Collepasso
In casa con armi e droga. 47enne ai domiciliari
Custodiva un fucile da caccia nel giardino ed hashish in camera da letto

A seguito di un attività investigativa, i carabinieri della stazione di Collepasso, assieme ai colleghi del nucleo operativo Radiomobile della compagnia di Casarano, hanno arrestato Lidia Pellegrino, 47enne di Collepasso.
Durante i controlli domiciliari i carabinieri hanno trovato nel giardino della signora un fucile da caccia “franchi ” calibro 12 con due colpi in canna. Dai controlli effettuati dai carabinieri è stato confermato che l’arma era stata rubata presso un’abitazione a Racale nel mese di Luglio 2016. Durante la perquisizione i militari hanno trovato anche un grammo di hashish in camera da letto. Il tutto è stato posto sotto sequestro.
Pellegrino è stata segnalata alla prefettura di Lecce per uso non terapeutico di sostanze stupefacenti e per lei sono stati predisposti gli arresti domiciliari.
Appuntamenti
Giornate FAI d’Autunno, tutte le aperture in Salento
Una festa diffusa, organizzata dalle Delegazioni FAI e dai Gruppi FAI sul territorio, con l’importante partecipazione dei giovani volontari, per promuovere la conoscenza del patrimonio di storia, arte e natura del nostro Paese

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Evento nazionale di partecipazione attiva e di raccolta pubblica di fondi sabato 11 e domenica 12 ottobre. Visite a contributo libero in 700 luoghi inaccessibili o poco valorizzati in 350 città in tutta Italia
Oltre 700 luoghi eccezionali, solitamente non visitabili, poco conosciuti e lontani dai consueti itinerari turistici, saranno protagonisti delle Giornate FAI d’Autunno 2025, in programma sabato 11 e domenica 12 ottobre (anteprima sabato 4 e domenica 5) in 350 città, da nord a sud della Penisola.
Torna per la quattordicesima volta il grande evento di piazza che il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS dedica ogni autunno al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese: una festa diffusa – organizzata dalle Delegazioni FAI e dai Gruppi FAI sul territorio, con l’importante partecipazione dei giovani volontari – che conferma l’impegno della Fondazione nel promuovere presso la cittadinanza, più larga possibile, la conoscenza del patrimonio, ricchissimo e variegato, di storia, arte e natura del nostro Paese, per favorirne la tutela e la valorizzazione con il contributo di tutti, e così svolgere la sua missione di educazione culturale e civica.
Partecipare alle Giornate FAI d’Autunno non è solo un’occasione per scoprire e per godere del patrimonio che ci circonda, ma anche un modo concreto per contribuire alla sua cura e alla sua valorizzazione attraverso l’attività del FAI; ad ogni visita si potrà sostenere, infatti, la missione della Fondazione con una donazione.
L’edizione di quest’anno – occasione speciale per celebrare i cinquant’anni dalla nascita del FAI, fondato nel 1975 da Giulia Maria Crespi e Renato Bazzoni, con Alberto Predieri e Franco Russoli – è stata presentata a Roma, al Viminale, che sarà straordinariamente visitabile in occasione dell’evento. Voluto da Giovanni Giolitti come sede dell’Esecutivo, il palazzo – progettato nel 1911 dall’architetto Manfredo Manfredi – unisce il ricordo della Roma dei Cesari con il gusto monumentale del periodo ed è oggi sede del Ministero dell’Interno.
Un’apertura che ben rappresenta la missione culturale che la Fondazione svolge a fianco delle istituzioni, con i cittadini e per il Paese, e che si realizza nella cura e nella valorizzazione di tanti luoghi speciali e nel coinvolgimento attivo di sempre più persone con lo scopo di educarle all’amore, alla conoscenza, alla tutela e al godimento del patrimonio storico, artistico e paesaggistico d’Italia.
IL PROGRAMMA IN SALENTO
Attualità
Laura Manta di Collepasso: “Non volevo diventare sindaco”
“Le iniziative che abbiamo messo in atto, l’impulso che abbiamo dato un po’ in tutti i settori, anche nel sociale e dal punto di vista culturale, hanno riacceso entusiasmo tra i cittadini…”

ESCLUSIVA
Collepasso vive le sue vicende politiche con molta passione, mettiamola così.
Questo, però, nell’ultimo periodo, l’ha portata alla ribalta della cronaca anche nazionale per vicende non propriamente edificanti.
E tutto ciò ha infastidito (eufemismo) la prima cittadina che avrebbe preferito si parlasse del paese per i tanti cambiamenti che in questi ultimi anni l’hanno riguardato, sia infrastrutturali che culturali.
Per questo (anche) la sindaca Laura Manta ha accettato volentieri il nostro invito in redazione: per parlare della sua Collepasso, del mandato in scadenza nel 2027 e dei progetti passati, presenti e futuri.
CANTIERI COME MAI VISTI PRIMA
A partire dai tanti cantieri aperti, come forse mai Collepasso aveva visto prima:
«Abbiamo preso in corsa il treno del PNRR («un altro potrebbe non passare») e abbiamo dato un grande impulso ai lavori pubblici. Uscivamo da dieci anni di immobilismo e avevamo ancora sul groppone l’esperienza di cantieri, anche importanti, aperti e mai portati a termine fino al definitivo abbandono. La premura mia e dell’amministrazione, sin dal momento in cui ci siamo insediati, è scaturita dalla voglia di recuperare la fiducia delle persone nei confronti della macchina amministrativa e burocratica e della politica in generale. Per questo abbiamo pensato che quello dei lavori pubblici potesse essere un canale da guadare. Quindi ci siamo buttati a capofitto per riaprire alcuni cantieri e avviarne altri. Abbiamo partecipato a tantissimi bandi, come quello per la mensa scolastica. I nostri bambini della scuola primaria erano costretti a mangiare in aula. Non si poteva continuare così».
LA MENSA SCOLASTICA
Parlando di mensa non si può svicolare dalla vicenda “La Fenice” di cui tanto si parla…
«Il nostro è tra i 38 Comuni coinvolti dal cosiddetto “scandalo dell’olio lampante”. Il nostro contratto con “La Fenice” si è concluso il 30 giugno scorso, per cui non avremo difficoltà a procedere con un altro affidamento insieme agli altri paesi dell’Unione delle Serre Salentine».
Tornando alla struttura che ospiterà la mensa, «si tratta di un progetto che ha avuto molti consensi, anche da fuori paese, per l’ottimizzazione dell’efficientamento energetico e per l’estetica («è riconoscibile per la sua vela forata che di notte si illumina con diversi colori»): un bel progetto portato a termine, a conferma che le opere si possono iniziare, cantierizzare, consegnare e rendicontare. Questa, permettetemi di sottolinearlo, è una novità assoluta per Collepasso! Sì, perché chi mi ha preceduto ha sempre fatto leva sulla presunta capacità di accedere a finanziamenti ma, alla fine, non vi era alcun ritorno concreto per la comunità perché le opere non si portavano a termine».
PALAZZO BARONALE
Sempre nel contesto delle “imprese” portate a termine, il restauro del palazzo Baronale, simbolo di Collepasso.
«Averne completato il restauro è motivo di orgoglio. Fino al nostro avvento era solo incuria e degrado. Oggi una delle sue sale è sede della biblioteca. I ragazzi che studiano fuori, anche quando tornano in estate o a Natale, ci chiedono di poter utilizzare quelle sale.
Oggi il palazzo Baronale è diventato la “casa” di tutte le nostre attività culturali. Settore, quello culturale, sui cui abbiamo voluto spingere. Il cartellone degli eventi estivi appena consumatosi ne è la conferma, così come l’inserimento di Collepasso nelle prossime “Giornate FAI di Autunno”».
LA CITTADELLA DELLO SPORT
Altro punto focale: il Palazzetto dello Sport con campetti annessi e connessi.
«Siamo in dirittura d’arrivo. Mi auguro si possa procedere al taglio del nastro entro ottobre. Anche perché ospiteremo le partite casalinghe della “Leo Shoes Volley” dalla vicina Casarano che parteciperà al prossimo campionato di Serie B e la squadra deve potersi allenare in vista della stagione. Accanto al Palazzetto, la Cittadella dello Sport con la possibilità di praticare padel, basket, ecc. In questo modo rivitalizzeremo del tutto quella che era una zona periferica, trasformandola in un’area molto, molto accogliente».
SECONDO MANDATO
Lei è in carica dal 2021. Cosa farà nel 2027? Chiederà agli elettori la conferma per un altro mandato?
«Sinceramente siamo concentrati sul presente e sul lavoro quotidiano. Inutile nascondere, però, che ci farebbe piacere dare continuità al nostro progetto per avere l’opportunità di portare a termine tutto quello che stiamo avviando».Anche per i noti “svisamenti” della dialettica politica interna che hanno portato in dono (poco gradito) la ribalta delle cronache nazionali, vista dall’esterno, sembrerebbe che Collepasso abbia bisogno di un processo di pacificazione. È così?
«È una percezione sbagliata. Frutto anche delle polemiche innescate da taluni e veicolate attraverso i social. Quanto raffigurato, però, non rappresenta degnamente quello che invece è il senso di comunità che si è creato.
Le iniziative che abbiamo messo in atto, l’impulso che abbiamo dato un po’ in tutti i settori, anche nel sociale e dal punto di vista culturale, hanno riacceso entusiasmo tra i cittadini che hanno ritrovato quel senso di comunità che prima non c’era. Anche l’idea di puntare molto su cultura ed eventi è nata per dare impulso alle (purtroppo) poche attività commerciali o ristorative del paese.
Non ci siamo limitati alla sola estate come conferma, all’interno della rassegna Crita – Festival delle arti, la recente presenza di Andrea Pennacchi, con lo spettacolo teatrale Una piccola Odissea. Quella di Collepasso è stata l’unica tappa in Puglia oltre quella di Bari».
CULTURA ED ECONOMIA
C’è chi si ostina a dire che con la cultura non si mangia…
«Non è vero! Garantisce un ritorno non solo immateriale. Grazie agli eventi culturali lavorano i B&B e tutte le altre attività ricettive. Non si parla solo di economia ma delle persone che la muovono e che, attraverso queste iniziative, ritrovano un anello di contatto con chi amministra, apprezzandone le scelte e la ricaduta sociale, economica e culturale.
Tutto questo ha fatto sì che il paese si ricompattasse attorno ad un’idea che non è solo mia e dell’amministrazione ma condivisa da tutti. Tranne forse che da qualcuno seduto sui banchi dell’opposizione».
CONTRASTI PERSONALI
Torniamo alle polemiche di cui prima. Scatenate anche da chi era partito con il suo stesso treno…
«Diciamo che non c’è amicizia: mettiamola così. La mia impressione è che determinati attacchi non abbiano base politica ma siano frutto esclusivamente di personalismi, sconfinati in contrasti personali, oppure in ripicche per essere rimasti fuori dai giochi».
A SCUOLA
Il vostro è un paese relativamente piccolo (poco più di 5.500 abitanti), confinante con grossi centri. Questo aumenta le difficoltà di chi amministra?
«È chiaro che centri come Casarano, Galatina, Maglie abbiano un target diverso dal nostro. Prendiamo ad esempio la scuola: noi abbiamo solo fino alla secondaria di primo grado. Tutti i nostri ragazzi, finite le scuole medie, continuano gli studi altrove. È nostro compito far sì che i ragazzi non si vedano costretti a frequentare quelle piazze anche fuori dalle mansioni scolastiche per mancanza di alternativa. Dobbiamo creare opportunità di “restanza”, anche attraverso quelle strutture, come la Cittadella dello Sport, che consentono di svolgere attività sportiva».
GIOVANI DA TRATTENERE
Altro argomento “caldo” anche se non riguarda solo Collepasso: lo spopolamento.
«Sono nel direttivo di Borghi Autentici d’Italia e, con l’associazione, stiamo valutando come far rivivere i nostri borghi. L’idea è quella di uscire dal concetto limitante di “borghi-cartolina”, mordi e fuggi, buoni solo per la breve vacanza, la settimana estiva. Non sembrino anacronistiche le iniziative di realizzare una mensa o il nido. Rispetto alla mia generazione vedo che oggi sono in tanti che hanno voglia di restare a Collepasso. Fornire loro le giuste opportunità è una delle strade. Anacronistico, invece, sarebbe pensare ancora che il Salento sia solo estate, perdendosi tutto il resto».
FINO AL 2027
Da qui alla scadenza del suo mandato cosa aspettarci? Cosa bolle in pentola?
«Continueremo a lavorare alle iniziative avviate e completeremo i cantieri ancora aperti. Tra i nostri obiettivi c’è la realizzazione di un rondò nella zona che ospita la Cittadella dello Sport, nei pressi del cimitero, all’uscita per Maglie. Più in generale puntiamo a mettere in sicurezza la viabilità interna. Punteremo anche sul decoro urbano, perché è importante sentirsi bene a casa propria e vivere in un posto bello. Mi piacerebbe rinsaldare ulteriormente il rapporto con la scuola. Abbiamo in corso il progetto “Cammini di Legalità” che ci sta dando grandi soddisfazioni. C’è un altro aspetto che mi piace: i ragazzi oggi ci fermano per strada, hanno confidenza con noi e questa è una cosa che non era mai accaduta. È bello che abbiano un rapporto col sindaco, con gli amministratori».
AI POSTERI
Ragionando ipoteticamente sulla possibilità di un secondo mandato, cosa sogna di lasciare per cui i suoi concittadini possano ricordarla anche tra 100 anni?
«Mi piacerebbe far sì che Collepasso diventasse un centro di riferimento, soprattutto per il respiro culturale. Penso che questo possa contribuire a rendere liberi i ragazzi, di invogliarli al guizzo e alla creatività. Chi lo sa, un domani tutto ciò potrebbe trasformarsi in una serie di attività in loco. Vorrei ci fossero respiro più ampio e una maggiore consapevolezza delle opportunità. Le opere pubbliche che stiamo realizzando, le iniziative in atto, le associazioni capaci di procedere in rete per il bene della collettività possono essere propedeutiche a un futuro migliore. Ciò che può rimanere nel tempo è quella consapevolezza che non c’è mai stata. Se tutto questo nasce all’interno di un’esperienza amministrativa, per noi sarebbe di per sè un grande riconoscimento»
GRAZIE A TUTTI
Da queste colonne può rivolgersi direttamente ai suoi concittadini. Cosa vuol dire loro?
«Li ringrazierei perché danno sempre prova di comunità. Come avvenuto con il tavolo tecnico della Prefettura, quando tutti eravamo in apprensione per quel signore di 89 anni che era scomparso. L’intero paese ha risposto: durante più di 48 ore vissute tra ansia e paura, è stato confortante sapere di non essere soli. Nel corso degli anni abbiamo ricevuto tanto affetto. Non era nei miei progetti diventare sindaca: è accaduto, perché le cose belle accadono. Anche quando le questioni non erano piacevoli ho tenuto botta: ce l’ho fatta perché mi sento supportata e la fiducia della gente mi fortifica. Per cui, in questa fase, sono io che devo dire grazie ai collepassesi».
Appuntamenti
Un piccola Odissea, Andrea Pennacchi a Collepasso
In scena a Collepasso per “Crita – Festival delle arti”, la rassegna di teatro, musica e danza a cura della cooperativa Ventinovenove

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Andrea Pennacchi chiude l’ottava edizione e la programmazione estiva di “Crita – Festival delle arti”, rassegna itinerante dedicata al teatro, alla musica e alla danza, ideata e organizzata dalla cooperativa Ventinovenove con la direzione artistica di Gabriele Polimeno e Mary Negro.
Domenica 27 settembre, alle 21 (ingresso con contributo libero e prenotazione) al restaurato palazzo Baronale di Collepasso, l’attore e drammaturgo conosciuto al grande pubblico per la sua partecipazione a Propaganda Live e per il ruolo accanto a Paola Coirtellesi in Petra, su La7, porta in scena “Una piccola Odissea”, accompagnato dalle musiche dal vivo di Giorgio Gobbo, Gianluca Segato e Annamaria Moro.
Lo spettacolo è una personale rilettura dell’Odissea di Omero in cui si intrecciano storia, mitologia classica degli eroi e memorie dell’autore: Pennacchi parte dal testo originale trovando analogie con la propria vita, con ricordi di famiglia, anche dolorosi, scavando così nell’animo umano, nel proprio animo.
«Sono venuto in possesso di una copia dell’Odissea abbastanza presto: quand’ero alle medie, mio padre gestiva lo stand libri alla festa dell’Unità del mio quartiere, mentre mia mamma regnava incontrastata sulle fumanti cucine. La pioggia aveva danneggiato una versione in prosa della Garzanti, e mio papà me la regalò. Non c’era differenza, per me, tra Tolkien e Omero, era una grande storia, anzi una storia di storie, in cui non faticavo a riconoscere le persone che amavo: mio padre che torna dal campo di concentramento, mia madre che aspetta, difendendosi dagli invasori, i lutti, la gioia. E ho sempre desiderato raccontarla. L’Odissea è stata definita: “un racconto di racconti”, una maestosa cattedrale di racconti e raccontatori, attraversata da rimandi ad altre storie, miti, in una fitta rete atta a catturare il lettore. Proprio il suo essere costruita mirabilmente per la lettura, però, la rende difficile da raccontare a teatro, ricca com’è.
Abbiamo pensato di restituirne il sapore di racconto orale proponendone una versione a più voci, che dia il giusto peso anche alla ricca componente femminile e al ritorno vero e proprio. Pochi si ricordano, infatti, che gran parte della storia si svolge nell’arco di pochi giorni, tra la partenza di Odisseo da Ogigia e il suo trionfo contro i proci e il ricongiungimento con moglie, figlio e padre. Il resto della storia, la parte più conosciuta, è raccontata, da aedi, dai suoi vecchi compagni, da Telemaco e Penelope, e da Odisseo stesso. Partiremo dalla capanna dei racconti, quella capanna del chiaro Eumeo, principe e guardiano di porci, in cui inizia la vera e propria riconquista di Itaca da parte di Odisseo. Così vicina alla mia infanzia, nucleo rovente da cui nacque il mio amore per il racconto».
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