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Attualità

Casarano: che contrasto con la politica di oggi

Presentato un libro della dott.ssa Leda Schirinzi: un po’ di storia, i motivi e le finalità per il quale è stato scritto. Al di là della valenza letteraria dell’opera, così come

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Presentato un libro della dott.ssa Leda Schirinzi: un po’ di storia, i motivi e le finalità per il quale è stato scritto. Al di là della valenza letteraria dell’opera, così come delle ideologie politiche che possano o meno caratterizzare alcuni “sognatori”, quel che colpisce dopo aver chiacchierato un po’ con l’autrice (che tutti ricorderanno essere stata la moglie di William Ingrosso), è scoprire cosa accadeva nel salotto della casa del Sindaco, di “quel” Sindaco, come e su quali basi venivano scelti i collaboratori più fidati e soprattutto scoprire che per Casarano si andavano via via pensando e sognando tanti bei progetti, alcuni attuabili, altri forse no, ma di certo tutti concepiti per il bene della città. Che enorme contrasto con la politica dei nostri giorni! È vero: raccogliere un’eredità morale così pesante lasciata dal sindaco Ingrosso è un’impresa molto ardua ed effettivamente le Amministrazioni che si sono succedute nel decennio che ha seguito la sua prematura scomparsa hanno proprio dato una conferma a questa teoria, riuscendo persino ad andare oltre. Di “quella” politica… non c’è più traccia. Le festività natalizie passate da poco ci hanno dato la giusta misura dei livelli ai quali a Casarano è riuscita ad arrivare la crisi: ingorghi di auto e pochissimi a spendere soldi, che non avrebbero mai potuto spendere semplicemente perché non li avevano. Al centro di una cornice così poco lusinghiera, negli ultimi mesi trascorsi gli “statisti” di casa nostra sono invece riusciti a mettere su un teatrino dagli effetti speciali solo fino ad un certo punto inaspettati. Siccome in questa città ci siamo ormai da anni “inceppati” sulla questione delle biomasse ed ogni passo quindi sembra avere un senso solo se imperniato intorno a questo argomento, anche le ultime vicende non potevano non prendere spunto da esso. L’assessore Attilio De Marco si dimette. Certo, far parte di una Giunta che cerca di amministrare una città non vuol poi dire essersi sposati davanti ad un prete con il Sindaco di quella città o con le sue idee. Il fatto quindi che, dopo poco più di un anno di collaborazione, l’avv. De Marco, in quota UdC, sbatta la porta ed esca dalla maggioranza, rientra in fondo nella normalità delle cose: differenze di vedute, magari una bella litigata ed amici più di prima. Quel che lascia invece interdetti è l’atteggiamento del PD. Dopo oltre un decennio di Amministrazione in cui questo partito è stato praticamente il padrone della politica cittadina e dopo tutti i buoni propositi espressi in una campagna elettorale che ha visto l’ex sindaco Remigio Venuti schierarsi al fianco dell’attuale, Ivan De Masi, e cercare di convincere tutti i propri seguaci della bontà dell’operato di quel candidato, divengono ora poco spiegabili, alla gente comune (a quella che a Natale non ha speso e che sta aspettando che qualcosa si muova per ricominciare a lavorare e quindi vivere), tutti i calcoli e le manovre che stanno alla base di una decisione. Una vicenda così eclatante che ha fatto urlare il PD alla mancanza di dialogo e di democrazia all’indomani del “consiglio deserto”, ma che poi porta al ritiro del proprio appoggio alla maggioranza e fa dimettere le incolpevoli assessore Loredana Torsello e Giulia Tenuzzo, ree soltanto di essere al posto giusto nel momento… sbagliato (e senza neanche valutarne l’operato). Una decisione come al solito presa con delle dinamiche di partito piuttosto complesse ed ai più ignote, che affermano oggi una cosa e all’indomani magari 67 membri, molti del Direttivo ed un Delegato Nazionale, se ne discostano. Certo, il motivo lo si trova sempre e non poteva non avere anche questa volta il profumo delle biomasse… ma gli studi sugli impatti di queste Centrali sono dei numeri, dei freddi dati tecnici che non cambiano nel tempo (ed infatti sono uguali ai dati di tre anni fa). L’unica cosa che invece è cambiata è il punto di vista proprio del PD. Giusto nel gennaio di solo tre anni fa la posizione era accanto a Paride De Masi, che voleva realizzare nella nostra città una vera forma di sviluppo sostenibile con tanto di riunione “riservata”, in cui veniva esposto il progetto da parte dello stesso De Masi che riuscì a convertire tutti. Oggi invece si combatte con le accuse di danneggiare la natura da una parte ed incoerenza politica dall’altra e intanto siamo rimasti fermi quasi due mesi, abbiamo vista azzerata la prima Giunta De Masi ed abbiamo salutato l’arrivo delle nuova assessora Francesca Mariano, sempre in attesa che altri calcoli politici decidano il futuro di questa città. Quanto sembra invecchiato quel salotto in casa Ingrosso…


Antonio Memmi

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Piano Coste: ANCI Puglia chiede la sospensione dell’iter legislativo

ANCI Puglia intende avviare un percorso di concertazione con i 69 Comuni costieri interessati, al fine di rilevare bisogni, criticità ed esigenze specifiche…

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Il Consiglio Regionale di ANCI Puglia, in riferimento alla proposta di modifica della normativa sul Piano Coste, ha deliberato di richiedere la sospensione dell’iter legislativo in corso.

L’attuale fase pre-elettorale non rappresenta il contesto più adeguato per affrontare un tema tanto delicato e strategico quanto quello della pianificazione costiera. Intervenire su una norma di tale rilevanza a pochi mesi dalla conclusione della legislatura espone il provvedimento a rischi di fragilità, sia tecnica che politica, oltre a compromettere il necessario confronto con i territori coinvolti.

ANCI Puglia intende avviare un percorso di concertazione con i 69 Comuni costieri interessati, al fine di rilevare bisogni, criticità ed esigenze specifiche. Modifiche di tale portata richiedono una valutazione approfondita e ampiamente condivisa. È indispensabile che ogni intervento legislativo tenga conto della complessità territoriale, oltre ad essere necessario prioritariamente intervenire per individuare soluzioni che affrontino la grave emergenza rappresentata dall’erosione costiera, che interessa numerosi tratti del litorale pugliese.

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De Venuto rieletto presidente Assohotel Confesercenti

l’Assemblea provinciale di Assohotel Confesercenti Lecce che ha rieletto all’unanimità il già presidente…

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Presso l’Hotel Hilton Garden Inn di Lecce, si è tenuta l’Assemblea provinciale di Assohotel Confesercenti Lecce che ha rieletto all’unanimità Presidente Giancarlo De Venuto.

Alla riunione hanno preso parte Benny Campobasso e Salvatore Sanghez, e il Presidente e il Direttore di Confesercenti Lecce, Antonio Magurano e Antonio Schipa.  L’Assemblea ha nominato un direttivo di 9 componenti, che affiancherà il Presidente per il quadriennio 2025 – 2030, caratterizzato da una forte componente femminile ed un’ampia rappresentanza territoriale del

Salento: Pamela Pascuzzo, Hotel Leone di Messapia, Cavallino; Angelo Mongiò, Masseria Mongiò dell’Elefante, Otranto; Vito Ria, Fly Hotels Gallipoli; Maria Domenica De Donno, Palace & Palace Group, Gallipoli e Otranto; Anna Maria Lefons, 8 Più Hotel, Lecce; Maristella Chiriatti, Hotel Belvedere, Torre dell’Orso; Luigi Marti, Hotel Thalas, Torre dell’Orso e Hotel degli Haethey, Otranto; Emanuele Sanna, Grand Hotel Mediterraneo, Santa Cesarea Terme; Fabrizio Quarta, M&F Hotel Gallipoli, Borgo Sentinella, Torre dell’Orso, Hotel S. Giuseppe, Otranto.

Coordinatore di Assohotel Confesercenti Lecce è stato confermato Massimiliano Danese.

Sono estremamente grato a tutti gli associati per avermi rieletto alla guida di Assohotel Confesercenti Lecce”,  ha dichiarato Giancarlo De Venuto, “Questa conferma rappresenta per me un importante riconoscimento per il buon lavoro svolto in questi anni alla guida di Assohotel Lecce, che ha registrato l’adesione alla nostra associazione di oltre 50 strutture alberghiere. Voglio fin d’ora confermare il massimo impegno per portare avanti il lavoro svolto in questi anni, in particolare nella fruttuosa interlocuzione con la Regione Puglia nella costituzione delle DMO e nella redazione della nuova Legge Regionale sul Turismo.

Per il Presidente Confesercenti Puglia Benny CampobassoLa conferma del Presidente De Venuto e l’ingresso di nuovi consiglieri, permetterà ad Assohotel di proseguire con sempre maggiore impulso le iniziative volte alla promozione ed alla crescita delle aziende ricettive dell’intero territorio salentino”.

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Tricase e il riflesso condizionato del “Tanto sono tutti uguali”

Questa tendenza non riguarda solo il cittadino disilluso. Colpisce anche mondi che, per posizione o ruolo sociale, potrebbero giocare una parte importante nel dibattito pubblico….

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Si scaldano i motori per la prossima campagna elettorale di Tricase. Sempre più spesso riceviamo e pubblichiamo interventi politici che fotografano la Tricase che è stata, secondo alcuni, e quella che dovrebbe essere secondo altri.

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A Tricase, come in tante realtà locali, si respira già aria di elezioni. I movimenti civici scaldano i motori, i partiti cominciano a posizionarsi, i nomi iniziano a circolare. Ma tra chi osserva da fuori, soprattutto tra i cittadini, c’è una frase che – in questa fase – si sente ripetere con una frequenza quasi automatica: “Tanto sono tutti uguali.”

È una frase breve, sbrigativa, definitiva. Pronunciata spesso con un tono che non ammette repliche. E che, al di là del contenuto, racconta molto di come oggi viene vissuta – o evitata – la partecipazione politica.

Perché quel “sono tutti uguali” è riferito a chi si candida. A chi si propone di amministrare. A chi decide di esporsi. E diventa, per molti, la motivazione più ricorrente per scegliere di non scegliere. Per astenersi. Per tirarsi fuori. Per guardare da lontano, e magari lamentarsi in un secondo momento.

Questa tendenza non riguarda solo il cittadino disilluso. Colpisce anche mondi che, per posizione o ruolo sociale, potrebbero giocare una parte importante nel dibattito pubblico.

Pensiamo, ad esempio, al mondo delle imprese locali, del commercio, delle associazioni di categoria. Realtà che conoscono bene l’impatto delle decisioni amministrative sul tessuto produttivo della città. Eppure, spesso, preferiscono restare ai margini, per non apparire “schierate”. È una forma di prudenza comprensibile, ma che – in certi casi – rischia di tradursi in silenzio. E il silenzio, quando si tratta del futuro di una comunità, può diventare complicità passiva.

Lo stesso vale per molte realtà educative o associative. Comunità che, nel nome di una par condicio interpretata in modo molto rigido, rinunciano a favorire veri momenti di confronto. Incontri con tutti i candidati messi in fila, con pochi minuti a testa, non aiutano la cittadinanza a orientarsi. Non aiutano a capire differenze, visioni, proposte. Sono operazioni spesso più formali che sostanziali.

Eppure, esistono alternative. Senza “schierarsi” per colore politico, si potrebbe aprire un dialogo anticipato, autentico, con chi intende candidarsi. Capire i programmi, confrontare le idee, porre domande prima che cominci la propaganda vera e propria. E, se da quel confronto dovesse emergere una visione vicina alle esigenze concrete di un settore o di una comunità, perché non sostenerla? Perché non pretendere un impegno reciproco, magari anche attraverso un rappresentante all’interno di una lista civica, a garanzia di coerenza?

Non si tratta di abbandonare la neutralità. Ma di non confonderla con l’inerzia.

Questa distanza, infatti, alimenta il sentimento di sfiducia generale. Rende tutti indistinti. E finisce per rafforzare proprio quel pregiudizio da cui siamo partiti: “Tanto sono tutti uguali.”

È una profezia che si autoavvera. Se nessuno si assume la responsabilità di entrare nel merito, di conoscere, di scegliere con criterio, sarà più facile che le decisioni vengano prese da pochi, nel silenzio di molti. E allora sì, sarà difficile trovare qualcuno che ci rappresenti davvero.

Chi sceglie l’astensione per protesta, chi rifiuta ogni confronto per timore di esporsi, chi organizza incontri simbolici solo a ridosso del voto… rischia di contribuire – anche involontariamente – a un clima di sfiducia che penalizza l’intera comunità.

In conclusione, continuare ad affidarsi a chi ha già dimostrato scarsa attenzione per il bene comune non offre alcuna prospettiva di cambiamento. Ma dare fiducia a proposte nuove – pur senza garanzie assolute – può almeno riaprire uno spazio di possibilità.

E in una fase storica in cui anche sperare è diventato raro, tornare a credere in una scelta consapevole potrebbe essere il primo passo per cambiare davvero.

Vincenzo Errico (futuro candidato sindaco)

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