Cronaca
Bivacchi abusivi: blitz delle forze dell’ordine a Torre dell’Orso
Controlli interforze di Carabinieri, Polizia Locale e Capitaneria di Porto: sgomberati bivacchi ed elevate sanzioni per commercio abusivo e vendita di prodotti contraffatti
Blitz all’alba nella pineta di Torre dell’Orso. L’operazione è stata condotta alle prime ore del mattino dai carabinieri della Stazione di Melendugno, dagli agenti del Corpo di Polizia Municipale di Melendugno e dagli uomini della delegazione della Capitaneria di Porto di San Foca.
Un’azione mirata, principalmente, a sgombrare i numerosi bivacchi improvvisati che erano stati allestiti nell’area della pineta retrostante la spiaggia della marina di Torre dell’Orso. Ed infatti in una conca, nei pressi del canale che attraversa la pineta, le forze di polizia hanno rinvenuto un vero e proprio villaggio abusivo nascosto fra le dune, realizzato con tende, brandine e gazebo, abitato da una ventina di persone, perlopiù straniere, che sono state sorprese nel sonno e, dopo i necessari controlli, hanno provveduto a sgombrare l’area.
Erano state costruite baracche con cartoni e materiali di risulta, nelle quali trovavano rifugio venditori ambulanti stranieri ma anche giovani italiani che pensavano di fare le vacanze a costo zero. Rimossi anche numerosi altri bivacchi improvvisati sparsi all’interno della pineta.
Contestualmente sono stati effettuati anche controlli al commercio ambulante ed alla diffusione di prodotti contraffatti, controlli che hanno portato ad identificare e sanzionare diversi ambulanti mentre scaricavano dalle auto la propria mercanzia per poi venderla ai turisti che affollano la spiaggia.
Ulteriori controlli congiunti tra le suddette Forze di Polizia saranno effettuati nei prossimi giorni, sia durante la mattinata per verificare il rispetto delle autorizzazioni amministrative e contrastare la vendita di merce contraffatta, sia durante la notte per la prevenzione dei bivacchi e la commissione di reati.
Tali servizi saranno portati avanti non solo all’interno della marina, fra cui Viale dei Pini, centralissima via di passeggio nelle ore serali, ma anche nelle zone più periferiche della località turistica.
Cronaca
Brucia auto nella notte: incendio sospetto a Matino
Alle ore 02:00 di questa notte un incendio divampato a Matino ha distrutto una vettura.
Sul posto, una squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Gallipoli, appartenente al Corpo dei Vigili del Fuoco di Lecce, precisamente in via Verdi.
L’auto è una Mercedes, modello 180, di proprietà di un 36enne.
Grazie alla rapida risposta e all’efficace azione dei Vigili del Fuoco, è stato possibile contenere l’incendio evitando danni ulteriori a persone e beni.
Al momento e’ in corso l’attività investigativa per determinare la natura dell’incendio.
Cronaca
Tricase: ferisce la nonna e poi sferra calcio in faccia a carabiniere
Ventinovenne del posto arrestato in flagranza per per violenza e minaccia a pubblico ufficiale, resistenza e lesioni personali
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I Carabinieri della Sezione Radiomobile di Tricase hanno arrestato un uomo di 29 anni, del posto, per violenza e minaccia a pubblico ufficiale, resistenza e lesioni personali.
L’arrestato, nel corso della serata, aveva avuto un accesa discussione per futili motivi prima con la nonna usando violenza fisica e causandole addirittura una distorsione al braccio e poi con la madre oggetto di violenza verbale.
I militari dell’Arma che, allertati dalla madre, sono intervenuti mentre l’aggressore era ancora presso l’abitazione.
Vano il tentativo di calmarlo: in evidente stato di agitazione e non tollerando l’intervento dei Carabinieri, si è scagliato contro uno di loro colpendolo con un calcio al volto.
Sul posto a dar manforte ai colleghi anche i carabinieri della Stazione di Gagliano del Capo.
Il 29enne è stato bloccato e arrestato in flagranza di reato.
Come disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce, il fermato è stato condotto presso la Casa Circondariale Borgo San Nicola del capoluogo salentino.
Cronaca
Tricase Porto: Villa Sauli, che succede?
Nonostante una sentenza esecutiva e inappellabile del Consiglio di Stato che a dicembre ne ha ordinato l’abbattimento l’ecomostro è ancora lì a fare ombra all’antico e prezioso porto. E i tempi potrebbero ancora allungarsi causa altro ricorso al Tar. Vi spieghiamo perché e quali potrebbero essere i possibili scenari
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Che succede a Tricase Porto?
Mentre in altri lidi, vedi Sant’Isidoro a Nardò, hanno già inviato le ruspe per abbattere gli ecomostri nel porto rifugio tricasino, autentico gioiello tanto amato ed osannato, continua a tiranneggiare la famigerata “Villa Sauli”.
Eppure su quello che nelle intenzioni dichiarate negli anni Sessanta doveva diventare un albergo diffuso, pende come una mannaia inesorabile la sentenza, esecutiva ed inappellabile, datata 14 dicembre 2023, con la quale il Consiglio di Stato ne ha ordinato l’abbattimento, ponendo definitivamente fine ad una vicenda giudiziaria avviata nel 2017 dall’allora sindaco Carlo Chiuri che intraprese una battaglia personale per la sicurezza ed il decoro del Porto di Tricase.
E quindi? Quindi abbiamo scoperto che i tempi potrebbero ancora allungarsi causa l’ennesimo ricorso.
Ma come, direte, la sentenza non era inappellabile?
Si lo era e tale rimane, ci mancherebbe altro!
Quello che è avvenuto è che, all’atto di procedere all’abbattimento, così come ordinato dal Consiglio di Stato, per un eccesso di correttezza e zelo, dal Comune son partiti gli avvisi agli eredi, proprietari del fabbricato.
Uno di questi, però, non sarebbe andato a buon fine per un mero errore formale, forse un “difetto di notifica”, che ha dato adito ad uno degli eredi di ricorrere nuovamente al Tar.
Difficile, anzi improbabile, secondo il parere di alcuni legali da noi interpellati, mettere mano alla sentenza di abbattimento emessa dal Consiglio di Stato, ma i tempi, come dicevamo, potrebbero allungarsi ed anche di anni.
Il ricorso (iscrizione a ruolo del 22/4/2024 n° 465/2024) è stato già comunicato al Comune di Tricase che, a quanto ci risulta, non si è costituito in giudizio.
I possibili scenari: in caso di richiesta di sospensiva i tempi sarebbero certamente più celeri; se, invece, si entrerà nel merito, lo si farà su input delle parti e, a quel punto, conoscendo le lungaggini di questo tipo di procedure, potrebbero volerci anche 4-5 anni.
Anni durante i quali dovremo continuare a spiegare a chi verrà trovarci, come mai quell’ecomostro domini ancora l’antico porto preso a modello in tutto il Mediterraneo per la sua bellezza e per le pratiche di sviluppo sostenibile di ecosistemi rurali e costieri.
Giuseppe Cerfeda
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