiscali e aliquote IVA (in proposito non si comprende perché solo il costo del mattone è assoggettato ad una aliquota IVA pari al 22% senza possibilità di IVA ridotta come per gli elementi degli impianti)”.


Rizzo: “Non si può che essere d’accordo con il progetto di difesa del territorio e il consumo O del suolo, ma, la dove gli strumenti urbanistici attuativi lo consentono o dove ci sia il solo recupero dell’esistente, le procedure e i pareri dovrebbero essere rivisti e snelliti. La tendenza dei nuovi urbanisti è il consumo O del territorio e il nuovo PUG di Lecce “che noi geometri abbiamo gradito” ne è la prova.  Il recupero dei corpi masserizi e dei centri storici  rappresenta il futuro dell’edilizia, ma resta un mercato di nicchia a causa dei notevoli costi di recupero e della mancanza di reali politiche d’incentivazione. Un mercato che andrebbe curato con maggiore attenzione è quello della riqualificazione Energetica degli edifici, che con un pacchetto d’incentivi con detraibilità immediata o comunque a breve termine potrebbe certamente essere un vero volano per l’edilizia.


De Matteis: “Dovendo sintetizzare con le parole i caratteri distintivi di questa epoca si direbbe zero consumo di suolo, rigenerazione, riuso, riqualificazione. Per fare questo, che pare un dettato storico del tutto condivisibile, bisogna che un po’ tutti ci attrezziamo e affiniamo la tecnica del trasformare, del riassemblare. Insomma bisogna forse ricominciare a capire, e se ci viene preclusa la possibilità di creare, dobbiamo tenere viva l’aspirazione alla creatività”.


a cura di Giuseppe Cerfeda


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Analogie tra il Gioco del Poker e la Politica: Una Questione di Strategia

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Nell’arena del potere, ogni mossa è calcolata, ogni silenzio è studiato e ogni parola pesa più di quanto sembri. Che si tratti di una sala da poker o di una conferenza stampa, ciò che accomuna entrambi i contesti è la necessità di agire con astuzia, autocontrollo e prontezza. Politici e giocatori di poker condividono competenze essenziali che vanno dalla lettura delle intenzioni al tempismo nel prendere decisioni rischiose. Analizzare le analogie tra questi due mondi permette di comprendere meglio le dinamiche che regolano sia le stanze del potere sia i tavoli da gioco.

Il Tavolo Verde e la Scena Politica: Due Mondi a Confronto

Il confronto tra il poker e la politica non è solo un esercizio retorico. In entrambi i casi, ci si muove in un sistema con regole specifiche, obiettivi chiari e una competizione agguerrita. Chi partecipa deve calibrare ogni mossa e valutare i segnali degli altri, cercando di non svelare troppo delle proprie intenzioni.

Il concetto stesso di “poker face” trova piena applicazione anche nel dibattito politico. Così come il giocatore mantiene il controllo delle proprie emozioni per non rivelare la forza della mano, anche il politico evita reazioni eccessive durante i confronti pubblici. È una forma di comunicazione sottile ma potente.

Molti dei meccanismi utilizzati nel poker sono direttamente applicabili alla politica, specialmente nel modo in cui le informazioni vengono controllate e utilizzate. La gestione dell’informazione è infatti centrale in entrambi gli ambienti. Anche nel poker online, l’arte del bluff e della strategia si mantiene intatta, richiedendo attenzione, calcolo e una lettura accurata degli avversari.

Regole e Codici Non Scritte

Sia nel gioco sia in politica, non esistono solo regole ufficiali ma anche codici non scritti. Questi ultimi possono riguardare comportamenti considerati accettabili o sconsigliati, strategie di comunicazione, o perfino modi di presentarsi. Chi ignora queste convenzioni rischia di apparire ingenuo o fuori luogo, perdendo così autorità o influenza.

L’analisi delle dinamiche di potere evidenzia somiglianze evidenti. A un tavolo da poker, chi ha più fiches detta il ritmo e impone scelte difficili agli altri. In politica, chi detiene più consenso o controllo delle risorse condiziona l’agenda degli avversari. Questa capacità di orientare le decisioni altrui rappresenta il cuore del potere strategico.

Il Bluff come Strumento Politico

Il bluff, nel contesto del poker, non è altro che una dichiarazione ingannevole fatta per spingere l’avversario a sbagliare. In politica, una dichiarazione ambigua o una mossa inattesa può servire allo stesso scopo. È una pratica che si basa sull’informazione asimmetrica e sulla capacità di prevedere le reazioni altrui.

A differenza della menzogna, che punta a nascondere la verità in modo continuativo, il bluff è episodico, calcolato, e spesso supportato dalla logica strategica. In entrambi gli ambiti, un bluff riuscito richiede non solo sangue freddo ma anche una profonda conoscenza del contesto e degli altri attori in gioco.

Strategie Visive e Psicologiche

Un aspetto interessante del poker è l’importanza dell’immagine che si vuole trasmettere. Alcuni giocatori adottano uno stile iperattivo per sembrare imprevedibili, altri giocano poche mani per rafforzare la credibilità dei loro bluff. In politica accade lo stesso. L’immagine pubblica, costruita attraverso atteggiamenti, linguaggio del corpo e tono della voce, è uno strumento potente per influenzare l’opinione pubblica.

Il controllo emotivo resta fondamentale. Mostrare troppa sicurezza o troppo nervosismo può alterare la percezione e fornire vantaggi agli avversari. La gestione delle emozioni diventa dunque un elemento di performance, da allenare come qualsiasi altra abilità.

Calcolo delle Probabilità e Decisioni Rapide

Tanto nel poker quanto in politica, ogni decisione è il frutto di una valutazione razionale delle possibilità. Ogni mossa viene soppesata in base ai vantaggi potenziali e ai rischi associati. Un buon giocatore, come un buon leader, sa quando insistere e quando è meglio ritirarsi.

Le decisioni prese sotto pressione, con dati incompleti e tempi stretti, sono tra le più delicate. La capacità di restare lucidi in questi momenti distingue i leader efficaci da quelli improvvisati. Il rischio calcolato, più che il coraggio cieco, è la chiave per ottenere risultati duraturi.

Alleanze, Tradimenti e Obiettivi Personali

Nel poker multi-giocatore, può capitare che si creino alleanze momentanee per eliminare un avversario pericoloso. Tuttavia, tali alleanze durano finché sono utili. Lo stesso si osserva in politica, dove coalizioni e accordi si formano e si sciolgono rapidamente a seconda delle convenienze.

La flessibilità strategica è essenziale. Chi resta ancorato a vecchie alleanze o promesse può ritrovarsi isolato quando il contesto cambia. L’agilità mentale e la disponibilità ad adattarsi diventano dunque elementi centrali per navigare in scenari politici complessi.

L’Arte del Controllo e l’Espressività Pubblica

Alcuni politici costruiscono la loro immagine pubblica sul pieno controllo delle emozioni, altri sull’espressività intensa e viscerale. Entrambe le strategie possono avere successo, a patto che siano coerenti con il messaggio e la percezione generale dell’individuo.

La coerenza è fondamentale. Un politico che cambia stile in modo imprevedibile rischia di perdere credibilità, così come un giocatore che si contraddice frequentemente diventa facile da leggere. La strategia comunicativa, quindi, non è solo ciò che si dice ma anche il modo in cui lo si dice.

Due Mondi, Un’unica Logica

Il confronto tra poker e politica non si limita a semplici coincidenze. Entrambi i mondi richiedono analisi, intuito, tempismo e capacità di adattamento. Che si tratti di una campagna elettorale o di una mano decisiva, chi domina questi ambiti conosce il valore del silenzio, la forza della pazienza e l’arte di leggere l’altro.

Osservare la politica con l’occhio di un giocatore di poker aiuta a svelare dinamiche nascoste e strategie apparentemente inspiegabili. Allo stesso modo, vedere il poker come una metafora della leadership può offrire spunti interessanti per interpretare i comportamenti degli attori pubblici. In fondo, che si giochi per vincere una posta in denaro o un’elezione, le regole invisibili della strategia sono spesso le stesse.

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Ferrovie chiuse, cantieri attivi per ammodernare le Sud Est

L’investimento complessivo dei lavori ammonta a oltre 600 milioni di euro, di cui 400 milioni finanziati con fondi PNRR…

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In molti si saranno chiesto, attraversando alcuni passaggi a livello, cosa sono quelle barriere di plastica rossa che delimitano l’ingresso ai binari, con affisso sulla rete: “Lavori in corso”.

Ne abbiamo parlato più volte dei lavori di ammodernamento delle rete ferroviaria e delle stazioni di Ferrovie Sud Est, ora, nonostante l’estate e i turisti bramosi di movimento, sembra siano in atto i cantieri.

L’investimento complessivo dei lavori ammonta a oltre 600 milioni di euro, di cui 400 milioni finanziati con fondi PNRR.

Venti hub intermodali

Sono partiti i lavori per trasformare venti stazioni della rete Ferrovie Sud Est in hub intermodali. 

Quello che si cerca di fare e migliorare l’accessibilità delle stazioni attraverso l’innalzamento dei marciapiedi, l’eliminazione delle barriere architettoniche, la realizzazione di sottopassi di stazione ciclopedonali, l’adeguamento dei percorsi per ipovedenti, la segnaletica, la sistemazione a verde, l’arredo urbano, l’illuminazione e la videosorveglianza. 

Saranno tutti interventi volti a potenziare i servizi di interscambio attraverso la riqualificazione dei piazzali antistanti e la realizzazione di parcheggi per i bus, parcheggi per auto private e velostazioni di interscambio, corsie «kiss and ride» e percorsi pedonali.

Le stazioni che verranno riqualificate, in Salento, sono quelle di Otranto, Casarano, Gallipoli, Maglie, Novoli, Tricase, Zollino.

A Tricase ruspe già in azione e stazione chiusa come altrove. Attivo il servizio sostitutivo in pulman per raggiungere i diversi centri.

ERTMS ed elettrificazione nel Salento

Avviati anche i cantieri nel Salento per l’installazione del sistema ERTMS sulla tratta Novoli – Zollino – Galatina. 

Proseguono i lavori di elettrificazione della linea Zollino – Gagliano del Capo.

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Offerte luce e gas: quali tipologie esistono e quando sceglierle

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Offerte Luce e Gas

Con l’avvento del mercato libero, le offerte luce e gas si sono moltiplicate. Pensate per soddisfare le più svariate abitudini di utilizzo e necessità di risparmio, possono rendere piuttosto complessa la scelta.

Il consumatore che desidera abbattere i costi in bolletta cambiando offerta e non vuole avere spiacevoli sorprese, non può limitarsi a una lettura superficiale dei costi e delle tariffe indicate. È molto importante che presti attenzione a tutte le caratteristiche e i dettagli, i quali possono davvero fare la differenza.

In questo articolo andremo a scoprire quali sono le principali tipologie di offerte presenti sul mercato e quale tariffa luce e gas conviene in base alle proprie esigenze.

Tariffe a prezzo fisso o indicizzato

La prima grande differenza della quale tenere conto quando ci si appresta a scegliere una nuova offerta luce e gas riguarda il modello di prezzo, il quale può essere fisso o variabile.

Le tariffe a prezzo fisso sono quelle che mantengono invariato il costo al kWh per un periodo di tempo in genere non inferiore ai 12 mesi. Utili per non risentire delle oscillazioni negative dei mercati dell’energia elettrica e del gas, sono una scelta adatta ai nuclei familiari con un budget rigido, i quali non possono correre il rischio di ricevere, all’improvviso, bollette molto più salate del solito. Risultano inoltre perfette per coloro i quali preferiscono non avere brutte sorprese e non sono interessati a sfruttare gli eventuali ribassi dei prezzi.

Le offerte con tariffe variabili sono invece quelle che prevedono un prezzo indicizzato al PUN – per la corrente elettrica – o al PSV o PSBIL – per il gas. In questo caso, i costi in bolletta possono variare con una certa frequenza, aumentando o diminuendo a seconda dell’andamento del prezzo all’ingrosso. Le tariffe indicizzate sono ideali per chi non teme e può sostenere aumenti imprevisti, e desidera sfruttare in suo favore eventuali ribassi.

I consumatori che non vogliono rinunciare del tutto ad avvantaggiarsi di eventuali riduzioni dei prezzi all’ingrosso, ma che, allo stesso tempo, non hanno budget particolarmente elastici e non voglio assumersi troppi rischi, possono optare per una terza tipologia di tariffa, ossia per quella indicizzata, ma con Cap. In questo caso, il prezzo può aumentare, ma solo entro un certo margine e non può superare il tetto massimo stabilito.

Offerte con tariffe PLACET

Quando si consultano le varie offerte di luce e gas disponibili, ci si può imbattere in un particolare termine: PLACET. In realtà, questo è un acronimo e sta per “Prezzo Libero A Condizioni Equiparate di Tutela”.

Le offerte PLACET sono quelle che prevedono prezzi stabiliti dai fornitori, senza limiti o vincoli, ma condizioni contrattuali imposte dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.

Messe obbligatoriamente a disposizione da ogni fornitore e disponibili sia in versione indicizzata sia in quella con tariffa fissa, sono ideali per chi preferisce effettuare un passaggio graduale dal mercato tutelato a quello libero e non vuole rinunciare alle condizioni contrattuali dell’ARERA.

Le offerte luce green

Tra le tante tipologie di offerte tra le quali scegliere, rientrano anche quelle green, generalmente riservate alla corrente elettrica. Variabili a seconda del venditore, prevedono energia 100% certificata da fonti rinnovabili attraverso il meccanismo delle GO e particolari agevolazioni, le quali possono consistere in sconti, bonus o su una riduzione nel tempo della componente fissa della bolletta.

Questa tipologia di offerta è ideale per chi desidera ridurre l’impatto del suo stile di vita sull’ambiente, ottenendo anche un beneficio economico.

Soluzioni dual fuel o bollette separate

Chi desidera cambiare offerta di corrente elettrica e di gas può optare per una soluzione dual fuel – ossia che includa in un unico contratto sia la fornitura di luce sia quella del gas – o per offerte separate.

Le offerte dual fuel sono pensate principalmente per chi utilizza sia corrente elettrica sia gas e desidera trovare soluzioni più vantaggiose per entrambe le utenze, pagando un’unica bolletta.

Quelle separate sono invece perfette per chi vuole cambiare offerta solo per una delle due forniture o semplicemente preferisce pagare bollette separate. Racchiudere entrambe le utenze in uno stesso pagamento può portare a delle offerte da parte dei fornitori, mentre scegliendo soluzioni singole si ha la possibilità di attivare tipologie di offerte diverse, puntando ad esempio su un’offerta green per la luce e su una PLACET per il gas.

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