Attualità
“Non mi vaccino perché…”: parola a medico salentino
Giuseppe Negro, del distretto di Gagliano, su Covid e reintegro del personale sanitario non vaccinato: “Il Governo vada fino in fondo con commissione d’inchiesta”
A cura di Lorenzo Zito
Da queste colonne abbiamo più volte ribadito come, a nostro avviso, resti il paradosso di chi indossa il camice di medico e si palesa contrario al vaccino anti-Covid. Tuttavia, abbiamo comunque ritenuto opportuno dare spazio alle ragioni di chi la pensa diversamente, provando a comprendere ciò che lo ha spinto a questa sua scelta e lasciando, come nostro costume, il ruolo di giudice supremo al lettore.
Prima di passare ai tanto cari confini territoriali che tengono banco in queste ore, il nuovo Governo Meloni si è messo subito al lavoro sui temi giustizia, ordine pubblico e sanità. Uno dei primi elementi di discontinuità col recente passato è stata la decisione di non prorogare l’obbligo di vaccinazione anti-Covid per il personale sanitario, disponendo anzi il reintegro dei medici non vaccinati al 1° novembre, anziché alla precedente data prevista, il 31 dicembre prossimo.
Una decisione intensamente discussa in tutta Italia e di cui abbiamo voluto parlare con un medico salentino che nutre forti perplessità sulla vaccinazione anticovid. È Giuseppe Negro, 57 anni, originario di Morciano di Leuca, dove nel 2014 è stato anche candidato sindaco. Medico generico in servizio di continuità assistenziale nel distretto di Gagliano del Capo, Negro ha alle spalle una lunga carriera che lo ha visto protagonista anche di missioni filantrope in Africa. È fondatore della Libera Università Olistica e componente dell’Accademia di Kaballah, scienza che studia le relazioni interpersonali.

Qual è la sua posizione sul vaccino anti-Covid?
“Ecco, ritengo che uno dei problemi principali del periodo Covid sia stato proprio assurgere posizioni personali a posizioni ideologiche che han fatto perdere di vista la scienza. Personalmente, cerco di essere quanto più logico, razionale e scientifico possibile, e penso che siamo dinanzi ad un vaccino che ha incontrato delle difficoltà evidenti ed importanti. Sappiamo che è difficile trovare un vaccino contro un virus come questo, perché sono virus che continuano a mutare. Al punto che secondo l’opinione della maggior parte degli esperti non è possibile fare un vaccino per questo tipo di virus. Nonostante ciò, si è deciso di mettere in commercio un prodotto senza che vi fossero le dovute sperimentazioni, a dispetto di quanto pubblicamente comunicato. Per avere dati validi su efficacia e potenziali effetti collaterali del vaccino ci sarebbero voluti infatti degli anni. Ora, è accertato che questo vaccino dopo la terza dose protegge sotto la linea dello zero. Dalla quarta dose, non solo non si è protetti ma si sviluppa un’immunodepressione.
Capisco che la natura della pandemia spinge a giustificare un intervento carico di mancanze, ma dobbiamo anche considerare che, per fortuna, l’infezione da Sarscov2, seppur con un’alta trasmissibilità, ha una bassissima letalità, pari allo 0,5%. Che si abbassa allo 0,005% se le persone vengono curate precocemente.
Le stesse case produttrici hanno da subito affermato che questo è un vaccino che non ci protegge. Motivo già sufficiente per non poter imporre obbligatorietà, super green pass e ad un sistema di ricatti come quello messo in piedi in questi mesi: se non ti vaccini o ti tamponi, non puoi fare sport o non puoi entrare in luoghi di studio, tanto per citarne alcuni.
Ritengo sia stato creato grande disagio senza una base scientifica. La mia, quindi, è una posizione critica, di studio. Le mie perplessità risiedono nell’assenza di un confronto continuo scientifico”.
Quale avrebbe dovuto essere, quindi, la strada da seguire per arginare la pandemia?
“Intanto va sottolineato come vi siano stati errori sin dall’inizio, quando furono negate le autopsie necessarie per capire di cosa le persone muoiono e per capire la terapia da seguire. Si è imposto poi il metodo “tachipirina e vigile attesa”, in seguito riconosciuto come grossolano errore. Ed è mancato l’ascolto ed il confronto con i medici che, sin dai primi casi, hanno curato le persone infette.
Sul campo, era subito emerso che l’infezione andava curata con antinfiammatori e anticoagulanti, e non con analgesici che abbassa la febbre ma non l’infiammazione. Alle segnalazioni, il Ministero della Salute che non ha mai risposto, così come il CTS. Allo stesso modo, una lunga serie di scienziati autorevoli, incaricati per anni per seguire gravi epidemie in Africa, è stata consultata ma non ascoltata. La scienza è un continuo confronto basato su studi e verifiche diffuse e non su imposizione di pochi. Scienza è possibilità di cambiamento e verifica sulla base dei dati che vengono rilevati. Per questo credo che, se dovesse sorgere una nuova epidemia, dovrebbe essere il confronto la strada da seguire e non l’imposizione“.
Si è sottoposto a vaccinazione anti-Covid? Che ricadute ha avuto sul suo lavoro il suo punto di vista?
“Io non mi sono sottoposto a vaccinazione. Sono stato sospeso per un mese e una settimana. Poi ho contratto il Covid in forma leggera, mi sono negativizzato in circa 8 giorni senza residui, curandomi con antinfiammatori e vitamine. Certo sono un caso singolo che non fa statistica, ma come la mia c’è l’esperienza di migliaia di persone. I soggetti veramente a rischio sono i grandi obesi che hanno già disfunzioni multiorgano, ed i grandi anziani con altre patologie. Un soggetto giovane, curato subito per come detto, difficilmente incorre in complicazioni”.
Sono stati due anni in cui chi non ha condiviso le politiche sanitarie mondiali è stato pesantemente etichettato. Come ha vissuto questo periodo?
“Con molte emozioni contrastanti, con molte domande e perplessità. Ho avuto la fortuna di lavorare con colleghi che hanno rispettato la mia posizione, ma ci sono state persone che anziché essere ascoltate sono state etichettate. Questo perché si è lavorato per dividere: quasi tutta l’informazione ha creato confusione, odio, allontanamento, divisioni anche all’interno delle famiglie. Si veda il caso delle persone decedute senza avere la possibilità di un contatto affettivo”.
Come ha preso l’anticipazione del reintegro per il personale medico non vaccinato?
“Non ho capito le proteste dei medici che non lo accettano sol perché loro si son vaccinati. Quella di vaccinarsi con un vaccino discutibile è una scelta personale, che non deve ricadere su chi non ha voluto farla.
Anche i medici che si sono vaccinati hanno preso e trasmesso l’infezione. Se ne sono verificati tanti casi, senza che alcuno si interrogasse sul perché dell’obbligatorietà. Ben venga la decisione del governo, non solo per la mancata risposta di efficacia del vaccino, ma anche alla luce del fatto che è cambiato lo scenario ed è scomparsa l’aggressività del virus.
Spero ora che il Governo abbia il coraggio di fare altri passi: una commissione d’inchiesta che verifichi con scienza e con coscienza tutto ciò che è stato fatto. Che ci spieghi che senso hanno le multe alle persone sopra i 50 anni che non si sono vaccinate.
Mi auguro che i medici reintegrati non vengano denigrati e isolati dai colleghi: sarebbe distruttivo per il bene della sanità e dei pazienti”.
Medici come Bassetti hanno affermato che i colleghi no-vax dovrebbero seguire dei corsi, perché non idonei ad esercitare la professione. Come gli risponderebbe?
“Penso che si dia troppa importanza a questa gente, come i vari Bassetti e Burioni, e voglio rispondere con i fatti. Bassetti, ad una recente presentazione del suo libro a Gorizia, è scappato dinanzi ad un pubblico informato che voleva porre domande. Aggiungo che di recente ha affermato che nell’agenda delle aziende farmaceutiche internazionali ci sono altre pandemie, ma nessuno ha approfondito questa affermazione.
Io ho fatto le vaccinazioni obbligatorie come tutti: vaccini collaudati, tradizionali, di cui si conosce l’efficacia e la tollerabilità. Qui, invece, siamo di fronte a qualcosa di nuovo ed è sacrosanto e scientifico avanzare dei dubbi. Soprattutto alla luce del fatto che questo vaccino ha fatto, da solo, più danni di tutti i vaccini tradizionali messi assieme. Per questo è ora di smettere di dare retta a queste persone ed ascoltare la gente. E bisogna avere anche il coraggio di guardare i dati Istat: nei primi 8 mesi del 2022, a vaccinazione di massa effettuata, abbiamo avuto il raddoppio di ictus, emorragie, infarti del miocardio, di miocarditi e pericarditi; 5 volte in più malattie generative come la sclerosi multipla; aumento di miocarditi in età pediatrica che erano una rarità; sterilità, infertilità e impotenza più che raddoppiati. Dati cui bisogna dare una serena spiegazione scientifica per studiare la correlazione con l’ultima novità sanitaria per cui siamo passati, ossia la vaccinazione. È assurdo archiviarle con cause come il cambio di stagione o il rumore del traffico, come parte della stampa ha fatto. Occorre, finalmente, un confronto scientifico reale”.
Attualità
Non abbattete quella scuola, fermate questa scellerata operazione!
L’abbattimento della scuola, contro cui tanto ci siamo spesi in questi anni, e che forse in troppi hanno creduto non si sarebbe realmente concretizzato, è ormai alle porte….
Attualità
Centrosinistra tricasino spaccato: la posizione di “Tricase, che fare?”
La presidente Sonia Sabato: “Avevamo fermamente ribadito la necessità delle primarie. Avevamo chiesto più ampia e democratica partecipazione”
Era primavera, lo scorso mese di aprile, quando il centrosinistra di Tricase si annunciava definitivamente riunito con queste parole: “Insieme per un percorso collettivo. Pronti a raccogliere la sfida del futuro”.
Firmatari di questo patto d’unità erano il PD cittadino, Cantiere Civico, Alleanza Verdi-Sinistra Tricase e Tricase, che fare?.
Otto mesi dopo, il fronte non è più lo stesso. Manca all’appello “Tricase, che fare?”, gruppo politico presieduto da Sonia Sabato e rappresentato in consiglio comunale da Giovanni Carità, Armando Ciardo ed Antonio Luigi Baglivo.
Proprio queste quattro firme oggi diffondono un comunicato per chiarire la loro posizione all’interno del valzer di centrosinistra. Lo fanno nel weekend caldo del PD che, dopo l’annuncio da parte del circolo cittadino della candidatura di Vincenzo Chiuri a sindaco per le prossime amministrative, ha registrato le dimissioni dal partito del consigliere comunale Minonne e le critiche dapprima del consigliere regionale Stefano Minerva (cui poi lo stesso Partito Democratico ha risposto) e poi di un altro potenziale candidato: Andrea Morciano.
Ecco quindi la nota a firma della presidente Sonia Sabato. Un intervento col quale “Tricase, che fare?” prende la parola proprio per far chiarezza su questo percorso di riunificazione del centrosinstra tricasino azzoppato, ed oggi finito sotto i riflettori.
La nota
Sollecitati ad intervenire sulle ultime vicende politiche che interessano la nostra città, crediamo necessario solo chiarire che per il nostro modo di intendere e praticare la politica, non riteniamo opportuno e, soprattutto, corretto entrare nel merito delle personali e libere scelte di alcune componenti del centrosinistra cittadino. Chi ha deciso di percorrere una strada lo ha fatto liberamente, come altrettanto liberamente noi abbiamo scelto di non condividerla.
La nostra storia è sotto gli occhi di tutti, eletti per stare all’opposizione lì siamo rimasti, con coerenza e trasparenza, da sempre distanti da vincoli clientelari, ingerenze esterne e trasformismi vari.
Che sarebbe stato necessario passare dallo strumento delle primarie è stato dal nostro gruppo fermamente e costantemente ribadito. Come da sempre abbiamo chiesto di lavorare ad una più ampia e democratica partecipazione.
Ci fa piacere, ma allo stesso tempo ci rattrista, apprendere dalla stampa che anche altri, solo oggi, siano del nostro stesso parere. Preso atto di questo, ribadiamo per la premessa fatta, che noi mai entreremo nelle vicende interne di altri partiti o rappresentanze. Chi compie una scelta è libero di farla e di portarla avanti in piena coscienza, ma anche nella piena assunzione di responsabilità.
Auspichiamo, per quello che può servire, che nell’agire di tutte le parti politiche ci sia sempre l’obbiettivo finale di un impegno sano, lungimirante e coraggioso per il futuro della nostra città e del nostro territorio.
Attualità
Elezioni a Tricase, Andrea Morciano: “Perché non fare le Primarie”?
“Noi abbiamo sempre sostenuto di poter partecipare senza remore alle primarie aperte, e ancora oggi siamo disponibili a farlo”
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Continua il dibattito (ottimismo) intorno alla candidatura del centro sinistra o parte di esso.
Così, dopo l’ufficialità da parte del circolo cittadino del Partito Democratico, sinistra italiana e Cantiere civico della candidatura di Vincenzo Chiuri vengono fuori tutti i contrasti interni e i diversi malumori evidentemente covati e mai risolti.
Sulla vicenda ora interviene anche colui che da tempo era indicato come candidato “in pectore“: Andrea Morciano.
Di seguito il suo intervento sull’intera.
“Leggere un comunicato attraverso il quale una parte della coalizione di centrosinistra di Tricase – orfana, ad oggi, del sostegno dell’Associazione Tricase, che fare? (che conta il Gruppo consiliare più numeroso in Consiglio comunale con Giovanni Carità, Antonio Baglivo e Armando Ciardo, NdR) – ufficializza la candidatura a sindaco del dott. Vincenzo Chiuri, vantando un percorso partecipato di confronto e di valutazione di un progetto politico condiviso, lascia estremamente titubanti, non di certo per valutazioni legate alla figura del candidato, ma per le modalità con cui è stata effettuata e comunicata la scelta.
Sostenere che ci siano stati tavoli di confronto tra tutte le forze e associazioni di centrosinistra non corrisponde al vero, dal momento che numerosi cittadini appartenenti alle stesse aree politiche non sono stati mai invitati al dibattito sulla valutazione di un ipotetico candidato sindaco né tantomeno sono stati coinvolti in questioni più ampie su programmi elettorali e nuovi visioni sul futuro della città.
E questo posso sostenerlo a ragion veduta dal momento che, avendo negli scorsi mesi dichiarato in maniera trasparente la mia disponibilità a guidare un progetto politico alternativo all’amministrazione uscente, gli amici e i concittadini che si stanno impegnando insieme a me nella costruzione dal basso di un nuovo progetto politico, si muovono esattamente nella stessa zona politica rivendicata dalle forze sostenitrici del dott. Chiuri, essendo alcuni tesserati PD, altri provenienti dalle associazioni di centrosinistra tra cui lo stesso Cantiere Civico.
È evidente che il comunicato escluda a priori il loro parere visto che la proposta, oltre che giungere dai pochi rappresentanti delle parti, non è stata nemmeno condivisa.
A sostegno di ciò anche il comunicato del consigliere in quota PD Francesco Minonne.
È evidente che il Centro Sinistra unito di cui si parla è, oggi, pura utopia.
Sono state effettuate scelte azzardate, partite da prese di posizione personali in direzione contraria più che verso un obiettivo di bene comune, e questo potrebbe portare ad ulteriori frammentazioni, rovinando ancor di più la situazione già abbondantemente minata del nostro paese.
Non sarebbe allora stato meglio giungere ad una selezione del candidato usando uno strumento più democratico come le primarie, mettendo davvero in gioco tutte le forze afferenti all’area politica in questione?
Noi abbiamo sempre sostenuto di poter partecipare senza remore alle primarie aperte, e ancora oggi siamo disponibili a farlo.
A nome del folto gruppo di concittadini con cui stiamo condividendo da tempo una forte volontà di lavorare per un concreto cambiamento ribadisco che la Città di Tricase merita un vero percorso partecipato ed allargato ad un sempre maggiore numero di interlocutori, liberi nelle scelte e inclini al confronto, avendo come obiettivo comune un’idea di una Tricase rinnovata e non di una semplicistica costruzione tenuta in piedi dalla volontà di pochi e travestita da una finta aura di democrazia.
Rimbocchiamoci le maniche e raccogliamo le idee, a breve le comunicazioni sui prossimi incontri a cui chiederemo massima partecipazione”.
Andrea Morciano
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