Attualità
Lotte di “classe”
I tagli della Riforma Gelmini, i precari sul piede di guerra, gli Istituti alle prese con i soliti problemi. Se il buongiorno si vede dal mattino…

I tagli della Riforma Gelmini, i precari sul piede di guerra, gli Istituti alle prese con i soliti problemi. Se il buongiorno si vede dal mattino…
Lo SNALS: “Ci stanno tagliando il futuro”
La scuola fa i conti con il secondo anno della Riforma Gelmini, che resta indigesta a tanti insegnanti, soprattutto se precari. A riguardo abbiamo voluto sentire il parere di Salvatore Valentino, ex segretario provinciale di Lecce dello Snals (Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori Scuola) di cui ora è dirigente nazionale. E Valentino non usa giri di parole: “E’ una grande operazione di risparmio e va considerata solo come tale. Inutile parlare di innovazione o altro. E risparmio per lo più vuol dire riduzione di organico al di là del consentito. Se avevano previsto un taglio di un tot di migliaia di posti nel giro del triennio, mi pare di poter dire che siano andati per eccesso e alla fine i tagli sono addirittura più del previsto”.
Quali sono i numeri per la nostra provincia? “Sul personale Ata, tra amministrativi e collaboratori scolastici, si sono persi circa 140 posti. Riguardo agli insegnanti, la mannaia è andata giù pesante soprattutto nella Scuola Primaria, laddove a conti fatti ci sono oggi circa 150 posti in meno. Anche nelle altre scuole, con l’aumento degli alunni per classe, i posti di lavoro sono diminuiti in ogni grado di istruzione: dal Professionale al Tecnico, ai Licei, ovunque ci sono classi in meno che in soldoni si traducono in cattedre in meno. Si immagini che in ogni anno scolastico precedente dopo i trasferimenti rimanevano disponibili per l’assegnazione provvisoria o supplenze annuali perlomeno una quindicina di cattedre. Quest’anno, dopo i trasferimenti, ci sono stati 18 soprannumerari… I pensionamenti non sono bastati neanche a far sì che ci fossero cattedre almeno per coloro che già c’erano. Lo sfacelo nella sezione classica ed in quella scientifica è stato enorme. Solo nel Comune di Galatina, per fare un esempio, ci sono quattro docenti in esubero allo Scientifico ed uno al Classico. E parliamo solo di Galatina…”.
A farne le spese sono però soprattutto i precari: “E’ sempre così, a rimetterci sono sempre i più deboli. E da noi sono tantissimi perché quella di Lecce è una provincia di frontiera in ogni senso. Voglio dire che se altrove hanno qualche altro sbocco occupazionale, da noi l’unica “industria” in grado di dare posti di lavoro è, anzi era, la scuola. Ecco perché le famiglie hanno investito in questo settore, ma tra rientri di chi ha fatto anni di gavetta fuori, assegnazioni provvisorie e tagli continui, di cattedre libere non ce ne sono più”.
Che tipo di iniziative ha in atto lo Snals? “Il Decreto salva-precari, che prevede il mantenimento in servizio per coloro i quali erano in servizio nel 2008-2009, dev’essere esteso anche a quelli in servizio nel 2009-2010. Faremo ricorso con i nostri legali affinché anche questi ultimi vengano tenuti in considerazione. È una nostra iniziativa che agli utenti non costerà nulla: le spese infatti saranno a nostro carico”. Ovviamente, chi volesse maggiori informazioni può rivolgersi direttamente allo Snals di Lecce, in via Coppola, n. 1, o telefonare allo 0832/346644.
Giuseppe Cerfeda
Cattedre a… brandelli
Tra gli effetti della riforma, oltre alle difficoltà pressoché insormontabili per i precari di trovare sistemazione ed ai (non pochi) soprannumerari, ci sono anche tanti insegnanti costretti a dividersi tra più sedi e spesso tra più Comuni. Riconducendo tutte le cattedre a 18 ore, si costringe a costruirle anche con spezzoni piccoli, come avvenuto per il prof. Vitantonio Franco, che quest’anno dovrà insegnare Lettere in tre scuole medie diverse tra Gallipoli e Sannicola. Ma il prof. Franco, da noi interpellato, premette che la sua non vuole essere “una difesa della categoria, piuttosto guarderei al ruolo della scuola nella società che rinuncia all’istruzione e che si autocondanna ad entrare in un segmento basso nella divisione mondiale del lavoro con dequalificati e quindi sottopagati. Di questo passo ci troveremo a competere con l’Albania e la Romania piuttosto che con gli Stati Uniti. È una realtà alla quale tutta la società dovrebbe guardare con un certo timore”. Guardando invece in casa nostra, secondo il prof. Franco “nella provincia di Lecce va ancora peggio. Università, l’azienda più grande del Salento, e scuola sono le istituzioni che offrono il numero maggiore di posti di lavoro. Le conseguenze della Riforma saranno dunque devastanti perché portano alla dispersione di centinaia di posti di lavoro. Quindi, al di là dell’interesse di bottega della categoria degli insegnati, questo dovrebbe far riflettere tutti: in una realtà come la nostra, dove il tasso di disoccupazione si attesta intorno al 20%, perdere centinaia di posti di lavoro vuol dire togliere redditi all’intero territorio”. Per meglio comprendere quanto sta avvenendo nel mondo della scuola, è illuminante l’esempio portatoci dall’insegnante casaranese: “Fino a tre anni fa, per quanto riguarda Lettere, quindi la Classe di concorso 43, la provincia di Lecce aveva disponibilità con contratto a tempo determinato fino al termine delle attività didattiche o fino al 31 agosto, per almeno 70 precari ogni anno. Quest’anno saranno chiamati appena in 5!”. Solo per una Classe di concorso, 65 occupati in meno, mentre si calcolano in totale circa 200 posti di lavoro perduti.
Gi. Cer
Maglie: uscita senza pullman; piove nel Liceo
Stefano Marsella, 18enne di Maglie, V A dell’Istituto Tecnico Commerciale “Antonietta Cezzi De Castro”: “Detto che come sempre il ritorno a scuola non è particolarmente felice… perchè si ricomincia a studiare e a doversi alzare presto la mattina, ciò che ha infastidito molto noi dell’ITC è che si esce non più alle 13,25 ma alle 13,45. Proprio per questo motivo alcuni dei miei compagni si sono trovati in difficoltà perchè non c’è un pullman per fare ritorno ai propri paesi e quindi sono costretti a cercare un’alternativa oppure a far spostare i propri genitori. Dopo tutto, però, è stato bello ritrovare compagni e compagne di classe dopo tre mesi di vacanza!”.
Michele Maglio ha 17 anni, è anche lui di Maglie e frequenta la IV C ind. Scientifico Brocca, Liceo-Ginnasio “F. Capece”: “Per me l’inizio della scuola non è molto traumatico: sono contento di rivedere i compagni di classe dopo le lunghe vacanze. So già che questo sarà un anno impegnativo ma spero che sia anche sereno nel rapporto con amici e professori. Personalmente non ho problemi con il trasporto, dato che abito a Maglie e quindi ho la fortuna di poter essere accompagnato dai miei genitori. Invece, per quanto riguarda le condizioni degli edifici scolastici, ci sono da registrare alcuni problemi: cadono in continuazione pezzi di intonaco dai muri e, quando piove, nella nostra succursale si allagano i cortili mentre nella sede centrale addirittura gocciola acqua dal tetto di alcune classi. Anche il sistema di riscaldamento non è molto efficiente. Purtroppo penso che la situazione andrà peggiorando, visto che la Riforma Gelmini prevede tagli selvaggi e ingiustificati all’orario e alla manutenzione delle scuole”.
Cristina Pacella
Nardò: lavori in corso
Ancora lavori nelle scuole neretine, alle prese con l’avvio del nuovo anno scolastico. Dopo l’Istituto Professionale di via Bonfante e lo storico Liceo Classico di via XX Settembre (il primo ha una sede tutta nuova, il secondo è stato completamente ristrutturato), è la volta del Liceo Scientifico di via Ferri, di recentissima costruzione, eppure già troppo piccolo per contenere l’alto numero di studenti. Secondo la delibera della Giunta provinciale di Lecce, divenuta esecutiva lo scorso aprile, l’edificio dovrà essere ampliato e dotato di dieci nuove aule completamente attrezzate. Per la loro realizzazione, lo stanziamento da parte dell’Ente guidato da Antonio Gabellone, sotto la cui responsabilità ricadono quasi tutti gli Istituti superiori, è di oltre un milione di euro. Qualche sacrificio, quindi, sarà richiesto a chi lo frequenterà. Ma anche un’altra scuola cittadina, la Elementare di via Crispi, è interessata da lavori di manutenzione straordinaria e ristrutturazione già da quest’estate. Il Comune di Nardò, infatti, facendo ricorso ad un mutuo ottenuto dalla Cassa Depositi e Prestiti, ha stanziato 450mila euro, tra le altre cose, per il rifacimento completo dell’impianto elettrico, la realizzazione della rete idrica antincendio, la costruzione delle vie di esodo, di due scale d’emergenza e di tre rampe per portatori di handicap, più interventi strutturali su travi marcapiano e pilastri completati dal rifacimento dei prospetti. Lavori ormai non più differibili, data l’anzianità della struttura.
Ilaria Marinaci
Casarano: l’ “acquafun al Liceo; il “Bottazzi” “non è sovraffollato”
Dopo gli allagamenti dello scorso anno, che fecero ironicamente denominare “acquafun” la succursale del Liceo Scientifico “Vanini” di Casarano, la situazione all’inizio del nuovo anno scolastico non sembra essere poi cambiata di molto. Questa è la denuncia di Gabriele Esposito, uno degli studenti del “Vanini”, che lancia l’allarme anche per lo stato di abbandono degli spazi circostanti l’Istituto di via Sesia, oltre che per gli inguardabili muri esterni ormai saturi di messaggi d’amore più o meno originali ma decisamente brutti dal punto di vista estetico. Diversa, invece, la situazione al Professionale “Bottazzi” dove il preside Franco Fasano rispedisce al mittente le accuse di sovraffollamento delle proprie prime classi: “Lo scorso anno avevamo due classi articolate; unite cioè durante la trattazione delle materie comuni ma indipendenti nelle materie professionali. Questo poteva accadere perché il totale degli alunni non superava quota 29; quest’anno, in presenza di un incremento del numero degli studenti, è già stato chiesto il nulla osta all’Ufficio Scolastico Provinciale per lo sdoppiamento delle classi”. Rendendo quindi infondate le voci di sovraffollamento che si erano diffuse alla vigilia.
Antonio Memmi
Ad Ugento resiste l’incognita Succursali
“Le classi dell’Istituto Alberghiero”, spiega M., frequentante l’Istituto Alberghiero “F. Bottazzi” di Ugento, “sono state provvisoriamente spostate, l’anno scorso, nella Zona Industriale di Ugento, a causa del progetto di ampliamento della sede centrale. Inizialmente era difficile immaginare come la scuola avrebbe affrontato alcune problematiche, tuttavia ha dato dimostrazione di essere intenzionata a non sfavorire lo svolgimento delle lezioni. Infatti, poco a poco ha sfruttato lo spazio a disposizione per allestire laboratori di Sala, Cucina e Ricevimento, favorendo così anche lo svolgimento delle lezioni pratiche. La scomodità forse maggiore è stata proprio quella della locazione dell’Istituto, poiché distante dal paese e privo di fermate per i pullman. Ciò ha costituito anche un pericolo per gli alunni, che dovevano attendere il pullman sulla carreggiata. Per quest’anno mi aspetto che anche nelle sedi succursali sia possibile svolgere bene le lezioni e soprattutto, dato l’obbligo di effettuare degli “stage”, che questi siano organizzati in modo tale da garantire una crescita professionale ma che comunque non tolgano niente alle lezioni teoriche. Immancabilmente si spera anche quest’anno, indipendentemente dalla classe e dall’Istituto, in un miglioramento dell’andamento disciplinare di ogni singolo alunno, che dipende in parte dallo stesso studente ma in parte anche dagli insegnanti”. D. è invece iscritto al Liceo Linguistico di Casarano: “Sicuramente l’anno scorso non ha funzionato bene l’organizzazione degli incontri scuola-famiglia: c’erano troppe classi e si è sprecato troppo tempo. Dovrebbero dividere gli incontri in più giorni. Per l’anno appena iniziato, invece, mi aspetto che i professori siano più indulgenti con noi alunni e che non ci carichino di compiti: ogni insegnante dovrebbe capire che la sua non è l’unica materia che dobbiamo studiare!”.
Pierangelo Tempesta
Tricase: il Liceo “teme” la pioggia
L.L. frequenta l’ultimo anno del Liceo “Stampacchia” di Tricase e già teme i primi temporali d’autunno: “Quando piove con una certa intensità, la strada adiacente alla sede centrale diventa un fiume mentre alla succursale, sulla via provinciale di Specchia, si forma un autentico lago”. E poi c’è la palestra della centrale che “da un paio d’anni presenta in bella mostra una crepa, senza che nessuno sia mai intervenuto”. Sul chiacchiericcio dei ragazzi del Liceo, con cui si paventa una certa “attenzione” nel comporre le classi del Corso Sperimentale, L.L ammette che “è una voce che ho sentito anch’io”.
Attualità
Elezioni a Tricase, giochi fatti? Ancora no
Certe le candidature dell’uscente Antonio De Donno e di Vincenzo Errico (Tricase Insieme). Fratelli d’Italia insiste con Claudio Pispero. Situazione fluida nel centrosinistra. I possibili scenari

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di Giuseppe Cerfeda
In attesa della definizione delle candidature per le elezioni regionali, proseguono a Tricase incontri e trattative per l’appuntamento, cruciale, con le comunali della prossima primavera.
Premessa d’obbligo: le consultazioni regionali, sia la vittoria finale, quindi il nuovo governatore, che i risultati dei singoli candidati consiglieri, potrebbero in qualche modo influenzare le scelte per candidature e liste anche in sede cittadina.
Partiamo intanto dalle certezze, con le candidature già annunciate dai diretti interessati.
IL SINDACO USCENTE
Sarà sicuramente della partita il sindaco uscente Antonio De Donno.
Dopo le disavventure giudiziarie che hanno coinvolto l’ex assessore regionale Alessandro Delli Noci (e quindi l’impasse che ne è conseguita per il movimento politico CON), resta da verificare quale sarà lo schieramento che sosterrà la ricandidatura del primo cittadino uscente.
Detto che si tratterà comunque di liste civiche, tra le ipotesi in ballo c’è anche quella del sostegno di parte del centrodestra.
FRATELLI D’ITALIA
Non solo gli amministratori uscenti vicini a quell’area politica ma anche coloro che gravitano nel mondo di Forza Italia non escludono affatto taòepossibilità.
Non pare dello stesso parere Fratelli d’Italia che, invece, continua a lavorare, sempre con un occhio alle regionali, alla candidatura di Claudio Pispero.
Dal circolo del partito della Meloni, comunque, non pongono veti assoluti a eventuali evoluzioni e, quindi, a una coalizione di centrodestra che si presenti unita alle elezioni.
Danno, però, zero chance all’eventualità di sostenere il sindaco uscente.
CHE SUCCEDE NEL CENTROSINISTRA?
Situazione in evoluzione anche nel centrosinistra.
Gli ultimi sviluppi indicano come possibile candidato l’oncologo Vincenzo Chiuri (proposto dal Partito Democratico e scelto da una rosa che comprendeva anche Anna Maria Girasoli, proposta da Sinistra italiana, e Dario Martina dal Cantiere civico).
L’obiettivo Campo Largo è stato annunciato da mesi (soprattutto dai Dem), insieme alla volontà di presentarsi uniti ai nastri di partenza.
Sulla questione candidato e unità, al momento, però, le bocche restano cucite, anche perché gli equilibri sembrerebbero fragili.
Da quel che siamo riusciti a sapere, ci sarebbe già una bozza di accordo tra PD, Cantiere civico e Sinistra italiana.
Chi ancora, invece, appare perplesso (eufemismo) è “Tricase, che fare?”.
Il movimento fondato da Giovanni Carità è fermo sulla posizione che prevede le Primarie per la scelta del candidato.
Ma il PD, partito che le ha sdoganate, da quell’orecchio pare non sentirci.
Incontri e dialoghi continuano ma, soprattutto sul versante “Tricase, che fare?”, sono molto pessimisti sulla buona riuscita delle trattative.
Resta, invece, da capire cosa faranno coloro che da tempo sono stati indicati (e hanno dato la loro disponibilità) come candidati.
Cosa farà, ad esempio, Andrea Morciano?
Secondo i soliti bene informati l’ingegnere sarebbe sponsorizzato dall’ex segretario provinciale del PD Ippazio Morciano e dal gruppo che a Tricase ne fa riferimento.
All’interno della coalizione di centrosinistra, al momento, però, non non ci sarebbe una convergenza totale rispetto alla sua candidatura.
FANTAPOLITICA?
C’è anche chi, fedele al motto di andreottiana memoria («A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina»), ipotizza uno scenario (quasi) da fantapolitica.
Secondo tale ipotesi, potrebbe accadere che Chiuri, che ha dato la propria disponibilità solo nell’eventualità di Campo Largo, non confortato dall’auspicata unità di intenti, faccia un passo indietro.
E a quel punto? A quel punto, stretti nei tempi e nelle possibilità, Dem, Cantiere civico e Sinistra italiana potrebbero (dovrebbero?) sostenere Andrea Morciano. Solo fantapolitica? Chissà…
Da noi interpellato, Andrea Morciano ha confermato «la volontà di candidarmi».
Poi ha chiarito: «Non voglio essere fonte di divisione per chicchessia. Centrosinistra? Certo, è la mia comfort zone, l’area a cui appartengo. Vedremo… Di certo sarò contro l’attuale amministrazione».
TRICASE INSIEME
«Confermatissima» la candidatura di Vincenzo Errico a capo del movimento civico “Tricase Insieme”, mentre si sono perse le tracce di Fernando Dell’Abate che, come raccontano le solite gole profonde, in tempi non sospetti, avrebbe avanzato la propria candidatura, trovando la strada sbarrata nel centrosinistra, l’area a cui, da ex socialista, storicamente appartiene.
Approfondimenti
“Per grazia ricevuta”: Piemontese, assessore sanità Puglia, crea d’emblée 2mila posti di lavoro
Nonostante cinque aziende sanitarie da 17 giorni siano senza direttore generale e non si veda alba, la Regione si prepara a lanciare tre concorsoni: due dei quali saranno gestiti proprio da Asl senza un manager…

di Luigi Zito
Quello che non succede in 5 anni, a volte, si sa, può accadere a pochi giorni dalle elezioni: siano esse comunali (alzi la mano chi non si fatto dare “una liccata di asfalto”, davanti casa poco prima del voto); provinciali, quando Presidente o Assessori, come la Madonna, si appalesano in città e chiedono una “citazione” nelle urne: e giù a concedere, promettere, santificare e beatificare, tutta Grazia sprecata o mal riposta, perché sanno che non è deificata, ma solo vanagloria.
E fin qui siamo nell’ordine naturale delle elezioni.
Quello che supera il livello di indignazione e tracima nella vergogna assoluta, ai limiti della sconcezza, e chiede vendetta, è quanto sta accadendo per le nostre elezioni regionali.
Nonostante cinque aziende sanitarie da 17 giorni siano senza direttore generale e non si veda alba, la Regione si prepara a lanciare tre concorsoni: due dei quali saranno gestiti proprio da Asl senza un manager.
Mille posti ciascuno per infermieri e Oss, mentre la terza procedura darà il via alla mobilità intraregionale per permettere spostamenti tra le varie aziende.
Ricapitolando: 2mila posti di lavoro creati d’emblée, come infermieri e Oss, dei quali un terzo (circa 700) saranno su Foggia, città del Vicepresidente e assessore alla Sanità e Benessere animale, Sport per tutti, Raffaele Piemontese, prodigo di carità e col vizio delle buone azioni.
Questi concorsi erano attesi almeno da maggio, ora una circolare del dipartimento Salute conferma che la pubblicazione è «imminente», e dunque la scadenza delle domande potrebbe arrivare proprio a ridosso della tornata elettorale del 23 e 24 novembre prossimi, anche se le prove si svolgeranno non prima di aprile-maggio.
Quando si dice avere una “faccia di tolla”, ma qualcun altro asserirà che “in politica la menzogna è una componente imprescindibile”.
Come possiamo difenderci: quando nel segreto dell’urna dovremo apporre quella “citazione”, per non ricevere un’altra villania del genere, dobbiamo saper distinguere il “grano dalla pula”, il bianco dal nero, le “facce di tolla” da quelle linde, correte, sincere e leali.
Ricordiamocene.
Approfondimenti
L’ambasciatore Cristina: “Ho conosciuto Putin e il Dalai Lama, che esperienze”
«Il Salento, è la terra di mia nonna, è la terra dove venivo d’estate a Tricase, per le vacanze, dove avevo dei carissimi amici che sfortunatamente non ci sono più è la terra dei miei antenati alla quale mi sento di appartenere”…

Cristina Funes-Noppen è ambasciatore onorario del Belgio (lei stessa preferisce l’appellativo di ambasciatore a quello di ambasciatrice essendo quest’ultimo usato per indicare la moglie dell’ambasciatore, NdR), e da un po’ di tempo vive buona parte dell’anno in Salento, a Tricase, dove ha comprato un’antica dimora, quasi attaccata alla chiesa matrice, adattandola ai suoi bisogni,
Figlia di ambasciatore ha seguito le orme paterne e dopo gli studi accademici a carattere diplomatico ha percorso la sua carriera come ambasciatore del Belgio in numerosi Paesi nei vari continenti tra cui Zambia, Kenya, India, Tailandia, Marocco, Austria e Argentina, senza dimenticare che in tutte le sue destinazioni, come ambasciatore residente, copriva anche larghe giurisdizioni riguardanti altri vari Paesi.
È stata anche coordinatore di tre direzioni al ministero degli affari esteri: Diritti dell’Uomo, Nazioni Unite e Disarmo.
Ha ricoperto inoltre le funzioni di rappresentante permanente presso l’O.N.U e di commissario speciale per la cooperazione e lo sviluppo.
Dopo aver seguito le orme paterne in ambito professionale, l’ambasciatore segue ancora oggi le inclinazioni della madre, Maria Noppen De Matteis, pittrice e “star mondiale del surrealismo anche se poco conosciuta in Puglia” (bari.repubblica.it > cronaca 2022/12/19 news).
Nata nel 1921 nel castello baronale dei Sauli di Tiggiano, cui apparteneva la madre, dove le è stato allestito un museo permanente delle sue opere, Maria Noppen De Matteis, verso la fine degli anni ’50 e i primi ’60, d’estate villeggiava col marito e la figlia Cristina a Tricase-Porto, nella casa di Angelico Ferrarese, posta in una splendida posizione panoramica e vicina al villino di Gaetano Sauli, suo parente.
La giovanissima Cristina (Cri-Cri per le amiche e gli amici) era bionda, solare, molto bella, vivace, dal sorriso incantevole che “faceva girare la testa” ai giovanissimi rampolli delle famiglie-bene di Tricase-Porto in quel periodo caratterizzato dalla spensieratezza e dalla gioia di vivere.
La vena artistica di Cristina Funes-Noppen ne fa un personaggio veramente eclettico e sorprendente perché, oltre a dipingere, ella scrive con successo, in francese, romanzi e saggi storico-letterari dai quali traspare la sua speciale cultura maturata a diretto contatto con i popoli delle nazioni dove ha esercitato il ruolo diplomatico.
Gli ultimi suoi due romanzi, editi nel 2023 e nel 2025, si intitolano “Ils étaient six” e l’altro “Équivoques”. Il primo, narra la vicenda dei criminali nazisti che alla fine della II guerra mondiale si nascosero in Argentina.
La trama si svolge a sud delle Ande, in piena cultura “quechua” e consente al lettore, in filigrana, di seguire l’evoluzione politica dell’Argentina negli anni 1945-1983.
L’ultimo, contiene quattro romanzi gialli che danno informazioni su diversi Paesi, Kenia, India, Thailandia e un dialogo spiritoso sulla morte.
L’INTERVISTA ESCLUSIVA
Perché il Salento e Tricase?
«Il Salento è la terra di mia nonna, è la terra dove venivo d’estate per le vacanze, dove avevo dei carissimi amici che sfortunatamente non ci sono più – ma ci sono i miei cugini, è la terra dei miei antenati alla quale mi sento di appartenere malgrado le mie molte peregrinazioni nel mondo, è infine la terra dove mi sento a casa. Nonostante la mia nazionalità belga sono rimasta profondamente salentina».
È soddisfatta della sua scelta? Ombre e luci?
«Se consideriamo il tipo di vita che si ha qui rispetto a quello di altri Paesi, occorre riconoscere che qui la qualità della vita è più umana. E poi, il patrimonio naturalistico, architettonico, storico, e culturale, nell’insieme, è di alta qualità e ampiamente godibile».
«HO CONOSCIUTO PUTIN»
Tra i diversi Capi di Stato o di governo da lei conosciuti, come racconta nel suo libro Chroniques impertinentes… ancora in carica tra gli altri vi è Vladimir Putin.
«Ho conosciuto Vladimir Putin nel 2001 quando è venuto in visita ufficiale in Belgio. Io ero all’epoca commissario speciale e pertanto fui invitata alla cena di gala. Non ci siamo parlati molto, però mi diede l’impressione che ci teneva ad avere buoni rapporti con l’Europa. Non mi sembrò nemmeno che terrorizzasse i suoi collaboratori.
Di fianco a me era seduto il suo consigliere per le questioni nucleari che aveva abusato della “divina bottiglia”, come dicono i francesi, e pertanto cantava in francese durante tutta la cena suscitando l’ilarità dei commensali, compreso Putin.
Cantando a squarciagola, non dava certo l’impressione di temere il suo presidente, il che non succede normalmente nelle cene ufficiali di gala e tanto meno di fronte a quello che è supposto essere un dittatore sanguinario.
Nella mia carriera ho incontrato vari dittatori e posso assicurare che davanti a loro nessuno dei collaboratori al seguito si sarebbe permesso di cantare».
GLI OSTAGGI
Due aneddoti, uno triste e l’altro lieto, nei suoi ricordi di ambasciatore.
«Il primo, andato a buon fine, riguarda due ostaggi di Medici senza Frontiere presi dall’armata di liberazione del Sud Sudan e liberati dopo una trattativa durata 20 giorni in cui i guerriglieri vollero trattare solo con me, al telefono, di notte.
Non ci chiesero nessun riscatto come invece per ripicca accadde dieci giorni dopo, con un altro ostaggio francese, la cui trattativa durò tre mesi e si chiuse con l’esborso di un’ingente somma di denaro. Questo mi fu precisato, ridendo, dal mio collega francese che pretese che era tutta colpa mia se la SPLA si era rifatta sul suo governo! L’aneddoto triste riguarda invece due belgi, un ragazzo che lavorava per le Nazioni Unite e sua moglie.
Erano spariti da 5 anni e i due miei predecessori non erano riusciti ad avere notizie certe.
I genitori speravano e le autorità pretendevano che fossero ancora vivi. È una storia romanzesca che si svolse in Thailandia e in Cambogia. Da quello che finalmente sono riuscita a scoprire seppi che erano stati uccisi dai Khmer Rossi, forse con la complicità dell’esercito thailandese e eventualmente con risvolti riguardanti il traffico di opere d’arte.
Testardamente impegnata, dopo molte peripezie, e dopo aver insistentemente discusso con i due re, Shianouk e Bhumipol, fui messa in contatto con il capo dell’esercito thailandese e con i Khmer Rossi che mi consegnarono le spoglie che io affidai alle famiglie, le quali ebbero almeno la consolazione di sapere cos’era successo ai loro figli e di potere seppellirne i corpi».
IL DALAI LAMA EMETTE UNA ENERGIA POSITIVA
La persona che più ha lasciato traccia nel suo animo durante la lunga carriera diplomatica?
«È stato di certo il Dalai Lama: una persona assolutamente fuori dal comune che emette un’energia positiva straordinaria e trasmette alle persone che incontra una carica di felicità. E ho il privilegio di avere ancora dei contatti sporadici con questo sant’ uomo, grazie al quale la cultura tibetana continua a sopravvivere malgrado l’occupazione della Cina che fa di tutto per eradicarla.
Perciò il Dalai Lama ha deciso che dopo la sua morte non si reincarnerà nel Tibet per evitare che i Cinesi arrestino la sua reincarnazione (che potrebbe essere anche una bambina) e la sostituiscano con una di loro scelta come fecero con il Panchen Lama (figura importante nel buddhismo tibetano). Il Panchen Lama che si era reincarnato nel Tibet. fu arrestato quando aveva solo 6 anni nel 1995, rimpiazzato con un ragazzino che conveniva alle autorità cinesi e nessuno sa, da allora, dove si trovi il vero Panchen Lama».
Chroniques impertinentes
“…Un libro che si caratterizza per una libertà di spirito, un tono a volte mordace, esotico e cosmopolita. Un libro istruttivo, politicamente scorretto…ma così giusto! Un libro prezioso che deve essere letto da coloro che s’interessano alla diplomazia e agli affari di questo mondo”.
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