Attualità
Crisi nella provincia di Lecce: i numeri
La crisi finanziaria e del debito pubblico non è l’unica crisi presente nel nostro Paese. Dopo trentacinque mesi di crisi e oltre tre miliardi di ore di cassa integrazione
La crisi finanziaria e del debito pubblico non è l’unica crisi presente nel nostro Paese. Dopo trentacinque mesi di crisi e oltre tre miliardi di ore di cassa integrazione richieste (3.118.217.589 ore di cassa integrazione dal settembre del 2008, suddivise tra 1.122.602.545 di cassa integrazione ordinaria e 1.995.615.044 tra stroardinaria e in deroga), la crisi industriale viene ancora ignorata nella sua gravità. È una crisi nella crisi. Una crisi che non si risolverà con la manovra finanziaria appena varata, che dovrebbe coprire il debito del bilancio dello Stato, ma visto il contenuto iniquo e depressivo, che si scarica tutto sui redditi da lavoro dipendente e dei pensionati, e sui consumi di massa, semmai, contribuirà ad accentuare ulteriormente il livello della crisi industriale. Anche nel territorio della provincia di Lecce l’apparato produttivo continua a perdere aziende e capacità manifatturiera. Ma da parte del governo non emerge nessuna misura strutturale di politica industriale, mentre con accanimento, si continua con una politica di tagli di regole e di diritti, con l’unico risultato che in questi anni sono aumentati l’occupazione precaria, il lavoro in nero e la crisi industriale. In questi anni, in Puglia e nella provincia di Lecce, a fronte di un arretramento del dato della cassa integrazione ordinaria, c’è stato un incremento della cassa integrazione straordinaria e soprattutto della cassa integrazione in deroga. Un segnale di come non ci si attenda a breve una inversione significativa della ripresa produttiva. A livello regionale, tra gennaio e agosto 2011, sono 46.902 i lavoratori interessati dalla cassa integrazione (10.445 Cigo, 15.708 Cigs, 20.749 Cigd). Nella provincia di Lecce, tra il 2010 e il 2011, sempre per il periodo gennaio-agosto, mentre diminuisce la cassa integrazione straordinaria (-53,16%), aumenta il ricorso alla cassa integrazione in deroga (+3,36% rispetto al 2010). Tra i settori che più di tutti hanno fatto ricorso alla deroga nella provincia di Lecce, ci sono commercio e servizi. Il commercio è stato investito dalla crisi economica. Grossi nomi della grande distribuzione, nella provincia di Lecce, hanno messo il personale in cassa integrazione in deroga per crisi di fatturato. Mercatone1, che ha punti vendita a Lecce, Matino e Surano, ha attivato la procedura dei contratti di solidarietà per circa 80 dipendenti. Eldo di Cavallino ha messo in cassa integrazione straordinaria a rotazione i suoi 17 lavoratori, mentre la vicina Conad Lecrerc, sempre a Cavallino, dopo aver dichiarato un esubero di personale di 47 unità, ha applicato le procedure di i licenziamento dal 31 luglio. Dopo due anni di Cigs, infatti, l’azienda non ha voluto usufruire di ammortizzatori sociali. A Lecce la Perimetro Sud (l’ex GS, oggi componente della catena Megamarket di cui fanno parte i supermercati Famila e Doc), dopo aver rilevato GS appena un anno fa, chiede la cassa integrazione per crisi fatturato. Novembre arredamenti a Copertino ha chiesto i contratti di solidarietà per i suoi 21 dipendenti. Anche il settore delle cliniche private si presenta, ovunque nella provincia di Lecce, in condizioni critiche. Qualche esempio: Clinica Città di Lecce ha chiesto la proroga della Cassa integrazione in deroga, a rotazione, per 58 dipendenti. Lo stesso dicasi per il Laboratorio Pignatelli che ha aperto le procedure per la cassa integrazione in deroga per 32 dipendenti e per lo Studio radiologico Quarta Colosso che ha richiesto la Cigd per 17 dipendenti. Critica la situazione del servizio delle mense ospedaliere, i cui lavoratori devono fare i conti con le conseguenze del piano di riordino ospedaliero imposto dal governo nazionale. Dovendo tagliare i posti letto, infatti, si sta verificando in tutto il Salento un esubero di personale presso le aziende che avevano gli appalti. Sono quindi in cassa integrazione in deroga i lavoratori delle mense dei presidi ospedalieri di: Gagliano del Capo (11 lavoratori in Cigd al 75% delle ore lavorative, ma che a breve coprirà il 100%), Poggiardo (7 dipendenti in Cigd al 30%) e San Cesario (6 lavoratori su 18 in Cigd al 100%). Un discorso a sé va fatto per la vicenda della ex manifattura tabacchi BAT di Lecce: è in corso la ricollocazione dei lavoratori nelle tre aziende Iacobucci, Korus e Hds. Quest’ultima (la Hds) ha già assunto a tempo indeterminato 22 lavoratori; gli altri 56 saranno collocati nelle altre due aziende entro il 28 febbraio 2012. La crisi interessa in maniera considerevole anche i settori dell’agroalimentare, dell’edilizia e anche del metalmeccanico.
Agroalimentare: La Newlat di Lecce, azienda originaria di Reggio Emilia che produce latticini e derivati, ha deciso di fermare la produzione a Lecce e di mantenere nel Salento soltanto il magazzino. Per questo mette in Cigs 19 dipendenti su 25. La chiusura dell’azienda è motivata dalla crisi di mercato, in particolare per una fascia di prodotti, quella della pasta filata distribuita nella ristorazione. Il pastificio Tandoi, azienda originaria di Corato che si occupa della produzione per grossi marchi locali, ha chiesto la cassa integrazione ordinaria per i 53 dipendenti che lavorano nella sede di Corigliano d’Otranto: 13 settimane dal 12 settembre 2011 al 10 dicembre 2011. La motivazione è una forte contrazione degli ordini e la riduzione delle commesse conseguente alla forte concorrenza internazionale nel settore della pasta. Quello dell’agroalimentare è un settore molto difficile da monitorare, perché costituito, nel Salento, da piccole e piccolissime aziende, con meno di 15 dipendenti, che diventano di fatto invisibili. Il destino di questi lavoratori, infatti, a causa della normativa vigente che permette il licenziamento per giusta causa in aziende con meno di 15 dipendenti, sfugge spesso all’attenzione dell’opinione pubblica.
Edilizia: La crisi economica, la situazione di stallo sull’avvio di importanti opere pubbliche, il mancato rinnovo del Contratto Integrativo Provinciale del Lavoro su cui, nonostante l’imponente protesta dei lavoratori lo scorso giugno, l’Ance non ha ancora agito concretamente dando seguito all’impegno preso di convocare in breve tempo un tavolo e continua a rimandare di mese in mese: sono tutti aspetti critici, questi, che non fanno progredire il settore dell’edilizia sul piano dei diritti e della sicurezza dei lavoratori. La firma finalmente apposta dal Ministero per lo sviluppo economico per il trasferimento dei fondi per cofinanziare la strada Regionale8 è sicuramente una buona notizia, ma ad oggi la situazione dei lavoratori continua a essere critica. Basti pensare che i 300 lavoratori del Gruppo Palumbo di Lecce, in cassa integrazione in deroga da oltre due anni, non percepiscono il sussidio dal mese di giugno. E parliamo di persone per le quali 600 euro al mese sono una fonte di sussistenza per se e per le loro famiglie. I 22 lavoratori della Petito Prefabbricati di Salice Salentino, per il secondo anno consecutivo, a partire da maggio 2011, hanno accettato il sacrificio dei contratti solidarietà per altri 12 mesi. Anche il settore dell’edilizia è caratterizzato dal fenomeno della “polverizzazione” delle aziende: in un territorio in cui sono presenti piccolissime aziende diventa sempre più difficile intervenire, anche sindacalmente, per arginare le conseguenze della crisi.
Metalmeccanico: I segni di ripresa che si intravedevano per il settore metalmeccanico a Lecce, a settembre stanno nettamente rallentando: mentre un’azienda come quella del Gruppo Rossi chiede la cassa integrazione ordinaria per 135 dipendenti per 13 settimane (fino a dicembre 2011), l’Alcar, dell’indotto Fiat, non ha rinnovato i contratti di 100 lavoratori interinali scaduti dal 2 settembre. Sempre nell’indotto Fiat, procedure di mobilità per 22 dipendenti su 80 della OLC di Diso.
Attualità
Elezioni a Tricase, giochi fatti? Ancora no
Certe le candidature dell’uscente Antonio De Donno e di Vincenzo Errico (Tricase Insieme). Fratelli d’Italia insiste con Claudio Pispero. Situazione fluida nel centrosinistra. I possibili scenari

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di Giuseppe Cerfeda
In attesa della definizione delle candidature per le elezioni regionali, proseguono a Tricase incontri e trattative per l’appuntamento, cruciale, con le comunali della prossima primavera.
Premessa d’obbligo: le consultazioni regionali, sia la vittoria finale, quindi il nuovo governatore, che i risultati dei singoli candidati consiglieri, potrebbero in qualche modo influenzare le scelte per candidature e liste anche in sede cittadina.
Partiamo intanto dalle certezze, con le candidature già annunciate dai diretti interessati.
IL SINDACO USCENTE
Sarà sicuramente della partita il sindaco uscente Antonio De Donno.
Dopo le disavventure giudiziarie che hanno coinvolto l’ex assessore regionale Alessandro Delli Noci (e quindi l’impasse che ne è conseguita per il movimento politico CON), resta da verificare quale sarà lo schieramento che sosterrà la ricandidatura del primo cittadino uscente.
Detto che si tratterà comunque di liste civiche, tra le ipotesi in ballo c’è anche quella del sostegno di parte del centrodestra.
FRATELLI D’ITALIA
Non solo gli amministratori uscenti vicini a quell’area politica ma anche coloro che gravitano nel mondo di Forza Italia non escludono affatto taòepossibilità.
Non pare dello stesso parere Fratelli d’Italia che, invece, continua a lavorare, sempre con un occhio alle regionali, alla candidatura di Claudio Pispero.
Dal circolo del partito della Meloni, comunque, non pongono veti assoluti a eventuali evoluzioni e, quindi, a una coalizione di centrodestra che si presenti unita alle elezioni.
Danno, però, zero chance all’eventualità di sostenere il sindaco uscente.
CHE SUCCEDE NEL CENTROSINISTRA?
Situazione in evoluzione anche nel centrosinistra.
Gli ultimi sviluppi indicano come possibile candidato l’oncologo Vincenzo Chiuri (proposto dal Partito Democratico e scelto da una rosa che comprendeva anche Anna Maria Girasoli, proposta da Sinistra italiana, e Dario Martina dal Cantiere civico).
L’obiettivo Campo Largo è stato annunciato da mesi (soprattutto dai Dem), insieme alla volontà di presentarsi uniti ai nastri di partenza.
Sulla questione candidato e unità, al momento, però, le bocche restano cucite, anche perché gli equilibri sembrerebbero fragili.
Da quel che siamo riusciti a sapere, ci sarebbe già una bozza di accordo tra PD, Cantiere civico e Sinistra italiana.
Chi ancora, invece, appare perplesso (eufemismo) è “Tricase, che fare?”.
Il movimento fondato da Giovanni Carità è fermo sulla posizione che prevede le Primarie per la scelta del candidato.
Ma il PD, partito che le ha sdoganate, da quell’orecchio pare non sentirci.
Incontri e dialoghi continuano ma, soprattutto sul versante “Tricase, che fare?”, sono molto pessimisti sulla buona riuscita delle trattative.
Resta, invece, da capire cosa faranno coloro che da tempo sono stati indicati (e hanno dato la loro disponibilità) come candidati.
Cosa farà, ad esempio, Andrea Morciano?
Secondo i soliti bene informati l’ingegnere sarebbe sponsorizzato dall’ex segretario provinciale del PD Ippazio Morciano e dal gruppo che a Tricase ne fa riferimento.
All’interno della coalizione di centrosinistra, al momento, però, non non ci sarebbe una convergenza totale rispetto alla sua candidatura.
FANTAPOLITICA?
C’è anche chi, fedele al motto di andreottiana memoria («A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina»), ipotizza uno scenario (quasi) da fantapolitica.
Secondo tale ipotesi, potrebbe accadere che Chiuri, che ha dato la propria disponibilità solo nell’eventualità di Campo Largo, non confortato dall’auspicata unità di intenti, faccia un passo indietro.
E a quel punto? A quel punto, stretti nei tempi e nelle possibilità, Dem, Cantiere civico e Sinistra italiana potrebbero (dovrebbero?) sostenere Andrea Morciano. Solo fantapolitica? Chissà…
Da noi interpellato, Andrea Morciano ha confermato «la volontà di candidarmi».
Poi ha chiarito: «Non voglio essere fonte di divisione per chicchessia. Centrosinistra? Certo, è la mia comfort zone, l’area a cui appartengo. Vedremo… Di certo sarò contro l’attuale amministrazione».
TRICASE INSIEME
«Confermatissima» la candidatura di Vincenzo Errico a capo del movimento civico “Tricase Insieme”, mentre si sono perse le tracce di Fernando Dell’Abate che, come raccontano le solite gole profonde, in tempi non sospetti, avrebbe avanzato la propria candidatura, trovando la strada sbarrata nel centrosinistra, l’area a cui, da ex socialista, storicamente appartiene.
Approfondimenti
“Per grazia ricevuta”: Piemontese, assessore sanità Puglia, crea d’emblée 2mila posti di lavoro
Nonostante cinque aziende sanitarie da 17 giorni siano senza direttore generale e non si veda alba, la Regione si prepara a lanciare tre concorsoni: due dei quali saranno gestiti proprio da Asl senza un manager…

di Luigi Zito
Quello che non succede in 5 anni, a volte, si sa, può accadere a pochi giorni dalle elezioni: siano esse comunali (alzi la mano chi non si fatto dare “una liccata di asfalto”, davanti casa poco prima del voto); provinciali, quando Presidente o Assessori, come la Madonna, si appalesano in città e chiedono una “citazione” nelle urne: e giù a concedere, promettere, santificare e beatificare, tutta Grazia sprecata o mal riposta, perché sanno che non è deificata, ma solo vanagloria.
E fin qui siamo nell’ordine naturale delle elezioni.
Quello che supera il livello di indignazione e tracima nella vergogna assoluta, ai limiti della sconcezza, e chiede vendetta, è quanto sta accadendo per le nostre elezioni regionali.
Nonostante cinque aziende sanitarie da 17 giorni siano senza direttore generale e non si veda alba, la Regione si prepara a lanciare tre concorsoni: due dei quali saranno gestiti proprio da Asl senza un manager.
Mille posti ciascuno per infermieri e Oss, mentre la terza procedura darà il via alla mobilità intraregionale per permettere spostamenti tra le varie aziende.
Ricapitolando: 2mila posti di lavoro creati d’emblée, come infermieri e Oss, dei quali un terzo (circa 700) saranno su Foggia, città del Vicepresidente e assessore alla Sanità e Benessere animale, Sport per tutti, Raffaele Piemontese, prodigo di carità e col vizio delle buone azioni.
Questi concorsi erano attesi almeno da maggio, ora una circolare del dipartimento Salute conferma che la pubblicazione è «imminente», e dunque la scadenza delle domande potrebbe arrivare proprio a ridosso della tornata elettorale del 23 e 24 novembre prossimi, anche se le prove si svolgeranno non prima di aprile-maggio.
Quando si dice avere una “faccia di tolla”, ma qualcun altro asserirà che “in politica la menzogna è una componente imprescindibile”.
Come possiamo difenderci: quando nel segreto dell’urna dovremo apporre quella “citazione”, per non ricevere un’altra villania del genere, dobbiamo saper distinguere il “grano dalla pula”, il bianco dal nero, le “facce di tolla” da quelle linde, correte, sincere e leali.
Ricordiamocene.
Approfondimenti
L’ambasciatore Cristina: “Ho conosciuto Putin e il Dalai Lama, che esperienze”
«Il Salento, è la terra di mia nonna, è la terra dove venivo d’estate a Tricase, per le vacanze, dove avevo dei carissimi amici che sfortunatamente non ci sono più è la terra dei miei antenati alla quale mi sento di appartenere”…

Cristina Funes-Noppen è ambasciatore onorario del Belgio (lei stessa preferisce l’appellativo di ambasciatore a quello di ambasciatrice essendo quest’ultimo usato per indicare la moglie dell’ambasciatore, NdR), e da un po’ di tempo vive buona parte dell’anno in Salento, a Tricase, dove ha comprato un’antica dimora, quasi attaccata alla chiesa matrice, adattandola ai suoi bisogni,
Figlia di ambasciatore ha seguito le orme paterne e dopo gli studi accademici a carattere diplomatico ha percorso la sua carriera come ambasciatore del Belgio in numerosi Paesi nei vari continenti tra cui Zambia, Kenya, India, Tailandia, Marocco, Austria e Argentina, senza dimenticare che in tutte le sue destinazioni, come ambasciatore residente, copriva anche larghe giurisdizioni riguardanti altri vari Paesi.
È stata anche coordinatore di tre direzioni al ministero degli affari esteri: Diritti dell’Uomo, Nazioni Unite e Disarmo.
Ha ricoperto inoltre le funzioni di rappresentante permanente presso l’O.N.U e di commissario speciale per la cooperazione e lo sviluppo.
Dopo aver seguito le orme paterne in ambito professionale, l’ambasciatore segue ancora oggi le inclinazioni della madre, Maria Noppen De Matteis, pittrice e “star mondiale del surrealismo anche se poco conosciuta in Puglia” (bari.repubblica.it > cronaca 2022/12/19 news).
Nata nel 1921 nel castello baronale dei Sauli di Tiggiano, cui apparteneva la madre, dove le è stato allestito un museo permanente delle sue opere, Maria Noppen De Matteis, verso la fine degli anni ’50 e i primi ’60, d’estate villeggiava col marito e la figlia Cristina a Tricase-Porto, nella casa di Angelico Ferrarese, posta in una splendida posizione panoramica e vicina al villino di Gaetano Sauli, suo parente.
La giovanissima Cristina (Cri-Cri per le amiche e gli amici) era bionda, solare, molto bella, vivace, dal sorriso incantevole che “faceva girare la testa” ai giovanissimi rampolli delle famiglie-bene di Tricase-Porto in quel periodo caratterizzato dalla spensieratezza e dalla gioia di vivere.
La vena artistica di Cristina Funes-Noppen ne fa un personaggio veramente eclettico e sorprendente perché, oltre a dipingere, ella scrive con successo, in francese, romanzi e saggi storico-letterari dai quali traspare la sua speciale cultura maturata a diretto contatto con i popoli delle nazioni dove ha esercitato il ruolo diplomatico.
Gli ultimi suoi due romanzi, editi nel 2023 e nel 2025, si intitolano “Ils étaient six” e l’altro “Équivoques”. Il primo, narra la vicenda dei criminali nazisti che alla fine della II guerra mondiale si nascosero in Argentina.
La trama si svolge a sud delle Ande, in piena cultura “quechua” e consente al lettore, in filigrana, di seguire l’evoluzione politica dell’Argentina negli anni 1945-1983.
L’ultimo, contiene quattro romanzi gialli che danno informazioni su diversi Paesi, Kenia, India, Thailandia e un dialogo spiritoso sulla morte.
L’INTERVISTA ESCLUSIVA
Perché il Salento e Tricase?
«Il Salento è la terra di mia nonna, è la terra dove venivo d’estate per le vacanze, dove avevo dei carissimi amici che sfortunatamente non ci sono più – ma ci sono i miei cugini, è la terra dei miei antenati alla quale mi sento di appartenere malgrado le mie molte peregrinazioni nel mondo, è infine la terra dove mi sento a casa. Nonostante la mia nazionalità belga sono rimasta profondamente salentina».
È soddisfatta della sua scelta? Ombre e luci?
«Se consideriamo il tipo di vita che si ha qui rispetto a quello di altri Paesi, occorre riconoscere che qui la qualità della vita è più umana. E poi, il patrimonio naturalistico, architettonico, storico, e culturale, nell’insieme, è di alta qualità e ampiamente godibile».
«HO CONOSCIUTO PUTIN»
Tra i diversi Capi di Stato o di governo da lei conosciuti, come racconta nel suo libro Chroniques impertinentes… ancora in carica tra gli altri vi è Vladimir Putin.
«Ho conosciuto Vladimir Putin nel 2001 quando è venuto in visita ufficiale in Belgio. Io ero all’epoca commissario speciale e pertanto fui invitata alla cena di gala. Non ci siamo parlati molto, però mi diede l’impressione che ci teneva ad avere buoni rapporti con l’Europa. Non mi sembrò nemmeno che terrorizzasse i suoi collaboratori.
Di fianco a me era seduto il suo consigliere per le questioni nucleari che aveva abusato della “divina bottiglia”, come dicono i francesi, e pertanto cantava in francese durante tutta la cena suscitando l’ilarità dei commensali, compreso Putin.
Cantando a squarciagola, non dava certo l’impressione di temere il suo presidente, il che non succede normalmente nelle cene ufficiali di gala e tanto meno di fronte a quello che è supposto essere un dittatore sanguinario.
Nella mia carriera ho incontrato vari dittatori e posso assicurare che davanti a loro nessuno dei collaboratori al seguito si sarebbe permesso di cantare».
GLI OSTAGGI
Due aneddoti, uno triste e l’altro lieto, nei suoi ricordi di ambasciatore.
«Il primo, andato a buon fine, riguarda due ostaggi di Medici senza Frontiere presi dall’armata di liberazione del Sud Sudan e liberati dopo una trattativa durata 20 giorni in cui i guerriglieri vollero trattare solo con me, al telefono, di notte.
Non ci chiesero nessun riscatto come invece per ripicca accadde dieci giorni dopo, con un altro ostaggio francese, la cui trattativa durò tre mesi e si chiuse con l’esborso di un’ingente somma di denaro. Questo mi fu precisato, ridendo, dal mio collega francese che pretese che era tutta colpa mia se la SPLA si era rifatta sul suo governo! L’aneddoto triste riguarda invece due belgi, un ragazzo che lavorava per le Nazioni Unite e sua moglie.
Erano spariti da 5 anni e i due miei predecessori non erano riusciti ad avere notizie certe.
I genitori speravano e le autorità pretendevano che fossero ancora vivi. È una storia romanzesca che si svolse in Thailandia e in Cambogia. Da quello che finalmente sono riuscita a scoprire seppi che erano stati uccisi dai Khmer Rossi, forse con la complicità dell’esercito thailandese e eventualmente con risvolti riguardanti il traffico di opere d’arte.
Testardamente impegnata, dopo molte peripezie, e dopo aver insistentemente discusso con i due re, Shianouk e Bhumipol, fui messa in contatto con il capo dell’esercito thailandese e con i Khmer Rossi che mi consegnarono le spoglie che io affidai alle famiglie, le quali ebbero almeno la consolazione di sapere cos’era successo ai loro figli e di potere seppellirne i corpi».
IL DALAI LAMA EMETTE UNA ENERGIA POSITIVA
La persona che più ha lasciato traccia nel suo animo durante la lunga carriera diplomatica?
«È stato di certo il Dalai Lama: una persona assolutamente fuori dal comune che emette un’energia positiva straordinaria e trasmette alle persone che incontra una carica di felicità. E ho il privilegio di avere ancora dei contatti sporadici con questo sant’ uomo, grazie al quale la cultura tibetana continua a sopravvivere malgrado l’occupazione della Cina che fa di tutto per eradicarla.
Perciò il Dalai Lama ha deciso che dopo la sua morte non si reincarnerà nel Tibet per evitare che i Cinesi arrestino la sua reincarnazione (che potrebbe essere anche una bambina) e la sostituiscano con una di loro scelta come fecero con il Panchen Lama (figura importante nel buddhismo tibetano). Il Panchen Lama che si era reincarnato nel Tibet. fu arrestato quando aveva solo 6 anni nel 1995, rimpiazzato con un ragazzino che conveniva alle autorità cinesi e nessuno sa, da allora, dove si trovi il vero Panchen Lama».
Chroniques impertinentes
“…Un libro che si caratterizza per una libertà di spirito, un tono a volte mordace, esotico e cosmopolita. Un libro istruttivo, politicamente scorretto…ma così giusto! Un libro prezioso che deve essere letto da coloro che s’interessano alla diplomazia e agli affari di questo mondo”.
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