Connect with us

Attualità

Galattica startup: finanziamenti spaziali per le idee innovative

Ugento si prepara ad accogliere l’evento imperdibile per startup e PMI

Pubblicato

il

Ugento si conferma ancora una volta un polo di innovazione e imprenditorialità con l’evento “Galattica Startup – Finanziamenti Spaziali per le Tue Idee!”, in programma per mercoledì 19 marzo dalle ore 18:30 alle 20:00 presso il Nodo di Galattica Ugento, situato nella Biblioteca di Comunità di Palazzo Rovito.


L’incontro, organizzato nell’ambito della rete Galattica – Rete Giovani Puglia, rappresenta un’opportunità unica per chiunque voglia avviare o far crescere una startup sfruttando le opportunità offerte dalla finanza agevolata. Gli esperti di The Qube, incubatore d’impresa certificato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), guideranno i partecipanti attraverso bandi, incentivi e strumenti innovativi per favorire la crescita aziendale e l’accesso a finanziamenti pubblici e privati.


Durante l’evento, verranno illustrati i principali strumenti di sostegno per startup e imprese innovative, tra cui: Avviso Tecnonidi – Regione Puglia, un bando rivolto alle piccole imprese innovative che intendono avviare o sviluppare piani di investimento tecnologico nel territorio pugliese, puntando su competitività, digitalizzazione e transizione ecologica; Smart & Start – Invitalia, un’opportunità per startup innovative costituite da meno di 60 mesi e iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese, che potranno accedere a finanziamenti per sviluppare il proprio progetto; Progetto Cetma Dihsme, promosso dal Cetma, l’European Digital Innovation Hub per Puglia e Basilicata, che supporta le PMI e le pubbliche amministrazioni nell’adozione di tecnologie avanzate, tra cui intelligenza artificiale, cybersecurity e calcolo ad alte prestazioni.


A guidare il pubblico in questo viaggio nel mondo delle startup saranno due esperti del settore: Salvatore Modeo, Ingegnere Gestionale & Innovation Manager certificato, nonché founder di The Qube, e Tiberio Conte, Business Analyst, mentor e coach esperto nel settore delle startup.

Oltre a fornire informazioni sui finanziamenti disponibili, l’evento sarà un’opportunità di networking con professionisti e imprenditori, creando un ambiente ideale per scambiare idee, ricevere consigli strategici e accedere a servizi di consulenza.


The Qube è un incubatore d’impresa certificato che da oltre 10 anni supporta la nascita e lo sviluppo di startup e PMI innovative. La sua missione è promuovere la cultura imprenditoriale e favorire la crescita di aziende attraverso servizi di digitalizzazione, incubazione, accelerazione, fundraising e consulenza strategica.


L’appuntamento con “Galattica Startup – Finanziamenti Spaziali per le Tue Idee!” è quindi da non perdere per tutti coloro che vogliono trasformare la propria idea in un’impresa di successo. Per maggiori informazioni è possibile contattare il Nodo Galattica Ugento ai recapiti indicati nella locandina ufficiale dell’evento.


Andrano

Ziti e zite di una volta, fidanzamenti e “lasciate” di ieri e di oggi

Tuttavia, “tenere u zitu” (o “tenere a zita”) non voleva dire acqua fresca, contava eccome, c’era in gioco il buon rapporto tra famiglie e rispettive parentele allargate: in genere, i boccioli spuntati all’inizio del legame andavano crescendo,

Pubblicato

il

di Rocco Boccadamo

Nello scorso secolo, più precisamente per tutta la sua prima metà, al paesello, la composizione classica dei nuclei famigliari era di otto unità, ossia marito, moglie e sei figli. In taluni casi, si arrivava a nove/dieci membri e, eccezionalmente, finanche oltre; rari,invece, i focolari meno affollati.

In linea con la tendenza generale, sei figli, fra maschi e femmine, avevano procreato pure i miei nonni materni. Intorno al 1947, ben tre degli zii, zia R., zia V. e zio T. erano impegnati con i rispettivi “ziti” e “zita”. All’epoca, l’accezione fidanzato/fidanzata era pressoché sconosciuta, comunque non usata, si usava dire, giustappunto, “tenere u zitu” e “tenere a zita”. L’espressione “fare l’amore” si traduceva in
un concetto, o realtà, rigorosamente ideale, solo per immaginazione. Nessun contatto, ragazzi e ragazze, giovanotti e signorine, ancorché promessi o promesse, tra loro si parlavano appena, scambiando parole misurate e contenute, mentre effusioni, carezze, affettuosità anche innocenti erano enumerate unicamente nei sogni, nelle speranze e attese.

Tuttavia, “tenere u zitu” (o “tenere a zita”) non voleva dire acqua fresca, contava eccome, c’era in gioco il buon rapporto tra famiglie e rispettive parentele allargate: in genere, i boccioli spuntati all’inizio del legame andavano crescendo, trasformandosi pian piano in rigogliosi cespugli fioriti, che esplodevano con letterale, autentico lancio e spargimento dei petali all’atto del matrimonio.

Cosicché, quando accadevano intoppi, ostacoli, interruzioni o esiti in controtendenza, potevano instaurarsi risentimenti, problemi, si arrivava talvolta a guastare amicizie e buoni rapporti, non ci si parlava più, almeno per un certo tempo, fra le parentele dei mancati sposi.

In tale ambiente e dentro siffatta cornice generale, successe, purtroppo, che, in breve volgere di tempo, gli anzi richiamati tre zii “si lasciarono” e le relative notizie, ovviamente, si diffusero immediatamente nella piccola località.

Fu soprattutto la rottura di zio T. con la sua zita (nome di battesimo P.) a produrre gli effetti maggiormente sonori, intrisi di vibrate reazioni non solo dialettiche, prese di posizione forti e, pur nei confini di determinati limiti, addirittura plateali.

In particolare, la sorella grande della mancata nuova zia, già maritata e quindi in certo qual modo autorevole, si portò più volte, trafelata e accesa, all’indirizzo dell’abitazione dei miei nonni materni, con un rosario di parole infuocate, minacce e malauguri nei confronti dello zio T., reo di aver mandato all’aria il legame.

Fortunatamente, le zie R. e V. si affrancarono da rispettivi ziti, N. e A., senza strascichi né reazioni accentuate.

Vie più fortunatamente, il caso volle che, smaltiti i postumi non tranquilli dei precedenti legami, l’ex zita di zio T. e l’ex zito di zia R. si trovassero e scambiare fra loro occhiate d’intesa e di interesse, ponendo in tal modo le premesse per una vita di coppia, si sposassero e mettessero su una serena famiglia.

Ovviamente, completamente diverso è stato lo scenario intorno all’argomento nella seconda metà del 1900 e ancora più differente si pone al presente.

A onore del vero, si registra tuttora un’analogia rispetto al lontano 1947, nel senso che non si parla di fidanzati o fidanzate, bensì di amici, amiche, compagni, compagne, ragazzi, ragazze e altri termini vari.

Particolare conclusivo, che trovo carino, capita di sentire, specialmente a Roma, per opera di qualche donna con trascorsi sentimentali naufragati e/o relazioni complicate, lo sfogo o confidenza o simpatica dichiarazione di stato civile, “sono sfidanzata”.

Appena una S in aggiunta, ma, appare chiaro, tanti significati intrinseci, sottintesi e palesi.

Continua a Leggere

Attualità

Avvicendamento al vertice del Commissariato di Nardò

più sinceri auguri da parte del Questore, del Capo di Gabinetto, dei funzionari e del personale tutto, vanno ad entrambi i funzionari…

Pubblicato

il

Al Vice Questore della Polizia di Stato, Sabrina Manzone, subentra il Commissario Capo della Polizia di Stato Valerio Tornese

Cambio della guardia dal 1° agosto al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Nardò.

Al Vice Questore d.ssa Manzone Sabrina subentra il Commissario Capo dr. Valerio Tornese, già in forza presso il Commissariato da qualche settimana. Il funzionario uscente, la d.ssa Sabrina MANZONE annovera una lunga carriera nella Polizia di Stato.

Ha infatti ricoperto diversi incarichi, prima di giungere nella Questura di Lecce: presso la Questura di Trieste ha diretto la Sezione Volanti e presso la Questura di Brindisi ha ricoperto l’incarico di dirigente del Commissariato di polizia di Mesagne.

Dal 2014 è stata trasferita alla Questura di Lecce, assumendo l’incarico di Dirigente della Squadra Mobile dove ha portato a termine con successo numerose operazioni di polizia giudiziaria contro i clan leccesi di maggior rilevanza delinquenziale.

Dal 1° aprile 2020 e per oltre 5 anni, ha diretto il team dei poliziotti di Nardò e ha speso il suo impegno e professionalità al servizio della comunità neretina per la tutela della legalità.

I più sinceri auguri da parte del Questore, del Capo di Gabinetto, dei funzionari e del personale tutto, vanno ad entrambi i funzionari.

Alla d.ssa Manzone, perché il nuovo percorso di vita sia gratificante e al dr. Tornese auguriamo la stessa fruttuosità nel lavoro che lo attende nel suo nuovo incarico a capo del Commissariato di P.S. di Nardò.

Continua a Leggere

Attualità

Tricase: dopo 44 anni Teresa ha spento i suoi Fornelli

Il meritato riposo: quasi mezzo secolo di ristorazione alle spalle: «Tanti sacrifici e tante soddisfazioni. Abbiamo costruito molto più di un’attività: è nata una grande famiglia»

Pubblicato

il

📍 Segui il GalloLive News su WhatsApp 👉 clicca qui

Dopo quasi mezzo secolo al fianco dei propri clienti, giunge il momento del meritato riposo per Teresa Vantaggiato, 81 anni, titolare a Tricase del ristorante I Fornelli di Teresa che, pochi giorni fa, ha portato per l’ultima volta in tavola le sue bontà ai propri fedeli clienti.

Quali emozioni affiorano alla fine di questa esperienza?

«Dopo 44 anni passati dietro ai fornelli e tra i tavoli, il cuore è pieno di gratitudine. È difficile trovare le parole giuste per descrivere cosa significhi concludere un percorso così lungo e intenso. Ho vissuto ogni giorno con dedizione, cercando non solo di offrire un buon piatto, ma anche un sorriso, un momento di serenità, un ricordo da portare via. Salutare questa esperienza è difficile, ma anche bello, perché significa aver vissuto qualcosa di profondo, che ha lasciato il segno nella vita delle persone e nella mia».

Avete visto Tricase ed il Capo di Leuca crescere e cambiare in oltre quattro decenni di attività. La professione che oggi salutate, come è cambiata dal giorno in cui l’avete avviata a come la lasciate oggi?

«In 44 anni abbiamo visto cambiare tante cose: il modo di lavorare, le abitudini dei clienti, le aspettative. Oggi l’ospitalità è più attenta ai dettagli, più organizzata, e anche grazie alla tecnologia si può offrire un servizio sempre più efficiente, ma forse anche più impersonale. Ma ciò che non è mai cambiato è l’essenza di questo mestiere: accogliere le persone, farle sentire a casa, e offrire loro qualcosa che parli di noi, della nostra terra. Questo, nemmeno il tempo lo ha modificato. Oggi, con grande rispetto per il lavoro fatto e per chi ci ha sempre scelto abbiamo deciso di avviare un nuovo progetto. Cambiamo forma, ma restiamo fedeli allo spirito con cui abbiamo iniziato: accogliere con amore».

Quali i ricordi e le sensazioni più belle che vi lasciano questi 44 anni?

«Le risate in sala, le famiglie che tornavano anno dopo anno, i bambini che sono cresciuti e poi tornavano da adulti con i propri figli… Questi sono i ricordi che porterò sempre con me. Anche le serate intense, le estati piene, le corse in cucina: ogni fatica è stata ripagata dal calore umano, dai “grazie” sinceri, dai clienti che ci sceglievano non solo per mangiare, ma per vivere un’esperienza. È stata una vita fatta di sacrifici, certo, ma anche di tante soddisfazioni e di amore per il mio lavoro».

Ai suoi affezionati clienti, che messaggio vorrebbe lasciare?

«A tutti voi che in questi 44 anni avete varcato la porta del nostro ristorante, diciamo semplicemente: grazie. Grazie per la fiducia, per l’affetto, per i momenti condivisi. Abbiamo cucinato con amore, accolto con il sorriso e vissuto ogni giorno con passione e rispetto per questo mestiere. Ci avete fatto sentire a casa, e speriamo di aver fatto lo stesso con voi. Un pensiero speciale va a mio marito Cosimino, che insieme a me ha dato vita a tutto questo. Compagno di vita e di lavoro, sempre presente, instancabile e determinato: senza di lui niente sarebbe stato possibile. Insieme abbiamo costruito molto più di un’attività: abbiamo costruito una famiglia unita anche nel lavoro, e una storia che porteremo sempre nel cuore. Il mio grazie va anche ai miei figli Rosanna, Luana, Caterina e Gerardo, a mia nuora, a mio genero, e ai miei adorati nipoti Giorgia, Silvia e Cosimo: siete il cuore della mia vita e la mia più grande ricchezza. E con profonda gratitudine ringrazio tutti i collaboratori che, nel corso degli anni, hanno condiviso fatiche, gioie e successi con noi. Ognuno ha lasciato un segno, e ognuno ha contribuito a rendere questo posto speciale per chi lo ha vissuto».

Continua a Leggere
Pubblicità
Pubblicità

Più Letti