Attualità
Lecce: 197° anniversario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri
Ecco il testo integrale del discorso del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Lecce, Colonnello Maurizio Ferla, tenuto in occasione dell’odierna festa dell’Arma.
Ecco il testo integrale del discorso del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Lecce, Colonnello Maurizio Ferla, tenuto in occasione dell’odierna festa dell’Arma.
Onorevole Sottosegretario, onorevoli parlamentari, autorità civili e militari, rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma, graditi ospiti, formulo il più caloroso ringraziamento per avere voluto esprimere, con la vostra presenza, la vicinanza ai Carabinieri del Comando provinciale di Lecce, nel giorno in cui si celebra il 197° anniversario dalla fondazione dell’Arma. Desidero rivolgere subito il più deferente pensiero ai Nostri Caduti che in ogni tempo, in pace ed in guerra, hanno sacrificato la loro vita per il bene della Nostra Patria. Anche oggi piangiamo un nostro fratello barbaramente assassinato. Ai familiari, alcuni oggi presenti, il mio accorato saluto. Un abbraccio affettuoso ai rappresentanti dell’ANC, al gruppo delle Benemerite ed un cordiale saluto ai delegati del Comando provinciale in seno agli organismi di rappresentanza militare cui mi lega un rapporto di fattiva collaborazione. Anche quest’anno la nostra provincia, sulla base dei giudizi di osservatori terzi, risulta tra le più sicure a livello nazionale. Eppure non ci è purtroppo estranea la criminalità mafiosa; eppure avvertiamo, al pari delle altre provincie italiane e di quelle del meridione in particolare, le gravi conseguenze della crisi economica mondiale, che si riflette negativamente sul mercato occupazionale ed in definitiva sulle famiglie. Sono questi fattori criminogenetici contro i quali le Forze di Polizia possono fare poco, ma che devono essere tenuti in considerazione per pianificare ed attuare strategie preventive e di contrasto efficaci. I risultati degli sforzi sono a tutti noti; le Forze di Polizia di questa Provincia operano di comune intesa ed hanno dimostrato di avere colto il vero spirito del coordinamento nella collaborazione stretta e disinteressata, ove le diverse professionalità e competenze si fondono completandosi a vicenda; per questo il risultato viene normalmente conseguito; per questo la nostra provincia è tra le più sicure a livello nazionale. E consentitemi di rivolgere il mio saluto affettuoso al Questore Cufalo ed al Col. Vezzoli, con i quali condivido le tensioni quotidiane che derivano dal desiderio, ancor prima che dal compito, di rendere sempre più sicura la nostra provincia. Si è cementato tra noi un sentimento fraterno, che continuerà anche quando non saremo più in servizio a Lecce. Sotto l’accorta guida del Prefetto Mario Tafaro, nelle politiche di prevenzione e del Procuratore della Repubblica, Dr Cataldo Motta, nelle attività di polizia giudiziaria, i reparti del Comando Provinciale chiudono oggi idealmente un anno di lavoro che ha prodotto risultati eccellenti, i migliori dell’ultimo triennio. Sono stati eseguiti, in 12 mesi, 76.000 servizi preventivi (14.000 in più dello scorso anno) sono state tratte in arresto 740 persone e 4.400 denunciate a p.l., sono stati conseguiti importati risultati nel contrasto all’usura, ma è ancora poco, il fenomeno è molto più diffuso e sotterraneo di quello che traspare dai dati ufficiali. Rilevante poi è l’attività contro le organizzazioni criminali di ogni specie e nel contrasto patrimoniale in cui l’Arma ha proposto il sequestro di beni per circa 8,5 milioni di euro, eseguendolo per complessivi 5.300.000. Ed è altresì noto lo sforzo per prevenire infiltrazioni mafiose nei pubblici appalti, nella tutela dell’ambiente dall’attacco di affaristi poco scrupolosi, nella tutela del lavoro regolare e della salute dei cittadini. Tutti settori in cui i risultati conseguiti superano le ordinarie aspettative. Sono questi ambiti da cui dipende il futuro sviluppo di questa provincia e dove l’azione delle Forze di Polizia, da sola, non basta. Più che in altri settori c’è, alla base, un’esigenza di rispetto delle regole a tutti i livelli. L’esercizio concreto della legalità è un obbligo che incombe su tutti; non è un onere che grava solo su chi esercita funzioni pubbliche. Particolare impegno è stato profuso per contrastare il tragico fenomeno delle morti sulle strade. Sono state elevate 19.000 contravvenzioni al C.d.S, ma ciò che è più importante, sono state ritirate 1.700 patenti a persone sorprese alla guida in stato di alterazione psichica da alcol o stupefacenti. L’odierna ricorrenza s’inserisce, non solo idealmente, nel contesto delle celebrazioni per il 150 anni dell’Unità d’Italia. Dal semplice raffronto dell’entità dei due anniversari derivano, per noi carabinieri, varie riflessioni: L’Arma c’era: quando l’idea dell’unità della nostra Patria prendeva concretamente corpo e sui campi di battaglia per l’Indipendenza Nazionale; nella gloria di El Alamein e nella gesta eroiche della guerra di Resistenza e quando si rese necessario difendere la neo nata Repubblica ed i valori della Costituzione appena promulgata nella lotta contro il terrorismo, l’eversione e la criminalità mafiosa. L’Arma c’era! Da queste riflessioni si deduce una sola responsabilità: l’Arma deve esserci ancora nel modo in cui i cittadini italiani vogliono che sia. Qualcuno ha scritto: Ho visto il carabiniere soccorrere i prigionieri con la devozione della suora di carità; l’ho visto confortare il condannato come il sacerdote nell’ora estrema; l’ho visto nella famiglia colmare gli odi ed i rancori come il confessore; l’ho visto combattere come il guerriero, soffrire in silenzio come il religioso, morire come il martire. Egli è niente per voi cittadini, voi siete tutto per lui. Se siete gente onesta e felice, potete ignorare persino la sua esistenza, ma i tristi tremano, i deboli vivono protetti, perchè egli è sempre là dritto,immobile, vigilante. Questo è per gli italiani il carabiniere; questo è ciò che noi dobbiamo essere! Viva l’Arma dei Carabinieri. Viva l’Italia.
Elenco dei premiati
Ulteriore testimonianza concreta dell’impegno assolto nell’anno appena trascorso è rappresentato dalle ricompense consegnate ai militari che si sono particolarmente distinti, nel compimento delle loro attività quotidiane. Tra i militari che sono stati premiati a Lecce, vi sono:
- il Capitano Giuseppe COLIZZI, con la seguente motivazione: “Ufficiale addetto a sezione anticrimine, evidenziando altissimo senso del dovere, elevatissima professionalità e spiccato acume investigativo, dirigeva, partecipandovi personalmente, delicata attività investigativa sviluppata a seguito di attentato dinamitardo di matrice terroristica, ai danni di obiettivo militare ubicato nel capoluogo lombardo. L’indagine, si concludeva, in tempi brevissimi, dopo l’arresto dell’autore materiale del fatto delittuoso, rimasto gravemente ferito, con l’individuazione dei due complici stranieri, arrestati per strage, fabbricazione, detenzione e porto illegale di materiali esplodenti, con l’aggravante di aver agito per finalità di terrorismo. In Milano, 12 e 13 ottobre 2009”.
- Il Sottotenente Giovanni PORTA e Maresciallo Aiutante Gabriele LUPERTO, con la seguente motivazione: “Militari in servizio in territorio particolarmente sensibile sotto il profilo della sicurezza pubblica, manifestando elevata competenza professionale, spiccato acume investigativo ed incondizionata dedizione al servizio, conducevano complessa attività investigativa nei confronti di un gruppo di persone responsabile di abusi sessuali verso un minorenne, che si concludeva con l’esecuzione di otto ordinanze di custodia cautelare in carcere. In Carmiano (Le), settembre-dicembre 2009”.
- Appuntanti Scelti Antonio Fernando Vadrucci e Pier Paolo Mauro, con la seguente motivazione: “graduati addetti rispettivamente al plotone di polizia militare impiegato nell’operazione “joint enterprise” in Kossovo ed al reparto supporti-contingente nazionale carabinieri, inquadrato nell’ambito della missione althea, in Bosnia Erzegovina, emergevano tra i pari grado, distinguendosi per competenza, totale abnegazione e spiccato senso di responsabilita’, fornendo nel delicato settore di pertinenza, puntuali e rigorose risposte alle esigenze del reparto. Esemplari figure di appuntati scelti dei carabinieri, che con il loro costante operato, hanno contribuito in modo decisivo al conseguimento degli obiettivi della missione, conferendo lustro e prestigio al contingente nazionale ad all’arma dei carabinieri, in contesto multinazionale.
Belo Polje (Kossovo), 26 agosto 2010 e Serajevo, febbraio-settembre 2010”.
APPREZZAMENTI DEL COMANDANTE PROVINCIALE
- Al Nucleo Investigativo del Comando Provinciale, con la seguente motivazione: “Nucleo Investigativo, operante in territorio caratterizzato da alto indice di criminalita’, evidenziando spiccate doti professionali, perseverante impegno ed elevato spirito di servizio, svolgeva complesse e prolungate indagini che consentivano di disarticolare un pericoloso ed agguerrito sodalizio criminale che, da circa un decennio, esercitava usura, estorsione e abusiva attività finanziaria finalizzata al riciclaggio, truffa e falso. L’operazione si concludeva con l’arresto di 19 persone colpite da provvedimento restrittivo ed il sequestro dei beni per circa 1.000.000,00 di euro. Lecce e provincia, febbraio 2009 – marzo 2010;
- alla Compagnia Carabinieri di Casarano, con la seguente motivazione: “Compagnia distaccata operante in territorio particolarmente sensibile sotto il profilo della sicurezza pubblica, evidenziando elevata professionalità, acume investigativo, abnegazione eseguiva complessa, prolungata ed articolata indagine di polizia giudiziaria, nei confronti di pericolosa consorteria delinquenziale dedita al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, nonché al traffico internazionale di armi e munizioni che si concludeva con l’emissione di 24 ordinanze di custodia cautelare in carcere, il sequestro di ingente quantitativo di sostanze stupefacenti, armi e munizioni. In Parabita, Tuglie, Alezio, e provincia di Lecce. Settembre 2009-Giugno 2010”;
- alla Compagnia Carabinieri di Maglie, con la seguente motivazione: ”Compagnia distaccata gia’ distintasi nel recente passato per analoghi impegni investigativi di rilievo, portati a conclusione con successo, evidenziando acume investigativo, disarticolava pericolosa organizzazione criminale dedita al traffico, alla detenzione ed alla distribuzione di stupefacenti, attentati esplosivi, estorsioni, detenzione di armi e materiale esplosivo, con l’arresto, in esecuzione di ordini restrittivi in carcere emessi dall’Autorita’ Giudiziaria inquirente ed in flagranza di reato, 12 persone, provvedendo a sequestrare copioso quantitativo di sostanza stupefacente del tipo cocaina. Corigliano d’Otranto e provincia di Lecce, settembre 2010- maggio 2011”.
Il 13 luglio 1814, il Corpo dei Carabinieri Reali fu istituito con le Regie Patenti da Vittorio Emanuele I, che volle dotarsi di un corpo di militari scelti “per buona condotta e saviezza d’istinti”, allo scopo di contribuire alla difesa dello Stato in tempo di guerra e di vigilare alla conservazione della pubblica e privata sicurezza in tempo di pace. Oggi, 6 giugno 2011, per onorare il ricordo della prima medaglia concessa alla Bandiera per il contributo offerto dai Carabinieri alla vittoria delle armi italiane nel primo conflitto mondiale, alle ore 10.30, in Lecce, via Lupiae davanti la sede del Comando Provinciale Carabinieri, ha avuto luogo la cerimonia commemorativa per la ricorrenza dell’annuario della fondazione della Benemerita. Era schierato un Reparto di formazione composto da un plotone di militari dell’Arma Territoriale di Lecce, un plotone di comandanti di Stazione in rappresentanza delle varie componenti che operano nel Comando Provinciale di Lecce. Una rappresentanza di: militari “Carabinieri di quartiere”, del Servizio Navale, della CIO (Compagnia Carabinieri Intervento Operativo) dell’11° Battaglione Puglia di Bari, due unità motociclisti del Nucleo Radiomobile, un autoradio AR 159 (e relativo equipaggio) della Compagnia Carabinieri di Lecce, un autoradio AR 159 (e relativo equipaggio) della Compagnia Carabinieri di Maglie. Dello schieramento hanno fatto parte anche i Gonfaloni della Provincia e del Comune di Lecce, i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Carabinieri, i Labari ed i Medaglieri delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma. La manifestazione non soltanto ha commemorato i 197 anni dedicati dai Carabinieri al servizio del nostro Paese, ma è stata anche un’occasione per incontrarsi e fare un bilancio dei brillanti risultati conseguiti, in particolare in questi ultimi due anni alla guida del Comandante Provinciale Colonnello Maurizio Ferla, e degli ulteriori obiettivi istituzionali ancora da raggiungere. L’attenzione dell’Istituzione è incentrata sempre più sulla tutela della collettività, al fine di rendere ancor più incisiva la connotazione della capillarità dell’Arma sul territorio, in risposta alla crescente domanda di sicurezza. Sul piano delle attività, nell’ultimo anno i risultati sono senz’altro di assoluto rilievo rispetto al precedente periodo. Si tratta di cifre che stabiliscono un vero e proprio primato provinciale, di gran lunga superiore a qualunque altro intervento operato nel settore in passato, e che testimoniano in particolare della sistematicità e della coralità – e non dell’occasionalità – degli interventi. Ma si tratta soprattutto di una importante vittoria sia sulle organizzazioni mafiose sia sulla delinquenza comune, private in poco tempo di strutture, beni ed utilità indispensabili a sostenerne l’impegno e la potenza criminale. Un impegno così importante e produttivo testimoniato dai risultati che seguono:
gli oltre 1000 militari del Comando Provinciale di Lecce hanno assicurato 76.000 servizi preventivi (14.000 in più rispetto all’anno precedente), effettuato 740 arresti ( + 110) e deferito a piede libero all’A.G. 4400 persone. Notevole anche l’attività di aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati dalla criminalità: è di oltre 8.500.000 euro il valore complessivo dei beni per cui è stato proposto il sequestro. E’ invece di 5.300.000 euro il valore dei beni sottoposti a sequestro nel periodo oggi considerato.
Significativa anche l’attività di polizia stradale compiuta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Lecce per garantire la sicurezza delle più importanti reti di collegamento che interessano il salento, in particolare volta a contrastare le c.d. “stragi del sabato sera” che tante giovani vite mietono ogni anno: sono state elevate oltre 19.000 contravvenzioni (+ 2.000); 1.700 le patenti di guida ritirate (+ 150); e 1.113 i mezzi sequestrati (+ 220) dalle pattuglie dell’Arma impegnate nei vari posti di blocco e di controllo dislocati nei punti nevralgici delle principali rotabili della provincia di Lecce.
Un ciclo produttivo particolarmente fervido e intenso si registra anche nell’azione di contrasto al fenomeno dei reati predatori, in particolare rapine e furti: infatti 140 (+27) sono le rapine consumate e tentate su cui è intervenuta l’Arma, ma di queste 54 (+ 10) sono quelle scoperte dagli investigatori dei Carabinieri che hanno smantellato intere bande a ciò dedite. I furti invece registrati nell’ultimo anno sono sensibilmente diminuiti, essendosene registrati 8100 rispetto ai 9902 dell’anno precedente, a fronte anche di un aumento di quelli scoperti, 504 dell’anno corrente rispetto ai 412 del precedente. Questo successo si deve anche all’incisiva azione preventiva profusa nel particolare settore delle misure di prevenzione, che conta 160 avvisi orali, 55 sorveglianze speciali e 318 fogli di via obbligatori proposti a carico di persone socialmente pericolose per la sicurezza pubblica. Anche sul fronte dell’immigrazione clandestina, sono oltre 500 gli stranieri rintracciati nella provincia (+ 200). Queste le operazioni di polizia giudiziarie più importanti portate a termine nel periodo considerato:
– 06/07/2010 Operazione “SHYLOCK”. I militari del Nucleo Investigativo hanno eseguito 19 O.C.C. per associazione a delinquere finalizzata all’usura ed estorsione, aggravata dal metodo mafioso (Art.7 L.203/91), riciclaggio ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria. Effettuati sequestri preventivi di beni e conti correnti per un valore presunto di circa 1.000.000 di euro.
– 09/09/2010 Operazione “HOT LIST”. I militari della Compagnia di Lecce hanno eseguito 10 O.C.C. per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e sfruttamento della prostituzione.
– 15/09/2010 Operazione “LITTLE DEVIL”. I militari del Nucleo Investigativo hanno eseguito 14 O.C.C. per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e rapina.
– 30/10/2010 Operazione “MERCANTE IN FIERA”. I militari della Compagnia di Gallipoli hanno eseguito 24 O.C.C. per associazione a delinquere finalizzata al traffico e spaccio di stupefacenti e tentata estorsione aggravata perché caratterizzata da modalità mafiose.
– 16/12/2010 Operazione “BAZAR”. Il personale del Nucleo Investigativo hanno eseguito 5 O.C.C. per detenzione continuata in concorso ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.
– 07/05/2011 Operazione “BAMBA”. I militari della Compagnia di Casarano hanno eseguito 21 O.C.C. per associazione a delinquere finalizzata al traffico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di aver partecipato ad associazione armata e traffico internazionale di armi e munizioni.
– 10/05/2011 Operazione “CORIOLANO”. I militari della Compagnia di Maglie hanno eseguito 9 O.C.C. per associazione a delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti con l’aggravante di aver partecipato ad associazione armata, nonché per estorsione, attentato dinamitardo e danneggiamento.
Attualità
Elezioni a Tricase, giochi fatti? Ancora no
Certe le candidature dell’uscente Antonio De Donno e di Vincenzo Errico (Tricase Insieme). Fratelli d’Italia insiste con Claudio Pispero. Situazione fluida nel centrosinistra. I possibili scenari

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di Giuseppe Cerfeda
In attesa della definizione delle candidature per le elezioni regionali, proseguono a Tricase incontri e trattative per l’appuntamento, cruciale, con le comunali della prossima primavera.
Premessa d’obbligo: le consultazioni regionali, sia la vittoria finale, quindi il nuovo governatore, che i risultati dei singoli candidati consiglieri, potrebbero in qualche modo influenzare le scelte per candidature e liste anche in sede cittadina.
Partiamo intanto dalle certezze, con le candidature già annunciate dai diretti interessati.
IL SINDACO USCENTE
Sarà sicuramente della partita il sindaco uscente Antonio De Donno.
Dopo le disavventure giudiziarie che hanno coinvolto l’ex assessore regionale Alessandro Delli Noci (e quindi l’impasse che ne è conseguita per il movimento politico CON), resta da verificare quale sarà lo schieramento che sosterrà la ricandidatura del primo cittadino uscente.
Detto che si tratterà comunque di liste civiche, tra le ipotesi in ballo c’è anche quella del sostegno di parte del centrodestra.
FRATELLI D’ITALIA
Non solo gli amministratori uscenti vicini a quell’area politica ma anche coloro che gravitano nel mondo di Forza Italia non escludono affatto taòepossibilità.
Non pare dello stesso parere Fratelli d’Italia che, invece, continua a lavorare, sempre con un occhio alle regionali, alla candidatura di Claudio Pispero.
Dal circolo del partito della Meloni, comunque, non pongono veti assoluti a eventuali evoluzioni e, quindi, a una coalizione di centrodestra che si presenti unita alle elezioni.
Danno, però, zero chance all’eventualità di sostenere il sindaco uscente.
CHE SUCCEDE NEL CENTROSINISTRA?
Situazione in evoluzione anche nel centrosinistra.
Gli ultimi sviluppi indicano come possibile candidato l’oncologo Vincenzo Chiuri (proposto dal Partito Democratico e scelto da una rosa che comprendeva anche Anna Maria Girasoli, proposta da Sinistra italiana, e Dario Martina dal Cantiere civico).
L’obiettivo Campo Largo è stato annunciato da mesi (soprattutto dai Dem), insieme alla volontà di presentarsi uniti ai nastri di partenza.
Sulla questione candidato e unità, al momento, però, le bocche restano cucite, anche perché gli equilibri sembrerebbero fragili.
Da quel che siamo riusciti a sapere, ci sarebbe già una bozza di accordo tra PD, Cantiere civico e Sinistra italiana.
Chi ancora, invece, appare perplesso (eufemismo) è “Tricase, che fare?”.
Il movimento fondato da Giovanni Carità è fermo sulla posizione che prevede le Primarie per la scelta del candidato.
Ma il PD, partito che le ha sdoganate, da quell’orecchio pare non sentirci.
Incontri e dialoghi continuano ma, soprattutto sul versante “Tricase, che fare?”, sono molto pessimisti sulla buona riuscita delle trattative.
Resta, invece, da capire cosa faranno coloro che da tempo sono stati indicati (e hanno dato la loro disponibilità) come candidati.
Cosa farà, ad esempio, Andrea Morciano?
Secondo i soliti bene informati l’ingegnere sarebbe sponsorizzato dall’ex segretario provinciale del PD Ippazio Morciano e dal gruppo che a Tricase ne fa riferimento.
All’interno della coalizione di centrosinistra, al momento, però, non non ci sarebbe una convergenza totale rispetto alla sua candidatura.
FANTAPOLITICA?
C’è anche chi, fedele al motto di andreottiana memoria («A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina»), ipotizza uno scenario (quasi) da fantapolitica.
Secondo tale ipotesi, potrebbe accadere che Chiuri, che ha dato la propria disponibilità solo nell’eventualità di Campo Largo, non confortato dall’auspicata unità di intenti, faccia un passo indietro.
E a quel punto? A quel punto, stretti nei tempi e nelle possibilità, Dem, Cantiere civico e Sinistra italiana potrebbero (dovrebbero?) sostenere Andrea Morciano. Solo fantapolitica? Chissà…
Da noi interpellato, Andrea Morciano ha confermato «la volontà di candidarmi».
Poi ha chiarito: «Non voglio essere fonte di divisione per chicchessia. Centrosinistra? Certo, è la mia comfort zone, l’area a cui appartengo. Vedremo… Di certo sarò contro l’attuale amministrazione».
TRICASE INSIEME
«Confermatissima» la candidatura di Vincenzo Errico a capo del movimento civico “Tricase Insieme”, mentre si sono perse le tracce di Fernando Dell’Abate che, come raccontano le solite gole profonde, in tempi non sospetti, avrebbe avanzato la propria candidatura, trovando la strada sbarrata nel centrosinistra, l’area a cui, da ex socialista, storicamente appartiene.
Approfondimenti
“Per grazia ricevuta”: Piemontese, assessore sanità Puglia, crea d’emblée 2mila posti di lavoro
Nonostante cinque aziende sanitarie da 17 giorni siano senza direttore generale e non si veda alba, la Regione si prepara a lanciare tre concorsoni: due dei quali saranno gestiti proprio da Asl senza un manager…

di Luigi Zito
Quello che non succede in 5 anni, a volte, si sa, può accadere a pochi giorni dalle elezioni: siano esse comunali (alzi la mano chi non si fatto dare “una liccata di asfalto”, davanti casa poco prima del voto); provinciali, quando Presidente o Assessori, come la Madonna, si appalesano in città e chiedono una “citazione” nelle urne: e giù a concedere, promettere, santificare e beatificare, tutta Grazia sprecata o mal riposta, perché sanno che non è deificata, ma solo vanagloria.
E fin qui siamo nell’ordine naturale delle elezioni.
Quello che supera il livello di indignazione e tracima nella vergogna assoluta, ai limiti della sconcezza, e chiede vendetta, è quanto sta accadendo per le nostre elezioni regionali.
Nonostante cinque aziende sanitarie da 17 giorni siano senza direttore generale e non si veda alba, la Regione si prepara a lanciare tre concorsoni: due dei quali saranno gestiti proprio da Asl senza un manager.
Mille posti ciascuno per infermieri e Oss, mentre la terza procedura darà il via alla mobilità intraregionale per permettere spostamenti tra le varie aziende.
Ricapitolando: 2mila posti di lavoro creati d’emblée, come infermieri e Oss, dei quali un terzo (circa 700) saranno su Foggia, città del Vicepresidente e assessore alla Sanità e Benessere animale, Sport per tutti, Raffaele Piemontese, prodigo di carità e col vizio delle buone azioni.
Questi concorsi erano attesi almeno da maggio, ora una circolare del dipartimento Salute conferma che la pubblicazione è «imminente», e dunque la scadenza delle domande potrebbe arrivare proprio a ridosso della tornata elettorale del 23 e 24 novembre prossimi, anche se le prove si svolgeranno non prima di aprile-maggio.
Quando si dice avere una “faccia di tolla”, ma qualcun altro asserirà che “in politica la menzogna è una componente imprescindibile”.
Come possiamo difenderci: quando nel segreto dell’urna dovremo apporre quella “citazione”, per non ricevere un’altra villania del genere, dobbiamo saper distinguere il “grano dalla pula”, il bianco dal nero, le “facce di tolla” da quelle linde, correte, sincere e leali.
Ricordiamocene.
Approfondimenti
L’ambasciatore Cristina: “Ho conosciuto Putin e il Dalai Lama, che esperienze”
«Il Salento, è la terra di mia nonna, è la terra dove venivo d’estate a Tricase, per le vacanze, dove avevo dei carissimi amici che sfortunatamente non ci sono più è la terra dei miei antenati alla quale mi sento di appartenere”…

Cristina Funes-Noppen è ambasciatore onorario del Belgio (lei stessa preferisce l’appellativo di ambasciatore a quello di ambasciatrice essendo quest’ultimo usato per indicare la moglie dell’ambasciatore, NdR), e da un po’ di tempo vive buona parte dell’anno in Salento, a Tricase, dove ha comprato un’antica dimora, quasi attaccata alla chiesa matrice, adattandola ai suoi bisogni,
Figlia di ambasciatore ha seguito le orme paterne e dopo gli studi accademici a carattere diplomatico ha percorso la sua carriera come ambasciatore del Belgio in numerosi Paesi nei vari continenti tra cui Zambia, Kenya, India, Tailandia, Marocco, Austria e Argentina, senza dimenticare che in tutte le sue destinazioni, come ambasciatore residente, copriva anche larghe giurisdizioni riguardanti altri vari Paesi.
È stata anche coordinatore di tre direzioni al ministero degli affari esteri: Diritti dell’Uomo, Nazioni Unite e Disarmo.
Ha ricoperto inoltre le funzioni di rappresentante permanente presso l’O.N.U e di commissario speciale per la cooperazione e lo sviluppo.
Dopo aver seguito le orme paterne in ambito professionale, l’ambasciatore segue ancora oggi le inclinazioni della madre, Maria Noppen De Matteis, pittrice e “star mondiale del surrealismo anche se poco conosciuta in Puglia” (bari.repubblica.it > cronaca 2022/12/19 news).
Nata nel 1921 nel castello baronale dei Sauli di Tiggiano, cui apparteneva la madre, dove le è stato allestito un museo permanente delle sue opere, Maria Noppen De Matteis, verso la fine degli anni ’50 e i primi ’60, d’estate villeggiava col marito e la figlia Cristina a Tricase-Porto, nella casa di Angelico Ferrarese, posta in una splendida posizione panoramica e vicina al villino di Gaetano Sauli, suo parente.
La giovanissima Cristina (Cri-Cri per le amiche e gli amici) era bionda, solare, molto bella, vivace, dal sorriso incantevole che “faceva girare la testa” ai giovanissimi rampolli delle famiglie-bene di Tricase-Porto in quel periodo caratterizzato dalla spensieratezza e dalla gioia di vivere.
La vena artistica di Cristina Funes-Noppen ne fa un personaggio veramente eclettico e sorprendente perché, oltre a dipingere, ella scrive con successo, in francese, romanzi e saggi storico-letterari dai quali traspare la sua speciale cultura maturata a diretto contatto con i popoli delle nazioni dove ha esercitato il ruolo diplomatico.
Gli ultimi suoi due romanzi, editi nel 2023 e nel 2025, si intitolano “Ils étaient six” e l’altro “Équivoques”. Il primo, narra la vicenda dei criminali nazisti che alla fine della II guerra mondiale si nascosero in Argentina.
La trama si svolge a sud delle Ande, in piena cultura “quechua” e consente al lettore, in filigrana, di seguire l’evoluzione politica dell’Argentina negli anni 1945-1983.
L’ultimo, contiene quattro romanzi gialli che danno informazioni su diversi Paesi, Kenia, India, Thailandia e un dialogo spiritoso sulla morte.
L’INTERVISTA ESCLUSIVA
Perché il Salento e Tricase?
«Il Salento è la terra di mia nonna, è la terra dove venivo d’estate per le vacanze, dove avevo dei carissimi amici che sfortunatamente non ci sono più – ma ci sono i miei cugini, è la terra dei miei antenati alla quale mi sento di appartenere malgrado le mie molte peregrinazioni nel mondo, è infine la terra dove mi sento a casa. Nonostante la mia nazionalità belga sono rimasta profondamente salentina».
È soddisfatta della sua scelta? Ombre e luci?
«Se consideriamo il tipo di vita che si ha qui rispetto a quello di altri Paesi, occorre riconoscere che qui la qualità della vita è più umana. E poi, il patrimonio naturalistico, architettonico, storico, e culturale, nell’insieme, è di alta qualità e ampiamente godibile».
«HO CONOSCIUTO PUTIN»
Tra i diversi Capi di Stato o di governo da lei conosciuti, come racconta nel suo libro Chroniques impertinentes… ancora in carica tra gli altri vi è Vladimir Putin.
«Ho conosciuto Vladimir Putin nel 2001 quando è venuto in visita ufficiale in Belgio. Io ero all’epoca commissario speciale e pertanto fui invitata alla cena di gala. Non ci siamo parlati molto, però mi diede l’impressione che ci teneva ad avere buoni rapporti con l’Europa. Non mi sembrò nemmeno che terrorizzasse i suoi collaboratori.
Di fianco a me era seduto il suo consigliere per le questioni nucleari che aveva abusato della “divina bottiglia”, come dicono i francesi, e pertanto cantava in francese durante tutta la cena suscitando l’ilarità dei commensali, compreso Putin.
Cantando a squarciagola, non dava certo l’impressione di temere il suo presidente, il che non succede normalmente nelle cene ufficiali di gala e tanto meno di fronte a quello che è supposto essere un dittatore sanguinario.
Nella mia carriera ho incontrato vari dittatori e posso assicurare che davanti a loro nessuno dei collaboratori al seguito si sarebbe permesso di cantare».
GLI OSTAGGI
Due aneddoti, uno triste e l’altro lieto, nei suoi ricordi di ambasciatore.
«Il primo, andato a buon fine, riguarda due ostaggi di Medici senza Frontiere presi dall’armata di liberazione del Sud Sudan e liberati dopo una trattativa durata 20 giorni in cui i guerriglieri vollero trattare solo con me, al telefono, di notte.
Non ci chiesero nessun riscatto come invece per ripicca accadde dieci giorni dopo, con un altro ostaggio francese, la cui trattativa durò tre mesi e si chiuse con l’esborso di un’ingente somma di denaro. Questo mi fu precisato, ridendo, dal mio collega francese che pretese che era tutta colpa mia se la SPLA si era rifatta sul suo governo! L’aneddoto triste riguarda invece due belgi, un ragazzo che lavorava per le Nazioni Unite e sua moglie.
Erano spariti da 5 anni e i due miei predecessori non erano riusciti ad avere notizie certe.
I genitori speravano e le autorità pretendevano che fossero ancora vivi. È una storia romanzesca che si svolse in Thailandia e in Cambogia. Da quello che finalmente sono riuscita a scoprire seppi che erano stati uccisi dai Khmer Rossi, forse con la complicità dell’esercito thailandese e eventualmente con risvolti riguardanti il traffico di opere d’arte.
Testardamente impegnata, dopo molte peripezie, e dopo aver insistentemente discusso con i due re, Shianouk e Bhumipol, fui messa in contatto con il capo dell’esercito thailandese e con i Khmer Rossi che mi consegnarono le spoglie che io affidai alle famiglie, le quali ebbero almeno la consolazione di sapere cos’era successo ai loro figli e di potere seppellirne i corpi».
IL DALAI LAMA EMETTE UNA ENERGIA POSITIVA
La persona che più ha lasciato traccia nel suo animo durante la lunga carriera diplomatica?
«È stato di certo il Dalai Lama: una persona assolutamente fuori dal comune che emette un’energia positiva straordinaria e trasmette alle persone che incontra una carica di felicità. E ho il privilegio di avere ancora dei contatti sporadici con questo sant’ uomo, grazie al quale la cultura tibetana continua a sopravvivere malgrado l’occupazione della Cina che fa di tutto per eradicarla.
Perciò il Dalai Lama ha deciso che dopo la sua morte non si reincarnerà nel Tibet per evitare che i Cinesi arrestino la sua reincarnazione (che potrebbe essere anche una bambina) e la sostituiscano con una di loro scelta come fecero con il Panchen Lama (figura importante nel buddhismo tibetano). Il Panchen Lama che si era reincarnato nel Tibet. fu arrestato quando aveva solo 6 anni nel 1995, rimpiazzato con un ragazzino che conveniva alle autorità cinesi e nessuno sa, da allora, dove si trovi il vero Panchen Lama».
Chroniques impertinentes
“…Un libro che si caratterizza per una libertà di spirito, un tono a volte mordace, esotico e cosmopolita. Un libro istruttivo, politicamente scorretto…ma così giusto! Un libro prezioso che deve essere letto da coloro che s’interessano alla diplomazia e agli affari di questo mondo”.
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